A me piace scrivere, imbrattare, pagine su pagine,
sentimenti dritti in una voragine.
Perché dentro sono spento, e non c'è tempo
per parole d'amore vuote in balia del vento,
zero sentimento.
Non c'è un solo momento in cui sento,
a stento, vagabondo nel mio tormento.
Solitudine e inferno,
sangue tra le dita, gente infinita,
bugie lunghe una vita,
Spaventati in mezzo a una corrida di emozioni,
zero lezioni, solo ceffoni.
Come ti senti a guardare gli altri?
Quando il vuoto ti inghiotte e cominci a giudicarti,
a sparlarti, a odiarti, perché nessuno sa amarti?
Quando il vento trasporta dolori,
e nel tuo cuore ci sono mille fori,
mille cori, mille maschere con strani fiori.
E allora scrivi, parole su parole, lacrime senza sapore,
salate come il mare interiore,
perché non vivi, ma sopravvivi.
E dici a te stesso, a te stessa,
sempre con la stessa testa,
che ora non soffrirai più,
che ogni parola sei tu,
che ogni frase parla di te,
che ogni lacrima ha un suo perché.
E allora dimmi com'è?
Quando piangi e il sole non c'è.