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Autore: Asmodeus    01/10/2022    1 recensioni
Raccolta di flashfic e one-shot scritta per il #Writober2022, ambientata dopo un alternative ending della S4 vol.2.
Nessun ordine preciso, sono più diapositive della vita dei nostri in una nuova, normale Hawkins - per cercare di capire come si può vivere dopo la mezzanotte.
Ispirata dall'omonimo brano dei Judas Priest, e da questo passo: Living after midnight/Rocking to the dawn/Loving 'til the morning/Then I'm gone
|Steve/Eddie| Canon Divergent Post S4 V2| Eddie e Max sono vivi e in salute, il Sottosopra è definitivamente chiuso|
Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Eddie Munson, Steve Harrington
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Living after Midnight

Living after midnightRocking to the dawnLoving 'til the morningThen I'm gone
[Judas Priest]

1. Smalto

 

Eddie aveva cominciato ad indossare lo smalto quando suonava – inizialmente solo mentre si esercitava nella sua nuova cameretta.
Poi, una sera Steve era arrivato a casa sua prima del previsto, e un altro essere umano a parte zio Wayne aveva scoperto quel suo ennesimo segreto. E a quanto pare, aveva persino gradito la cosa.
«Ti sta bene. Il nero, dico», aveva esordito Steve, giustificando così il suo sguardo sorpreso davanti a quelle unghie scure così agili sulle corde.
Eddie aveva provato a dissimulare la cosa, la boccetta di acetone ancora nel mobiletto del bagno e troppo lontana da raggiungere per eliminare quella prova prima di ulteriori indagini da parte del suo ragazzo.
Nonostante avessero entrambi visto ben di peggio, si vergognava per quello che tutti consideravano essere qualcosa di adatto solamente alle ragazze – ma Steve aveva fermato le sue giustificazioni con un bacio che aveva cancellato gran parte delle sue paure.

Da lì aveva preso coraggio, e aveva iniziato a indossarlo anche durante le esibizioni dei Corroded Coffin – prima solo alle prove, poi anche sui palchi della più gretta provincia dell’Indiana dove ogni tanto venivano chiamati a suonare.
Non notava quasi più le occhiate strane dei campagnoli capitati per caso ai loro concerti, anche se forse lo squadravano male più per la musica metal sconosciuta per quei bifolchi che per il velo nero o viola sulle sue unghie. La civiltà era ancora ben lontana da Campbellsburg o Clay City, e i Corroded Coffin forse non erano gli inviati della modernità che i contadini di Dudleytown attendevano con ansia dalle cittadine più grandi.

Solo una volta, dopo un concerto all’On the Rox Pub di Seymour affollato da ben quarantasette teenager, dodici uomini di mezz’età alcolizzati e due gatti del proprietario del locale, un gruppetto di tre idioti aveva provato a disturbarlo.
«Hey, frocetto!», gli aveva urlato quello che pareva essere il capo, una faccia porcina che ricordava quella di Tommy H. caduto più volte dal seggiolone da piccolo.
«Non sapevo che gli uomini delle tue parti portassero quello schifo sulle unghie».
Eddie stava fumando all’esterno, da solo, e aveva cercato di ignorare quei tre sfigati – ma il capo sembrava davvero volere la rissa.
«Che c’è, ti hanno rubato la lingua mentre ti pitturavano in quel modo?», aveva continuato, avvicinandosi minaccioso con i suoi tirapiedi.
Eddie si era messo più sull’attenti, pronto a sgusciare dentro al locale prima di passare dei guai e maledicendosi per quella scelta dello smalto in un posto così retrogrado come quello – ma alla fine era arrivato Steve in suo soccorso.
«Sta solo risparmiando fiato: i coglioni come te non meritano considerazione», aveva minacciato i tre, sbucando dal pub fortuitamente e già pronto alla rissa. Il bulletto si era subito zittito, valutando di non voler davvero fare a botte con qualcuno più in forma fisicamente come Steve, e con gli altri due coglioncelli era scivolato senza fiatare oltre nell’oscurità di quel buco di paese.
Eddie aveva atteso qualche istante, prima di rifugiarsi in un abbraccio contro il petto di Steve e in una nuova sigaretta da condividere per allentare la tensione.
«Comunque aveva ragione, sai?» aveva buttato lì Steve per sdrammatizzare. «Te lo sei dato male: guarda quanti punti scheggiati!»
Eddie aveva guardato il suo ragazzo inebetito, mentre Steve continuava a fissare le sue unghie.
«Dovrei chiedere a Nancy di insegnarti a dartelo meglio, non…» aveva ripreso, prima di beccarsi una gomitata da Eddie contro il fianco.
Si erano poi fintamente azzuffati proprio lì davanti, la sigaretta di Eddie persa sul selciato mentre Steve gli bloccava i polsi e lo tirava verso di sé per baciarlo, spegnendo qualunque traccia di tensione dentro la sua bocca calda.
Le dita di Eddie erano corse in mezzo alla sua capigliatura perfetta, unghie nere tra capelli scuri perfettamente acconciati – e tutto era tornato subito al posto giusto.

[635 w.]

⋇⋆✦⋆⋇

E alla fine, anche quest'anno ho deciso di partecipare a questa splendida follia collettiva conosciuta come Writober.
Stavolta non ho preparato un progetto sensato come l'anno scorso, per mancanza di tempo e ispirazione, ma ho deciso di lasciarmi trascinare dalla corrente e vedere dove mi porta - e almeno, così mi obbligo a scrivere di nuovo qualcosa dopo mesi di fermo.
Non credo che scriverò 31 storie tutte sugli Steddie, anche perché certi prompt mi stanno portando verso altri lidi, ma intanto diamo il via alle danze con loro - e al massimo, arriveranno altre raccolte per successivi prompt in altri lidi - che vi linkerò eventualmente nei capitoli successivi :)
Per iniziare, ho scelto il primo prompt della lista #pumpNIGHT: smalto, che mi ha portato a scrivere sull'headcanon che ho ben radicato in me su Eddie che usa lo smalto.
Il titolo della raccolta è tratto dall'omonima canzone dei Judas Priest, una band a cui Eddie sappiamo essere molto legato.
Spero che mi seguirete in questa avventura, ci vediamo (spero) domani!
Un abbraccio, e buon #Writober2022 a tutti!
   
 
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