La luce delle candele illumina d'oro l'oscurità della stanza e si proietta sul muro, creando vaghi contrasti.

Al centro, è collocato un catafalco ligneo e, su questo, posizionata una grande bara aperta di quercia.

Nella cassa, è disteso il corpo privo di vita di un uomo di alta statura, assai robusto, le mani incrociate sul petto.

Il suo viso, circondato da una riccioluta chioma rossa, è attraversato da sfregi, rossi di sangue rappreso, mentre sulla sua tuta blu si aprono ampi strappi, che mostrano, impietosi, nere bruciature.

Le sue gambe sono ricoperte da un lenzuolo di orchidee bianche e vermiglie, mentre le sue mani stringono un mazzo di crisantemi.

Lo sguardo di Enji, serio, fissa il corpo immoto. Perché il grande e coraggioso eroe Hayato Todoroki è morto così?

Scuote la testa. Suo padre non ha mai nascosto il suo odio per le ingiustizie.

E tale suo spirito, forse più ardente del suo quirk, lo ha condotto ad una fine crudele.

E lui, suo figlio, non ha potuto fare nulla per salvarlo.

La sua mascella si irrigidisce e le lacrime tremano nei suoi occhi cerulei. Come ha potuto permettere il compimento di una simile tragedia?

A cosa serve l'inumano addestramento a cui si sta sottoponendo per divenire un eroe?

Aguzza l'orecchio, poi rilascia un sospiro. Solo il silenzio copre la casa.

E tale quiete dona un'effimera serenità al suo animo.

Dopo lunghe ore, sua madre si è addormentata.

– Mi dispiace, mamma... – mormora. Quando ha ricevuto la notizia della morte del marito, si è abbandonata alla disperazione.

I suoi occhi grigi, solitamente amorevoli, si sono fissati su di lui, ardenti d'ira e d'odio.

Per lei, lui, suo figlio, è colpevole della morte di suo padre.

La sua mano, gentile, si posa sul viso di Hayato e lo accarezza. Lui, nonostante il suo personale imponente, è stato un uomo e padre affettuoso.

Lo ha riempito di amore e gentilezza.

E lui, suo figlio, non è riuscito a salvarlo.

Il dolore di sua madre, ne è cosciente, è una colpa che nulla potrà emendare.

Non mollare, ragazzo. Cerca sempre l'infinito. Nella sua mente, provata dalla pena, risuona la frase d'incoraggiamento di suo padre.

Lui, che si è conquistato gloria e meriti in battaglia, non si è mai risparmiato in affetto e premure.

Le sue mani forti lo hanno sempre sostenuto e accarezzato nel suo percorso.

– Papà... Un eroe non molla mai. Ma come fa, quando il cuore scoppia? – domanda, le guance umide di lacrime. Nel corso degli anni, suo padre ha affrontato tante, troppe perdite.

Il suo nome da eroe, Sole Ardente, ha ben rispecchiato la sua natura indomabile.

Le sue lacrime tristi non hanno mai spento la fiamma sempiterna del suo cuore.

Ne è cosciente, in quanto suo figlio, deve fare suo quell'esempio fulgido di determinazione e rettitudine.

Non può permettere che altri innocenti patiscano la pena che, inesorabile, scava nella sua anima.

Non è sua intenzione disonorare la memoria di suo padre, ma una domanda, implacabile, crudele, martella la sua mente.

Sarà degno del suo nome e della sua stirpe?