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Autore: lolloshima    07/12/2022    1 recensioni
"...forse, Yamaguchi sentiva solo il bisogno di sfogarsi con qualcuno nel tentativo di fare chiarezza nel caos dei suoi sentimenti.
Forse aveva proprio ragione chi sosteneva che a volte è più facile confidarsi con dei perfetti estranei che con gli amici più cari."
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Questa storia partecipa alla challenge #4shipschallenge indetto dal gruppo Facebook Non solo Sherlock - Italia.
SHIP: TERUYAMA (Terushima Yuji x Yamaguchi Tadashi)
Prompt: - Futuro
- Farai fatica a crederci, perché non succede mai, ma ho commesso un errore
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tadashi Yamaguchi, Yuuji Terushima
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver pagato alla cassa, facendosi largo tra la folla in attesa, Yamaguchi rimase per un attimo pensieroso davanti al bancone, dove il cameriere aveva assiepato un numero imprecisato di bicchieri colmi fino all’orlo e sacchetti di carta pieni di tutto quello che aveva ordinato.

Ogni volta la stessa storia. Si proponeva sempre di prendere bibite e cibo per tutti, e poi si trovava a dover portare più bicchieri e più panini di quanti potessero starci in due sole mani. Con lo sguardo cercò un vassoio, per poter trasportare il tutto fino agli spalti del palazzetto prima che iniziasse il secondo set.

Non poteva perdersi neppure un secondo della partita organizzata per rendere omaggio a Tsukishima, che disputava la sua ultima partita, prima di appendere le scarpe da volleyball al chiodo.

Nonostante i 34 anni compiuti, mister “è solo un club scolastico” era in campo dall’inizio della partita, più in forma che mai.

Il palazzetto di Sendai era colmo, il tifo assordante. Non uno spettacolo consueto per una squadra della seconda divisione, ma Kuroo per il suo compagno era riuscito ad organizzare un’amichevole tra Sendai Frogs e Adlers, e questo aveva attirato un pubblico molto numeroso. Non poteva esserci modo migliore per dire addio alle partite ufficiali.

Tadashi incastrò tra le mani le birre per Kuroo-san, Akiteru-san e Saeko-san, il succo di mirtillo per Hitoka, il the freddo per sé, la coca per il piccolo Mako-chan, l’aranciata per Kyo-chan e Kou-chan, mentre con il mignolo teneva la confezione di onigiri. Tra i denti strinse un lembo del sacchetto contenente i tre panini imbottiti: un vegetariano, un salmone grigliato e un hot dog.

Dal corridoio sentì il fischio dell’arbitro che dava inizio al secondo set, e si affrettò a tornare verso le scalinate.

Girò a testa bassa l’angolo del bar, senza accorgersi che dalla parte opposta stava arrivando un uomo, che a quanto pare aveva altrettanta fretta.

Lo scontro fu inevitabile e inaspettatamente violento, tanto da far perdere a entrambi l’equilibrio e a farli cadere con il sedere per terra. Tutto intorno, volarono bicchieri, sacchetti, panini e onigiri, mentre le bibite si riversavano a cascata sulla testa di Yamaguchi. Una nuvola di palline bianche si sollevò, per poi ricadergli addosso come una massa di fiocchi di neve giganti.

“Mi scusi è tutta colpa mia, ripagherò tutto… mi scusi davvero”. L’uomo si era alzato in fretta e si stava pulendo con le mani la giacca, senza guardarlo.

Yamaguchi era ricoperto di pop-corn, drammaticamente attratti dal mix appiccicoso di bevande che gli era caduto sui capelli e sui vestiti. Alzò lo sguardo verso l’uomo che lo aveva travolto. Era piuttosto alto ed atletico, vestito in modo sportivo. Doveva avere più o meno la sua età, ma portava un taglio di capelli giovanile e alla moda.

Lo sconosciuto si voltò nella sua direzione e allungò una mano, per aiutarlo ad alzarsi.

“Mi scusi ancora, sono venuto a comprare i pop-corn per i miei figli, ma non volevo perdermi l’inizio del secondo set ed ero di fretta” continuò a scusarsi, ma appena Yamaguchi fu alla sua altezza e incrociò il suo sguardo, si bloccò.

Anche lui rimase immobile, perso in quegli occhi castani e intensi.

“Tadashi? Sei tu...”

Il tempo non aveva risparmiato il suo viso, lo si capiva dalle rughe che solcavano la sua ampia fronte, e dalla trama di sottili linee che gli esplodevano intorno agli occhi quando sorrideva. Però, non aveva intaccato minimamente la sua energia e quella carica di entusiasmo che tanto tempo prima lo aveva letteralmente travolto. Tanto da fargli condividere con lui un segreto custodito per anni.

“Hai ancora le lentiggini...” l’uomo avvicinò una mano al volto di Yamaguchi e con le lunghe dita scostò una ciocca di capelli dal suo viso, facendo scivolare a terra un grumo di pop-corn che vi era rimasto incastrato.

“G... Grazie” rispose arrossendo Tadashi.

“Allora, alla fine hai scelto?”

Quella domanda, in un attimo li trasportò in quello stesso palazzetto, quasi quindici anni prima, subito dopo il terzo turno della fase eliminatoria per accedere al torneo nazionale interliceale di pallavolo.

 

Ho dimenticato la borraccia” urlò Yamaguchi al gruppo, ma nessuno gli diede retta. Erano assiepati davanti al pulmino, tutti troppo impegnati a festeggiare la vittoria contro il liceo Johzenji, e a pensare alla prossima partita contro il Date-Ko.

Neppure Tsukki si era accorto di lui, assorto com’era al telefono, probabilmente a riassumere ogni singola azione della partita al suo maledetto ‘amico’ della Nekoma.

Farò in fretta, nessuno noterà la mia assenza” pensò tra sé, mentre rientrava nella grande palestra comunale, dirigendosi verso lo spogliatoio.

Ormai quasi tutte le squadre se ne erano andate, e il caos di qualche ora prima era solo un ricordo.

Aprì la porta dello spogliatoio e con sua sorpresa si rese conto che non era vuoto.

Un ragazzo a petto nudo, con una asciugamano avvolto intorno ai fianchi, si stava guardando allo specchio, sistemandosi indietro i capelli.

Appena lo sentì entrare, questo lo squadrò attraverso lo specchio.

Quella divisa… Karasuno, eh? Eppure non mi ricordo di te… hai giocato?”

Yamaguchi, invece, se lo ricordava bene. A parlargli, attraverso il riflesso, era Teruschima, il capitano della squadra che avevano appena battuto.

Sono Yamaguchi Tadachi”

Ma certo, il pinch-server, il numero 12 del Karasuno. Non ti avevo riconosciuto perché ero concentrato sulle tue lentiggini, e in campo non le avevo notate. Adoro le lentiggini!”

Yamaguchi si sentì arrossire fino alla punta dei capelli.

Scusa, cercavo la mia borraccia…” si giustificò, come a rispondere a una domanda che invece nessuno gli aveva fatto.

Dimmi un po’, Yamaguchi Tadachi” continuò l’altro come se nulla fosse, sollevando gli occhi al cielo con aria sognante. “Come fai a rimanere concentrato davanti al fascino di due occhi che ti scrutano attraverso le lenti di un paio di occhiali sexy? Io lo trovo irresistibile, mi fa andare via di testa.”

Tadashi rimase impietrito. Ma come diavolo faceva quel tipo a conoscere le sue emozioni? Quel ragazzo gli leggeva nel pensiero! Si sentì in dovere di giustificarsi. “Tsukki è solo un mio amico…”

Tsukki? E chi sarebbe questo… ahhh, parli di Tsukishima, il vostro centrale. E’ vero, anche lui porta gli occhiali. Ma no, non mi riferivo a lui. Ovviamente parlavo della vostra affascinante e maliziosa manager, la bella Shimizu…”

Non parlare di lei in questo modo, altrimenti….”

Altrimenti cosa?” Terushima si voltò lasciando lo specchio e lo guardò negli occhi. L’espressione seria lasciò presto il posto ad un sorriso. Quel pulcino che voleva difendere la sua sempai gli faceva una tenerezza infinita.

Tranquillo, non dirò niente, e non farò niente. Ho capito che lei non è per me. Là fuori è pieno di belle ragazze che si vogliono divertire.” Terushima avvicinò la faccia sorridente a quella dell’altro “E anche di ragazzi” aggiunse, dandogli un buffetto sulla punta del naso.

Yamaguchi avvampò.

A proposito” continuò il capitano, tornando ad ammirarsi allo specchio. “Prima mi stavi parlando del tuo amico… Tsukki? Ti piace, vero?”

Di nuovo si sentì trapassato da quello sguardo indagatore che lo scrutava attraverso lo specchio, e si rese conto di non riuscire a nascondergli neppure il più intimo dei pensieri.

No, ma che dici. Lui è un ragazzo…”

Mbeh, che c’entra? Se qualcuno ti piace, ti piace e basta, non importa se sia maschio o femmina. Queste stupide distinzioni sono solo dei limiti al divertimento”

...e all’amore” completò involontariamente Yamaguchi, pentendosene subito.

Sì, hai ragione, anche all’amore. Ampliando la platea dei possibili partners, si moltiplica la possibilità di divertirsi, e anche di amare. E bravo Yamaguchi!”

Terushima era tornato di fronte a lui e lo guardava quasi ammirato.

E allora dimmi. Provi amore per questo tuo amico?”

N… Non so… E poi a me piacciono le ragazze. Credo… Yachi-san mi piace.”

Yachi? E questa da dove spunta? Mio caro amico, sei pieno di sorprese. La tua ragazza?”

La nostra manager. Prenderà il posto di Shimizu-san”.

Ma allora è un vizio! Le manager del Karasuno fanno strage di cuori” Terushima rise di gusto socchiudendo gli occhi, e Yamaguchi potè notare la piccola pallina dorata che danzava sulla sua lingua.

Quindi, sei innamorato di questa Yachi? Oppure del tuo Tsukki?”

N… Non so… Lei è dolce, delicata, e allo stesso tempo molto determinata. Ed è bellissima. Ma…”

Ma non è Tsukishima”

Ancora quella fastidiosa sensazione di essere un libro aperto per lui, senza possibilità di nascondere nulla. Non riuscì a trattenere le parole, di fronte a quello sconosciuto che sembrava conoscerlo così bene e, soprattutto, aver capito il suo tormento interiore.

Quando penso a Yachi mi sento felice, mi viene voglia di pensare al futuro, sento che tutto andrà bene. Ma se sto vicino a Tsukki e lui mi fissa... allora qualcosa si muove nella pancia, e non riesco a parlare…” Yamaguchi abbassò gli occhi al pavimento.

Ho capito” Terushima annuì serio, come se avesse trovato la soluzione ad un problema matematico. “La bella manager ti ha colpito qui” e puntò l’indice in mezzo al petto di Yamaguchi, all’altezza del cuore. “Il biondo occhialuto ti prende qui” e appoggiò la mano aperta in mezzo alle sue gambe, stringendola delicatamente intorno ai genitali.

Yamaguchi non fece in tempo a protestare, che Terushima aveva già tolto la mano, fortunatamente prima che potesse sentire l’involontaria reazione del suo membro.

Il più grande allungò un braccio intorno alle spalle di Yamaguchi e lo condusse verso una panca, dove lo fece sedere, prima di accomodarsi vicino a lui.

E quindi, cosa pensi di fare?” Lo stava fissando serio, il mento sorretto dalla mano stretta a pugno e il gomito appoggiato alla coscia nuda, che era sfuggita alle pieghe dell’asciugamano. Sembrava sinceramente curioso di ascoltare quello che aveva da dire.

Tadashi non riusciva a crederci. Lui, una persona riservata e timida, che si trovava senza neanche sapere il perché, a chiacchierare con il capitano di una squadra avversaria - che per di più era mezzo nudo - dei suoi più intimi sentimenti.

Eppure, Terushima era una persona talmente diretta e spontanea, e il suo entusiasmo era talmente sincero e contagioso, che faceva sembrare quella assurda situazione quasi normale, come se loro due fossero due vecchi amici che chiacchieravano mentre si cambiavano dopo un allenamento. O forse, Yamaguchi sentiva solo il bisogno di sfogarsi con qualcuno nel tentativo di fare chiarezza nel caos dei suoi sentimenti.

Di certo non poteva parlarne con Tsukishima, e meno che mai con la sua nuova amica Yachi. Forse aveva proprio ragione chi sosteneva che a volte è più facile confidarsi con dei perfetti estranei che con gli amici più cari.

Niente… e che dovrei fare?”

Non so, hai parlato con loro dei tuoi sentimenti?”

Fossi matto! Non voglio mica perderli!”

Almeno, glielo hai fatto capire?”

E come potrei?”

Terushima si intenerì vedendo gli occhi dell’altro vagare sul pavimento in cerca di una risposta. Con due dita gli sollevò il mento, avvicinò il viso e appoggiò le labbra alle sue.

Così.”

Yamaguchi era rimasto con gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, nonostante l'altro si fosse staccato. Un invito irresistibile per Terushima, che allungò una mano sulla guancia di Tadashi e riprese il bacio.

Yamaguchi sembrò risvegliarsi dal torpore e accennò ad allontanare il viso, ma la mano ferma di Terushima lo trattenne con delicatezza e nello stesso tempo la sua lingua si insinuò nella sua bocca.

Tadashi sentiva il piersing dell’altro sulla lingua, e istintivamente cercò di leccarlo e stuzzicarlo, rendendo il bacio molto più profondo ed eccitante di quanto si sarebbero entrambi aspettati.

Wow… Se lo baci così, il tuo amico occhialuto cadrà ai tuoi piedi” gli sussurrò sulle labbra il capitano mentre prendeva fiato.

Ricominciò a baciarlo, e nel frattempo prese delicatamente le mani del giovane, e le portò oltre il proprio collo, facendole aderire alla base dei capelli. Yamaguchi accarezzò contropelo la nuca rasata di Teruschima, prima di infilare le dita tra i suoi capelli umidi, regalandogli una scossa elettrica che gli attraversò tutta la schiena, per finire nel basso ventre.

Continui a sorprendermi, numero dodici del Karasuno. Se fai così con il tuo amico, lo uccidi!”

Il capitano scostò con le dita un ciuffo di capelli che erano scesi sugli occhi dell’altro e tornò a lasciargli dei baci delicati su tutto il viso.

Se invece scegli lei, questa è la cosa migliore per scioglierla”

Yamaguchi si abbandonò alla sensazione di tenerezza che quella bocca morbida e umida gli regalava e piegò la testa all’indietro.

Prendendolo come un invito, Terushima si fiondò sul collo candido, così esposto alle sue attenzioni, e alternò baci e piccoli morsi, con l’effetto di far gemere il suo compagno.

Ecco, sì, lei dovrebbe fare proprio così… E a questo punto… le sussurri qualcosa di carino all’orecchio, così...” avvicinò le labbra al lobo di Tadashi. “Mi piaci, adoro il profumo della tua pelle, adoro i tuoi occhi, le tue lentiggini, sei così dolce...” soffiò.

Guidò ancora una volta le mani dell’altro, portandole sul proprio petto, e facendole aderire ai capezzoli.

Yamaguchi sentì la carne turgida sotto i propri palmi e iniziò a stuzzicarla con le punte delle dita. Sentendo di non poter resistere a quel richiamo, Terushima lo fece piegare in avanti, finché la sua bocca non fu all’altezza del seno. Il più giovane si lasciò guidare docilmente, in balia delle proprie sensazioni. Leccò uno dei capezzoli, continuando a sfregare l’altro con le dita.

Questo la renderà tua, senza ombra di dubbio” sentenziò Terushima in un soffio, la testa portata indietro e gli occhi chiusi.

Riprendendo il controllo, gli sollevò la testa e riprese a baciarlo con foga, avvolgendo le braccia intorno al suo busto e stringendolo forte a sé, mentre si alzavano dalla panca. Gli sollevò la felpa e infilò le mani sotto la maglietta, accarezzando con desiderio la sua pelle nuda.

Hai la pelle così morbida, chiunque sceglierai ne rimarrà rapito per sempre” sussurrò sull’orecchio arrossato del primino.

Sai”, continuò sospirando “farai fatica a crederci, perché non succede mai, ma ho commesso un errore. Era su di te che dovevo mettere gli occhi, fin dall’inizio. Sei una vera sorpresa.”

Le sue mani scesero fino alla vita e si infilarono sotto l’elastico dei pantaloni della tuta, e dentro ai boxer, fino ad avvolgere le natiche calde.

Yamaguchi ebbe un sussulto e si irrigidì.

L’altro se ne accorse subito. “Ehi, lentiggini. Non mi dirai che non hai mai…”

Yamaguchi voltò la testa di lato e la fece oscillare impercettibilmente. Senza aggiungere altro Terushima sfilò le mani dai calzoni e lo abbracciò ancora più forte, affondando la testa tra i suoi capelli.

Allora il resto riservalo al futuro”

Lasciò un bacio tra i suoi ciuffi neri e sospirò forte.

Chiunque sceglierai è una persona molto fortunata. Lascio a lui – o lei – il privilegio della tua prima volta. E le tue meravigliose lentiggini. Fai una buona scelta, e ricordati i miei suggerimenti”.

Yamaguchi soffocò un “G… Grazie” nell’incavo del forte braccio di Terushima. Lo diceva solo con la testa, perché il suo corpo chiedeva di non fermarsi, di continuare quella lezione, voleva imparare, voleva conoscere tutto, voleva sapere come si tocca un ragazzo, come si conquista il cuore di una ragazza, voleva vedere se sotto quell’asciugamano Terushima portava gli slip oppure no, voleva ancora le sue mani addosso.

Ma forse aveva ragione lui. Meglio rimandare il resto al futuro. E tornare alla realtà.

Dopo pochi minuti, Terushima stava finendo di sistemarsi i capelli allo specchio, e Yamaguchi tornava verso i suoi compagni, senza la borraccia, ma con qualche informazione in più.

Nessuno si era accorto della sua assenza.

 

“Allora? Alla fine chi hai scelto?”

Yamaguchi per un attimo si guardò intorno e si toccò i vestiti, impregnati di tutte le bibite che gli si erano rovesciate addosso. In quel momento era l’esempio vivente di quel meraviglioso disastro che era la sua vita.

L’amicizia, l’amore, i figli, anche se non tutti suoi. Tutte le persone che amava erano in quella palestra, mischiate tra di loro e inscindibili, gli sporcavano e gli rinfrescavano la vita, con i loro profumi, i loro colori, la loro dolcezza, la loro eccentricità.

“Semplice" rispose sicuro, allargando le braccia. "Ho scelto… tutto!”

 

   
 
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