Je Crois en Toi

Si tratta di un giorno all’anno. Solo uno, ma Louis non ha mai saltato quell’appuntamento.
Sulle lapidi dei coniugi Moriarty e del loro secondogenito iniziano a crescere dei tralci d’edera; le tombe dei nobili crollano come quelle dei comuni mortali e tra una decina d’anni nemmeno si leggeranno più quei nomi, ma Louis ogni anno taglia i rami più invadenti e accende delle candele pur sapendo che i suoi sforzi svaniranno nel giro della notte successiva.
Un giorno ed una notte, ma un giorno ed una notte possono cambiare il mondo.
“Non capisco perché ti ci dai tanta pena …”
Albert si tiene a debita distanza.
I suoi occhi non sfiorano le lapidi nemmeno per errore. L’ultima volta che è entrato in quel cimitero è stato quando hanno calato i resti carbonizzati della sua famiglia lì dentro, dieci anni fa. “Erano dei grandissimi bastardi, Louis. Non mi pento di ciò che ho fatto”.
“È il mio modo di ricordare, fratello. Il mio modo di ricordare che tutto, anche la nostra rivoluzione, ha un costo”.
Superati i cento ha smesso di contare. I cadaveri dei nobili ad un certo punto hanno smesso di avere dei nomi e sono diventati solo delle voci da spuntare sulla loro lista. L’intera Londra si solleva dal loro giogo ogni giorno che passa e, anche se non arriverà mai a vederlo, Louis riesce ad immaginare un mondo migliore, un mondo senza bambini schiacciati sotto le ruote dei carri, un mondo dove i poveri non si uccidono per un tozzo di pane mentre i ricchi annegano nella carne e nel vino.
I coniugi Moriarty sono stati i primi. Se chiude ancora gli occhi riesce ancora a sentire l’odore di bruciato, le urla dei domestici, e gli occhi di Albert mentre trapassava la sua stessa madre.
“Le tue lacrime sono troppo preziose per essere sprecate su di loro, Louis. Andiamocene”.
E lui, asciugandosi una guancia, obbedisce.
Anche se in fondo non ha pianto per quei tre nobili lì sotto.
Se ha seppellito qualcosa, dieci anni fa, quella è stata l’innocenza di Albert.