Tornare e Vivace






Si chiama Briosa, che vuol dire vivace.

Se dovessero chiedergli se è vero, Torn lo confermerebbe in un istante.

È un uomo vivacissssimo.

Ci sono tante cose su Briosa che scopre nel corso di tre anni.

Ad esempio che non ha idea di come sia finita a fare il conduttore di treni quando non le interessano. Da quanto ne sa lei si è resa conto di essere ferroviario così, un giorno a caso, mentre attraversava il Ponte Charizard per andare da Libecciopoli a Sciroccopoli per lavorare.

O che a volte usa la lingua dei segni a tre dita, come la sua Mawile di supporto.

Che le infezioni che l'hanno resa sorda hanno fatto un casino e non può tenere apparecchi acustici per troppo tempo perché le fanno male alle orecchie né può farsi mettere degli impianti perché sarebbe peggio.

Che odia sua madre con ogni fibra del suo corpo per ragioni che continua a non specificare ma ama suo padre abbastanza da ripetere per tre ore che lui è l'uomo più perfetto del mondo.

Che il suo Bisharp si fa chiamare Lady Oscar perché ne è rimasto innamorato e sogna di essere un moschettiere valoroso a dispetto del suo tipo Buio e il suo Heatmor per ironia della sorte non digerisce bene il ferro, mentre la sua Cryogonal a volte le fa da frigo portatile perché non mangia nulla.

Che il suo Emolga ha quella terribile cicatrice che gli attraversa la faccia cavandogli un occhio perché una Mandibuzz ha cercato di divorarlo, e che viene chiamato ogni tanto Guts (con minimo tre G) perché alla fine è stato lui a sbudellare lei.

Che la sua Conkeldurr è un tesoro e il suo Seismitoad fa gracidii da hard bass

Che ascolta dell'heavy metal improponibile.
 

Che sa arrotare la R in fondo alla gola per farla come quello che canta la sigla dell'Uomo Raikou e ancora confonde le parole sentendo che RegiUfo è “un salame di matematica” che lancia “raggi laser disintegra-fulmini”.

Che ha imparato a fare la spaccata dopo aver visto un film di Van Damme.

Che andrebbe in giro a petto nudo ma mai si farebbe guardare il culo.

Che mangia l'insalata cruda con le mani direttamente dalla busta.

Che sopravvivrebbe a coste bollite e formaggio.

Che colleziona denti!

Che fa saltare denti.

A botte.

Che quando sorride a bocca aperta col sangue che le cola dal naso e dalle nocche e gli occhi stretti con le loro iridi come olive marce fa paura.

Che quando sorride il suo sorriso chiuso, rettangolare, è quasi bella.

Che lo trascina a letto quando è così stanco che non si regge in piedi e gli fa qualcosa se non ha mangiato, e se le chiede se può cantargli una delle canzoni che sa che sembrano ninne-nanne lei lo fa volentieri con la sua voce di zucchero rosa, e sa fare il giocoliere, e quando è contenta si tira pugni sulle anche, e lo fa ridere e lo distrae e gli sembra davvero di essere felice.

Che Camelia ha visto giusto, quando l'ha promossa per lui a Capometrò Sostituto per aiutarlo ed evitare che si ammazzasse di lavoro.

Non è Andy. Non potrà mai essere Andy.

Ma è un amico.

E Arceus solo sa che ne ha bisogno, in questo momento.

(Briosa lo saprà dopo, perché non ha amici da quando aveva dieci anni. Scopertolo, ad una fiera vincerà a Torn un Araquanid di peluche grosso come una casa e altri due pupazzi per Andy e Camelia, e poi verrà bandita da quello stand per non mandarlo in bancarotta, e si sentirà felice come mai nella vita.)