Fandom: Haikyu
Genere: demenziale
Tipo: one shot
Coppia: yaoi
Personaggi: Un po’ tutti!
Rating: PG-17, arancione
PoV: terza persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma di Haruichi Furudate.
I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
La resa dei conti
“Questa partita non
era necessaria” commentò Kenma appollaiato sulla sua poltrona vip del palazzetto
dello sport, accanto a quella di Kuroo che osservava il campo sottostante con
un sorriso sardonico.
“Oh
una amichevole è sempre una bella cosa” rispose l’organizzatore “Argentina-Giappone
poi ha i suoi perché. Dopo tutto quello che è stato scritto e postato poi
ancora di più” il suo sorriso si fece ancora più largo “In più mi piace fare il
Cupido e riunire tutte le coppiette felici altresì sparse per il globo”
La partita non era
ancora cominciata, ma la tensione era palpabile, solitamente alle amichevoli
ero tutti più rilassati, li non era così era peggio che alla finale olimpica.
Tensione e imbarazzo.
“Togliti dalla faccia
quel sorrisetto, Oikawa”
“Non posso, Ushiwaka-chan” passandosi la lingua voluttuoso sulle labbra
“Ho troppo in mente le tue foto” aggiunse e lo vide contrarre la mascella.
“Io ho mente le tue” ribatté
calmo, ma la ruga che gli solcava la fronte diceva tutto il contrario.
“Mi sembrate un po’
tesi” proferì Tooru abbassando la voce, in modo che lo sentisse solo Ushijima: “Questa
cosa dei cazzi ci è un po’ sfuggita di mano”
“Indovina di chi è la
colpa”
Il primo set il Giappone
lo perse miseramente.
“Volete dirmi che
cazzo sta succedendo?” sibilò il coach Hibarida fissandoli ad uno ad uno, ma tutti stavano guardando il pavimento più
interessati ai lacci delle scarpe.
Iwaizumi incassò la
testa nelle spalle sperando di non essere preso in causa e per fortuna il coach
lo ignorò.
“Che succede al
Giappone?” mormorò Blanco pensieroso guardando verso la panchina avversaria.
“Avranno altri cazzi
per la testa” sorrise Oikawa scrollando le spalle e bevendo dalla borraccia.
“Tooru c’è qualcosa
che tu sai e io no?”
“Fidati è meglio se
ne rimani all’oscuro” consigliò spostando il suo sguardo verso i giapponesi e
il suo sorriso si allargò come quello dello Stregatto
di “Alice nel paese delle meraviglie”. Di meraviglie ne aveva viste parecchie
in quelle settimane. Quello più tranquillo era Hinata, ma il piccoletto aveva
avviato tutta quella faccenda e dopo il Brasile il nanerottolo era tornato
parecchio cambiato e in meglio. Ora che li osservava meglio anche Hoshiumi, e il libero Yaku lo erano rilassati. Ora che ci
rifletteva non aveva visto nulla su di loro, si chiedeva perché?
“Perché ho l’impressione
che tu ci sia dentro fino al collo” lo interrogò ancora il coach.
Oikawa sorrise tornando
a bere prima di rispondere, ma fu anticipato da un compagno di squadra “Perché
quando si tratta di cazzi, Tooru è sempre in mezzo”
“Così ferisci i miei
sentimenti” ribatté posandosi teatralmente una mano sul cuore, ma scoppiando
subito a ridere, scatenando l’ilarità nella squadra argentina.
Finita la partita,
che il Giappone perse due set a zero, si ritrovarono tutti nello spogliatoio.
“Dobbiamo risolvere
questa disputa” esclamò Atsumu piantato in mezzo alla stanza con le mani sui
fianchi, tutti quanti sapevano a quale disputa si riferisse il palleggiatore.
“E come vorresti fare
genio della lampada” domandò Kageyama togliendosi la maglietta fradicia, gli
seccava parecchio aver perso, contro Oikawa poi, che sorrideva e ammiccava di
continuo, la concentrazione era andata a puttane prima di subito.
“Qui adesso. Dal vivo,
senza filtri, senza photoshop” propose con impeto.
“Non ci siamo tutti”
gli fece notare Hinata.
“Non ci saremo mai
tutti. Alcuni non sanno nemmeno di essere nella chat. Chi c’è, c’è. Gli altri
si attaccano al…”
“Iwaizumi va a
chiamare Oikawa” ordinò Hinata “Bokuto avvisa Akaashi e Kuroo”
“Akaashi non verrà
mai” rispose Kotaro mestamente, mandando un messaggio al compagno e all’amico.
“L’hai convinto una
volta puoi farlo ancora” lo spronò Hinata.
Bokuto tentennò “Devo
ancora fare quello che mi ha chiesto per la foto, ammetto sto temporeggiando”
“Che ti avrà mai chiesto
il pudico Akaashi?” sogghignò Miya.
Bokuto stava per
aprire bocca quando Oikawa entrò nello spogliatoio salvandolo dal dover dare
una risposta.
“Cosa bolle in pentola
nello spogliatoio giapponese” cinguettò l’alzatore argentino avvicinandosi ad
Iwaizumi.
“Nulla di buono”
rispose quest’ultimo.
Tooru si era già lavato e cambiato, aveva
ancora i capelli umidi. Si sistemò gli occhiali sul naso sedendosi al suo
fianco, senza mai smettere di sorridere.
Iwaizumi le vide le occhiate che gli
lanciarono gli altri giocatori.
Kuroo attraversò la
porta dello spogliatoio pochi istanti dopo, con la giacca scura buttata sulla
spalla, la cravatta allentata appoggiandosi alla fila di armadietti, seguito da
Akaashi e Kenma
“Che faccia da
funerale. Un po’ di vita è una cosa goliardica non il patibolo” ridacchiò “Non
lo avete mai fatto al liceo?”
“Fare cosa?” si
informò Akashi dubbioso perché il messaggio di Bokuto diceva solo - Vieni subito
negli spogliatoi -
“Voi del Nekoma, sì?” si informò Kageyama.
“Certo con doppio
decimetro alla mano” quindi posando una mano sulla fronte e portando la testa
indietro “E ho perso miseramente” sibilò, i suoi occhi saettarono verso l’ex
libero del Nekoma, che sedeva silenzioso e quieto in
un angolo e rispose allo sguardo con un sorriso sbieco.
“Io me ne chiamo
fuori sono stato umiliato una volta non lo sopporto una seconda” enunciò Kuroo,
fingendo di asciugarsi una lacrima dall’occhio.
“Eh no Kuroo vogliamo
vederlo senza coda e orecchie da gatto” lo bloccò Bokuto.
Kuroo scoccò un’occhiata
a Kenma rimasto silenzioso con il telefono in mano, apparentemente non interessato
a quello che gli accadeva intorno, ma aveva sorriso alle parole dell’amico.
Scrollò le spalle “Mi
immolo alla causa, anche se tu bro lo hai già visto nature”
“Volete misurarvelo qui?
Adesso?” chiese Akaashi, tornando al nocciolo della questione, cominciando a
capire, non sapeva se essere scioccato o divertito, di una cosa era certo non
sarebbe stato al gioco.
“Sì, l’idea è quella”
ribatté Hinata entusiasta.
“Siete uomini adulti
con un quoziente intellettivo da primati”
“Bastava dire che
siamo delle teste di cazzo, Akaashi. È più incisivo” sbottò Miya
sogghignando. Keiji lanciò un’occhiataccia ad Atsumu mettendolo a tacere.
“Ma lui è un signore,
Miya. Non uno zotico me te” rincarò Oikawa sempre più
divertito.
“O una fighetta come
te” ribatté Atsumu.
“Ragazzi siamo qui
per misurare, non per litigare”
intervenne Bokuto, non incrociando lo sguardo del suo ragazzo.
“Wow abbiamo un poeta” lo schernì Akaashi “A voi primati è sfuggito un particolare” proseguì Keiji sistemandosi gli
occhiali sul naso “Siete tutti a riposo, nelle foto eravate, eravamo, in tiro,
avete intenzione di farvi una sega collettiva?”
Il silenzio piombò nella
stanza “Non starò qui a guardare” sbuffò facendo per andarsene.
“In realtà tu dovresti
partecipare” si inserì Iwaizumi.
“Anche tu” ribatté gelido.
“Io non lo faccio” sbottò
Sakusa.
“Dai Omi-Omi abbassati le mutande e non rompere” lo invitò Bokuto
facendo un passo verso di lui, ma arrestandosi subito allo sguardo assassino
dell’altro.
“Se mi volessi
rifiutare” ipotizzò Ushijima.
“Calati i pantaloni, Ushiwaka-chan o vengo a farlo personalmente” lo minacciò
Oikawa con un sorriso che non presagiva nulla di buono.
“Non lo faresti mai”
“Non sfidarmi” ribatté
Tooru e i suoi occhi brillarono dietro le lenti.
“Abbassali tu per
primo” lo sfidò Wakatoshi mettendosi in piedi.
“Nessun problema” ribatté
alzandosi a sua volta “Tooru” lo ammonì Iwaizumi.
“Tranquillo, Iwa-chan. Visto uno visti tutti” dichiarò abbassandosi i
pantaloni della tuta e l’intimo, posandosi una mano sul membro a riposo
muovendola piano.
Ushijima stoicamente,
senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi castani di Tooru, lo imitò.
“Evvai!”
esclamò Hinata che a quanto pareva non vedeva l’ora di spogliarsi!
“Non sta succedendo
davvero” si auto convinse Kageyama facendo violenza su sé stesso per alzarsi e
imitare gli altri.
Miya si unì a loro con l’entusiasmo di Hinata.
Bokuto sollevò i suoi
occhi ambra in quelli blu di Akaashi che sospirò scrollando le spalle, sillabando
- Io non lo faccio -
Quando, però, vide
Iwaizumi accostarsi a Oikawa e svestirsi, comprese che non poteva esimersi, Kuroo
gli posò una mano sulla spalla mentre si slacciava la cintura e strizzava un
occhio in direzione di Kenma, che aveva ancora il telefono in mano e Keiji provò
un senso di inquietudine nel registrare questa informazione.
La porta dello
spogliatoio si aprì con un cigolio funesto, facendo pietrificare tutti i
presenti.
Il coach giapponese, Hibarida, e quello argentino, Blanco, osservarono straniti la scena che si parò
davanti ai loro occhi, surreale e inquietante: una decina di
uomini adulti, professionisti nel loro settore, in semicerchio, con le brache
calate e il membro in mano.
“Oh cazzo!” dissero all’unisono.
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Note dell’autrice:
Ok questo delirio non
so da dove sia venuto (sì che lo so ma va bene così), fatto sta che ridevo
mentre lo scrivevo! Mi vogliano perdonare le due nazionali e i due poveri coach.
Ci sono riferimenti
ad alle altre storie che vi invito caldamente a leggere se non lo avete già
fatto!
Ok questa di aggancia alla mia precedente “Chi manca
adesso?” – “Ho detto no!”
e a quelle scritte dalle altre sta diventando una raccolta!
He’s a grower, not a shower (giorno 3 e 5)
Cosa fatta, capo
ha
La verità non è
per tutti
Indovina di chi
è
Rivincita
Un tocco di
classe
Se ho dimenticato qualcuno ditemelo che
aggiungo!
Alla prossima.
Bombay