Sogni di sangue
 

 

 
 
“Sei la mia migliore amica”.
La dichiarazione di Rhaenyra è spontanea, allegra, quasi distratta, forse perché ormai è ovvia, talmente la figlia del Re e la figlia del Primo sono diventate inserabili, giorno dopo giorno, a correre a perdifiato nei giardini, ad ascoltare ballate avventurose sotto gli alberi ombreggianti e a pianificare un futuro insieme sul dorso di Syrax.
Rhaenyra sogna ad alta voce e Alicent si limita a sorridere. Si sente eletta per quell’amicizia, ma non abbastanza da osare arrampicarsi sulle squame di un drago, non abbastanza da osare sognare anche lei.
Ché i suoi sogni sono forse più concreti, più reali, più impossibili.
“Sono la tua migliore amica".


 

*


 

“Eri la mia migliore amica”.
La dichiarazione di Rhaenyra è un’accusa gelida eppure bollente, un binomio paradossale come solo la delusione di un Targaryen sa essere. E in quelle parole se ne nascondono sottili, taciute milioni di altre: E allora perché hai sedotto mio padre senza dirmelo? Con chi piangerò mia madre adesso, io, se tu non se più con me? Perché è questo quello che la principessa vede, più del tradimento: la solitudine, l’abbandono.
Rhaenyra non nomina le sfumature del suo dolore e Alicent ha il suo a cui pensare. Non si sente eletta per aver sposato il re, si sente come se al contrario il favore supremo degli dei fosse svanito.
Ché i suoi sogni si sono fatti incubi, le ballate hanno perso suono, e raggiungere il Mare Stretto a dorso di un drago sembra lo scherzo di un giullare.
“Sono ancora la tua migliore amica”.


 

*


 

“Eravamo migliori amiche”.
La dichiarazione di Rhaenyra suona troppo come un’implorazione, l’ultima, prima che le lame si facciano affilate e il sangue inizi a sgorgare insieme al fuoco. Ma è già troppo tardi e lei stessa lo sa, le loro strade si sono divise da tempo, anzi forse quella deviazione era stata tratteggiata da sempre e sarebbe stato impossibile raddrizzarla.
Rhaenyra implora e Alicent è sorda a ogni sentimento. Ogni parola di Rhaenyra ormai è soltanto bugia, minaccia, spergiuro e si chiede come abbia potuto immaginare di essere eletta e non maledetta ad averci creduto in passato.
Ché i draghi per loro due insieme non voleranno mai, ma danzeranno e basta  – e sarà una danse macabre.
“Adesso siamo madri”.


 

*

“Una volta mio padre ti amò” – e anche io.
Teste rotolano e cadono su picche acuminate quando Rhaenyra sale sul Trono di Spade, ma non quella di Alicent, mentre  per un attimo effimero la deviazione si ricuce e i sogni lontani risuonano nelle orecchie di entrambe.
Rhaenyra la osserva e Alicent in ginocchio sembra farsi bambina. Ricorda cosa vuol dire essere eletti, e l’elezione adesso è semplicemente avere salva la vita.
Ché i sogni di entrambe erano fatti di sangue e parte dei loro cuori induriti sanguinerà sempre per quel volo su Syrax mai compiuto, per quel Mare Stretto mai raggiunto.
Ti amavo anche io, Rhaenyra.