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Autore: aki_penn    05/10/2022    5 recensioni
[IwaOi - Superheros!AU]
Oikawa è un avvocato che sta cercando il nipote scomparso misteriosamente. Iwaizumi è l'unico supereroe che Oikawa possa permettersi.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Takeru Oikawa, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ecco con il secondo capitolo!

Nelle premesse del primo mi sono dimenticata di informarvi che questa storia sia abbastanza lunga. Per ora ne ho scritta metà, quindi conto di riuscire a postare una volta a settimana. Sono abbastanza impegnata e non sono fisicamente in formissima, ma mi auguro davvero di riuscire ad aggiornare in tempi umani anche quando sarò in pari con la pubblicazione. 

Spero abbiate pazienza e spero che questo capitolo vi piaccia, se non capite niente come Iwaizumi non temete, è tutto sotto controllo! XD

 

How to hire a superhero on a tight budget

Secondo capitolo

Iwaizumi

 

Iwaizumi sbuffò fumo e scrollò la cenere della sigaretta dal finestrino dell’auto in corsa. “Sei sicuro di voler lavorare per un tizio che è piombato a casa tua così?”

Iwaizumi si voltò verso l’uomo alla guida e prese un’altra boccata di fumo prima di rispondere “Non sono sicuro per niente, ma non faccio più il collaboratore civile e due spiccioli per arrotondare non mi fanno schifo.”

L’altro alzò gli occhi al cielo e iniziò a decelerare fino a fermarsi davanti all’izakaya che Iwaizumi gli aveva indicato. 

"Non ti far coinvolgere in qualche rissa" disse, ma stava sorridendo e Iwaizumi ricambiò il sorriso. Accennò con la testa alla figura che si stagliava davanti alla luce d'entrata dell'izakaya. 

Era in controluce ma si poteva vedere come avesse i capelli pettinati con cura e un cappotto lungo che probabilmente non era costato poco.

"Ti sembra il tipo che mi possa portare a fare una rissa?" ridacchiò. L'altro fece un sorrisetto e scosse la testa "Quelli che sembrano tranquilli sono i peggiori" ma si vedeva che non ci credeva veramente. 

Iwaizumi gli strinse brevemente la mano che teneva sul cambio, poi con un movimento fluido aprì la portiera e uscì nella notte fresca, sussurrando un quasi impercettibile ‘A dopo’.

L'auto ripartì sgasando e gli occhi di Iwaizumi si posarono su Tooru Oikawa che aveva lasciato la sua posizione proprio sotto l'insegna dell'izakaya e gli stava andando incontro. 

"Il tuo ragazzo?" domandò con un sorrisetto.

Iwaizumi si irrigidì "No, è un amico. La mia moto è dal meccanico, mi ha dato un passaggio".

Iwaizumi aveva fatto coming out con parecchi amici, ma preferiva che in generale rimanesse una cosa privata. 

Non aveva voglia di scoprire che le vecchiette del quartiere di cui si occupava (sentì una stretta al cuore, ricordandosi di essere stato sospeso) spettegolassero su di lui più di quanto già non facessero. Tooru Oikawa non era una persona alla quale volesse confidare il suo orientamento sessuale.

Oikawa allungò il collo giusto in tempo per vedere l'auto che girava l'angolo e scrollò le spalle.

"Certo" disse solo, con un sorriso che a Iwaizumi piacque molto poco. 

Si infilò le mani in tasca e il sorrisetto si fece strafottente mentre piegava la testa verso di lui. 

Iwaizumi si incupì; non era abbastanza basso da necessitare alcun piegamento.

"Niente tutina da Supereroe stasera?"

"Perché avrei dovuto portarla?"

Oikawa scrollò le spalle "Se dovesse esserci bisogno di tirare le orecchie a qualcuno lo faresti a volto scoperto?"

"Fai in modo che non ce ne sia bisogno".

"Se avessi portato la tuta saresti stato da solo un ottimo deterrente". Si imbronciò e allungò la mano per stringere il braccio di Iwaizumi, come sua nonna faceva quando tastava la frutta al mercato. Iwaizumi venne percorso da una scintilla di fastidio più intensa del solito. Quel tipo gli stava proprio sul cazzo, forse non valeva i soldi del lavoro.

"Ci faremo andare bene i tuoi bicipiti, anche se visti così non hanno niente di straordinario".

"Ehi" e più che una lamentela umana sembrò un latrato. Oikawa ritirò la mano in fretta, ma non con l'aria di qualcuno che si fosse spaventato. 

Era serio, ma quando i suoi occhi incontrarono di nuovo i suoi riprese a sorridere. 

"Sai giocare a poker, Ace?"

Iwaizumi scosse la testa e rimase in silenzio. Oikawa scrollò le spalle. "E va bene, allora guarderai me” e con una piroetta gli voltò le spalle e si avviò verso il locale.

“Ehi, non mi spieghi niente? Perché siamo qui?” Oikawa non gli aveva detto praticamente nulla di quale sarebbe stato il loro accordo; era convinto di incontrarlo per chiarire la situazione. Cos’era quella cazzata del poker?

“Non ti preoccupare, il tuo interesse è solo che nessuno mi spacchi i denti!” e così dicendo aprì la porta del bar e ci si infilò dentro. Iwaizumi represse un grugnito e allungò la mano per evitare che la porta del locale gli finisse in faccia. Non si sarebbe fatto male, ma il suo orgoglio ne sarebbe rimasto di certo ferito e c’era già Oikawa che lo stava mettendo di cattivo umore. 

Il suo nuovo datore di lavoro avanzò a grandi passi lungo il localino lungo e stretto, come se fosse lui il padrone. Mani in tasca e sguardo strafottente. Iwaizumi gli avrebbe voluto far saltare i denti, altro che impedire agli altri di farlo. L’unico motivo per cui li avrebbe fermati sarebbe stato non farsi rubare l’onore di romperglieli personalmente. 

Le luci erano soffuse e gli avventori erano pochi, anche perché il bancone non avrebbe potuto ospitare più di dieci persone. Oikawa salì con un balzo su uno degli sgabelli, sotto l’occhio vigile del barista, i cui occhi erano velati dal riflesso azzurro dell’acquario che copriva tutta la vetrina. 

Prima che Iwaizumi facesse in tempo a sedersi, Oikawa aveva già ordinato il saké e poi, voltandosi brevemente verso di lui aveva sussurrato allegro “Vuoi anche del pollo fritto?”

“Cosa? No”. Iwaizumi aggrottò le sopracciglia e si sistemò meglio sullo sgabello accanto a quello dell’avvocato.

Quella situazione lo infastidiva mortalmente, di certo non aveva voglia di pensare al cibo. Oikawa si strinse nelle spalle e quando gli misero davanti una bottiglietta di ceramica ne versò il contenuto caldo nei due bicchierini che il barista gli aveva servito. 

“Che diamine ci siamo venuti a fare qui?” sussurrò Iwaizumi con un sibilo rabbioso nell’orecchio di Oikawa, che si era chinato verso di lui per porgergli uno dei due bicchierini.

"Stai a vedere" Oikawa gli fece un occhiolino e Iwaizumi afferrò uno dei due bicchieri, guardandolo con le labbra dischiuse e le sopracciglia aggrottate di chi non sa se arrendersi o menar pugni.

Il liquido trasparente nel bicchierino di Oikawa oscillò, mentre lui lo teneva stretto tra il pollice e l'indice; i suoi occhi erano acquosi come se fosse già stato ubriaco. Iwaizumi si domandò se per caso non avesse iniziato a bere prima di incontrarlo. 

Mandò giù il liquore in un sol colpo, Iwaizumi contrasse la mascella e seguì il suo esempio, con l'aria molto meno appagata del suo compagno. Il liquore gli bruciò la gola e un brivido caldo gli percorse le braccia. Non si era mai ubriacato, con ogni probabilità era impossibile per il suo fisico da extra-umano, ma il calore dell'alcol era sempre una compagnia piacevole. 

Fu allora, mentre le sue budella finalmente si rilassavano - almeno per un attimo - che Oikawa poggiò il bicchierino sul tavolo e si protese in avanti sul bancone. Il barista aveva l'aria scocciata, ma accorse subito, sporgendosi verso di lui tanto che Oikawa poté tranquillamente parlargli all'orecchio. Gli altri avventori erano troppo lontani per sentire lo scambio, ma a Iwaizumi non sfuggì nulla. 

"Mi sapresti dire la parola d'ordine per lo scantinato?" chiese, poggiandogli la mano a coppa sulla conchiglia dell'orecchio. L'uomo si ritrasse come se le labbra di Oikawa scottassero, ma lui parve divertito e si fece ricadere sullo sgabello con un sorriso che mostrava i denti bianchi. 

"Non c'è nessuno scantinato e nessuna parola d'ordine" farfugliò, facendosi rosso in faccia e ritirando in fretta i due bicchieri e la bottiglia che non avevano ancora finito di bere. 

"Andatevene!" aggiunse, non così forte da farsi sentire dagli altri clienti, ma con un tono così velenoso che a Iwaizumi pizzicarono le mani. 

Oikawa si strinse nelle spalle e lo guardò con occhi svagati, rimettendosi il cappotto "Come non detto, non siamo i benvenuti qui. Dobbiamo andarcene, Iwa-chan."

"Cos-" Iwaizumi avrebbe voluto dire qualcosa, tutta quella situazione non aveva senso. Il poker? Lo scantinato? La parola d'ordine? Tutte quelle cose non c’entravano niente l’una con l’altra e Oikawa stava smuovendo le acque in un posto che aveva palesemente affiliazioni non pulite senza guadagnarci niente.

Si alzò e per un secondo rimase a guardare fisso il barista che gli dava la schiena, l’uomo era impegnato a fingere di pulire dei bicchieri che aveva già pulito, ma poi Oikawa gli infilò la mano sotto il braccio e lo portò fuori. Iwaizumi avrebbe potuto rimanere dov'era, Oikawa non lo stava strattonando con la forza e anche se l'avesse fatto non avrebbe potuto smuoverlo, ma si lasciò trasportare fuori con un'ultima occhiata infuocata al bancone. 

La sera li accolse di nuovo con la sua aria fredda che dopo il tepore del bar sembrò uno schiaffo. Si voltò a guardare il suo compagno, immaginando di vederlo abbacchiato. Avrebbe dovuto gettare la sua maschera di sfacciataggine una volta lasciato il bar e invece era lì, accanto a lui, che sorrideva. 

Fece un cenno con la testa verso uno vicolo stretto tra l'edificio dal quale erano appena usciti e un altro palazzo, alto e scuro. Dovevano essere uffici, tutte le luci erano spente a quell'ora. 

Oikawa alzò i tacchi e si infilò nel vicolo, e Iwaizumi, ancora confuso, lo seguì imbronciato. 

C'erano un paio di bidoni e alcune casse piene di bottiglie di vetro vuote che dovevano appartenere al bar dal quale erano appena usciti.

Sul muro di mattoni privo di finestre, dietro una pila particolarmente alta di casse, si trovava una porta di metallo. La maniglia era arrugginita e a terra crescevano parecchie erbacce, ma c'erano anche parecchi mozziconi di sigaretta sull’asfalto tutto intorno che facevano pensare che quel posto venisse abitualmente frequentato. Probabilmente si trattava di un locale di servizio. 

"Sai cos'è questo posto?" domandò a bassa voce all'orecchio del compagno, che nel frattempo si era fermato davanti alla porta e la osservava con le mani nelle tasche dei pantaloni di tweed. 

"Più o meno" fu la risposta vaga. Iwaizumi si sentiva sempre più confuso. 

"Mi devi spiegare che cosa significa tutto questo!" Teneva la voce bassa, ma il tono era concitato e finalmente poté vedere le spalle di Oikawa venir percorse da un brivido, ma durò poco perché un attimo dopo quello stronzetto aveva riacquistato la sua naturale imperturbabilità. 

Prima che Iwaizumi potesse azzardare qualche altra domanda, l'altro bussò con forza la base del pugno contro il metallo, che rimbombò sordo nel vicolo. 

Era un rumore spettrale e ricordò a Iwaizumi quanto fossero soli. 

"Queste persone che siamo venuti a trovare sono degli extra-umani?" domandò in tono più calmo, sentendosi d'un tratto più agitato.

"Non credo, ma potrebbero. Non è sempre facile capire chi lo sia e chi no." Scrollò le spalle, come se non fosse un così grosso problema. 

"Oikawa, non è uno scherzo. Ci sono extra-umani contro i quali i miei poteri non valgono niente..."

Lui si voltò a guardarlo e gli intimò il silenzio mettendosi un dito davanti alla bocca, con un sorriso beffardo. Oh, Iwaizumi pensò di nuovo a quanto avrebbe voluto fargli volare i denti. 

Stava per aprire la bocca per mandarlo al diavolo quando qualcosa sbatté contro la porta. L'uscio si aprì un poco, rimanendo socchiuso per via di una catena di ferro di sicurezza.

“Chi siete?” domandò la voce rasposa di quello che doveva essere un accanito fumatore. 

Iwaizumi si domandò se non dovesse essere lui a rispondere, nel suo ruolo di collaboratore civile della polizia aveva avuto spesso a che fare con la criminalità e quello sembrava proprio il momento in cui le sue conoscenze potevano tornare utili, ma ancora una volta Oikawa fu più veloce di lui.

“La bocca è fonte di sventura.”

Iwaizumi lo guardò con tanto d’occhi; dalla porta arrivò un grugnito e poi l’uscio si chiuse con un tonfo metallico. 

I due rimasero in silenzio per un paio di secondi e poi, sotto gli occhi stupiti di Iwaizumi, la porta si riaprì. Questa volta non c’era nessuna catenella e l’uomo li invitò a entrare con un grugnito. 

Oikawa si girò verso Iwaizumi e gli fece l’occhiolino.

 
   
 
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