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Autore: renmisya22    31/10/2022    1 recensioni
Neji Hyuga, un bambino che non apprezza la compagnia dei suoi coetanei. Tenten, una bambina che ama stare con gli altri, ma che purtroppo è vittima di bullismo.
I due, hanno una cosa in comune: avere dei propri sogni.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto risale a quando erano piccoli. Frequentavano ancora l’accademia per ninja ed erano ancora al loro secondo anno, ma lui, il giovane genio del clan Hyuga, non aveva legato con nessuno. Evitava sempre di parlare con gli altri e le poche volte che qualcuno provava solo a parlargli, veniva fulminato dal suo sguardo. Eppure, quel bambino in qualche modo voleva fare amicizia con gli altri, voleva giocare, ma già a soli otto anni, sentiva tutta la pressione del suo clan.
Si limitava però, a stare da solo. Sicuramente, il giorno del diploma l’avrebbe odiato con tutto il suo cuore, dato che lo avrebbero inserito in un team con la quale avrebbe dovuto collaborare per tutta la sua vita. Proprio non voleva nessuno con lui. Eppure, la solitudine gli faceva male, tutto per colpa di quel sigillo maledetto che si era ritrovato sulla fronte all’età di quattro anni. Non lo voleva, lo odiava. E odiava soprattutto chi non lo poteva capire, cioè tutti quei suoi coetanei che provavano a parlargli.
Dall’altra parte invece, c’era una bambina senza cognome, non appartenente a nessun clan. Una bambina che nonostante tutto, era sempre radiosa e piena di grinta, che facilmente faceva amicizia con le persone. Spesso era vittima di scherni da parte dei suoi compagni di classe, per il semplice fatto che non si sapeva nulla di chi lei fosse. Ma lei non si era mai data per vinta, avrebbe sempre sostenuto i suoi ideali con tutta le sue forze, perché lei era una sognatrice. Sognava in grande, perché voleva dimostrare di cosa sarebbe stata capace. Voleva essere uguale alla famosa Tsunade.
Purtroppo però, molti ragazzini della loro classe, erano dei farabutti. Quando scoprirono che la piccola Tenten non aveva genitori e venisse dall’orfanotrofio, come anche Rock Lee (con la quale aveva instaurato un bellissimo rapporto fraterno), fu subito presa di mira e certe volte la picchiavano anche.
Il giovane Neji Hyuga, non ci dava caso a certi atti. Non voleva intromettersi in faccende altrui. Rimanerne coinvolto, sarebbe stato solo una noia. Eppure un po’si dispiaceva nel vedere quella sua compagna di classe di cui non sapeva neanche il nome, venir presa in giro sempre più volte. Veniva attaccata ogni volta che quel suo amico dalla strana capigliatura, fuggiva piangendo da quei bulletti da quattro soldi. Non che a Neji importasse in realtà. Solo che capitava, guardando verso il cielo alla finestra, durante la pausa, i suoi occhi andassero a posarsi su ciò che succedeva lì fuori.
Un giorno, per puro caso mentre usciva dal bagno, vide la ragazzina nel bagno delle ragazze, circondata da altre tre bambine che la prendevano in giro.
-Quindi mi vuoi dire che una mocciosetta come te vuole diventare come… come si chiamava? – disse una di loro, con voce irritante. -Poco importa. Ma sappi che una come te, non ha possibilità in niente. In fondo, non hai nessuna raccomandazione.
-Non me ne faccio nulla di una raccomandazione. Io farò tutto da sola, senza l’aiuto di nessuno! – disse per tutta risposta la piccola Tenten. Neji, che in realtà non era interessato per nulla, si mise alla porta per poter origliare meglio e grazie all’uso del suo Byakugan, cercò di osservare la situazione.
-Bloccatela! – disse il leader di quelle bambine, schioccando le dita. -Se la raccomandazione non serve a nulla e sai fare tutto, prova a liberarti da noi e a sconfiggerci.
Tenten iniziò a divincolarsi, suscitando le risate divertite delle tre. Neji, più osservava quella scena e più sentiva il bisogno di aiutare quella bambina. Non sembrava giusto, che quelle lì stessero facendo male ad una persona indifesa. Voleva aiutarla, non voleva vederla soffrire in quel modo, sapeva quanto fosse frustrante, sapere che nessuno l’avrebbe difesa. Proprio quando si prese coraggio ad entrare nel bagno delle ragazze però, vide che la castana presa di mira era riuscita subito a spostarsi dalle due che le stavano bloccando, buttandole per terra, ed ora, si trovava faccia a faccia con la leader. Nel cuor suo, faceva il tifo per quella sconosciuta che tanto si stava impegnando, per questo decise di continuare ad osservare. Ma si era reso anche conto che ormai era esausta e aveva bisogno di essere aiutata.
-E adesso, mia cara senza clan… - disse preparando un colpo con un pugno, ma rabbrividì sentendo una mano sulla spalla, temendo che fosse qualche insegnante. Si girò lentamente e si rese conto che a toccarla fu proprio Neji Hyuga, il più popolare in un certo senso, della sua classe. Quindi, persa dalla situazione, lo guardò con gli occhi dolci. -Oh, Neji. Sei venuto a salvarmi! Questa senza clan ha attaccato briga con me e…
-Ho visto tutto. – sbottò. -E voi tre, la stavate maltrattando. Non mi piacciono le persone che attaccano i più deboli senza motivo. – disse stringendo i pugni. -E questa non è la prima volta. Se dovesse succedere ancora, farò prendere provvedimenti dal mio clan.
La ragazza roteò gli occhi. -Ma sentilo, scommetto che non sai neanche il mio nom…
-Haruka Inuzuka. – sorrise soddisfatto, mentre la ragazzina rabbrividì. Senza dire altro, prese per mano le sue amiche e insieme fuggirono via. In realtà, Neji non sapeva minimamente il loro nome: l’aveva semplicemente letto sul ricamo sulla maglia, quindi per puro intuito e fortuna, aveva provato a indovinare con successo.
Poi guardò verso quella bambina, che adesso si stava appoggiando contro il muro, con il fiatone, mentre guardava intimorita il suo compagno di classe. Non avevano mai interagito tra di loro, quindi non trovava il senso dell’aiuto appena dato. Tra l’altro, lei non faceva parte di nessun clan: quindi gli Hyuga non avrebbero avuto nulla di grande in cambio.
-Tieni. – disse Neji, mentre passò un fazzoletto pulito alla sua coetanea, immersa nei suoi ragionamenti. Lei lo sguardo di sfuggita, sussurrando un flebile “grazie”. Nessuno in quella scuola, oltre suo “fratello” Rock Lee, le aveva mai un atto di gentilezza. Era sorpresa che il primo a farlo, fosse proprio quel famoso Neji di uno dei clan più noti di Konoha: gli Hyuga. -Forse dovrei portarti in infermeria. – disse lui, osservando le ferite che aveva sul corpo, grazie al suo Byakugan. -Alcune di queste non sono recenti e avrebbero bisogno di essere medicate meglio.
E Tenten, ancora immersa nei suoi pensieri, annuì senza pensarci. Effettivamente era dolorante in tutto il corpo, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. I due si recarono subito infermeria, dove non c’era nessuno. Per questo motivo, Neji, decise di fare tutto per conto suo e cercò qualche cerotto per farle una medicazione veloce e poi avrebbe chiamato subito un ninja medico. Prese poi dei cerotti da uno scaffale e si avvicinò alla sua compagna di classe.
-Perché? – chiese lei, interrompendo il silenzio. Lo Hyuga la guardò negli occhi, con il suo solito sguardo freddo, che solitamente avrebbe fatto rabbrividire Tenten, ma che in quel momento non ci badò in quanto ormai aveva gli occhi pieni di lacrime.
-Ti fa male? – chiese lui, impanicandosi dato che pensava fosse per via del disinfettante usato in quel momento.
-No… - singhiozzando. -Ma ti sto chiedendo perché hai preso le mie difese?
-Oh… - arrossì, senza farsi vedere dalla ragazza. -Non mi piace vedere delle persone approfittare delle debolezze degli altri, tutto qui. – alzò le spalle.
-Ma che importanza ha, tanto io sono una senza clan. – sospirò asciugandosi le lacrime.
-Che importa. – sorrise, per poi sedersi vicino a lei. -Vuoi parlarne? – si sorprese da solo per ciò che aveva appena chiesto: Neji Hyuga, non era assolutamente tipo da parlare così in confidenza con una persona appena conosciuta. Perché voleva sentire le lamentele di quella bambina adorabile, che in realtà osservava già da un po’ di tempo, nonostante non sapesse neanche il suo nome.
Anche Tenten, sentendo quella richiesta, si sentì leggermente in imbarazzo. Non si era mai sfogata con nessuno, neanche con Lee, che la conosceva da quando erano in fasce. Eppure, il modo in cui Neji la stava guardando in quel momento, le fece realizzare di quanto avesse il bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi e liberare ogni suo sentimento.
-Posso veramente, Neji? – disse guardandolo ancora incredula.
-Certo. – rispose. Ormai non poteva più tirarsi indietro: doveva rimanere lì ad ascoltare, ciò di cui quella bambina aveva da dirgli.
Lei sorrise e iniziò a parlare. -Io sono orfana. A differenza di Lee, lo sono dalla nascita: i miei genitori mi lasciarono all’entrata del villaggio, senza neanche una targhetta con il mio nome. Fui trovata dal quarto Hokage e diede le direttive per farmi crescere per i primi anni di vita, da un orfanotrofio che si prende cura dei bambini fino al compimento dei loro cinque anni. In quel periodo, ho conosciuto Rock Lee, che era stato portato lì a tre anni perché i suoi genitori vennero uccisi da alcuni ninja nemici durante una missione. Sta di fatto, che non ho mai saputo le mie origini e per questo non appartengo a nessun clan e non ho neanche un cognome. – sorrise. -Il mio sogno è di diventare come Tsunade, proprio per avere il riconoscimento che non ho mai avuto. – disse poi con grande euforia, tanto che la sua gioia nel parlare, fece istintivamente spuntare un sorrisetto sul volto di Neji. -Ma poi, quando tutti scoprirono il mio passato, hanno iniziato a deridermi e prendersi gioco di me…
-Io credo che il tuo sogno sia veramente bello. – la incoraggiò, notando che il suo volto era diventato cupo,
-Lo credi sul serio? – sorrise emozionata, prendendo le mani del compagno di classe, leggermente infastidito, ma non voleva che la sua freddezza distruggesse la felicità di quella ragazza che sembrava un sole in quel momento.
-Sì. Lo penso sul serio.
-Sono felice! Sei il primo, che fa il tifo per me… oltre Rock Lee. – sorrise. -E tu hai un sogno?
La bambina si girò di scatto verso di lui, aspettandosi una risposta. Lui però, sospirò e iniziò a slegarsi le bende sulla sua fronte. La piccola rimase ad osservarlo attentamente, finché non realizzò cosa ci fosse sulla sua fronte: un sigillo maledetto. Fu sorpresa nel vederlo, ma le si spezzò il cuore. Non sapeva come reagire, lei si era sfogata per tutto il tempo dei suoi problemi, con una persona che probabilmente nella sua vita aveva sofferto più di chiunque altro.
-Il mio sogno è quello di essere libero. – disse poi, voltandosi verso la finestra, per vedere il cielo e nel mentre passavano due uccellini. -Come loro.
E qui Tenten decise di abbracciarlo senza esitare oltre. Lei che tanto odiava la gente dei clan, si era ritrovata ad abbracciare un suo compagno appartenente agli Hyuga. Non se lo sarebbe mai immaginato da sé stessa. Ma quel Neji, se lo meritava. Stava soffrendo da solo da così tanto tempo.
-Tu lo sarai. Un giorno sarai finalmente libero, Neji Hyuga! – disse lei, baciandogli la fronte dove quel sigillo era stato marchiato. -Ed io farò sempre il tifo per te. – sorrise.
Il povero Neji, che non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere, prima che potesse arrossire come un pomodoro, si rimise in fronte le bende e si alzò per uscire dalla stanza.
-Vado a chiamare dei medici. – disse incamminandosi di fretta.
Anche la ragazza fece per alzarsi e accompagnarlo fuori la porta, ma lui alzò il passo e fu più svelto di lei nel fuggire.
-Aspetta! – cercò di attirare la sua attenzione. -Neji Hyuga, diventiamo amici! – gridò. -Il mio nome è Tenten!
Ma il ragazzo era già lontano per poterle dare una risposta. Aveva sentito tutto, avrebbe tanto voluto fare amicizia con lei, ma non voleva metterla nei pasticci. Si allontanò subito e in lontananza sentì intanto urlare lo strambo amico di cui aveva parlato prima Tenten. “QUALCUNO CHIAMI UN MEDICO, MIA SORELLA TENTEN STA MORENDO!” urlava Rock Lee, mentre Neji si allontanava sempre di più, per tornare a casa.
Arrivato nella grande reggia Hyuga, corse subito in camera sua dove si buttò la testa contro il cuscino e iniziò ad urlare, sbattendo i piedi sul letto, mentre la piccola Hinata lo osservava colma di paura.
 
Qualche anno dopo, si diplomarono finalmente. Caso vuole, che Neji venne assegnato al team Gai proprio con Tenten ed il suo fratellastro Rock Lee. Il primo allenamento fu una vera e propria tortura, aveva le orecchie stremate dalle grida del maestro. Voleva solamente tornare a casa ad allenarsi.
-Neji Hyuga! – lo chiamò poi una voce femminile. Il ragazzo sussultò, sapendo a chi appartenesse. -Sai, sono così felice di averti in squadra!
Lui si girò e la guardò freddamente. Durante gli ultimi anni dell’accademia non aveva fatto altro che ignorarla, ma allo stesso tempo la osservava da lontano. In qualche modo, era veramente felice di poterla avere nello stesso team. Era cresciuta, con la crescita era diventata estremamente carina.
-Probabilmente ti sarai dimenticato tutto, ma io no! – sorrise alzando il pollice. -Per questo ti voglio semplicemente dire… - fece una pausa e poi continuò, ampliando ancora di più il sorriso. -Realizziamo insieme i nostri sogni!
Lui cercò di ricambiare il sorriso, facendo una specie di smorfia infastidita (in realtà causata semplicemente dall’imbarazzo dovuto alla felicità). -Sì, realizziamo i nostri sogni, Tenten!
E poi il ragazzo andò via, di nuovo di corsa. Lasciando la nuova ninja con il battito accelerato. -Allora… si ricordava di me…
 
 
ANGOLO AUTRICE
E finalmente questa NejiTen l’ho scritta, erano mesi che avevo in mente un qualcosa del genere, quindi sono abbastanza contenta di averla finalmente resa pubblica! Bene, detto questo: alla prossima!
   
 
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