- Lo so
che lo vuoi! – gridò Bella tutto ad un tratto – Vieni a prendertelo! –
-
Smettila Bella, ti stai rendendo ridicola… – sbuffò Edward di rimando.
- Non
sono affatto ridicola! – rispose indignata la ragazza voltandosi dalla parte
opposta, senza tuttavia perdere d’occhio i suoi movimenti rapidissimi.
Edward
si lasciò cadere sul grande divano del salotto di casa Cullen, lasciando che la
testa si appoggiasse all’indietro sullo schienale, per poter osservare, anche
da quella posizione, la prossima mossa di Bella.
Lei,
per quanto la condizione umana lo permetteva, rimaneva immobile.
Ed
aspettava.
Sapeva
che prima o poi sarebbe tornato.
Nel
bosco non troppo lontano da Forks, intanto, tutti gli altri componenti della
famiglia Cullen terminavano la caccia, e mentre si accingevano a tornare verso
la propria abitazione, poterono sentire chiaramente la voce spaventata, arrabbiata
ad accusatoria della povera Bella.
- Lo
sapevo che ci avresti provato, mostro che non sei altro! Non puoi succhiarmi
tutto il sangue. Aiuto! Qualcuno mi aiuti!! –
- Stai
ferma Bella! Non servirà comunque a niente agitarti in questa maniera - le
rispondeva Edward spazientito.
Silenzio.
Nella
mente dei sei vampiri si proposero le immagini del loro figlio e fratello
perfetto Edward mentre affondava senza pietà i canini del delicato quanto
fragile collo della ragazza, e nello stesso momento Alice venne colta da una
visione improvvisa.
- Se lo
fa, lo uccido con le mie mani – gridò Emmet in preda al panico, ed
immediatamente prese a sfrecciare tra gli alberi con la famiglia al seguito.
-
Aspettate! – disse Alice, tutt’altro che agitata.
-
Povera figliola, chissà quanta paura avrà – Esme si lasciò trascinare dall’istinto
materno.
-
Fermatevi un attimo! – provò Alice, senza tuttavia ottenere attenzione.
-
Dobbiamo fermarlo assolutamente. Dobbiamo studiare un piano di difesa –
calcolatore e metodico, Jasper cercava una soluzione nel breve tempo che aveva
a disposizione.
- L’ho
visto! Ho visto tutto! – continuava a gridare Alice.
- Lo
sapevo che prima o poi sarebbe successo! Vi avevo avvertiti! – Rosalie tirò
fuori tutto il suo risentimento.
- Ascoltatemi,
per favore! – ed Alice non chiedeva mai per favore…
- Non lo
farà. Non lo farà. Non lo farà… - Carlisle invece ripeteva le stesse parole,
quasi fossero una preghiera piuttosto che una certezza.
- Non
succederà niente! Volete ascoltarmi? – purtroppo Alice non era veloce quanto
loro, perciò venne lasciata irrimediabilmente indietro e soprattutto
inascoltata.
Ed
Alice odiava rimanere inascoltata.
- Bene.
E’ questo che volete? Andate pure a salvare
Bella… - bisbigliò fermandosi appena superato il ruscello poco distante dalla
casa.
Da
quella posizione poté vedere chiaramente Emmet sfondare la porta d’ingresso, e
tutti gli altri fare irruzione immediatamente dopo.
Alice
si lasciò andare ad una risata liberatoria, ma che sotto sotto
aveva un non so chè di canzonatorio, come a dire “la
prossima volta imparate a darmi ascolto”.
La sua
espressione divenne mutevole mano a mano che accedeva alle loro menti, e capiva
il senso di quell’irruzione improvvisa, immotivata, e soprattutto così poco
civile.
Sebbene
all’inizio rimase un poco infastidito e deluso dalla bassa opinione che la sua
famiglia aveva dimostrato di nutrire nei suoi riguardi, capì ben presto che
tutto quel trambusto era dovuto invece al grande affetto che tutti loro
provavano nei confronti di Bella.
Così,
rendendosi conto del grande imbarazzo che ora regnava sovrano nel salotto di casa
Cullen, Edward vide bene di aumentarne la dose esplodendo in una sonora risata,
tanto per prendersi una certa rivincita.
A quel
suono si arrestò anche la corsa di Bella, che lo fulminò con lo sguardo, e
notando solo in quel momento i resti ormai dilaniati della porta d’ingresso
ancora sulle spalle di Emmet, sventolò la ciabatta a mo’ di saluto, come se
niente fosse.
- Stai…
bene Bella? – chiese Esme con un filo di voce
Bella
arrossì violentemente lanciando uno sguardo terrorizzato alla ciabatta che ancora
sventolava come mossa da forza propria.
- Oh…
si Esme, grazie… - si limitò a farfugliare, nascondendo immediatamente la
ciabatta dietro la schiena più imbarazzata che mai - … ecco… il fatto è che… mi
sono lasciata spaventare da… - non finì nemmeno la frase che si ritrovò
improvvisamente ad aggrottare le sopracciglia riducendo lo sguardo a fessura su
un piccolo particolare non troppo lontano dalla sua portata… o meglio, dalla
portata della sua ciabatta.
- Baccato! Mostro succhiasangue a tradimento che non sei
altro! – il cadavere di una zanzara stecchita fece immediatamente bella mostra
di sé non appena Bella tolse l’arma incriminata da...
- Ho
vinto io! – esultò sotto lo sguardo attonito dei presenti, alzando entrambe le
braccia verso il soffitto.
- Amore
mio dolce… ma proprio sulla mia fronte dovevi vendicare l’affronto della
zanzara di averti rubato una goccina di sangue? – fece notare Edward, la cui
calma e pazienza stava subendo una dura prova.
Le
braccia di Bella precipitarono verso il pavimento, arrossì di nuovo e si
pietrificò all’istante fissando la fronte perfetta del suo fidanzato imbrattata
da tale oscenità.
- Lo
sapevo che avresti vinto tu, Bella – Alice entrò in casa scavalcando
letteralmente i suoi genitori e fratelli – io l’avevo visto! – continuò calcando sull’ultimo concetto, e lanciando
un’eloquente occhiatina soddisfatta.
- Certo
Bella… anche tu… sei sicura di non essere affetta da una qualche forma grave di
sfortuna sfacciata? – Emmet caricò
il colpo in canna… - proprio tu, considerando il numero, sebbene non
esageratamente elevato, degli abitanti di Forks, il clima freddo e l’assenza
quasi totale anche d’estate di questo tipo di insetto, sei riuscita a farti trovare,
terrorizzare e pungere dall’unica zanzara in circolazione? – esplosione
imminente!!! Emmet rise di gusto della sua ennesima battuta sull’argomento “Bella-attira-disgrazie”, mentre la povera sfortunata
arrossì ulteriormente, come se fosse stato possibile, prendendo ad osservarsi
l’unica ciabatta che ancora indossava.
- Be’… credo
sia meglio pulire questo disastro – ruppe il ghiaccio Esme, cercando di
constatare gli effettivi danni e togliendo così tutti dall’imbarazzo.
- Credo
sia meglio pulire prima la mia fronte -
esordì Edward – l’ultimo pasto della zanzara è stato pur sempre il tuo
sangue, e sinceramente, per quanto mi piaccia, non credo di poter tollerare la
sensazione del tuo sapore sulla mia pelle ancora a lungo –
- Mi
dispiace da morire Edward – pigolò Bella
coprendosi la bocca con le mani.
- Fa
niente… ormai è fatta - sospirò Edward –
prendiamo i lati positivi: puoi dire che in vita tua hai ucciso un
succhiasangue – disse poi concedendo finalmente alla sua principessa il suo
sorriso sghembo.
Bella
si rilassò istintivamente, e con un fazzoletto che aveva nella tasca posteriore
dei calzoncini pulì la sua fronte facendola tornare impeccabile.
Adesso
mancava solo un bel bacio… ed è per questo che Emmet ancora non si era
dileguato insieme agli altri.
-
Bella? –
- Si,
Emmet? – sbuffò lei voltandosi verso il suo interlocutore
- Posso
farti una domanda? – chiese, già ridendo sotto i baffi
- La
faresti comunque, Emmet – rispose alzando gli occhi al cielo, e sperando che
sta volta non fosse niente di imbarazzante.
- Se un
mostro succhiasangue delle dimensioni
di una zanzara ti ha dato parecchio filo da torcere, come farai a tenerne a
bada uno delle dimensioni di Edward, quando vorrà… -
Edward
ringhiò prontamente, troncando la frase di Emmet, già di per sé
sufficientemente eloquente, atterrandolo e trascinandolo nel giardino di casa
Cullen.
E
mentre i due non la volevano smettere di prendersi a pugni, tra i ringhi
imbarazzati di Edward e le battute innocenti
di Emmet, Jasper ne approfittò.
- Su
chi scommettete? –
-
Edward vincerà come al solito, e Emmet non la finirà più di chiedere la
rivincita – sospirò Esme, da brava madre rassegnata.
- Sono
d’accordo, per quanto io tifi ogni volta per il mio tesoro, lui finisce sempre
per lasciarsi distrarre da me – anche Rosalie espose la propria teoria.
- Io
punterei su Emmet – la buttò lì Alice riemergendo dall’ormai familiare stato di
trance.
Per un
momento ci fu il silenzio più assoluto nel salotto di Casa Cullen, rotto solo
dai forti rumori provenienti dal giardino.
- Si,
credo che questa volta ti daremo ascolto Alice –
Fine.
Piccola
sciocchezza nata da una fastidiosa zanzarina che
svolazzava nel mio soggiorno… Come si dice: quando l’ispirazione
viene, non la si può fermare!!!
Usagi_84