Non è la prima volta che Kageyama è violento con me, non mi stupirebbe se mi avesse cambiato i connotati per tutte le volte che mi ha afferrato la faccia con le sue grandi mani nei momenti di scazzo tra noi. Ma questa sera è diverso mentre mi afferra dal colletto della divisa e mi sbatte contro la parete della palestra. Riesce a sollevarmi senza problemi e io sono completamente impotente, non posso fare altro che dimenarmi e strillare come mio solito.
“Si può sapere che ho fatto stavolta?!” mi lamento. La mia voce risuona per l’ampia stanza vuota. Gli altri sono già andati via, capita spesso che rimaniamo noi due per ultimi.
Davvero, non so cosa lo possa aver fatto scattare.
“Non me ne frega un cazzo di quello” inizia a gorgogliare con voce bassa prima di alzarla “Kenma, Kenma, Kenma…sono io l’alzatore della Karasuno!” sono io il tuo alzatore.
Eh?
“S-si, certo lo so, stavo solo…”
“Se proprio devi pensare a lui, fallo dopo aver concluso l’allenamento con me!” sbraita con il viso a pochi centimetri dal mio. Rimango di stucco di fronte a quelle parole e quegli occhi. Non che io abbia tutta questa esperienza ma sembrerebbe una scenata di gelosia in piena regola.
“Kageyama… tu…”
Come scottatosi mi lascia andare e rapidamente si volta, diretto verso gli spogliatoi.
Lo seguo senza pensarci, spinto da quella strana forza misteriosa che mi fa gravitare sempre attorno a lui.
“Kageyama” lo chiamo, cercando di afferrargli un braccio.
“Vattene a casa Hinata. E’ tardi” sputa lui, sottraendosi.
“Io durante ogni partita aspetto solo il momento in cui mi alzerai la palla. Sei tu, sono le tue alzate che voglio schiacciare. Solo ..le tue. Noi siamo i più forti, insieme” butto fuori in totale sincerità.
Lo vedo portarsi con frustrazione una mano in faccia.
“Tu…è davvero meglio se vai ora” sussurra senza guardarmi.
“Kageyama ora basta! Dimmi che c’è!” sbotto.
Non ho neanche il tempo di rendermene conto che sono già schiacciato tra il muro e il suo solido corpo. “Cosa..?”
“Tu… quando salti al massimo della velocità e della forza e ad occhi chiusi aspetti di colpire la palla, riesci a farlo perché ti fidi di me, non è così?”
“Si..”
“Allora fidati…” sussurra con voce roca mentre porta la sua mano destra al cavallo dei miei pantaloncini spezzandomi il fiato.
“Kage-“ ma non riesco a parlare. Il mio cuore continua a perdere battiti mentre quella mano dalle dita affusolate comincia a tracciare il profilo del mio membro.
I suoi occhi sono liquidi, mi ci perdo.
Porto le braccia sul suo petto e provo a spingerlo via ma con troppa poca convinzione per schiodarlo davvero.
“Kage…yama…” ansimo confuso, mentre vengo assalito da un turbinio di emozioni e il mio corpo comincia a bruciare. Mi sta venendo duro. La sua mano continua decisa a masturbarmi da sopra i vestiti.
“Hinata…” mi chiama con voce roca. Che sta succedendo?
“N-no…fermo… smettila… Ka-“
Mi strappa un gemito quando afferra la lunghezza e comincia a muovere la mano su e giù.
“Non posso lasciarti andare Hinata… non voglio…” ruggisce al mio orecchio.
E io mi rendo conto che non voglio lo faccia. Mi aggrappo alle sue spalle, forse nell’ultimo tentativo di restare lucido ma quando la sua mano sinistra mi afferra i capelli e tira indietro la mia nuca mentre la destra si infila sotto l’elastico dei pantaloncini gemo senza ritegno.
“Sono geloso, ecco che c’è” continua impietoso mentre mi lecca il collo e succhia avidamente subito dopo la parte interessata. Mi lascerà sicuramente qualche segno ma forse è proprio questo che vuole.
Inarco la schiena spingendomi ancora più contro di lui senza neppure rendermene conto. La vista comincia ad annebbiarsi e sento gli occhi sempre più lucidi per il piacere. La sua mano ha ormai raggiunto la mia pelle nuda e cominciano a bagnarmisi i boxer. “Che…che dici..” ansimo.
“Non sopporto sentirti parlare di Kenma, vedere che rivolgi le tue attenzioni e le tue stupide battute a qualcuno…” mi succhia il lobo “…che non sono io”
Vorrei parlare, dire qualcosa, chiedere di più ma mi escono dalla bocca solo parole spezzate e versi imbarazzanti.
“Voglio” dice perentorio mentre aumenta il ritmo con la mano “voglio che tu sia solo mio”.
Non ricordo di essere mai stato così eccitato e di sicuro non mi è mai venuto così duro. Ormai i boxer e i pantaloncini sono finiti all’altezza delle mie caviglie e sono completamente esposto e in balia del tocco impietoso di Kageyama.
Sento le gambe tremare per il piacere e mi mordo forte le labbra. Lui infila la mano libera sotto la mia maglietta e inizia a stuzzicarmi un capezzolo per poi stringerlo forte.
“Kageyama!” grido, pur cercando di trattenermi “Se continui così…io…!”.
“Hinata… dillo” ringhia lui, mordendomi la spalla. “Dì che sei mio”.
“Io…”
Aumenta ancora di più il ritmo e io non posso che abbandonarmi del tutto a lui.
Si sente solo il rumore della sua mano che scivola su di me con violenza e dei nostri respiri affannati.
“Sono…tuo” mi arrendo mentre riverso il mio seme nella sua mano investito dal primo orgasmo devastante della stagione.