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Autore: ZioFaber    26/09/2022    0 recensioni
Amo questa meravigliosa coppia, soprattutto da quando Stefania è andata a casa di Marco, dopo aver scoperto che sua mamma era ancora viva. Ho voluto immaginare alcuni momenti e sensazioni non espresse negli episodi trasmessi, sperando di non divagare troppo. Spero vi piaccia
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stefania ha rimuginato fino a tarda sera su quanto accaduto nella stanza che, grazie a Marco, alle sue attenzioni e alle sue premure, era diventata magica.
Ma la visita, non proprio cordiale, ricevuta dal commendator Guarnieri aveva spezzato quell’incantesimo e quella poesia; pensava a Marco che aveva sicuramente dovuto affrontare l’ira dello zio per questo segreto oramai svelato. Immaginava le sgridate a causa di quella scelta di Marco – per Umberto avventata – di offrire un rifugio ad un’amica. Si sentiva dannatamente in colpa e pensava che, quando lui le aveva offerto ospitalità, lei avrebbe dovuto essere più risoluta nel rifiutare.
E pensare che quella giornata, caratterizzata inizialmente dal timore che suo papà avesse scoperto dove lei si nascondesse, aveva raggiunto dei picchi di intimità e complicità assolutamente impensabili e straordinariamente meravigliosi.
Aveva atteso il suo ritorno quella sera con apprensione soprattutto pensando che, viste le premesse, quel loro feeling speciale avrebbe potuto crescere ancora. Queste sensazioni l’avevano aiutata a smorzare le tensioni e la delusione per quanto era successo con i suoi genitori, e quella sempre più piacevole presenza di Marco che inondava di calore e gioia la sua permanenza in foresteria cominciava a diventare indispensabile per lei.
Ma adesso lo shock!
Cosa avrebbe deciso di fare il commendatore? La sua prima reazione era stata davvero molto dura e spiacevole e chissà quanto avrà sbraitato contro Marco!
Aveva sperato in una visita tardiva, anche breve, del suo mentore; almeno per scoprire se le acque si fossero calmate. Ma Marco non era tornato quella sera in foresteria.
Le venne in mente il carillon e decise che quella scatolina magica avrebbe potuto aiutarla ancora, con il suo malinconico suono e la danza perfetta della ballerina.
Come la sera precedente, crollò in un sonno ristoratore mentre le stanche note echeggiavano per la stanza.
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La mattina successiva si svegliò molto presto; non aveva trascorso una bella nottata e aspettava impaziente l’arrivo di Marco per cercare di scoprire qualcosa del confronto che lui ebbe la sera prima con Umberto.
Pensava che ormai, sebbene non si sentisse ancora pronta per ributtarsi nella mischia, avrebbe dovuto accettare l’idea che il suo soggiorno a Villa Guarnieri potesse considerarsi concluso.
Era davvero molto grata a Marco per averle offerto questa straordinaria opportunità e questa àncora di salvezza nel momento più difficile e confuso della sua vita. E passeggiava nervosamente nella stanza pensando a come esternare tutti questi pensieri al suo mentore.
Qualche minuto più tardi riconobbe il segnale sonoro che Marco produsse bussando alla sua porta; si fermò di soprassalto provando sensazioni contrastanti.
“Avanti!”, disse con una voce un po’ tremante. Marco entrò, recando con sé due grossi volumi,
ma non aveva il suo solito sorriso, quello che riusciva sempre a trasformare quella stanza ogni volta che vi metteva piede.
Prima ancora che lui cominciasse a parlare, Stefania lo interrogò, con apprensione.
“Marco! Che ha detto tuo zio? È arrabbiato?”
Il ragazzo si diresse verso la scrivania piccola per posare i tomi.
“Ma no, Stefania, non è arrabbiato! E poi ce l’ha con me, non con te!”
“Io vado via subito; ho creato abbastanza problemi. Vado via subito!”. La giovane Colombo si accorse di essere più agitata di quanto non credesse, e sembrava che le sue frasi non volessero lasciare a Marco una possibilità di replica.
Il ragazzo, nonostante la delusione per non essere riuscito a celare a suo zio la presenza della sua pupilla per un tempo più lungo, era comunque più sereno di quanto lei non sospettasse e cercò subito di tranquillizzarla, parlandole dolcemente.
“Stefania, ti prego: calmati! Non c’è bisogno che tu vada da nessuna parte perché nessuno vuole mandarti via. E poi comunque siamo riusciti a trovare un accordo: puoi rimanere qui per qualche giorno ancora, quindi stai tranquilla!”
“Basta che non litighi con lui per colpa mia!”, aggiunse lei, preoccupata per tutti i problemi che, era sicura, gli stava procurando.
“Non abbiamo litigato. Anzi, mi ha anche dato questi, vedi?”, disse lui, indicando i libri che aveva adagiato sulla scrivania, invitandola a scoprirne il contenuto.
Stefania lo guardò interdetta e spiazzata da quella risposta; come le era successo il pomeriggio del lunedì, quando Marco era entrato in foresteria portando con sé due voluminosi scatoloni, anche questa volta non aveva notato ciò che lui introdusse nella stanza. Si avvicinò seguendo l’invito di Marco e lesse i titoli, con un accenno di incredulità.
“Mhh… diritto di famiglia e codice civile?”, lesse, assumendo un’aria sbalordita, non riuscendo a comprendere subito il perché di quelle letture.
“Per le tue ricerche, no?”, riprese Marco. Lui si accorse che lei era rimasta letteralmente bloccata mentre si interrogava sul motivo per il quale potessero servirle quei volumi e aggiunse:
“Ma Stefania; hai promesso a Landi di scrivere un articolo sul divorzio oppure no?”
Finalmente lei ebbe una reazione, sebbene apparisse ancora molto confusa.
“Ah… pfff…no no… non ho avuto proprio la testa per pensarci, no!”
“Beh, appunto; allora inizia a studiare, documèntati e poi le idee arriveranno!”, ribadì lui, usando il suo solito tono garbato e delicato. Ma in questo caso i suoi modi non bastavano ancora…
“No!, Non ho lo spirito per scrivere, Marco. Grazie, no!”, continuava lei, sicura che quell’attività fosse davvero l’ultima che potesse venirle in mente di fare.
“Senti, Stefania; se ti conosco almeno un po’ ti starai sicuramente annoiando a morte, adesso. E poi almeno così, quando tornerai in redazione, potrai dire di aver scritto l’articolo mentre assistevi tua zia!”, concluse Marco, regalandole un sorrisino furbo, che sembrava volesse stimolarla a reagire. Il suo tentativo fu premiato; il sorriso e l’espressione divertita di Stefania erano impagabili e solo per questo lui si sentiva appagato e nuovamente felice.
“Hai pensato a tutto?”, aggiunse lei, che ormai non riusciva più a trattenere il sorriso, esternando finalmente quel tanto di serenità che permetteva ad entrambi di provare a ricreare quel feeling che era stato interrotto la sera prima.
“Sai, ho scoperto di avere un grande talento nell’aiutare gli altri. Però, mi raccomando: non farne parola con nessuno!”, sentenziò lui, con un sorriso sornione e rilassato, mentre si apprestava ad andar via dalla stanza. Prima però che raggiungesse la soglia, Stefania – che era rimasta ferma davanti alla scrivania, con le mani appoggiate sui fianchi – lo richiamò.
“Marco!”
Lo sguardo del ragazzo, mentre si girava per ascoltare Stefania, faceva trasparire limpidamente la sua felicità; aveva sperato che lei reagisse positivamente per avere la tranquillità che, anche se l’avesse lasciata ancora sola quella mattina, lei si sarebbe sentita nuovamente viva e attiva. Sentire la voce di lei che pronunciava il suo nome gli regalò una nuova scarica emotiva mentre si fermava per sentire cosa la sua pupilla volesse chiedergli.
Continuando a sorridere, ancora meravigliata dall’ennesimo successo di Marco nel restituirle buonumore e gioia, raccolse i due tomi e si girò verso di lui.
“Io butto giù qualche riga. Tu rimani nei paraggi?”
La voce di lei era dolcissima ma non quanto il suo sguardo; e lui dovette faticare molto per trattenere il suo cuore impazzito di gioia per quella frase e per il significato che aveva per entrambi; e per sfuggire a quegli occhi penetranti che lo stregavano sempre più.
Avevano superato brillantemente il momento difficile affrontato con la visita di Umberto, la sera prima. La perseveranza di Marco nel cercare di fornire alla ragazza il suo sostegno e il suo supporto, ma soprattutto la grazia con la quale sapeva dissipare le nuvole che troppo spesso oscuravano i pensieri della sua pupilla gli facevano capire che quella era la strada giusta.
Era sorpreso lui stesso della facilità con la quale riusciva a farla star bene, adorando la sensazione che ne ricavava quando Stefania gli dimostrava quanto il suo calore e la sua presenza fossero importanti per lei.
Si dispiacque pensando che, per dover raggiungere la redazione del Paradiso Market, avrebbe dovuto lasciarla sola anche oggi, ma era consapevole che almeno lei avrebbe occupato il suo tempo facendo ciò che più al mondo adorava fare: scrivere.
Le restituì dunque un sorriso carico di affetto.
“Certo. Sai, vivo qui!”, fu la sua risposta che voleva, al contempo, rincuorarla del fatto che lui non l’avrebbe lasciata sola.
Lo sguardo di Stefania era adesso finalmente addolcito e soddisfatto. Lui era riuscito, ancora una volta, a scacciare via i suoi fantasmi e a regalarle nuovamente quella sensazione di pace che la faceva sentire bene. Era di nuovo nel posto giusto e aveva accanto la persona più straordinaria che avesse mai conosciuto.
Era consapevole che, sebbene avesse l’opportunità di impiegare diverse ore di quella giornata a scrivere un articolo al quale teneva particolarmente, quel giorno la mancanza di Marco sarebbe stata più difficile da sopportare. Non riusciva ad interpretare correttamente l’offerta di Umberto di quel materiale per documentarsi; la sua presenza e il tono della sua voce mentre inveiva contro di lei la sera prima, ancora riecheggiavano nelle sue orecchie e nella sua testa.
Si preparò quindi a studiare per poter produrre un lavoro che potesse rendere orgoglioso il suo caporedattore, ma ogni minimo rumore la faceva sobbalzare, temendo potesse trattarsi di una nuova incursione fra le mura, non proprio impenetrabili, della foresteria. Cercò di pensare a quanto le aveva detto Marco e volle credere che quelle frasi non fossero state pronunciate solo per tranquillizzarla, ma che in realtà Umberto avesse davvero accettato la richiesta di Marco di continuare ad ospitarla per qualche giorno ancora.
Aveva comunque deciso che doveva prepararsi mentalmente a quello strappo che l’avrebbe catapultata nella torbida realtà del mondo fuori dalla villa. E questo la spaventava non poco.
Nonostante tutti questi pensieri, riuscì a rasserenarsi quanto bastava per cominciare ad abbozzare l’articolo sul divorzio, che la tenne impegnata in pratica per tutto il giorno.
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Anche Marco non riusciva a non pensare alla giornata meravigliosa trascorsa fino all’arrivo di Umberto. Le emozioni provate gli avevano aperto una porta che conduceva in un mondo magico del quale ignorava praticamente tutto. Per quanto non fosse digiuno di relazioni interpersonali, soprattutto con le belle ragazze, e pertanto si sentisse decisamente un esperto nell’arte della conquista di dolci fanciulle, il suo confronto con Stefania del pomeriggio precedente aveva spazzato via tutte queste sue pseudo-certezze e ogni sua minima convinzione di ciò che fosse l’amore.
Dal lunedì precedente, ovvero dall’arrivo di Stefania alla villa, le chiacchierate con la sua pupilla, i loro sorrisi nonostante le cose negative accadute in quelle ultime settimane, il modo in cui lui cercava di capire e sciogliere tanti intrighi e interrogativi che la assillavano. Tutte queste cose stavano trasformando la sua percezione della vita; e cominciava a pensare a tutto ciò che fino a pochi giorni prima aveva osservato con uno sguardo diverso, senza comprenderle veramente.
Il rapporto con il ramo milanese della sua famiglia, quello con i colleghi della rivista Paradiso Market; e ancora quello con le sue conoscenze altolocate della città e in particolare a quello nuovo con la sua fidanzata. Quella con Gemma era una storia nata quasi per scommessa, almeno per Marco; mentre lei vedeva sicuramente il fascino del giovane giornalista in carriera, non disdegnava l’idea che lui fosse un rampollo di razza, il classico principe azzurro, nobile, altezzoso, snob e sfrontato. Tutte caratteristiche che lei vedeva come pregi e che a lui non dispiaceva utilizzare per mettere a segno l’ennesima conquista amorosa.
Caratteristiche che lui aveva cominciato a sentire estranee al suo io interiore, proprio grazie a quanto Stefania gli aveva confidato quando – con aria di sfida – le aveva chiesto cosa vedesse in lui.
E proprio grazie al modo garbato e dolce con il quale la sua pupilla gli aveva rivelato questo suo lato nascosto, Marco si era sentito finalmente libero di vedere tante cose con occhi diversi. Riscoprendo così valori che aveva dimenticato di possedere, apprezzando questa opportunità di rispolverarli e utilizzarli per affrontare il mondo con uno spirito nuovo.
Tutto ciò cominciava a farlo sentire inadeguato nella sua storia con Gemma; o quantomeno non propriamente a suo agio con lei, rendendosi conto di quanto il suo comportamento in questo senso risultasse fasullo e forzato. Voleva vedere il mondo e offrirsi ad esso per come sapeva di essere nel suo intimo; proprio come lo vedeva l’unica persona che lo aveva dolcemente smascherato: Stefania.
Trascorrere con lei tante ore delle sue giornate da quando le aveva offerto ospitalità in foresteria, gli stava facendo vivere sensazioni nuove alle quali non voleva più rinunciare, anche se questo avrebbe significato – lui lo sapeva benissimo – rimettere in discussione il suo rapporto con la fidanzata. E se non fosse costretto ogni giorno a fingere al cospetto di Gemma, di Ezio e degli altri colleghi, le sue giornate sarebbero perfette.
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Tutti questi pensieri, aggiunti agli impegni inevitabili con la rivista e la ricerca di scuse sempre nuove per giustificare i suoi modi sfuggenti, avevano insospettito Gemma che sentiva il suo fidanzato distratto e distante, senza capirne i motivi. Lei aveva tentato di chiedergli se tutto andasse bene, come sempre; aveva anche cercato di coinvolgerlo qualche sera, dopo il lavoro. Lo aveva invitato ad uscire con lei, ma lui aveva accampato una scusa che a lei sembrava forzata. Aveva ritentato il giorno dopo, chiamandolo in villa, forse più per accertarsi che lui fosse veramente a casa sommerso dal lavoro (questa era la scusa che lui le aveva propinato, cercando di prendere tempo) e non invece in giro chissà dove ma soprattutto con chi.
Marco non aveva nessuna intenzione di restare lontano da casa più del necessario, per non lasciare Stefania sola; lo squillo del telefono lo trovò intento nel suo lavoro, con la sua fedele Lettera 22 sul divano del salone; rispose alla chiamata di Gemma, ringraziandola per averlo cercato e per avergli così addolcito la serata che – a suo dire – era lunga e noiosa, confermandole però che non poteva interrompere quel lavoro importante che avrebbe dovuto assolutamente consegnare al direttore della rivista.
Marco si accorse della delusione di Gemma e gli dispiaceva mentirle e farla star male; ma non riusciva a non pensare che questo suo comportamento era ben giustificato. Non solo a causa della promessa fatta alla sua pupilla che non avrebbe rivelato a nessuno i dettagli della sua fuga; ma, soprattutto, perché questa insospettabile liaison gli stava offrendo un’opportunità bellissima per vedere tutto con occhi nuovi e con dei sentimenti sconosciuti fino a pochi giorni prima.
Sentiva nel suo cuore che il destino gli stava regalando una splendida scelta per una nuova vita, mostrandogli un bivio nel quale lui vedeva chiaramente quale percorso lo avrebbe portato alla felicità. E in quella scelta non c’era più posto per il cinismo, l’arroganza, la cafonaggine e i fatui sentimenti che lui aveva alimentato fino ad allora.
La via era chiara. Netta. Senza ostacoli e senza paure.
Non era mai stato così sicuro di una scelta in tutta la sua vita e, sebbene consapevole del conto che questa sua decisione gli avrebbe presentato, era risoluto nel volerla perseguire.
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Sapeva che la sua fidanzata era una ragazza poco accomodante e che non si sarebbe lasciata incantare dalle sue scuse che sembravano abbozzate solo per ammansirla.
Sempre più convinta che lui la stesse evitando per nasconderle qualche scomoda verità o, peggio, un’altra donna, Gemma pensò di fare una sorpresa al suo fidanzato presentandosi a Villa Guarnieri senza preannunciare la sua visita.
Arrivò piena di speranze ma anche con tanta paura di scoprire ciò che temeva.
Venne accolta da Italo che la introdusse nel salone dove la contessa sorseggiava una tisana; la Sant’Erasmo, che dopo le riserve nei suoi confronti dovuti soprattutto alla sua estrazione sociale, si era ricreduta e aveva cominciato ad apprezzare la ragazza, la accolse con estrema cortesia, facendola accomodare e chiedendo al maggiordomo di avvisare Marco di quella inaspettata ma graditissima visita.
Ovviamente Marco non poteva condividere la stessa gioia della zia a quella notizia che poteva rivelarsi disastrosa… avvisato dell’arrivo della sua fidanzata, non ebbe nemmeno il tempo di passare in foresteria per salutare Stefania, accertarsi del suo stato d’animo, vedere come lei si stesse organizzando con l’articolo sul divorzio e, non ultimo, avvertirla di quell’imprevisto contrattempo. Leggermente imbarazzato entrò nel salone, salutando Gemma e interrogandola sul perché di quella sua visita, ma venne subito rimproverato dalla zia per quei suoi modi non certo consoni verso un’ospite, oltretutto importante.
Marco si scusò con entrambe, accampando ancora la scusa del lavoro che stava assorbendo tutte le sue energie, addolcendo il tono della sua voce; avrebbe voluto trovare in pochi secondi un motivo per convincere Gemma ad andar via ed evitare così di continuare a mentirle guardandola negli occhi. Ma prima che lui potesse anche solo pensare a cosa escogitare, la contessa tarpò la ali alla sua fantasia, invitando Gemma a cena e facendo in modo che i due ragazzi potessero restare da soli.
La situazione si stava rivelando più ostica di quando lui avesse immaginato e fece molta fatica a schivare tutte le domande più o meno dirette che la sua fidanzata gli rivolse durante la serata.
Sebbene con difficoltà, riuscì a convincerla che il suo apparente distacco e la sua distrazione erano prettamente legati a questo nuovo lavoro che avrebbe dovuto ultimare in tempi stretti e le promise che avrebbero recuperato presto la loro solita routine.
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Dopo una giornata spesa quasi interamente nella stesura di uno dei suoi articoli più impegnati e di impatto, Stefania si interruppe a causa della rottura del pennino della sua stilografica; l’inchiostro schizzò i fogli sui quali stava lavorando e le imbrattò le mani.
Dispiaciuta per quell’interruzione, si alzò dalla scrivania per cercare nella stanza qualcosa che le permettesse di pulirsi dalle macchie ma, non trovando altro che una salvietta sopra il comò, decise di uscire dalla foresteria per potersi lavare le mani. Sapeva che, in genere, a quell’ora della sera non c’era più nessuno in giro per le stanze della villa, così uscì dal suo rifugio senza preoccuparsi di essere vista da qualcuno.
E grande fu invece la sua sorpresa quando, vagando alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarla a smacchiare le mani, passò nel salone e – voltandosi verso la sala da pranzo – vide Marco che baciava Gemma mentre sedevano a tavola.
Non sapeva cosa pensare e come interpretare quella scena, ma soprattutto non si capacitava di ciò che in quei pochi giorni aveva intimamente vissuto quando Marco era con lei in foresteria.
D’un tratto sembrava che la realtà si fosse manifestata per presentarle una verità scomoda, inaspettata e ingiusta ma, ancora di più, dolorosa.
Le sue emozioni cominciarono a mescolarsi confusamente; per pochi ma intensissimi secondi non riuscì a muoversi né a staccare gli occhi da quella visione che le lacerava il cuore.
Ciò che aveva davanti agli occhi era una scena che conosceva a memoria, vista tante volte; solo che tutte le volte precedenti non avevano provocato in lei il disagio e l’imbarazzo che invece provava adesso. E l’imbarazzo poteva anche essere sopportabile, se il suo cuore non fosse tanto irrequieto e la spingesse a vedere una stonatura in quel quadretto romantico; solo che stavolta non vedeva sé stessa dalla parte sbagliata, bensì la sorellastra.
Era come se quell’immagine alla quale era ormai abituata avesse la forza di spazzare via la leggerezza e la dolcezza che aveva sperimentato negli ultimi 4 giorni.
Capì immediatamente che, purtroppo, doveva scappare via da lì, prima che qualcuno potesse accorgersi della sua presenza; e proprio quando stava per staccare lo sguardo per rifugiarsi nel suo dolore solitario, incrociò gli occhi verdi del suo mentore che la osservavano con un imbarazzo che non conosceva.
Fuggì di corsa, appena un attimo prima che Gemma si voltasse, incuriosita dallo sguardo del suo fidanzato che sembrava avesse visto un fantasma.
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Il turbinio di emozioni che Stefania provava nel momento in cui varcò la soglia della foresteria era incontrollabile e doloroso; pensò subito a quanto potesse essere stato stupido e infantile, da parte sua, pensare che Marco potesse rappresentare qualcosa di più del meraviglioso amico che si era rivelato essere. Perché sentiva il suo cuore come fosse ferito? Si chiedeva se aveva il diritto di sentirsi delusa o ingannata dall’atteggiamento di Marco; ma pensò subito che il suo comportamento non era stato ambiguo e che, anzi, si era comportato da vero amico, galantuomo e soprattutto rispettoso del suo dolore; e aveva saputo donarle leggerezza e serenità nei momenti più bui che avesse mai dovuto affrontare. Ma era pur sempre fidanzato e, oltretutto, lui non aveva mai provato a comunicarle esplicitamente qualcosa che potesse far presagire qualche dubbio nel suo rapporto con la sorellastra.
Sapeva esattamente il motivo della sua agitazione, della delusione, del dolore acuto che provava, ma non poteva per questo incolpare Marco per essersi comportato in modo poco consono davanti ai suoi occhi. Ancora la stessa vecchia, solita, ricorrente sensazione: quella di sentirsi sbagliata nelle situazioni che viveva. Dopo aver pensato e fantasticato di aver trovato un luogo magico, lontano dalle cose brutte e negative del mondo esterno, abitato da un principe dolce e generoso, nobile e affettuoso che la faceva sentire estremamente speciale, adesso vedeva quel castello incantato crollare come fosse di carta. Quelle che cominciava a sperare potessero essere le premesse per un nuovo rapporto con il suo mentore svanirono sotto i suoi occhi in un istante. Non riusciva a cancellare quella visione che la tormentava e le squarciava l’anima. L’agitazione era davvero insostenibile e si rese conto che quella sera sarebbe stata più difficile da affrontare rispetto a quelle precedenti.
Abbandonò il lavoro che stava scrivendo, lasciando fogli sparsi in ogni angolo della stanza; sapeva che Marco non l’avrebbe raggiunta in foresteria come era solito fare per accertarsi che lei stesse bene; non era sicura che lui l’avesse vista. Sperava proprio di no. Continuava a percepire sbagliata la sua presenza lì, in quel luogo, ma soprattutto nella quotidianità di Marco. E con tutti questi pensieri ritornò prepotentemente anche l’angoscia per la realtà cruda e ostile che avrebbe dovuto nuovamente affrontare.
Provò a convincersi che forse Marco non si era reso conto della sua presenza; dopotutto lei era lontana, in una zona buia del salone ed era stata lì solo per pochi istanti. No! Forse lui non l’aveva
vista e questa considerazione le regalò un sollievo pensando che lui avrebbe ripreso la sua solita vita con Gemma, senza doversi più curare della sua presenza.
Come sempre quando era agitata, i pensieri che le affollavano la mente erano tanti e confusi.
Pensò che sicuramente Marco non aveva mai abbandonato quella sua “solita vita” ma che solo la sua immaginazione le aveva dato una speranza che non aveva fondamento.
E si ripeteva che “Marco è fidanzato. Si è comportato come un vero e insostituibile amico, un mentore attento, un confidente prezioso, ma niente di più. La sua vita privata e intima è rimasta la stessa che io conosco bene!”
Tutto ciò non faceva che far aumentare quella sensazione di inadeguatezza e di imbarazzo per ciò che aveva visto, ma soprattutto per quanto aveva intimamente desiderato.
Sapeva che quei giorni sarebbero stati come uno spartiacque fra la sua vita di prima e quella che avrebbe affrontato da quel momento in poi. Non avrebbe mai dimenticato quanto Marco le aveva offerto con la sua dolcezza, il suo candore, il suo modo rispettoso di parlarle e di ascoltarla.
E fra mille dubbi e pensieri, adesso aveva una sola certezza: doveva andar via da lì.
Se tutte le sere precedenti aveva avuto difficoltà prima di riuscire a dormire, sapeva che questa sarebbe stata la più difficile e dolorosa.
Aveva troppe cose per la mente e non riusciva a riordinarle; avrebbe chiesto alle sue amiche se potevano ospitarla ancora per qualche giorno, perché era sicura che l’ultimo posto nel quale avrebbe voluto trasferirsi era la casa di suo padre. Avrebbe nuovamente incontrato tante persone che non era pronta ad affrontare, ma sapeva che ciò era inevitabile.
E avrebbe dovuto fingere. Tanto. Con tante persone.
Ancora una volta ricorse alla malinconica musica del carillon, sperando che potesse alleggerire la sua testa in fiamme. Lo estrasse dal cassetto del comò e, dopo averlo caricato, lo adagiò sul suo comodino; aprì lo sportello che imprigionava la dolce danzatrice e le sue piroette e si sdraiò sul letto mentre le prime lacrime cominciarono a sgorgare rigando quel volto triste.
   
 
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