Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms
Ricorda la storia  |      
Autore: ombranelbuio    04/11/2022    0 recensioni
Il capitano halfling Saznick Piumabianca narra una storia accaduta a suo padre. Una sorta di favola sulla fiducia.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Diverso tempo fa mio padre, un marinaio che lavorava a bordo di un modesto peschereccio, si ritrovò al largo in una zona di mare poco frequentata. Non era tra i migliori pescatori certo, però era sempre stato un uomo onesto e solerte nel suo lavoro, e quel giorno dopo un abbondante pesca, mentre era intento a tirare su le ultime reti per poi ritornare al molo, gli parve di udire una flebile voce sconosciuta.
Sulle prime pensò che fosse solo la stanchezza o l'eco dei gabbiani, ma districando le corde udì distintamente delle grida di aiuto.
Non provenivano dal mare però ma dal mucchio di pesci che gli stavano davanti. Incuriosito aprì la rete scoprendo che quella voce veniva proprio da uno di essi.
"Ti prego gettami in mare, risparmiami ti scongiuro!" Implorò.
Mio padre restò un momento attonito per lo stupore, poi replicò:
"Anche se non si è mai visto un pesce che sappia parlare, perchè dovrei lasciarti libero? Tu sei un pesce, io un pescatore, ti pesco per mangiarti..."
Il pesce rispose: “Se mi lasci libero, se mi risparmi la vita, ti porterò un tesoro”.
Allettato da quell'offerta mio padre accettò e ributtò il pesce in mare.
Quello, una volta in acqua, disse: “Aspetta qui, te lo porterò”.

L'uomo attese lì con la nave, convincendo gli altri marinai con qualche scusa ma dopo diverse ore il pesce non si fece vivo e fattosi ormai buio, ritornarono al molo.
Il giorno seguente tornarono nello stesso punto, tirarono su le reti e nuovamente mio padre sentì la voce del pesce. L’aveva catturato di nuovo e anche questa volta quello gli chiese di risparmiargli la vita in cambio di un tesoro.
All’inizio rimase perplesso. Non voleva essere ingannato di nuovo e anzi pensò che avrebbe potuto vendere quel pesce a qualche circo ricavandone una discreta somma, ma alla fine le parole della creaturina e il suo buon cuore lo convinsero a lasciarlo libero. Ma ancora una volta non lo vide tornare...
Il terzo giorno per la terza volta pescò il pesce che ancora gli chiese la libertà in cambio di un tesoro. Mio padre però era furibondo, non gli piaceva essere preso in giro, ma tanto il pesce insistette che, mosso a pietà, per la terza volta lo accontentò.

Voi cosa avreste fatto al posto di mio padre? Avreste creduto per la terza volta al pesce? Avreste atteso piu a lungo il suo ritorno? Vi sareste tuffati in acqua tentando di scovarlo? Avreste provato a ripescarlo? Vi sareste vendicati per essere stati imbrogliati?

Beh mio padre a quel punto, invece che tornare indietro assieme agli altri marinai, prese una scialuppa e decise testardamente di attendere da solo lì in mezzo al mare. Attese fino al tramonto ed oltre, fin quando la luna non si levò nel cielo, ma del pesce nessuna traccia. A quel punto si sentì ridicolo per aver creduto alle parole di un pesce parlante, per essersi fatto ingannare per ben tre volte.

Alla fine, tra lo sconforto e la stanchezza per l’attesa, si addormentò. Una vocina lo svegliò che era quasi l’alba.
Il pesce spuntava fuori dalla superficie dell'acqua tenendo in bocca una piccola cordicella che affidò alle mani dell'uomo. Mio padre la afferrò saldamente e iniziò a tirare con forza finchè non balzò fuori dal mare uno scrigno che conteneva svariate gemme preziose.
Prima di immergersi, il pesce esausto gli disse: “Grazie per aver avuto fiducia in me, sono tre giorni che scendo fino al fondo del mare per recuperare la cordicella, ma poi finchè cerco di risalire è diventata l’alba e ogni volta non ti trovo più, così esausto per la lunga nuotata mi lasciavo andare ogni volta, e prontamente venivo ripescato. Sono lieto di essere riuscito a mantenere la mia promessa e ti sono grato per avermi risparmiato”.
Lo salutò così e se ne andò via.
Mio padre prese le pietre preziose e se le portò a casa. Divennero parte della nostra eredità di famiglia e ne utilizzò una parte per comprarsi una nave e realizzare i suoi sogni.
Questa nave, che ora ha affidato a me.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: ombranelbuio