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Autore: Gatto1967    28/11/2022    2 recensioni
Iriza Legan è la “villaine” per antonomasia della saga candyana, la vera “anti-Candy” in tutto e per tutto.
Da quando fa la sua comparsa nella storia, le sue cattiverie nei confronti della bionda protagonista si sprecano.
Particolarmente odiosa è poi la sua “diabolica trappola” che rischia di far espellere la nostra eroina dalla prestigiosa Royal Saint Paul School.
E… se la “diabolica trappola” non fosse andata a buon fine?
E se anzi le si fosse ritorta contro?
Addirittura fino al punto di provocare la “sua” espulsione?
Cosa sarebbe successo in quel caso?
È quello che andremo a scoprire leggendo questa storia dedicata proprio a lei: a Iriza Legan.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Iriza guardava in lacrime la costa inglese che spariva all’orizzonte. Un  periodo della sua vita si chiudeva per sempre: forse non sarebbe mai più tornata in Inghilterra.

-Ma si può sapere cosa diavolo le è preso signorina?- tuonò il signor Stewart dietro di lei.

-Farsi espellere così da un istituto prestigioso come la Royal Saint Paul School! Con tutto quello che hanno speso i suoi genitori per mandarcela!-

Iriza non potè trattenersi da un pianto isterico e nervoso.

-Signor Stewart deve credermi: Candy Andrew mi ha teso una trappola!-

Il signor Stewart non rispose. Da come conosceva quella ragazza era molto più facile immaginarsi di come fosse lei a tendere trappole agli altri.

-Anche se fosse il fatto che lei ci sia cascata va a suo svantaggio signorina. Candy Andrew non è più la sua cameriera personale, è un membro della famiglia Andrew, e lei farebbe bene a portarle il rispetto che la sua posizione sociale richiede.-

Iriza si morse il labbro: il signor Stewart non aveva tutti i torti, e anche i suoi genitori l’avrebbero pensata come lui.

 

Il viaggio filò via abbastanza liscio, eccettuata un po’ di burrasca incontrata in mezzo all’Atlantico e il Mauretania arrivò presto in vista delle coste americane.

Quel viaggio che all’andata a Iriza era sembrato quanto di più eccitante ci fosse al mondo, al ritorno si era rivelata un’esperienza noiosa e deprimente.

Dietro quella costa Iriza vedeva soltanto un amaro rientro a casa seguito dagli inevitabili rimproveri dei suoi genitori e della zia Elroy.

 

Sotto al loro solito albero Terence e Candy sedevano tranquilli dopo essersi baciati per una buona metà del pomeriggio. Il sole si avviava a tramontare e i due ragazzi sarebbero presto dovuti rientrare nelle rispettive stanze.

-Ancora con i tuoi sensi di colpa?- chiese Terence, e lei annuì tristemente.

-Non posso farne a meno, capisci? Io ho mentito e Iriza è stata espulsa!-

-Tu ti sei soltanto difesa Candy! È stata Iriza a cominciare quell’assurda guerra contro di te, fin dal primo giorno che vi siete conosciute, ricordi?-

Lei annuì fra le lacrime.

-Non ti ha lasciato scelta: o te o lei, e detto fra noi, hai fatto la scelta migliore.-

-Ma adesso che ne sarà di lei?-

-Secondo te verrà ripudiata dai suoi genitori e si metterà a vivere di elemosina?-

-Beh, no…-

-E allora di cosa ti preoccupi? Dopo qualche inevitabile rimbrotto da parte dei genitori riprenderà la sua inutile vita fra ricevimenti, impegni mondani e salamelecchi fra gente come lei, in attesa che qualche povero disgraziato se la impalmi.

Quindi di cosa ti dovresti sentire colpevole? La sua vita continuerà come prima, e come sarebbe stata se avesse terminato i suoi studi alla Saint Paul School.-

-Già…- ammise Candy, che poi dentro di sé aggiunse “Va al diavolo Iriza!”

 

La mano di suo padre si abbatté sulla sua guancia, e Iriza quasi barcollò.

Non che non se lo aspettasse, ma la forza dello sberlone quasi la tramortì, e lei lasciò che le lacrime scorressero libere sulle sue guance, ad esprimere l’umiliazione che provava. Mai in vita sua si era sentita così.

-Si può sapere cosa diavolo ti è preso? Noi spendiamo un patrimonio per farti vivere nel lusso più sfrenato, ti mandiamo a studiare in Europa in una scuola prestigiosissima, e tu mandi tutto all’aria?-

Iriza teneva la testa bassa e gli occhi chiusi, non osando guardare in faccia i suoi genitori e la zia Elroy che la squadravano con severità.

-Papà… devi credermi… è stata una trappola di Candy…-

-Ancora con questa Candy! Ma cosa ti avrà fatto mai quella ragazza! La aggredisci senza motivo, la prendi a pugni in faccia e la colpa sarebbe sua?

Iriza, quando imparerai ad assumerti le tue responsabilità?!!!

Quando ti deciderai a crescere?!!!

E guardami in faccia quando ti parlo, hai capito?!!!-

Iriza si decise ad alzare la testa e a guardare in faccia il genitore.

-Adesso basta! Da domani se vorrai ancora continuare a vivere nel lusso dovrai guadagnartelo!-

-Ma… ma cosa stai dicendo Raymond?- intervenne balbettando Sarah Legan

-Tu faresti meglio a tacere! Ti ho lasciato mano libera sull’educazione dei nostri figli ed ecco il risultato!-

-Ma… ma io…-

-Ascoltami bene Iriza!- disse poi Raymond rivolgendosi di nuovo alla figlia.

-Domani tu verrai con me in Banca e io ti assegnerò un lavoro. E bada bene di impegnarti in quel lavoro, altrimenti puoi scordarti i lussi in cui sei abituata a vivere, sono stato chiaro?-

Lei fece cenno di sì.

-Non ho sentito bene Iriza!-

-Sì… papà… ho capito benissimo…-

La pur viziata ragazza decise di fare buon viso a cattivo gioco: in fondo era pur sempre meglio uscire da quella casa piuttosto che stare tutto il giorno a sorbirsi i rimbrotti di sua madre e della zia Elroy.

 

   
 
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