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Autore: Nuage_Rose    06/10/2022    2 recensioni
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Day6: Royalty, dalla lista pumpAU
Marinette è una nobile fanciulla dal cuore spezzato: il suo amore segreto è promesso in sposo ad un'altra e lei deve presenziare alla loro festa di fidanzamento. Ma i suoi sentimenti per Adriene sono più forti di lei, le daranno il coraggio per confessargli il suo amore prima che sia troppo tardi.
AURoyality, ispirato dalla serie Bridgerton.
#writober2022 #fanwriterit
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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» Prompt: Royalty, dalla lista pumpAU
» N° parole:2257

Miraculous Royals

 

La festa per il fidanzamento del giovane Adrien Agreste era sfarzosa in modo elegante, come ci si aspettava dal visconte suo padre, lord Gabriele Agreste.
La sala da ballo era addobbata da delicati fiori di lillà e primule, i violini riempivano l’aria con il loro suono mischiato al chiacchiericcio degli invitati e sulle tavole coperte da raffinate tovaglie panna c’erano infinità di dolci: croissant, macarons dai colori pastello e paste al cioccolato.
Marinette avrebbe tanto voluto non essere lì. Anzi, essere il più lontano possibile per non vedere il sorriso compiaciuto sul volto di Lila.
Durante la stagione, erano state acerrime rivali per le attenzioni del futuro visconte, insieme anche all’amica d’infanzia di Adrien, la snob Cloè. Ma alla fine la più furba delle tre aveva convinto non tanto il giovane Adrien, ma il padre: la famiglia di Lila era di nobili origini, ricca in maniera quasi vergognosa e vicina ai mercanti di seta italiani più prestigiosi. Non c’era confronto con la modesta Marinette, figlia di una nobildonna cinese e di un barone francese che aveva perso la testa per lei. E nemmeno con Cloè Bourgeois, che vantava nobili origini francesi, ma la cui famiglia iniziava ad avere problemi economici.
Come Marinette si aspettava, Adrien non aveva opposto troppa resistenza alla decisione del padre. La cosa le aveva spezzato il cuore: lei era la sola a vedere Adrien per quello che era, a interessarsi a lui non per denaro o per lo status sociale. Era innamorata di lui, da quando durante la sua prima stagione lo aveva incontrato.

 

Un acquazzone imperversava sui tetti di Parigi, cogliendo alla sprovvista la giovane Marinette, che aveva deciso di fare una passeggiata per i giardini rinomati di villa Agreste. Improvvisamente un ombrello nero apparve sopra di lei: era il giovane rampollo della famiglia Agreste, Adrien.
Il perfetto, come lo aveva chiamato lei in maniera dispregiativa al loro primo incontro. Stava per sibilargli qualcosa come “non ho bisogno di voi, tornate alla vostra festa” quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui: quel verde intenso la spiazzò. Rimase senza fiato guardando il suo sorriso gentile. “State bene?”
le domandò lui. Marinette si limitò ad annuire. “Non dovreste essere qui da sola, non è appropriato per una lady come voi…”
Lei arrossì, abbassando lo sguardo colpevole: “Se è per questo, è ancora più inappropriato che voi siate solo con me qui. Dovreste tornare alla vostra festa.”
Il ragazzo alzò le spalle: “Stavo soffocando dentro quella stanza. A dire la verità, era mio padre a farmi mancare l’aria dai polmoni, con tutte quelle pretendenti così… palesemente interessate solo al mio denaro e alla mia posizione. Qui sto meglio. In vostra compagnia.”
Le guance di Marinette avevano preso ormai fuoco. Forse si era sbagliata su di lui. Forse il giovane Agreste non era un marmocchio viziato e perfetto. Era perfetto, ma in maniera dolce e genuina.
Sentì il cuore galoppare quando lui le sorrise di nuovo, invitandola a continuare la passeggiata insieme a lui, sotto quell’ombrello nero che li proteggeva sia dalla pioggia che dalla vista di eventuali curiosi dall’alto.

 

Marinette si ritrovò a sospirare a quel ricordo. Indossò nuovamente la sua maschera nera e con un impeto di coraggio scese le scale per andare a prendere un macaron dall’aspetto invitante. Notò solo allora che la sua amica del cuore, Alya, stava già assaporando i dolci offerti dal visconte. La vide nel suo vestito arancione preferito, con il suo solito sorrisetto beffardo e con un crossaint tra le mani.
Si salutano e Alya le chiede: “Non mi dirai che la tua presenza qui è un segno di resa, mia cara. Non puoi certo lasciare Adrien nelle grinfie di… quella.
Indicò con il mento Lila, che stava chiacchierando con un gruppo di ragazze, raccontando quanto il suo abito indaco fosse costoso e di pura seta egiziana o qualcosa di simile. Tutte bugie.
Marinette lo sapeva. E con Alya aveva anche scoperto che persino i rapporti di cui si vantava con i famosi mercanti di seta italiani erano falsi. La verità era che Lila era una arrampicatrice sociale. E che, se avesse dovuto o se fosse convenuto di più, avrebbe sposato chiunque. Non le importava di Adrien. Marinette sospirò: “Vorrei poter fare qualcosa. Ma siamo proprio alla loro festa di fidanzamento, non credo di aver chance di far cambiare idea al visconte Agreste.”
Azzannò un macaron alla rosa, sperando che lo zucchero addolcisse l’amarezza di quel momento. La sua amica scosse la testa: “Forse non potrai farlo con il visconte, ma potresti parlare con il futuro visconte. Dirgli.. che cosa provi.”
Per poco Marinette non si strozzò con il pezzo di dolce, attirò infatti l’attenzione di alcuni presenti, ma questi si girarono pochi secondi dopo. “E come dovrei fare? Non posso certo andare da lui così, senza una motivazione o una scusa o…”
Alya le sorrise, con l’aria di chi la sapeva lunga: “Per quello, potrei pensarci io. Tu però non dovrai sprecare l’occasione che ti darò, amica mia. Sarai abbastanza coraggiosa? O lascerai che il futuro visconte resti ignaro dei tuoi sentimenti per sempre?”
Marinette si mordicchiò il labbro inferiore: “Non lo so. Io…”
In quel momento vide Adrien, che salutava tutti elegantemente e con quel sorriso di circostanza che gli aveva visto fare spesso. Odiava vederlo così. Eppure era bellissimo, nel suo completo nero, coi capelli biondi perfettamente pettinati e gli occhi azzurri incantevoli. Lo seguì con lo sguardo finché non si fermò davanti a Lila, chiedendole di ballare con un formale inchino e con nessuna felicità. Ma Lila non fece caso alla cosa o finse e accettò l’invito.
Marinette dovette guardarli piroettare al centro della stanza al ritmo dei violini. Strinse con più forza del dovuto il dolce tra le dita, spezzandolo inevitabilmente. Si voltò verso la sua amica e disse, con voce ferma: “Fallo. Attua uno dei tuoi ingegnosi piani. Non posso lasciare che Adrien sia così infelice per sempre.”
Alya ridacchiò: “E io non posso lasciare che entrambi siate infelici per il resto della vostra vita. Soprattutto tu, amica mia. Vorrà dire che farò da tappezzeria durante la prossima stagione. Ma conto sul fatto che la futura viscontessa saprà trovarmi un buon partito.”
Le rivolse un piccolo e discreto occhiolino, per poi dirle: “Vai nel giardino. Dove vi siete incontrati quella volta, intendo quella della pioggia. Quando hai capito i tuoi sentimenti per lui. Nel mentre che lo aspetti, preparati.”
Marinette annuì, con il cuore in mano. Prese il bordo del suo vestito rosa chiaro e andò verso il giardino.


Erano passati almeno dieci minuti da che era lì. Marinette si rigirava le dita tra le mani, nervosamente. La serata era piacevole, non eccessivamente fredda o afosa. Poteva sentire le voci degli invitati ed i violini in lontananza, ma anche il vento tra gli alberi in fiore del giardino. Chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi e di prendere coraggio, immaginando di avere Adrien davanti a sé. E di essere pronta a confessargli il suo amore per lui. “Lady Dupang?”
La voce di Adrien le colpì il cuore come un proiettile, facendole scorrere un brivido lungo la schiena mentre si voltava verso di lui. Il ragazzo aveva il fiatone e la guardava preoccupato, mentre si avvicinava di corsa a lei: “State bene? La vostra amica Alya mi ha detto che eravate andata con un uomo sconosciuto nei giardini e ho temuto il peggio, io… sono sollevato di vedere che siete sana e salva. Perché siete qui, da sola?”
Marinette fu quasi commossa dalla sua premura. Le parole le uscirono dalle labbra senza che avesse il tempo di frenarle: “Perché mi è insopportabile lo spettacolo che è in atto nella vostra dimora, signor Agreste. Insopportabile.”
I suoi occhi si velarono di lacrime al ricordo di Adrien che ballava con la sua promessa sposa. Lui la guardò confuso, agitando la testa: “Di cosa state parlando? Quale spettacolo?”
Lei gonfiò il petto, in un impeto di coraggio o di disperazione: “Tutto questo. Il vostro fidanzamento. Con lady Lila, la quale è unicamente interessata al vostro status e al titolo di viscontessa. E non a voi.”
Adrien alzò le spalle e, con voce mesta e cupa, rispose: “Nessuno è interessato a me. E so benissimo quali sono le intenzioni di lady Lila. Credete forse che sia uno sciocco? Anche un cieco se ne accorgerebbe, per quanto questa sera abbia sentito solo sciocchezze come
siete una coppia deliziosa o sembrate davvero due piccioncini. Avrei voluto…”
Non concluse la frase, si limitò a serrare i pugni nel tentativo di controllare la rabbia. Marinette abbassò il capo: “So che non siete sciocco o cieco. So che non desiderate questo matrimonio. Ma so anche cose che voi non sapete o che preferite ignorare. Come il fatto che voi potete ribellarvi a vostro padre e a questa unione. Magari scegliendo qualcuno che sia veramente interessato a voi. Siete un uomo meraviglioso, non dovreste essere condannato ad una vita infelice.”
Adrien si passò una mano tra i capelli biondi, guardandolo e sibilando poi: “E chi sarebbe questa donna che segretamente sarebbe interessata a
me? Ditemelo, di grazia.”
La rabbia del giovane la fece vacillare, ma solo per un istante. Tremando, riuscì soltanto a dire: “Io. Adrien, io… sono io.”
Le sue guance arrossirono talmente tanto che temette si potessero vedere anche nella penombra del giardino. Adrien si paralizzò, aprendo la bocca per lo stupore senza proferire parola. La coprì in un secondo momento, fissando la dama con i suoi occhi azzurri. Mille domande gli rimbalzavano nella testa e non sapeva a quale dare voce.
Non aveva mai ricevuto una confessione d’amore sincera. Solo le falsità e le continue bugie della sua futura sposa.
Guardò Marinette, nel suo elegante abito rosa. Il taglio non era della moda francese e Adrien aveva viaggiato abbastanza da sapere che era di foggia asiatica. Le stava d’incanto. E gli piacevano i suoi capelli corvini legati in modo così semplice, senza fronzoli.
Si domandò da quando Marinette era così bella. Ebbe quasi l’impulso di baciarla quando il suo sguardo cadde sulle labbra rosse e piene di lei, ma riuscì a contenersi. Fece un profondo respiro, cercando di pensare lucidamente. “Bene. Abbiamo due possibili modi per disfarci di lady Lila. Uno potrebbe essere di scarsa efficacia, ossia parlare con mio padre e cercare di convincerlo a pensare al mio bene e alla mia felicità, per una volta. Confesso che non ripongo speranze in ciò. L’altro… richiede che io… macchi la vostra reputazione, lady Marinette.”
Il suo sguardo su di lei si fece più scuro, incandescente e bramoso. Ma lei non riuscì sottrarvisi, era inebriata da quella vista. Sussurrò, con la voce roca: “E come credete che… cosa proporreste di fare, se fossi disposta a rovinare la mia reputazione? Vorreste forse… abusare di me?”
Lui si allontanò di un passo, inorridito: “Certo che no! Non… non nel modo che pensate voi. Basterebbe solo… basterebbe anche solo che vi baciassi. Davanti a dei testimoni. Non… non attenterei mai alla vostra virtù!”
Lei annuì, sollevata: “Potrei chiedere alla mia buona amica Alya. Sono certa che ci aiuterebbe. Oltretutto, è lei la regina dei gossip.”
Lui si fece pensieroso e rifletté per alcuni istanti, per poi ribattere: “Sarebbe una buona idea. Discreta. Ma… preferisco fare in altro modo. Mi dovrete perdonare, Marinette. Penso però di dover dare una lezione a mio padre. E che il nostro legame debba essere visto da tutta l’alta società. Voglio che tutti siano testimoni… dei nostri sentimenti reciproci.”
Adesso la distanza tra loro era minima. Adrien sospirò: “Vi tratterò bene, come una regina. Non vi farò mai mancare nulla. Sarò premuroso con voi. Io… vi prometto che il mio cuore apparterrà sempre a voi, se lo volete.”
Appoggiò delicatamente la fronte a quella di Marinette, chiudendo gli occhi e aspettando che lei gli rispondesse, mentre i loro respiri si mescolavano.
“Lo voglio.”

 

Adrien la portò dentro la sala, tenendola per mano. Già questo sarebbe bastato a fare scalpore, ma al giovane Agreste non sarebbe bastato. Voleva liberarsi di quella serpe di Lila per sempre.
Accompagnò Marinette fino al centro della sala, dove poco prima aveva ballato con la sua fidanzata. A breve, sarebbe stata la sua ex fidanzata. Persino i violinisti parvero confusi dalla situazione, ma ripresero a suonare al cenno di Adrien. I due iniziarono a danzare. Marinette si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso e avrebbe voluto nascondersi. Il ragazzo riconobbe l’agitazione di lei e, stringendole la mano con più forza, le disse: “Lasciate che guardino. Voi concentratevi su di me. E me soltanto. Dovrete abituarvi… vorrò le vostre attenzioni solo per me, in futuro.”
Marinette arrossì, ma le parole di lui ebbero l’effetto sperato: non riuscì più a staccare lo sguardo da lui, che in quel momento gli sembrava ancora più bello del solito. Perché Adrien stava sorridendo, genuinamente. Il resto della sala scomparve, a stento sentiva la musica dei violini. Esistevano solo loro, che danzavano e danzavano come se fossero destinati ad arrivare a quel momento.
Poi accadde qualcosa che Marinette non aveva nemmeno immaginato nelle sue più fervide fantasie: Adrien le accarezzò un viso e la guardò intensamente, chiedendole tacitamente il permesso di proseguire. Fate di me ciò che volete, Adrien. Il mio cuore è vostro. Lo è sempre stato. Marinette chiuse gli occhi.
Adrien si chinò verso di lei e la baciò dolcemente sulle labbra, davanti a tutti gli invitati. La musica cessò di colpo. Nessuno disse nulla, erano tutti sorpresi, Marinette inclusa.
E quando Adrien si staccò lentamente dalla sua bocca, le sussurrò all’orecchio: “Sarete una perfetta viscontessa. La mia viscontessa.”

   
 
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