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Autore: dirkfelpy89    13/11/2022    0 recensioni
1998 - il il Canada–France–Hawaii Telescope osserva per la prima volta, dalla terra, il satellite di un asteroide: 45 - Eugenia. In cerca di ispirazione per dare un nome a quel piccolo satellite, a Lucienne, una ricercatrice, viene chiesto di portare il diario di sua nonna, contenente, tra tante cose, la triste storia di Eugenio Napoleone, l'unico figlio dell'ultimo imperatore francese Napoleone III.
Questa è la storia dei suoi ultimi anni.
"Un piccolo asteroide che orbita intorno a 45 Eugenia… non è possibile," sussurrò Lucienne, osservando il quaderno e cercando ancora una volta di ricacciare indietro le lacrime. "Le Petit Prince."
Genere: Angst, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Napoleonico, Età vittoriana/Inghilterra
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Capitolo 4, La Stanza dei Quadri

 



”The Emperor died on Thursday the 9th inst., and by Saturday the little village of Chislehurst was filled to overflowing with an influx of persons drawn either by motive either of curiosity, of sympathy or of respect." (1))
Trafiletto dal “The Grapher” 25 Agosto 1873

 



14 Gennaio 1873

Una delle prime lezioni che Eugenia aveva dovuto imparare, nel corso della sua infanzia, era che nella morte tutti gli esseri umani sono uguali. La sofferenza, il carico emotivo della perdita di una persona cara, hanno lo stesso peso morale sia per una nobile che per una borghese; una presa di coscienza che all'inizio aveva turbato molto la futura imperatrice.
Ma quello che poteva differenziare una nobile da una semplice borghese era la dignità, la compostezza nella quale si affrontava la dipartita di un caro. Così sua madre ripeteva sempre.
Ma, Dio, quanto era difficile!

Una folla di francesi, fedeli alla causa imperiale, avevano attraversato la Manica ed erano arrivati fino a quel piccolo paesino inglese, riempiendo tutte le osterie e gli sparuti alberghi o locande. Nonostante tutto, pronti a credere ancora nell'impero, a supportare una causa, che al momento era in difficoltà, ma che tutti sapevano prima o poi sarebbe potuta tornare in auge in Francia. Quanto mai sarebbe potuta durare questa nuova Repubblica?
Migliaia di francesi speravano anche di vedere la loro imperatrice, di poterla confortare, ma lei non ce la faceva, non riusciva a trovare la compostezza o la dignità necessaria per mostrarsi in pubblico.
Così era rimasta rinchiusa in camera sua, rifiutandosi di mostrare il suo volto pallido e smunto, pieno di dolore e sfiducia nel futuro, alla folla.
Sapeva che sarebbe dovuta rimanere al fianco di suo figlio, aiutarlo ad affrontare quelle ore difficili, ma come poteva essere d'aiuto quando lei stessa non era in grado di mostrarsi al pubblico, venuto a onorare suo marito?
Quando era sul costante punto di crollare.

Qualcuno bussò alla porta, interrompendo il flusso di coscienza di Eugenia.
"Imperatrice, ci sono il principe di Galles e il duca di Edimburgo!"
La donna sbuffò: ci mancava anche quella seccatura!
Ma del resto, pensò, non poteva dimostrarsi così scortese nei confronti di chi tanta premura aveva mostrato nei suoi confronti e, dopotutto, era una cosa buona e giusta rimanere in termini amichevoli nei confronti dei futuri, possibili, eredi della regina Vittoria.
Perciò, dopo essersi seduta su una comoda poltrona, sussurrò un roco "sì" alla cameriera che subito fece aprire la porta.

Se non fosse stata in quella occasione, tanto nefasta, la donna avrebbe sorriso vedendolo il piccolo principe di Galles che, ad appena otto anni, con la faccia tutta computa, indossava un'alta uniforme e veniva a porgere le sue condoglianze.
Per fortuna accanto a lui c'era il duca di Edimburgo, Alfredo, che a quasi trent'anni, e con una vita avventurosa alle spalle, faceva tutta un'altra figura in quella spoglia camera.
Dopo essersi scambiati vari saluti di rito, fu proprio quest'ultimo a parlare.
"Imperatrice Eugenia, siamo qui, a nome della nostra regnante e di tutta la famiglia reale, per porgere le nostre più sentite condoglianze. Non ho avuto molte occasioni per parlare con suo marito," continuò, il tono basso e monotono di chi aveva appena imparato un discorso a memoria.
A quel punto l'attenzione di Eugenia crollò quasi verticalmente: di tutto aveva bisogno, tranne che dei soliti vuoti, noiosi e lunghi discorsi.
Sperava che almeno Alfredo avesse portato qualche parola di conforto vera, sentita, proveniente dal cuore e invece no, era rimasta delusa da quel monologo preparato in fretta e furia da qualche consigliere.
Certo, nessuno di loro aveva conosciuto suo marito quanto lei, e forse non sarebbero bastate mille parole dolci come il miele a sollevarle l'anima.
Perciò finse di mostrare apprezzamento per quelle parole e, dopo qualche minuto di vuote, e ricercate, ciance, finalmente poté congedare i due membri della famiglia reale per tornare nel suo bozzolo di oscuri pensieri.

Giunta a quel punto della giornata, l'unica cosa che desiderava era dormire, possibilmente per tutto il giorno successivo, in modo da saltare il funerale, i noiosi discorsi e altri pianti e lacrime.
Ma sapeva che non poteva permettersi di mantenere il suo lutto privato, che la cameriera l'avrebbe risvegliata in perfetto orario e che suo unico compito sarebbe stato quello di mostrarsi composta davanti al feretro del marito e al futuro, già segnato, di suo figlio.

Di provare a mantenere quella dignità e compostezza che la dovevano differenziare dalle altre.
Ma, Dio, quanto era difficile!

/ / / / / / /



I racconti delle avventure, e peripezie, del duca di Edimburgo per lungo tempo erano stati uno dei pochi divertissement del giovane Luigi Eugenio. Ricordava ancora, con somma gratitudine, i pomeriggi trascorsi a leggere i suoi diari e le rare fotografie prese durante il giro del mondo che il giovane Alfredo aveva intrapreso qualche anno prima: una fuga dalla tetra realtà di esuli francesi.
Nonostante il fatto che i due si fossero incontrati di persona poche volte, Alfredo aveva ben presto trovato un posto nel cuore del piccolo principe e perciò fu un po' allietato, nella sua sofferenza e dolore, dal fatto di poter parlare in privato, quel pomeriggio antecedente il funerale, con il duca di Edimburgo.
I due si trovavano nella stanza dei quadri, una delle preferite di suo padre e luogo scelto per conservarne la salma, in attesa del funerale.
Non era il primo cadavere che Luigi Eugenio vedeva dal vivo, nel corso della guerra contro la Prussia ebbe occasione di assistere a quello che rimaneva della vita umana dopo la morte, e del resto aveva assistito alla dipartita del padre in prima persona, al suo capezzale.
Ma vederlo lì, disteso in quella fredda bara, indossando l'alta uniforme che portava a Sedan… il giovane principe fu confortato dal fatto che al suo fianco ci fosse Alfredo: se fosse rimasto da solo sarebbe crollato.

"Potrà sembrare una cosa sciocca da dire, ma sembra più in pace adesso, il suo volto, per certi versi, finalmente sereno, che nel corso degli ultimi tre anni vissuti qua," commentò il duca di Edimburgo, osservando, con rispetto, la salma.
Luigi Eugenio non replicò, il peso alla gola, e al cuore, che provava da quando suo padre era morto lo opprimeva più che mai. Sentiva che avrebbe vomitato, se solo avesse provato a emettere qualche suono di senso compiuto, perciò si limitò ad annuire.
"Dovrai essere forte, Luigi, per tua madre, per i tuoi amici e per chi crede in te," continuò Alfredo, il quale, dopo un rapido segno della croce, volse le spalle alla salma dell'imperatore e si rivolse direttamente al principe.
"No… non è facile," sussurrò infine quest'ultimo. "Speravo di avere più tempo, di concludere l'accademia prima di poter pensare a… a questo."
Alfredo sorrise amaro e pose una mano sulla spalla di Luigi. Un gesto decisamente informale, che mai si sarebbe sognato di fare in pubblico… ma in quella stanza non c'erano principe e duca, solo due persone che provavano un forte rispetto reciproco.

"Devo andare, ho un impegno stasera. Ti porgo i saluti della regina e di tutti i miei fratelli e sorelle, in particolar modo Beatrice," dopo qualche minuto di silenzio, il duca di Edimburgo parlò, stringendo la mano del principe il quale, al solo sentire nominare l'ultimogenita della regina Vittoria, aveva arrossito lievemente.
"Se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa, contattaci," aggiunse Alfredo, prima di uscire dalla sala dei quadri, lasciando l'altro da solo.

"Grazie," sussurrò Luigi Eugenio. "Non lo dimenticherò."
Era rimasto solo, solo in compagnia del corpo di suo padre.
Al solo pensiero, sentì la testa vorticare, i volti dei quadri osservarlo sghignazzando, con disprezzo dipinto sui loro volti centenari.
"Luigi…"una voce lo stava chiamando, una voce che veniva direttamente dalla bara di suo padre! No, non era possibile, Luigi pensò, chiudendo gli occhi e appoggiandosi alla parete.
Dopo quel che parve un'eternità, tutto sembrò tornare alla normalità: la stanza smise di vorticare e gli occhi dei quadri tornarono al loro posto.
Lentamente azzardò un'ultima occhiata alla bara, ma niente era fuori posto. Sospirò.
Stava forse impazzendo o era solo l'ansia e la tensione, provata nelle ultime ore, a giocare degli scherzi?
In ogni caso, il principe a sua volta uscì da quella stanza tetra, diretto da sua madre.
Aveva un funerale da affrontare, il giorno successivo, non voleva sprecare le ultime ore di pace in silenzio, da solo.
In quella orribile stanza dei quadri

/ / / / / / /



(1)"L'imperatore è morto giovedì 9 e sabato il piccolo villaggio di Chislehurst è stato riempito fino a traboccare di un afflusso di persone attirate o da curiosità, simpatia o rispetto."

Scusatemi per l'attesa però questo ottobre l'ho impiegato in tutta una serie di iniziative di scrittura che mi hanno portato lontano da questa storia che comunque ha intenzione di continuare e infatti torno con questo capitolo che ho fatto un po' fatica a scrivere. È difficile immaginare cosa deve aver provato il principe, cosa devono aver provato in realtà tutti i regnanti al momento della morte del re/imperatore: divisi tra le responsabilità future e le lacrime e il dolore per la perdita di una persona cara.
Spero questo capitolo sia piaciuto ^^

  
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