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Autore: Usagi_84    09/09/2009    6 recensioni
Un insolito pomeriggio a casa Cullen. Quando un vampiro non è l'unica creatura a desiderare il tuo sangue...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Lo so che lo vuoi! – gridò Bella tutto ad un tratto – Vieni a prendertelo! –

- Smettila Bella, ti stai rendendo ridicola… – sbuffò Edward di rimando.

- Non sono affatto ridicola! – rispose indignata la ragazza voltandosi dalla parte opposta, senza tuttavia perdere d’occhio i suoi movimenti rapidissimi.

Edward si lasciò cadere sul grande divano del salotto di casa Cullen, lasciando che la testa si appoggiasse all’indietro sullo schienale, per poter osservare, anche da quella posizione, la prossima mossa di Bella.

Lei, per quanto la condizione umana lo permetteva, rimaneva immobile.

Ed aspettava.

Sapeva che prima o poi sarebbe tornato.

 

Nel bosco non troppo lontano da Forks, intanto, tutti gli altri componenti della famiglia Cullen terminavano la caccia, e mentre si accingevano a tornare verso la propria abitazione, poterono sentire chiaramente la voce spaventata, arrabbiata ad accusatoria della povera Bella.

- Lo sapevo che ci avresti provato, mostro che non sei altro! Non puoi succhiarmi tutto il sangue. Aiuto! Qualcuno mi aiuti!! –

- Stai ferma Bella! Non servirà comunque a niente agitarti in questa maniera - le rispondeva Edward spazientito.

 

Silenzio.

 

Nella mente dei sei vampiri si proposero le immagini del loro figlio e fratello perfetto Edward mentre affondava senza pietà i canini del delicato quanto fragile collo della ragazza, e nello stesso momento Alice venne colta da una visione improvvisa.

- Se lo fa, lo uccido con le mie mani – gridò Emmet in preda al panico, ed immediatamente prese a sfrecciare tra gli alberi con la famiglia al seguito.

- Aspettate! – disse Alice, tutt’altro che agitata.

- Povera figliola, chissà quanta paura avrà – Esme si lasciò trascinare dall’istinto materno.

- Fermatevi un attimo! – provò Alice, senza tuttavia ottenere attenzione.

- Dobbiamo fermarlo assolutamente. Dobbiamo studiare un piano di difesa – calcolatore e metodico, Jasper cercava una soluzione nel breve tempo che aveva a disposizione.

- L’ho visto! Ho visto tutto! – continuava a gridare Alice.

- Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo! Vi avevo avvertiti! – Rosalie tirò fuori tutto il suo risentimento.

- Ascoltatemi, per favore! – ed Alice non chiedeva mai per favore…

- Non lo farà. Non lo farà. Non lo farà… - Carlisle invece ripeteva le stesse parole, quasi fossero una preghiera piuttosto che una certezza.

- Non succederà niente! Volete ascoltarmi? – purtroppo Alice non era veloce quanto loro, perciò venne lasciata irrimediabilmente indietro e soprattutto inascoltata.

Ed Alice odiava rimanere inascoltata.

- Bene. E’ questo che volete? Andate pure a salvare Bella… - bisbigliò fermandosi appena superato il ruscello poco distante dalla casa.

 

Da quella posizione poté vedere chiaramente Emmet sfondare la porta d’ingresso, e tutti gli altri fare irruzione immediatamente dopo.

 

Alice si lasciò andare ad una risata liberatoria, ma che sotto sotto aveva un non so chè di canzonatorio, come a dire “la prossima volta imparate a darmi ascolto”.

 

La famiglia Cullen, sull’orlo di una crisi di nervi, si ritrovò ad osservare una Bella in calzoncini e canottiera, accaldata e con tanto di fiatone, correre per tutto il salotto brandendo una ciabatta, e sventolandola per aria con sguardo fiero ed aria ora battagliera, ora terrorizzata, mentre Edward… il mostro assassino, succhiasangue, fratello e figlio degenere e traditore, se ne stava ancora comodamente spaparanzato sul divano, ed ora li osservava con entrambi i sopraccigli sollevati.

La sua espressione divenne mutevole mano a mano che accedeva alle loro menti, e capiva il senso di quell’irruzione improvvisa, immotivata, e soprattutto così poco civile.

Sebbene all’inizio rimase un poco infastidito e deluso dalla bassa opinione che la sua famiglia aveva dimostrato di nutrire nei suoi riguardi, capì ben presto che tutto quel trambusto era dovuto invece al grande affetto che tutti loro provavano nei confronti di Bella.

Così, rendendosi conto del grande imbarazzo che ora regnava sovrano nel salotto di casa Cullen, Edward vide bene di aumentarne la dose esplodendo in una sonora risata, tanto per prendersi una certa rivincita.

 

A quel suono si arrestò anche la corsa di Bella, che lo fulminò con lo sguardo, e notando solo in quel momento i resti ormai dilaniati della porta d’ingresso ancora sulle spalle di Emmet, sventolò la ciabatta a mo’ di saluto, come se niente fosse.

 

- Stai… bene Bella? – chiese Esme con un filo di voce

Bella arrossì violentemente lanciando uno sguardo terrorizzato alla ciabatta che ancora sventolava come mossa da forza propria.

- Oh… si Esme, grazie… - si limitò a farfugliare, nascondendo immediatamente la ciabatta dietro la schiena più imbarazzata che mai - … ecco… il fatto è che… mi sono lasciata spaventare da… - non finì nemmeno la frase che si ritrovò improvvisamente ad aggrottare le sopracciglia riducendo lo sguardo a fessura su un piccolo particolare non troppo lontano dalla sua portata… o meglio, dalla portata della  sua ciabatta.

- Baccato! Mostro succhiasangue a tradimento che non sei altro! – il cadavere di una zanzara stecchita fece immediatamente bella mostra di sé non appena Bella tolse l’arma incriminata da...

- Ho vinto io! – esultò sotto lo sguardo attonito dei presenti, alzando entrambe le braccia verso il soffitto.

- Amore mio dolce… ma proprio sulla mia fronte dovevi vendicare l’affronto della zanzara di averti rubato una goccina di sangue? – fece notare Edward, la cui calma e pazienza stava subendo una dura prova.

Le braccia di Bella precipitarono verso il pavimento, arrossì di nuovo e si pietrificò all’istante fissando la fronte perfetta del suo fidanzato imbrattata da tale oscenità.

- Lo sapevo che avresti vinto tu, Bella – Alice entrò in casa scavalcando letteralmente i suoi genitori e fratelli – io l’avevo visto! – continuò calcando sull’ultimo concetto, e lanciando un’eloquente occhiatina soddisfatta.

- Certo Bella… anche tu… sei sicura di non essere affetta da una qualche forma grave di sfortuna sfacciata? – Emmet caricò il colpo in canna… - proprio tu, considerando il numero, sebbene non esageratamente elevato, degli abitanti di Forks, il clima freddo e l’assenza quasi totale anche d’estate di questo tipo di insetto, sei riuscita a farti trovare, terrorizzare e pungere dall’unica zanzara in circolazione? – esplosione imminente!!! Emmet rise di gusto della sua ennesima battuta sull’argomento “Bella-attira-disgrazie”, mentre la povera sfortunata arrossì ulteriormente, come se fosse stato possibile, prendendo ad osservarsi l’unica ciabatta che ancora indossava.

- Be’… credo sia meglio pulire questo disastro – ruppe il ghiaccio Esme, cercando di constatare gli effettivi danni e togliendo così tutti dall’imbarazzo.

- Credo sia meglio pulire prima la mia fronte -  esordì Edward – l’ultimo pasto della zanzara è stato pur sempre il tuo sangue, e sinceramente, per quanto mi piaccia, non credo di poter tollerare la sensazione del tuo sapore sulla mia pelle ancora a lungo –

- Mi dispiace da morire Edward – pigolò Bella  coprendosi la bocca con le mani.

- Fa niente… ormai è fatta -  sospirò Edward – prendiamo i lati positivi: puoi dire che in vita tua hai ucciso un succhiasangue – disse poi concedendo finalmente alla sua principessa il suo sorriso sghembo.

Bella si rilassò istintivamente, e con un fazzoletto che aveva nella tasca posteriore dei calzoncini pulì la sua fronte facendola tornare impeccabile.

Adesso mancava solo un bel bacio… ed è per questo che Emmet ancora non si era dileguato insieme agli altri.

- Bella? –

- Si, Emmet? – sbuffò lei voltandosi verso il suo interlocutore

- Posso farti una domanda? – chiese, già ridendo sotto i baffi

- La faresti comunque, Emmet – rispose alzando gli occhi al cielo, e sperando che sta volta non fosse niente di imbarazzante.

- Se un mostro succhiasangue delle dimensioni di una zanzara ti ha dato parecchio filo da torcere, come farai a tenerne a bada uno delle dimensioni di Edward, quando vorrà… -

Edward ringhiò prontamente, troncando la frase di Emmet, già di per sé sufficientemente eloquente, atterrandolo e trascinandolo nel giardino di casa Cullen.

E mentre i due non la volevano smettere di prendersi a pugni, tra i ringhi imbarazzati di Edward e le battute innocenti di Emmet, Jasper ne approfittò.

- Su chi scommettete? –

- Edward vincerà come al solito, e Emmet non la finirà più di chiedere la rivincita – sospirò Esme, da brava madre rassegnata.

- Sono d’accordo, per quanto io tifi ogni volta per il mio tesoro, lui finisce sempre per lasciarsi distrarre da me – anche Rosalie espose la propria teoria.

- Io punterei su Emmet – la buttò lì Alice riemergendo dall’ormai familiare stato di trance.

Per un momento ci fu il silenzio più assoluto nel salotto di Casa Cullen, rotto solo dai forti rumori provenienti dal giardino.

 

- Si, credo che questa volta ti daremo ascolto Alice –

 

Fine.

 

 

Piccola sciocchezza nata da una fastidiosa zanzarina che svolazzava nel mio soggiorno… Come si dice: quando l’ispirazione viene, non la si può fermare!!!

 

Usagi_84

  
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