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Autore: Roveru no Fujoshi    03/11/2022    0 recensioni
[Storie originali]
Conoscete Mario Rossi? Forse ne avrete sentito parlare.
Lui esiste davvero e non vive una vita tranquilla a causa del suo nome.
Chi non ha mai subito diverse battute per il suo cognome che rimanda ad aggettivi, o nomi, o oggetti?
Mario Rossi, poi; Mario Rossi non è da meno.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(es: Mario Rossi)

 

Mi chiamo Mario Rossi e ho una storia decisamente tragicomica.

La mia vita è iniziata il giorno 01 gennaio del 1999.

Ironico, direte voi.

All’inizio non mi era evidente, ero solo un bambino.

Perciò, quando vedevo il mio nome e la mia data di nascita su tutti i documenti che mi circondavano, ero convinto di essere super famoso, una star.

Mi atteggiavo come se fossi il Presidente del mondo con grandi poteri di controllo e i miei compagni delle elementari mi credevano e mi stavano dietro.

Ma tutto cambiò alle medie, il grado scolastico peggiore di tutti. E sapete perché?

Perché è proprio in quel periodo della vita che inizi davvero ad avere coscienza di cosa significhi avere come cognome un aggettivo, un nome di cosa o animale, o peggio… Mario Rossi nato il primo gennaio del millenovecentonovantanove.

Ma è anche in quel periodo che hai coscienza di una cosa ancora più grande… una cosa più grave e più terribile.

Qualcosa che sai che ti accompagnerà per tutta la tua vita e che mai e poi mai potrai riuscire a evitare.

 

Le battute.

 

Se siete come me, avete già capito che cosa significa.

Esatto, dico a voi: Benvenuto, Gentile, Pozzo, Costa, Lire, tutti voi.

 

Alle medie ho scoperto che il mio nome e la mia data di nascita mi avrebbero condannato fino al mio letto di morte. Anche i miei becchini si sarebbero fatti due risate.

Ogni santa volta che ero interpellato, da chiunque conoscessi per la prima volta, questi avevano l’intelligenza e l’empatia di farmi notare un piccolo dettaglio che io non conoscevo.

“Ma lo sai che il tuo nome è il più famoso di tutti?”

“Che figo, hai praticamente già tutti i documenti compilati, sei fortunato.”

“Almeno se compili qualcosa sulla rete hai già tutti i dati scritti.”

“Mi sembra di avere già sentito il tuo nome, ma non ricordo dove.”

Grazie ragazzi, grazie a tutti.

Perché da solo non me ne ero accorto.

Ma non è finita qui. Il disastro si è ripetuto e peggiorato alle scuole superiori.

“Ragazzi, dovete riempire tutti gli spazi vuoti come nell’esempio. Rossi, tu puoi copiare.”

E credete forse che sia successo con un solo insegnante?

È da quando mi sono accorto di sentire sempre le stesse frasi che ho deciso di stilare un conteggio per ogni tipo, creando una lista sempre più lunga. E le ho addirittura divise per categoria.

Una volta ho dato pure un premio a un supplente.

Era l’ora precedente alla ricreazione quando abbiamo scoperto che il nostro insegnante non poteva venire perché a casa malato. Consapevole che il sostituto non ci conosceva, ho comprato un succo d'arancia dalle macchinette delle merendine della scuola.

“Arturo Rignani?”

“Presente!”

“Giovanna Sempoli?”

“Presente!”

“Mario Rossi?”

“Presente!”

“Uao, il famoso Mario Rossi.”

“E siamo a centocinquanta. Signore, ecco il suo premio” e così gli consegnai il succo d’arancia sotto le risate e le esultazioni dei miei compagni, anche loro consapevoli di quello che ero costretto a subire da sempre. Inaspettatamente, anche l’insegnante si era fatto una risata.

Questo dovrebbe lasciarvi intuire che pure chi fa i commenti sa che li ho già sentiti.

 

E infine, l’età adulta. Da quando ho iniziato a vivere da solo e lavoro, ormai sono circondato da carte con il mio nome sopra. E con l’avvento dell’online, pure lì il mio incubo mi segue.

Ma un giorno…

“Nome?”

“Mario.”

“Cognome?”

“Rossi.”

“Data di nascita?”

“01 gennaio 1999.”

“Perfetto, vuole fare una soluzione unica o preferisce fare pagamento a rate?”

...

Ero felice.

Il mio cuore non era mai stato pieno di soddisfazione.

E voi vi chiederete: «Ma dai, in vent’anni è impossibile che tutti quelli che ti hanno conosciuto ti hanno fatto battute.»

Avete ragione.

Infatti, lei è la prima.

Non le scappò l’occhio furbetto su di me, non fece una singola risatina, solo un professionale sorriso da buona dipendente delle poste. Non mi guardò nemmeno di sfuggita dopo averle detto tutti i miei dati. Alla fine della pratica, mi salutò, io la salutai e una volta uscito, mi sentii libero e, per la prima volta, pieno di speranza.

La mia vita aveva un nuovo volto. Il volto di un uomo adulto con delle responsabilità, i propri sogni e ambizioni, i propri progetti e una vita.

Io non ero (es: Mario Rossi).

Io ero Mario Rossi, senza esempi, senza Fac Simile, il mio nome era dentro i dati e non sopra, in piccolo, dentro una parentesi grigia preceduta da un «es:»

Vi dirò la verità e non sto esagerando, ma appena sono uscito dalle poste ho versato qualche lacrima.

Il giorno dopo tornai da lei e non persi tempo. Le chiesi di uscire con me, volevo che la donna che mi aveva visto come una persona e non come «quello degli esempi» facesse parte della mia vita.

Ma rifiutò.

Ero devastato. Non sapevo come reagire.

La ringraziai di aver risposto sinceramente e tornai a casa in un mare di disperazione.

Se fossi stato un Mario Di Capri o un Alessandro Rossi, mi sarei detto esagerato, ma ero un Mario Rossi che aveva passato la vita aspettando un momento simile, ed ero costretto a lasciarlo andare via.

 

Ma perché autodistruggersi?

Anche lei aveva una vita sua e non poteva certo uscire con il primo tizio che le si presenta al suo sportello solo perché è un disperato che la vuole perché è l’unica persona a non avergli fatto una battutina sul suo nome.

Ero e sono Mario Rossi.

Ho capito che non vale la pena crogiolarsi nei momenti in cui arrivano le frasi divertenti e originalissime.

Ho buttato nella spazzatura tutte le classifiche che mi ero tenuto e ho deciso che se voglio smettere di soffrire di questa mia situazione, devo solo smettere di pensare che è una sofferenza.

E magari annuire e passare oltre.

   
 
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