𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵
In my life I love you more
Giorno 4: This is where the magic happens
Ritornare nella casa di Forthlin
road dopo tanti anni stava avendo un certo impatto su Paul.
Forse era l’età che avanzava, forse era per tutti i
ricordi che quella casa risvegliava in lui. Certo era che una serie di emozioni
tutte diverse fra loro si stavano agitando in lui e lo stavano sopraffacendo.
Ma era insieme ai suoi nipotini e doveva restare lucido:
li aveva portati per la prima volta a vedere la casa di quando era ragazzino,
di quando aveva conosciuto John, George, Ringo, di quando erano nati i Beatles.
Paul mostrò ai nipotini le varie stanze, spiegando
loro cosa era solito fare: in salotto ascoltava il padre suonare il pianoforte,
in cucina mille e più volte aveva preparato da mangiare per il padre e suo
fratello. Le scale erano strette e lui le aveva percorse in molti modi, di
soppiatto quando tornava la notte tardi, di corsa se era in ritardo per la
scuola, passandosi alla bell’e meglio un pettine tra i capelli.
“Ma nonno, sono così strette queste scale.” esclamò
Arthur, “Come facevi a passare?”
Paul ridacchiò e continuò a guidare i ragazzi al piano
di sopra, lì dove c’erano le loro camere da letto e il piccolo bagno con
l’ottima acustica per suonare le sue canzoni.
E sì, poi c’era la sua cameretta, piccolina ma
abbastanza spaziosa per far stare lui e John uno di fronte all’altro, intenti a
scrivere una nuova canzone. Paul poteva ancora facilmente rivedere se stesso e John, chitarre in mano, posizionati in modo
speculare, il quadernetto con i loro testi di fronte a loro.
John con il suo maglioncino scuro e la camicia sotto,
sempre ben stirata, come si assicurava sempre Mimi, John con gli occhiali
perché altrimenti non vedeva un cazzo, gli occhiali che sparivano appena
compariva una ragazza all’orizzonte, ma con Paul, beh con lui poteva mostrarsi
così. Quella camera racchiudeva i momenti di vulnerabilità che John aveva
mostrato a Paul e questo, questo era forse il ricordo più doloroso ora.
“Nonno, questa era camera tua?”
Ma era anche la camera dove molte volte avevano riso
di tutto, a partire da cose stupidissime che solo due adolescenti potevano
realmente trovare divertenti.
“Sì.”
Ed era la camera che aveva consolidato quel rapporto,
portandoli a diventare indispensabili l’uno per l’altro, a completarsi a
vicenda, a scrivere brani che sarebbero stati ascoltati, studiati, amati da generazioni
di fans.
“E cosa facevi qui? È così piccola.”
Piccola sì, ma che aveva dato origine a qualcosa di
infinitamente grande e magico.
“Qui accadeva la magia.”
Note dell’autrice:
oggi pubblico relativamente presto, perché ho trovato un momento e ne sto
approfittando.
Allora il prompt di oggi deriva da una lista di scritte
su segnali neon. Mi piaceva ricollegare l’idea di magia a quanto accaduto con
John e Paul. Ho sempre visto qualcosa di magico dietro il loro rapporto, il
modo in cui si sono incontrati, come scrivevano le canzoni.
E mi piaceva l’idea di Paul che ricordava queste
piccole cose rivisitando la sua casa a Forthlin road.
Io ci sono stata nel 2017 ed effettivamente essere lì è qualcosa di magico.
Spero vi sia piaciuta.
Ci sentiamo domani.
Prossimo capitolo: Pagina.
kia