Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Star_Rover    15/10/2022    6 recensioni
Jari e Verner sono uniti fin dall’infanzia da un legame che nel tempo è diventato sempre più intenso e profondo. Nell’inverno del 1915 però i cambiamenti sociali e politici che sconvolgono la Finlandia finiscono per coinvolgerli, così i ragazzi sono costretti a separarsi per seguire strade diverse.
Nel 1918 i destini dei due giovani tornano a incrociarsi sullo sfondo di una sanguinosa guerra civile.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Carissimi^^
Chiedo scusa per la lunga assenza, finalmente sono riuscita a trovare il tempo da dedicare al racconto. Spero di non farvi attendere troppo per i prossimi aggiornamenti.  
Grazie di cuore per la costanza e la pazienza, vi lascio alla lettura del capitolo.



 
XVII. Tregua  
 

Jari era solo all’interno del rifugio, attendeva con ansia il ritorno del suo compagno.
Il ragazzo provò emozioni contrastanti nel ritrovarsi in quel luogo, i ricordi di quel che era accaduto solo pochi giorni prima erano ancora vividi nella sua mente. Si trovava proprio in quel punto, in piedi davanti al camino, quando Verner gli aveva rivelato ciò che provava realmente nei suoi confronti.
Jari avvertì il cuore sobbalzare nel petto, il suo corpo fremeva ancora nel rivivere quelle sensazioni.
In fondo aveva sempre ritenuto speciale il loro rapporto, era consapevole che quel legame fosse molto di più di una semplice amicizia. Eppure fino a quel primo bacio non aveva mai compreso la vera natura di quei sentimenti. Tutto aveva acquisito un senso dal momento in cui quell’attrazione si era concretizzata in un gesto d’amore. Non era più né confuso né spaventato dalle sue stesse emozioni, ora poteva essere certo di quel che provava.
Jari era ancora perso nelle sue riflessioni quando finalmente il portone di legno si spalancò e Verner entrò nella stanza. Egli si soffermò sulla soglia per un breve istante, ma quando Jari gli corse incontro gettandogli le braccia al collo non ebbe più alcuna esitazione. Ricambiò quell’abbraccio con altrettanto ardore, e senza più indugiare lo baciò con passione.
Doveva ancora abituarsi all’idea di non dover più nascondere nulla al compagno, da quando Jari aveva dimostrato di ricambiare i suoi stessi sentimenti tra loro non c’erano più segreti. Almeno quando erano soli, poteva cedere agli istinti che per tanto tempo era stato costretto a reprimere.
Ben presto i due giovani si ritrovarono distesi nel piccolo giaciglio, l’uno nelle braccia dell’altro.
Jari si rannicchiò contro il petto dell’amato, sollevò lo sguardo incrociando le sue iridi cristalline. Con un tenero gesto scostò una ciocca bionda dal suo viso, accarezzandolo dolcemente.
Verner l’attirò e sé unendo le loro labbra in un tenero bacio.
«Quando hai capito che noi due avremmo potuto essere innamorati?» domandò Jari.
Verner rispose onestamente: «forse una parte di me l’ha sempre saputo, di certo è da tanto che cercavo il momento giusto per confessarti il mio amore»
«Per quale motivo hai atteso così a lungo prima di dirmi la verità?»
Egli l’avvicinò a sé, stringendolo ancor più in quell’abbraccio.
«Avevo paura che se ti avessi rivelato i miei veri sentimenti le cose tra noi non sarebbero più state le stesse. Temevo di rovinare il nostro rapporto di amicizia, non volevo perderti»
«Sai che questo non potrebbe mai accadere»
«Come puoi esserne certo?»
«È la nostra promessa, qualunque cosa accada, noi saremo sempre uniti»
Verner assunse un’espressione pensierosa: «certe situazioni sono complicate»
Jari guardò il suo compagno negli occhi: «sono certo che insieme potremo superare ogni difficoltà, è quel che abbiamo sempre fatto. Ascoltami, tu non mi perderai mai»
Verner si commosse nel sentire quelle parole, tanto ingenue quanto sincere. In quel momento volle credere davvero che nulla avrebbe potuto distruggere un rapporto così profondo e sincero. Conosceva Jari meglio di chiunque altro, non aveva ragioni per dubitare di lui. Sapeva che non sarebbe stato semplice, ma era disposto a rischiare e a lottare per quella relazione. Jari era la persona più importante della sua vita, avrebbe fatto di tutto per preservare quel rapporto unico e prezioso. Era però consapevole di non poter pretendere più di quel poco che gli era concesso, il loro amore aveva dei limiti. C’erano dei compromessi che entrambi avrebbero dovuto accettare, ma nessun ostacolo appariva insormontabile per un cuore innamorato.
«Nemmeno tu dovrai mai dubitare di me, io sarò sempre al tuo fianco» disse Verner al termine delle sue riflessioni.
L’altro sorrise: «lo so»
Egli continuò con tono serio: «promettimi che ti ricorderai sempre di questo»
Jari non comprese a pieno l’importanza di ciò, si limitò ad annuire, con il solo intento di rassicurare il suo amato.
Verner non insistette ulteriormente, mettendo fine a quella conversazione con un intenso bacio. In fondo non c’era nulla di male nell’illudersi di poter essere felici, erano soltanto due giovani alla scoperta del primo amore, il futuro per loro era ancora lontano.
 
***

Jari si risvegliò con un sussulto, faticava a respirare, gli mancava l’aria come se fosse appena riemerso da una lunga apnea. Spalancò le palpebre ritrovandosi confuso e disorientato, senza poter riconoscere nulla di quel che lo circondava. La testa pulsava dal dolore, percepiva ogni parte del suo corpo trafitta da decine di lame invisibili. Ogni minimo movimento era un’atroce sofferenza. Aveva ancora la vista offuscata, in quelle condizioni riuscì a distinguere soltanto la sagoma di un giovane dalla chioma bionda.
La sua mente lo riportò ad un unico ricordo.
«Verner...» biascicò con un sussurro.
La figura si avvicinò, soltanto quando fu abbastanza vicina poté distinguere nitidamente i lineamenti di quel volto. Poco dopo avvertì una voce familiare.  
«Jari, sono io, Yrjö. Non mi riconosci?»
Il ragazzo tornò alla realtà realizzando di ritrovarsi tra le lenzuola di un letto d’ospedale. D’istinto tentò di rialzarsi, ma il dolore gli impedì di muoversi liberamente.
L’amico l’afferrò saldamente, evitandogli una rovinosa caduta.
«Che cosa è successo? Perché sono qui?» domandò l’infermo con voce tremante.
«Non agitarti. Devi stare tranquillo, va tutto bene» lo rassicurò Yrjö.
Jari non si oppose quando il medico l’aiutò a ridistendersi tra le coperte.
«Davvero non sai cosa è successo?» domandò Yrjö con apprensione.
«Io…ricordo la battaglia e l’eco di un’esplosione, qualcosa deve avermi colpito a un fianco, ho urlato per il dolore e ho visto il sangue…poi devo aver perso i sensi. Non rammento più nulla da quel momento»
«Sei stato portato al sicuro dai nostri compagni. Le tue condizioni erano piuttosto gravi, sei rimasto incosciente per giorni. Ho davvero temuto che fosse troppo tardi e che non ti saresti più svegliato»
Jari stentò a credere a quel che era successo, si ritenne fortunato per essere sopravvissuto, ma doveva il merito di ciò ai suoi fidati commilitoni per averlo soccorso.
«Mi hai salvato la vita» disse tentando di esprimere la propria gratitudine.
«Ho solo svolto il mio dovere. Sono felice che tu ti sia ripreso»
Pian piano Jari riacquisì piena coscienza degli avvenimenti che avevano preceduto il suo ferimento.
«Che ne è stato del tenente Winkler?»
Yrjö non si stupì per quella domanda, sapeva che l’amico aveva stretto un forte legame con il suo superiore, per il quale provava sicuramente stima e ammirazione. Pensò che per lui fosse normale provare apprensione per la sorte del suo comandante.
«Anch’egli è rimasto ferito durante l’ultima battaglia, da poco è stato trasferito in un ospedale tedesco insieme ad altri ufficiali»
Jari avvertì gli occhi umidi per la commozione: «dunque è ancora vivo!»
Il medico annuì.
«Il comandante si è preoccupato molto per te, mentre era qui ha chiesto spesso tue notizie»
Il giovane si sentì in colpa per aver causato tanto tormento al suo superiore.
Immediatamente si rivolse al compagno: «credi di poter informare il tenente sulle mie condizioni?»
«Vedrò cosa posso fare a riguardo. Adesso però non pensare a questo, devi riposare»
Jari non poté contraddire le sue parole, era ancora scosso per l’accaduto, inoltre la stanchezza rendeva sempre più difficile sopportare il dolore.
«Cerca di recuperare le energie e di rimetterti in forze. Vedrai che presto ti sentirai meglio» disse Yrjö con tono rassicurante.
Jari avrebbe voluto continuare quella conversazione, aveva altre domande a cui desiderava avere risposta. Non sapeva quale fosse stato l’esito della battaglia, non aveva idea di come stesse progredendo l’avanzata tedesca. Voleva conoscere di più sulla sorte di Winkler e dei suoi compagni. Non aveva nemmeno più avuto notizie di Lauri, anche lui doveva esser stato coinvolto negli ultimi scontri.
E poi c’era la sua famiglia, avrebbe dovuto scrivere a casa al più presto. Suo padre e sua sorella potevano aver pensato al peggio non ricevendo più sue lettere dal fronte.
Jari fu tormentato da questi pensieri finché il suo corpo, aiutato dall’effetto della morfina, non cedette alla stanchezza. Ormai sfinito richiuse gli occhi, abbandonandosi a un sonno profondo.
 
***

Il dottor Lange era un signore tranquillo e pacato, al di fuori del contesto bellico avrebbe potuto essere un rinomato professore oppure uno stimato intellettuale. Non aveva affatto l’aspetto di un uomo d’azione, eppure in guerra aveva dato prova di saper gestire anche le situazioni più drammatiche.
Yrjö era rimasto particolarmente colpito dalla sua freddezza, in certe circostanze gli era parso addirittura insensibile. Il giovane assistente si domandava spesso se la guerra avrebbe potuto cambiare anche lui in quel modo. Non voleva perdere del tutto la sua umanità, nemmeno se questo avrebbe potuto migliorare le sue prestazioni come chirurgo. Era convinto che fossero anche i suoi sentimenti ad aiutarlo nei momenti di difficoltà. Infatti era certo che il suo coinvolgimento emotivo gli avesse donato la forza di non arrendersi e di continuare a lottare per salvare la vita di Jari. 
Era impegnato in queste considerazioni quando ad un tratto si sentì chiamare dal suo superiore.
«Per oggi hai lavorato anche troppo, pure tu hai bisogno di riposare»
«I pazienti potrebbero ancora avere bisogno del mio aiuto» si giustificò.
«Ogni medico crede di dover fare di più. Dobbiamo arrenderci al fatto che non sia sempre così, a volte non possiamo fare nulla. Coraggio, esci da questa stanza e cerca di dormire almeno per qualche ora»
Il giovane si rassegnò: «probabilmente lei ha ragione, sarò più utile a tutti domani mattina»
L’uomo mostrò un benevolo sorriso, ma poco dopo il suo volto si incupì: «a volte mi chiedo come tu possa trovare la forza per essere ancora qui»
Yrjö non capì: «di che sta parlando?»
«È vero, un medico deve imparare ad abituarsi ad ogni genere di orrore, ma nessuno dovrebbe assistere a tutto questo. Guardati, hai solo vent’anni e già hai visto l’inferno con i tuoi occhi»
«Sono qui per fare il mio dovere come tutti»
«Certamente, non ho nulla da dire a riguardo. Ma…anche il più dedito studente di medicina si ritroverebbe demoralizzato e sconfortato in una simile situazione. Tu invece hai sempre dimostrato di avere i nervi saldi e il sangue freddo, non ti sei mai arreso, anche quando tutto sembrava perduto. Non hai mai rinunciato alla speranza»
«Desidero solo salvare i miei compagni» fu la sincera risposta.
«Hai preso molto seriamente la tua missione»
Il giovane annuì senza esitazione.
«Mi dispiace che tu debba sopportare tutto questo» ammise il dottore con sincero rammarico.
«Non deve preoccuparsi per me. Mi sono arruolato come volontario, è stata una mia scelta e non ho alcun rimpianto. So di trovarmi dove dovrei essere, avere cura dei feriti è il mio ruolo in questa guerra»
Il dottor Lange si mostrò colpito da quelle parole.
«Sono certo che un giorno diventerai un buon medico, e spero che tu possa trovare la pace insieme ai tuoi connazionali»
Yrjö restò fedele ai propri ideali: «la Finlandia troverà la pace soltanto quando potrà essere libera»
Il medico riconobbe in quel ragazzo la stessa enfasi con cui le giovani reclute esaltavano il nazionalismo tedesco.
«Sul campo di battaglia ogni vita è ugualmente preziosa» ricordò.
«Ne sono consapevole»
Era la verità, Yrjö non aveva mai anteposto i propri ideali al suo dovere. Diverse volte si era occupato dei prigionieri russi senza dimostrare alcun rancore.
Il dottor Lange non aveva alcun dubbio a riguardo, ma aveva preferito essere chiaro con il suo aiutante.
«Non voglio essere troppo severo nei tuoi confronti, il mio unico intento è quello di aiutarti» sottolineò.
Yrjö rispose con gratitudine: «le sono davvero grato per tutto quello che sta facendo per me»
Il medico lo congedò con un ultimo saluto, quel breve dialogo era stato sufficiente per conoscere più a fondo il suo giovane collega. Il dottor Lange poteva essere certo di avere un valido assistente.
 
***

Era ormai notte fonda quando Jari si destò nell’oscurità della sua stanza. Era ancora debole e febbricitante, l’effetto della morfina doveva essere svanito.
Il giovane tentò di riaddormentarsi, ma senza riuscirci. Inevitabilmente dubbi e incertezze tornarono a tormentarlo.
Era probabile che al suo risveglio la sua prima reazione fosse stata semplicemente ignorata da Yrjö, ma lui era ben consapevole del motivo per cui aveva pronunciato quel nome. In quelle condizioni, malato e sofferente, la prima persona che avrebbe voluto al suo fianco era Verner.
Avrebbe potuto giustificare quella reazione istintiva con una banale scusa, in un momento di debolezza era tornato a manifestare l’attaccamento al suo amico di infanzia. In fondo egli era colui con cui aveva condiviso gioie e dolori per tutta la vita.
Dentro di sé però Jari sapeva di non aver cercato conforto in Verner soltanto in nome della loro amicizia. Ricordava bene la loro promessa, era a questo che aveva pensato, era stato quel ricordo a donargli la forza di resistere per tutto quel tempo. Nonostante tutto, qualcosa del loro rapporto continuava a sopravvivere.
Non poteva dimenticare quel che Verner gli aveva rivelato al momento della loro separazione.
Non sarò disposto a perdonarti, ma non potrò mai smettere di amarti.
Quelle parole, per quanto dolorose, riuscivano a donargli speranza.
Jari scosse il capo, forse stava ancora vaneggiando a causa della febbre alta.
Aveva detto addio a Verner quando aveva scelto di arruolarsi, questa era la triste verità.
E poi c’era Winkler, per il quale provava interesse e attrazione. Il tedesco aveva dimostrato di comprendere e supportare le sue ragioni, oltre a ricambiare i suoi sentimenti. In lui aveva trovato il conforto e l’approvazione che non era riuscito ad ottenere da Verner.
Allora perché non aveva sperato di rivedere lui al suo risveglio?
Jari non poté trovare una risposta razionale, probabilmente non avrebbe dovuto dare troppa importanza a tutto ciò. In fondo si trattava solo di un’allucinazione febbrile. Eppure ogni pensiero tornava sempre a Verner, questo non poteva negarlo, in un modo o nell’altro avvertiva la sua mancanza, e nessuno avrebbe mai potuto colmare il vuoto che egli aveva lasciato nel suo cuore.
 
***

Al termine di quella lunga giornata Yrjö si ritirò nella sua stanza. Si sedette davanti al piccolo scrittoio e dal primo cassetto estrasse alcune lettere. Tra quei fogli, riposto con cura, c’era il ritratto di Kaija.
Yrjö sapeva che presto avrebbe dovuto riconsegnare la fotografia a Jari, per qualche ragione però era restio nel separarsene. Il pensiero che ci fosse qualcos’altro al di fuori di quella guerra gli donava conforto.
Quella ragazza aveva acquisito sempre più importanza per lui, soprattutto da quando aveva avuto modo di interagire con la sua persona. Le aveva scritto una lettera per informarla sulle condizioni di Jari, lei gli aveva prontamente risposto. Dalle sue parole aveva avuto modo di scoprire che ella non era soltanto una bella ragazza. Aveva mostrato un animo dolce e sensibile, dando anche prova di essere una giovane sveglia e intelligente. Yrjö era rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua lettera.
Il giovane esitò qualche istante, domandandosi se la guarigione di Jari avrebbe determinato la fine di quel breve rapporto. In fondo non aveva più alcun motivo per portare avanti quella corrispondenza, se non per interesse personale.
Yrjö osservò ancora una volta la fotografia, contemplandola con aria sognante.
Tornò bruscamente alla realtà quando qualcuno aprì all’improvviso la porta alle sue spalle. Il ragazzo sobbalzò sulla sedia, voltandosi di scatto verso l’ospite inatteso.
«Lauri! Non sapevo che anche la tua unità fosse tornata al villaggio»
L’amico sbuffò esternando la propria disapprovazione: «dopo l’ultima battaglia siamo stati inviati tutti nelle retrovie. Adesso è il turno dei tedeschi di occupare la prima linea»
Yrjö riconobbe l’assurdità di quella situazione. Qualunque soldato sarebbe stato felice di restare a riposo per un paio di settimane, il suo compagno invece sembrava soffrire per la lontananza dal fronte. Addirittura provava invidia per chi avrebbe preso il suo posto.
Lauri era sempre stato attratto dal rischio e dal pericolo, la guerra era diventata la sua principale fonte di eccitazione.
Probabilmente questo faceva di lui un buon soldato, ma Yrjö temeva che quella assuefazione alla violenza avrebbe potuto diventare sempre più pericolosa.
«Sono certo che un po’ di riposo lontano dalla prima linea ti farà bene»
«Non mi sono arruolato per questo» protestò.
«Potresti fare buon uso del tempo che ti è stato concesso»
Lauri parve perplesso: «in che modo?»
«Potresti scrivere ai tuoi genitori» gli suggerì.
Egli negò manifestando il proprio dissenso.
«Sono convinto che alla mia famiglia non importi nemmeno che sia ancora vivo»
Yrjö si stupì: «per quale motivo pensi questo?»
L’amico sospirò: «ho abbandonato l’università per unirmi a un esercito clandestino e mi sono sposato contro la loro volontà»
«Davvero i tuoi genitori non hanno approvato il tuo matrimonio con Marja?»
«Ritengono disdicevole che un loro figlio non abbia sposato una donna ricca e di buona famiglia»
Il medico scosse il capo: «è assurdo. Marja è una donna stupenda e stare con lei ti ha solo fatto del bene. Voi due vi amate, questo è l’importante. La tua famiglia dovrebbe essere felice per te»
«Apprezzo il tuo sostegno, ma devi capire che certa gente è diversa, in determinati ambienti importano solo le apparenze»
«Mi dispiace» fu tutto ciò che riuscì a dire.
«Non preoccuparti, in fondo è meglio così. Quando questa guerra sarà finita potrò ricominciare una nuova vita con mia moglie, e tutto questo non avrà più importanza»
Yrjö si rasserenò al quel pensiero: «dunque hai già dei piani per il futuro»
Egli annuì: «io e Marja vogliamo avere dei bambini»
«Non avrei mai pensato di vederti come un padre di famiglia»
«Già…nemmeno io l’avrei immaginato, ma adesso so che è quel che voglio davvero. È anche per questo che sto combattendo questa guerra. Desidero che i miei figli possano crescere in una Finlandia libera e indipendente»
Yrjö si domandò se in tempo di pace il suo amico sarebbe davvero stato in grado di abbandonare per sempre quella parte di sé che viveva di azione e adrenalina.
Ad un tratto Lauri si avvicinò al tavolo notando la fotografia di Kaija.
«A quanto pare hai trovato altri interessi oltre alla medicina» commentò con tono allusivo.  
«Non è come pensi…»
«Davvero? Allora perché tieni il ritratto di una bella ragazza sulla scrivania?»
Il medico preferì non trattare l’argomento, Lauri non era la persona adatta a cui rivelare certe confidenze. Era consapevole che egli non sarebbe stato d’aiuto in quella situazione. Non poteva confessargli di essersi innamorato di una ragazza che non aveva mai visto, soprattutto se la giovane in questione era anche la sorella di un caro amico.
«D’accordo. Non ho intenzione di intromettermi nella tua vita privata, ma in quanto tuo amico voglio darti un consiglio. Entrambi sappiamo che qui non abbiamo alcuna certezza, dunque è bene non avere alcun rimpianto»
Dopo aver detto ciò Lauri terminò la sua visita con un ultimo saluto.
Rimasto solo Yrjö tentò di distrarsi con altri pensieri, eppure quelle ultime parole continuarono a vagare nella sua mente.
 
***

Bernhard sistemò la fasciatura al braccio, fortunatamente si trattava di una ferita superficiale, presto sarebbe rimasta soltanto una cicatrice come ricordo di quella terribile esperienza.
Aveva trascorso lunghe notti insonni ripensando all’accaduto, in preda agli incubi e ai rimorsi.
Era consapevole che la sua squadra avrebbe dovuto affrontare una missione pericolosa, nonostante ciò non aveva esitato ad eseguire gli ordini. Era suo dovere pensare al bene dei suoi uomini, anche se questo avrebbe significato mettere a rischio la propria vita.
Così era partito senza alcun indugio, abbandonando le trincee per esporsi al fuoco nemico. Aveva guidato i suoi sottoposti attraverso la terra di nessuno, in cerca di un passaggio sicuro per ricongiungersi al resto della compagnia. Aveva ricevuto il compito di individuare un percorso agibile per permettere ai suoi commilitoni di mettersi in salvo prima di rimanere isolati ad affrontare il nemico in uno scontro che non avrebbe lasciato alcuna speranza.
Ovviamente il suo principale obiettivo era portare a termine la missione, ma per tutto il tempo non era riuscito a smettere di pensare alla sorte di Jari. In quanto ufficiale era consapevole di non poter considerare quel giovane diversamente da qualsiasi altro soldato, eppure qualcosa gli impediva di essere del tutto imparziale nei suoi confronti.
Aveva trovato una motivazione in più per non arrendersi, la vita di quel giovane era nelle sue mani.
Quando aveva appreso che Jari era stato ferito aveva percepito di aver in parte fallito. Non era riuscito a proteggerlo come promesso.
Fin da subito si era preoccupato di informarsi sulle sue condizioni, che purtroppo apparivano sempre più gravi.
Durante la sua convalescenza il tenente aveva avuto il tempo di riflettere su diverse questioni, tra cui anche il suo rapporto con Jari. Era consapevole di aver commesso un errore nel dichiararsi a un suo sottoposto, per quanto fosse certo che egli ricambiasse i suoi sentimenti.
Ma per lui Jari non era soltanto un soldato, si erano conosciuti lontano dai campi di battaglia, quando tra loro non esistevano né gradi né gerarchie. Fin dal primo momento quel giovane aveva suscitato il suo interesse. Erano stati il suo entusiasmo e la sua devozione alla causa a fargli capire che in lui brillava una luce differente. Jari rappresentava l’ideale del giovane rivoluzionario che aveva sempre ammirato, forse era proprio per questo che aveva iniziato a provare qualcosa di più nei suoi confronti. Più volte aveva avuto prova che anche il giovane non fosse rimasto indifferente al suo carisma, ma non aveva mai avuto intenzione di approfittarne. Desiderava aiutare Jari a diventare un buon militante, indipendentemente da tutto il resto. In un certo senso si sentiva responsabile nei suoi confronti.
Inoltre Jari era stato l’unico a credere in lui e a fidarsi senza mai dubitare della sua lealtà.  
In prima linea il loro rapporto si era consolidato ulteriormente, davanti ai pericoli e all’incertezza della guerra avevano trovato supporto l’uno nell’altro. Riteneva che quel bacio fosse inevitabile, era solo una questione di tempo prima che il loro sodalizio si affermasse anche sul piano fisico.
Bernhard scosse il capo, non era mai stato un uomo sentimentale, il suo cuore ardeva soltanto per i propri ideali di giustizia e libertà. Jari rappresentava un’eccezione alla quale non avrebbe potuto rinunciare.
Per il momento poteva solo sperare per il meglio, in caso contrario non avrebbe mai potuto perdonarsi.
Winkler non ebbe il tempo di lasciarsi opprimere da più cupi pensieri. All’improvviso una staffetta batté con impazienza alla sua porta.
«Signor tenente, un messaggio urgente da parte del maggiore Bayer»
Bernhard si stupì, non attendeva alcuna comunicazione dal centro di comando.
Nel leggere il contenuto del telegramma il tedesco ebbe un lieve sussulto, doveva esserci una valida ragione dietro ad una seconda convocazione a Berlino.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Star_Rover