Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: lulette    03/12/2022    4 recensioni
Dal capitolo I
[...Era da un po' che Merlin ci pensava.
Il suo re passava ogni sera in camera sua con la sua fidanzata, Gwen. Li sentiva sospirare e gemere, fuori dalla porta. Erano settimane che nessuno poteva entrare nella camera reale dopo l'orario di cena, nemmeno lui...]
[...Gli frullava in testa quell'idea strana.
Era un mago.
E se per una volta avesse voluto usare la magia unicamente per sé? Perché non poteva utilizzarla per una cosa alla quale lui teneva così tanto? Perché doveva usarla per salvare Arthur e Camelot e non per altro?...]
[..."Che ci fai qui? Vattene via, Merlin!" urlò Arthur feroce.
Nell'uscire, il servo passò di fianco al letto e guardò il re con occhi furenti, sbottando: "Potevate almeno chiudere a chiave, sire!"
"Tira le tende del letto, prima di uscire!" gridò ancora Arthur.
"Tiratevele da solo!" e se ne andò sbattendo la porta...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 


Salta mecum



(Balla con me)








 









Il giardino era illuminato come mai si era visto prima.

Quasi tutte le candele e le torce del castello erano state posizionate in giardino. L'effetto più bello era creato da una miriade di piccole lanterne appese a corde sospese su tutto il giardino. Erano stati accesi anche diversi falò.

 

Merlin guardava Arthur con un senso di orgoglio quando il re fece il suo ingresso nel prato antistante. Pensò che Arthur fosse semplicemente una visione, con la sua armatura nuova di color argento così chiaro da sembrare bianco. Per il resto portava mantello e toga di colore rosso acceso con lo stemma dei Pendragon. Un fremito di sorpresa passò tra gli ospiti, quando lo videro. Indossava una corona d'argento leggera, giusto un cerchio attorno al capo.

 

Merlin dietro di lui era irriconoscibile, vestito di bianco e di blu, con tanto di elegante cappello piumato degli stessi colori. Quegli abiti gli erano stati regalati da Arthur, poco prima. Erano suoi quando era poco più che un ragazzino, per questo fasciavano così bene Merlin. Indossava un mantello lucido e leggero, di una tonalità molto simile allo zaffiro, che gli dava una particolare eleganza. Era molto avvenente e molti degli sguardi furono per lui.

"Vieni con me, Merlin! Mostrami se, almeno le lezioni di ballo, sono servite a qualcosa, visto che per il resto è stato solo tempo sprecato!" disse Arthur particolarmente euforico.

"Certo, maestà!"

Dovettero attendere a lungo che la gente che voleva ballare si posizionasse. Erano talmente in tanti su quel prato, che i cerimonieri ebbero il compito di dividerli in più gruppi.

Merlin era a fianco di Arthur e di altri uomini eleganti. Di fronte a loro c'era una fila di altrettante dame, vestite forse con gli abiti più belli che possedevano. 

Merlin notò che non c'erano suddivisioni in base al ceto. E i giovani popolani non sfiguravano a fianco dei nobili.

"Sai Merlin, ancora non mi sembra vero. Davvero non ti attira nemmeno una di queste donne? Alcune sono molto belle …" gli sussurrò Arthur all'orecchio.

"Diciamo che mi attirano di più le persone da questa parte della fila. Davvero non ve ne attira nemmeno uno, maestà? Alcuni sono … favolosi!" sorrise il servo, muovendo la testa e facendo dondolare le piume del cappello. 

Il re alzò gli occhi al cielo, con fare rassegnato.

"Colpa mia! Non te lo chiederò mai più. Quando mi hai parlato della tua donna ideale sembravi più che convinto. Com'era già? Bionda, occhi azzurri, alta…"

"È ovvio che pensavo ad un uomo con le stesse caratteris…" Merlin arrossì come un papavero e cambió frase: "Era tutta una farsa naturalmente, tutto inventato. Vi chiedo scusa."

"Se penso a quante volte mi hai mentito…" disse Arthur risentito.

"In realtà la bugia era solo una, maestà, sempre la stessa. Anche perché, perdonatemi, voi mi avete letteralmente torturato a questo proposito. Ma non crediate che mi abbia fatto piacere … è stato difficile per me…"

"Chissà se mi avrai mentito anche riguardo ad altre questioni!"

Merlin si sentì un po' offeso e un po' colpevole. 

"Quindi voi non vi fidate più di me?"

"Non ho detto questo, Merlin! Ma mi sembra un dubbio più che lecito, non trovi?"

"Posso dirvi solo questo e per il resto starà a voi decidere. Anche se non vi avessi detto tutta la verità, sappiate che mai e poi mai vi ho tradito, né vi tradirò" disse Merlin serio e con gli occhi lucidi. 

Arthur gli sorrise dolcemente: "D'accordo, ti credo! Calmati!"

L'orchestra di musici finalmente attaccò una bella gavotta, movimentata ma non troppo. 

Gli uomini si presero tutti a braccetto, saltellando in avanti verso le donne e poi tornarono indietro. Fu poi la volta delle donne fare la stessa cosa. Poi ognuno staccò le braccia dagli altri. Ogni cavaliere fece due giri intorno alla dama che aveva di fronte, poi il contrario. Infine tornarono tutti in posizione di partenza, spostandosi di un posto alla propria destra e ricominciavano da capo.

In seguito Merlin aveva ballato con Sefa e si era divertito un mondo. Ogni tanto, durante la danza si era guardato attorno. Aveva visto sua madre ballare e ridere con Lancelot, per poi tornare serio quando aveva inquadrato Julius Borden, con le braccia incrociate, appoggiato con le braccia conserte lungo le mura esterne del castello, che guardava la gente che ballava con aria glaciale e sdegnosa.

 

'Gaius dovrá dirmi perché devo tenere d'occhio quel tizio…'

 

Ovviamente i suoi sguardi furono quasi tutti per Arthur, che ora stava ballando con Gwen. Il re sembrava felice in quel momento.

 

Era la volta della sarabanda, una danza lenta che non era tra le preferite di Merlin. La trovava piuttosto noiosa: si ballava solo a coppie … miste.

Vide sua madre andare da Gaius che ridendo cercò di schermirsi ma ben presto capitolò. Era contento che sua madre si sentisse a suo agio alla corte del re.

Julius Borden non si vedeva più, ma la calca era tale che era impossibile trovare qualcuno lì. E non aveva la minima voglia di cercarlo. Ne approfittò per recarsi a uno dei tavoli predisposti per bere.

 

"Merlin? Sei tu?"

"Re Odin?"

"Non ti avevo riconosciuto con quel cappello. Sei davvero incantevole!"

"Grazie, maestà!"

"Come sei formale stasera ... Il tuo re?"

"Sta ballando con la futura regina"

"E tu ti annoi!"

"Ho solo sete! Voi non ballate? L'orchestra è meravigliosa!"

"Se potessi ballare con te, ballerei, ma visto che non si può…"

"Le ragazze sono al massimo del loro splendore stasera …dicono"

"Stasera ho in testa qualcun altro …"

Merlin strinse le mandibole e calò un po' di più il cappello sugli occhi.

Il corteggiamento di Odin gli dava un po' fastidio, anche se era abbastanza delicato.

Era stata anche colpa sua se Odin si era illuso. Voleva mettere subito fine a quella storia, ma possibilmente senza offenderlo. 

 

"Io devo chiedervi scusa, maestà, ma quello che avete detto oggi pomeriggio era la veritá. Quello che volevo da voi era farmi corteggiare e baciare. Siete un uomo attraente ma, come dicevate, … sono innamorato di Arthur e cercavo di dimenticarlo in quel modo. Purtroppo non è servito. Mi sono fatto prendere dalla fretta e mi sono approfittato di voi. Mi dispiace!"

Odin rispose: "Bene, apprezzo la tua sincerità. Ma se tu cambiassi idea…"

"No, vi prego. Non ditelo. Non voglio tenervi in sospeso. Non voglio che vi aspettiate qualcosa … che non succederà" disse Merlin contrito.

E sperò di aver imparato la lezione di quel giorno: non si scherza con le persone.

Sapeva che Odin era interessato a lui solo sessualmente, ma non gli andava lo stesso di illuderlo, anche solamente per quello.

"D'accordo, Merlin! Ti auguro buona fortuna allora."

"Tanta fortuna anche a voi, maestà."

 

Merlin si sentiva a disagio. Parlare così ad un re. Forse si era montato la testa. Per fortuna Odin aveva accettato la cosa con grande distinzione.

Tornò a ballare mettendosi al fianco di Artù. Partì il rondello, forse la danza preferita di Merlin, perché avrebbe dovuto dare la mano ad Arthur. I cavalieri facevano un girotondo dentro al quale stavano le dame, in un cerchio più piccolo e stretto. Si cominciava battendo le mani alternando il gruppo di uomini a quello delle donne. Poi i cavalieri si prendevano per mano e cominciavano a girare verso destra, mentre il cerchio di di donne si muoveva in senso opposto. Portando le mani unite verso l'alto, gli uomini formavano degli archi sotto i quali passavano le donne in fila. Quando furono i cavalieri a dover passare sotto l'arco delle dame, tutto diventò più basso e più piccolo e spesso i cavalieri cozzavano tra loro involontariamente. Era fatto apposta. Assomigliava più ad un gioco, dove ormai le regole non esistevano più. Il tutto finiva che ognuno ballava liberamente come gli pareva. In questo frangente Arthur si impossessò di Merlin.

 

Il re gli rubò il cappello, cavandosi a sua volta la corona. La posizionò con cura sul capo, spostandogli indietro qualche ciuffo di capelli dal viso.


'Che sensazione meravigliosa!' si disse Merlin emozionato.

 

Arthur sventolò il cappello con un grande inchino per poi indossarlo. Era una piccola cosa, una sciocchezza ma a Merlin parve un momento così dolce. Possibile che quel vistoso cappello con il quale lui si sentiva particolarmente ridicolo, donasse così tanto ad Arthur?

Ma il re era talmente bello ai suoi occhi che probabilmente gli sarebbe sembrato splendido persino con un elmo cornuto da vichingo in testa.

Arthur lo prese per mano, e ballarono come una qualsiasi coppia, con tanto di inchini e sorrisi. Gli fece fare anche più giravolte e pretese che Merlin le facesse fare a lui.

Inutile dire che quando la musica finì, per Merlin fu come svegliarsi da un sogno magnifico.

Guardandosi attorno, Merlin si accorse che nel gruppo danzante accanto al loro, c’era Lancelot che stava baciando la mano di Gwen, che si stava congedando dal ballo appena finito. Subito intercettò lo sguardo di Arthur che li stava appunto osservando e si sentì triste per lui. 

"Mi dispiace Arthur. Ho chiesto io di invitare Lancelot, ma è chiaro che lui non l'ha ancora dimenticata. Non stanno facendo nulla di male eppure ora sono pentito di avervi chiesto di farlo tornare."

"Tu non c'entri. L'avrei fatto chiamare ugualmente…" 

Merlino era sorpreso.

"E perché mai? Volete mettere Gwen alla prova?"

"No. Ma voglio sapere se è riuscita a dimenticarlo oppure no." 

"Ma è lampante che sia così! Dorme con voi ogni sera…Avete per caso notato qualcosa di strano in lei?"

"Forse. Diciamo che a volte non mi dà l'idea di essere felice!"

A Merlin sfuggì un mormorio dalle labbra: "Certo che alcune persone hanno delle belle pretese…"

Il re non udì la frase e continuò: "Tu come vedi Lancelot?"

"È un uomo nobile e coraggioso, dai valori puri e leali …"

"Merlin … hai capito cosa intendo" disse sbuffando Arthur.

"E va bene! È ... stupendo!"

"Più di me?"

 

'Alla faccia della modestia!' si disse Merlin, anche se il re in fondo dichiarava il vero.

 

"No, nessuno è come voi … voglio dire che … è una questione di gusti, comunque. E poi voi siete il re!"

"Appunto! Io sono il re. Quanto influisce questo sui sentimenti di una donna nei miei riguardi?"

"Non di Gwen! Da quanto siete diventato così insicuro?"

"Merlin … io ho qualche dubbio"

"Su ciò che Gwen prova per voi?"

"Non proprio…"

"Avete dei dubbi su ciò che provate per lei?" Merlin aveva gli occhi stralunati. Quasi non credeva a quello di cui stavano parlando. Se in quel momento avesse visto ballare Kilgharrah in quel giardino, non sarebbe stato più stupito di così. Poi si sentì ingrato e insensibile. Arthur viveva una crisi esistenziale importante, mentre lui gongolava. Non era giusto.

Come se lasciare Gwen volesse significare che il re avrebbe preso in considerazione lui. Che stupidaggine!

"Non ho intenzione di lasciarla, per ora" disse Arthur "ma avevo bisogno di confessarmi con qualcuno e con te è più facile farlo".

"Questo per me è un grande onore! La parte che preferisco del mio lavoro. Grazie!"

"Grazie a te. Lo sai che balli bene?"

"No, questo non lo sapevo, ma adoro ballare! E comunque il merito è solo delle vostre lezioni ..."


Merlin aveva bevuto parecchio quella sera, oltre a ciò che aveva bevuto durante il giorno e non si sentiva granché lucido e i piedi gli facevano male.

Eppure non aveva perso un ballo. Aveva ballato con sua madre, con Gwen, con diverse ragazze del popolo e anche con qualche nobildonna.

Ovviamente Merlin non ebbe occhi che per Arthur per quasi tutto il tempo. Era riuscito a ballare spesso vicino al re. C'era un ballo in particolare di cui non conosceva neanche un passo, ma in cui si era buttato lo stesso, pur di stargli vicino. Ad ogni nuova strofa Merlin raggiungeva Arthur che puntualmente si sbellicava dal ridere.

Solo dopo la fine di quel ballo, il re gli spiegò tra le lacrime, dovute alle risate, che gli uomini avrebbero dovuto saltare di un posto a ogni cambio ritornello, fino a fare il giro completo. Quindi ogni volta c'era un povero disgraziato che cercava il posto che Merlin involontariamente gli aveva soffiato.

'Che figura! Ma almeno Arthur si è divertito!' pensò tra sé con un sorriso.

 

Non voleva ritirarsi ancora. La musica continuava e lui voleva ballare. Non si era mai divertito così tanto prima di quella sera. E dire che non si era mai considerato un tipo mondano. Ma per prima cosa doveva far riposare i piedi.

Saltò l'idea dei salottini. A quell'ora dovevano essere già tutti occupati e non aveva voglia di andare a controllare.

In qualche corridoio sapeva che c'erano delle sedie. Purtroppo per lui erano già tutte occupate da qualcuno che dormiva o da una coppia impegnata a sbaciucchiarsi.

Su una delle sedie a Merlin sembrò di riconoscere a distanza uno dei cavalieri di Arthur. Appena si accorse che il cavaliere era Gwaine, impegnato a pomiciare con una donna, girò sui tacchi e tornò indietro. I capelli di Gwaine eran inconfondibili.

Svoltato l'angolo quasi si imbatté in Julius Borden. Sempre serioso e accigliato, ma con un'espressione vacua.

Aveva qualcosa di strano.

"Signore" disse biascicando al suo indirizzo. 

'È ubriaco fradicio!' pensò stupito Merlin.

"Signor Borden!"

"Chiamami Julius"

"D'accordo… allora voi chiamatemi Merlin. Se cercate Gaius, si è ritirato parecchie ore fa."

"Peccato! Conosco solo lui qui."

"Conoscete anche me!" disse Merlin, con una punta di compassione. Non gli aveva più rivolto la parola anche se sapeva che l'uomo non conosceva nessun altro. A dire la verità non lo aveva nemmeno tenuto d'occhio come Gaius gli aveva chiesto di fare.

"Potresti farmi fare un giro del castello. Ne ho sentito tanto parlare e vorrei tanto vederlo"

"Mi dispiace ma non sono molto in forma. E nemmeno voi" 

"Ci sarà tempo. Mi fermerò a Camelot qualche giorno."

'Oh, no!' pensò Merlin.

"Mi fai ballare almeno?"

 

'Dio, questo è andato del tutto!'

 

"S-sì. Ma un ballo solo! E che sia lento."

 

L'orchestra attaccò un minuetto, andante ma non troppo. 

Merlin era stufo. Non si era potuto riposare e ora aveva questa palla al piede, quando ciò che voleva era andare da Arthur, per ballare ancora.

Invece ballò con Julius, che tentennava ad ogni passo. Il ballo prevedeva la presenza di un uomo e di una donna per coppia, ma Merlin notò che nessuno si curava di loro. 

Nessuno a parte una persona. 

Girandosi vide infatti Arthur ballare proprio dietro di lui, insieme a un'anziana nobildonna. E lo guardava.

Julius si appoggiava pesantemente al suo braccio, a volte con entrambe le mani.

Dopo un tempo che a Merlin parve infinito, il ballo terminò.

 

Così Merlin si ritrovò Arthur di fronte, con la testa alta e un tono autoritario.

"Non mi presenti il tuo 'amico', Merlin?"

"Io sono Julius, signore" masticò l'uomo.

"È l'ex allievo di Gaius" spiegò Merlin "ma deve avere festeggiato un po' troppo, maestà"

"Ho capito! Gaius mi ha chiesto di ospitarlo per un po' … ma davvero lui non sa nemmeno che sono il re?"

"Julius, lui è re Arthur di Camelot" disse Merlin pronunciando bene ogni parola ad alta voce.

Julius fece una faccia strana. Strabuzzò gli occhi, si gettò in ginocchio ai piedi di Arthur e vomitò l'anima.















 




Ciao.

Chiedo scusa, ma ho cambiato idea: Julius qui non é collegato con l'uovo di drago.

Grazie a chi è arrivato sin qui a leggere.

Un abbraccio! 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: lulette