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Autore: Kameyo    08/10/2022    1 recensioni
"Arthur si guarda intorno, la sua camera è proprio come la ricorda: l’enorme armadio, la scrivania vuota e il muro accanto al letto ricoperto di foto. Merlin è in ognuna di esse, le orecchie grandi e gli occhi di quel caldo blu che gli ha sempre fatto stringere lo stomaco.
“If these walls could breathe the air
They would sing a song of love
And how it sometimes has to end
Welcome home
Your last and only one"
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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If we ever stop talking send me a song
 
 
 
 
“Never have I seen a place
That reminds me of your face
'Til I heard it call to me
Like a phone call from a friend
Set in silence like a prayer”
Le note si espandono dolci nella stanza, sono carezze leggere sul cuore stanco e ferito.
Arthur si guarda intorno, la sua camera è proprio come la ricorda: l’enorme armadio, la scrivania vuota e il muro accanto al letto ricoperto di foto. Merlin è in ognuna di esse, le orecchie grandi e gli occhi di quel caldo blu che gli ha sempre fatto stringere lo stomaco.
“If these walls could breathe the air
They would sing a song of love
And how it sometimes has to end
Welcome home
Your last and only one
Never more to roam
Have no fear
If you don't see the sun
I will hold you close
Welcome home
You are home”
La sua voce registrata tocca frammenti di ricordi custoditi con cura.
Le loro strade non s’incrociano da cinque anni ormai, ma l’amore che hanno provato l’uno per l’altro è ancora intriso in quella stanza, è nel profumo dei fiori che entra dalla finestra, nella musica che hanno creato insieme, nelle lenzuola che ormai hanno perso il loro odore.
Si sono spezzati il cuore in modi che non credeva possibili.
Arthur sfiora con dito il viso giovane e affilato di Merlin, avevano appena compiuto diciotto anni e il mondo sembrava il loro parco giochi. Se solo fosse possibile, tornerebbe indietro, al giorno in cui è partito per il college, e gli chiederebbe di aspettarlo, di avere pazienza, perché il suo cuore non è mai riuscito a lasciare quella stanza.
“Letters written in the den
Folded news and coffee cans
Simple things that I recall
Not forgotten easily
Dog is passed out on the lawn
He will miss me when I'm gone
He won't speak what he has seen
Like the walls surrounding me
Welcome home
Your last and only one
Never more to roam
Have no fear
If you don't see the sun
I will hold you close
Welcome home
You are home”
La voce di Merlin è calda, dolce, amorevole, riempie Arthur di un coraggio che non credeva di possedere, o forse è il sapore rassicurante di casa a farlo sentire così pieno di speranza. Prendere il telefono e comporre il suo numero è così semplice che non sembra quasi vero.
Squilla solo un paio di volte.
«Arthur?»
Arthur prende respiri profondi, stenta a credere che gli abbia risposto davvero. Sospira, non vuole che la sua voce tremi, ma tutto il suo corpo è attraversato dai brividi.
«Merlin» sussurra.
Dall’altra parte si sente qualcosa che sembra un singhiozzo.
«Merlin» ripete con più sicurezza. «Sono a casa. Sono... sono tornato.»
«Arthur... Che cavolo...»
«Lo so.»
Arthur ha troppe parole incastrate in gola per riuscire a dire qualcosa di sensato e Merlin di sicuro lo sa, lo conosce fin troppo bene. Avvicina il cellulare alla vecchia radio e lascia che sia la musica a riempire quegli anni di silenzio.
“No nothing tastes like sweet
Sweet home
Welcome home
Your last and only one
Never more to roam
Have no fear
If you don't see the sun
I will hold you close
Welcome home
You are home
No nothing tastes like sweet
Nothing tastes like sweet
No nothing tastes like sweet
Sweet home”
Quando riporta il telefono all’orecchio sente i suoi singhiozzi mal trattenuti.
«Merlin» mormora. «Merlin.»
Merlin tira su con il naso e la sua risata è balsamo sulle ferite ancora aperte.
«Solo tu potresti dedicarmi una canzone che ho scritto e cantato per te
Arthur ride a sua volta e sente qualcosa sciogliersi dentro al petto. Forse può ancora rimediare. Forse tutto l’amore che c’era è ancora lì, ben custodito tra le pieghe dei ricordi. Forse il silenzio non ha distrutto niente.
«Dove sei?» gli chiede con il cuore in gola.
Merlin sospira. «Dove vuoi che sia? Sono qui, sono sempre stato qui.» Un altro sospiro. «Vieni a prendermi finalmente?»
Arthur chiude gli occhi, sorride e scaccia via le lacrime. «Sì. Certo che sì.»
  
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