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Autore: susiguci    10/12/2022    3 recensioni
Dal testo
Lei doveva avere quattordici o quindici anni. Non era più la bambina maschiaccio, tutta sporca, spettinata e vestita con gli abiti del fratello. Davanti a me c'era questa ragazza assolutamente incantevole, con un elegante vestito verde, lungo fino ai piedi che le faceva risaltare gli occhi. Aveva una pettinatura sofisticata che le scopriva il viso angelico e terminava con grossi boccoli scuri.
E avvicinandomi a lei scoprii nel suo viso una bellezza che mai avevo visto prima: gli zigomi alti, le labbra carnose, la pelle d'avorio, i lineamenti perfetti. E gli occhi dai quali non riuscivo a staccare lo sguardo come se mi stesse lanciando un incantesimo.
Riconoscevo solo la sua espressione, a causa delle sopracciglia che spesso aggrottava come se non si fidasse di nessuno.
Invece mi offrì il suo sorriso più bello e mi abbracciò. E io mi sciolsi.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agravaine, Igraine, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Agravaine











 

L'amavo.

Era una donna meravigliosa: intelligente, bellissima. Un animo nobile. La dolcezza fatta persona. Vitale e superbamente ironica. Eccelleva nella musica, nella danza, nella pittura e negli studi filosofici e letterari. Piena di talento, ma così modesta da non riconoscerlo. Si limitava a dire: "Lo faccio perché mi piace, lo faccio per passione."

 

Quando si sposò, quando diventò regina, odiai suo marito che me la portava via, che la strappava all'affetto dei suoi cari e soprattutto al mio.

Come osava portarla in un paese lontano, aldilà del mare, via dalla Francia dove era nata e vissuta?

Non m'importava niente di diventare il cognato del re d'Inghilterra e dell'onore che questo avrebbe portato al casato dei De Bois.

La mia amata sorella partiva. E io avvertii nettamente che da quel momento qualcosa in me stava cambiando.

E non era solo a causa della maturità che stava iniziando. Tutt'altro.

 

Mi veniva sottratta la persona che amavo di più e quella da cui mi ero sentito maggiormente amato durante la mia vita. 

Mio padre non si era mai occupato di me. I padri delle ricche famiglie, in generale, erano sempre fuori casa. 

Erano le balie e le governanti ad occuparsi dei figli. Mia madre era buona ma non aveva polso e per tutte le decisioni che riguardavano noi figli, aspettava che il marito tornasse. 

Lui decideva di noi spesso senza conoscere nulla delle situazioni. Non voleva saperne niente. Era seccato di dover ascoltare i nostri futili problemi da ragazzini. Decideva senza neanche consultarci.

E poi io ero il secondogenito. In pratica non valevo neanche la metà di Ygraine ai suoi occhi.

 

Sembrava che la colpa fosse mia per non aver voluto nascere come primogenito.

Una bambina come primo figlio non era una cosa molto ambita nelle famiglie come la mia.

Ma Ygraine era amata anche dai miei genitori. Com'era possibile non amarla?

E certo non li deluse quando re Uther la chiese in sposa.

Come poteva una figlia rendere i suoi genitori più orgogliosi di quanto lei aveva fatto?

 

Parlando con Ygraine prima del matrimonio scoprii che lei era davvero innamorata di Uther. Avrei dovuto immaginarlo. Non avrebbe mai sposato un uomo che non amava solo per fare felice la sua famiglia o solo perché molto più ricco Lei era diversa dalle altre donne.

 

Il fatto che amasse Uther avrebbe dovuto rendermi felice per lei. 

Io ero suo fratello minore ed ero sempre stato il suo primo sostenitore.

Invece mi scoprii geloso. Possessivo. E odiai Uther ancora di più. Lui aveva il potere di renderla felice anche senza di noi, anche senza di me.

Ygraine poteva essere felice senza la mia presenza al suo fianco, mentre io sapevo che non sarei mai più stato felice senza averla vicino.

La sua sensibilità fu in grado di cogliere la mia sofferenza e come al solito mi venne in aiuto.

Mi pregò, anzi mi supplicò di andare a vivere con lei al castello di Camelot, ma invece di rallegrarmi, mi sentii offeso e rifiutai.

Fu il mio primo grande errore. Non volevo dividerla con quell'uomo autoritario che era Uther, né con i suoi nuovi sudditi che, ero sicuro, l'avrebbero adorata. 

 

Al matrimonio era presente tutta la mia famiglia, persino i parenti più lontani che nemmeno conoscevo. Il castello era splendido e la cerimonia fu grandiosa.

Ma io mi sentivo triste, come se stessi presenziando alla mia decapitazione o qualcosa del genere. 

E quel giorno una parte di me, la migliore, morì per davvero.

 

Avevo strane sensazioni. 

Percepivo che Ygraine si trovava in un luogo pericoloso per lei. 

Come avrei voluto rapirla e riportarla a casa! Ma lei voleva stare lì. Era così piena di speranza e di gioia!

 

Compresi dunque che non ero la brava persona che credevo di essere.

Ero sempre nervoso e restio, permaloso e pieno di odio verso tutti.

Mascheravo, dietro a quello che Ygraine definiva il mio bel sorriso, tutti i sentimenti e le emozioni negative che provavo.

Il mio essere dolce, allegro e disponibile non erano mai dipesi da me, ma da lei.

Era lei che rendeva le persone migliori con il suo modo di fare e con l'amore che diffondeva attorno a sé.

 

Ebbi paura.

Era una cosa terribile comprendere la pesantezza di quei pensieri, riguardo me stesso.

Era la veritá ma non me ne ero mai accorto prima. Sapevo di avere dei difetti, ma non di essere una persona meschina e torbida.

 

Una volta tornato in Francia adeguai le mie azioni a ciò che percepivo di me: cominciai a frequentare dei giri di persone poco raccomandabili. Volevo avere un po' di denaro da spendere per i miei vizi, senza doverli chiedere ai miei genitori.

Mi divertivo a giocare con i dadi truccati, a scommettere sulle corse di cavalli o su combattimenti fasulli, a fingermi amico degli sconosciuti giunti in città, facendoli bere per poi derubarli.

Spesso abusavo dell'alcol e frequentavo donne di malaffare.

Mi sembrava di stare meglio, accettando la mia parte più oscura. Ma questo sollievo si manifestava ormai solo quando bevevo.

Mia madre era molto preoccupata per me, mentre mio padre pensava si trattasse solo di una fase della gioventù che prima o poi tutti i ragazzi maschi dovevano passare.

 

Durante una rissa fui accoltellato allo stomaco e me la vidi brutta.

Spaventato da quell'esperienza decisi di non frequentare più quelle sordide taverne, né gli amici di convenienza che mi era fatto in quel mondo, quasi tutti piccoli malviventi come me.

Mi feci più attento ed astuto.

Giravo armato, nascondendo le armi sotto gli abiti e cominciai a frequentare posti più sicuri e di un ceto sociale più elevato, più simile a quello della famiglia De Bois.

Arrivai persino a farmi invitare alle feste indette dalla corte reale di Clodoveo I.

Da pochi anni la Francia era stata unificata proprio dal potente re Clodoveo, venuto dalla Germania scortato dal popolo dei Franchi, e che, dopo aver portato un grosso scompiglio, era riuscito quasi miracolosamente a creare un regno di pace e prosperità, diventando uno dei re più amati in quella terra a cui aveva dato il nome dei suoi barbari.

 

Continuavo a bere e frequentavo donne di piacere di un livello superiore rispetto alle prostitute delle taverne. Il tutto, però, in modo molto più discreto rispetto a prima. 

Altrimenti non mi avrebbero più accettato all'interno della loro cerchia.

Quante convenzioni inutili ho dovuto sopportare, quanti stivali ho dovuto leccare per poter essere ben visto a corte.

Ebbi qualche relazione segreta con alcune dame di ceto medio-alto. Una era sposata ma le altre puntavano al mio status sociale e speravano in una proposta di fidanzamento da parte mia. Essere imparentato con la regina d'Inghilterra era una forte tentazione, per donne di ogni tipo, di volermi conoscere.

Ovviamente quando le cose si facevano serie, sparivo per un po', tornando solo quando le sapevo fidanzate con qualcun altro.

Ebbi modo di appurare che due di queste ragazze si erano davvero innamorate di me, aldilà del mio stato e avrebbero voluto sposarmi, magari fuggendo, anche senza mezzi né soldi sufficienti.

Per me loro contavano né più né meno delle altre e anche in quei casi feci perdere le mie tracce. 

Non mi ero mai soffermato sull'idea di prendere in considerazione una donna se non per il mero piacere sessuale che ne derivava.

Credevo che non mi sarei mai innamorato e mi andava più che bene.

 

Ovviamente questo stile di vita richiedeva molto più denaro rispetto a prima. Ingoiai il mio orgoglio e chiesi a mio padre un obolo mensile. Ma questi me lo negò. 

Allora feci l'unica cosa che potevo fare e che i miei auspicavano per me da tempo.

Feci richiesta e presi parte ai duri allenamenti quotidiani per poter diventare un uomo d'arme. Sarei potuto diventare un cavaliere al servizio del re di Francia oppure entrare a fare parte del forte esercito dei Franchi. Scoprii che non solo ero portato, ma mi piaceva molto combattere con i miei commilitoni. Con la spada, la mazza ferrata, la lancia ma anche nel combattimento corpo a corpo.

Ero molto abile, ma anche crudele. Se potevo fare male, nei limiti del consentito, lo facevo. Non riuscii a farmi nessun amico tra quei cadetti: mi temevano e mi odiavano. Ma proprio in virtù di questo, riuscii a compiere una veloce carriera militare fino a quando mi ritrovai ad essere il più giovane cavaliere al servizio di re Clodoveo.

Non bevevo quasi più e frequentavo donne solamente quando l'esercito me lo consentiva. Ero di nuovo felice, finalmente, dopo parecchi anni.

Avevo trovato il mio posto nel mondo.

Vedevo che i miei genitori erano contenti di me ma c'era qualcos'altro che li preoccupava: la situazione di Ygraine.

Nonostante fosse sposata con Uther già da qualche anno, Ygraine non aveva ancora dato un figlio al re. Ogni estate la famiglia De Bois, compreso me, andava a Camelot a trovarla per qualche tempo.

Quell'anno Ygraine, pur essendo bellissima e dolce come al solito, era diversa. Aveva un candore meno fulgido sul viso e più simile al pallore di un malato. Inoltre era molto dimagrita, forse per la pressione cui veniva sottoposta. 

Da sempre si sapeva che una regina che non fosse in grado di dare un erede al consorte, poteva venire, da questi, ripudiata in qualsiasi momento.

Quasi lo sperai.

Non sarebbe stato meraviglioso riportarla a casa con me?

Ma Uther dimostrava una gentilezza e un amore tali nei confronti della moglie, che mi resi conto che non l'avrebbe mai lasciata.

 

"Morgana, vieni qui!" disse Ygraine con dolcezza a una bambina che camminava appena. 

"Uther e io abbiamo adottato Morgana" ci spiegò con un sorriso. "Dopo aver perso la mamma, ha perso anche il papà. Si chiamava Gorlois ed è sempre stato uno degli amici più intimi del re, oltre che un magnifico combattente.”

La bimba gli corse incontro e salì sulle ginocchia della regina.

"Non è bellissima?"

 

Era davvero una splendida bambina con i grandi occhi verdi e i capelli scuri. Ma i bambini non mi facevano impazzire. Avevo solo ventidue anni ed ero un cavaliere.

Non avrei mai immaginato quanto sarebbe diventata importante per me.

 

Quando ce ne andammo, un paio di settimane dopo, Ygraine sembrava la quintessenza della felicitá. Mi abbracciò forte e mi disse: "la prossima volta che ci vedremo ti presenterò tuo nipote o tua nipote, zio!"

Per un momento fui davvero felice per lei. Mia madre scoppiò in lacrime per la gioia e vidi anche mio padre intenerito e commosso: una cosa rara.

 

Le parole che mi disse quel giorno furono le ultime che sentii da lei ed erano una bugia. Involontaria certo, ma comunque una bugia, dolorosa e tragica, l'unica che mi avesse mai detto. Nove mesi dopo infatti morì di parto.

E mi sentii perso. 

Per sempre.

 

Quando raggiungemmo Camelot per la sua cerimonia, ero furioso con Uther. 

Ma quando lo vidi, l'uomo era straziato. Mi abbracciò e scese lentamente fino ai miei piedi, piangendo disperatamente, senza ritegno e io non riuscii a esprimere il mio odio per lui.

Lui riusciva a lasciarsi andare al suo dolore, come avrei voluto fare anch'io, ma ormai ero diventato freddo e arido.

Mia madre era devastata e anche mio padre mi sembrava più piccolo e indifeso che mai.

Sentivo solo un immenso vuoto interno. Incolmabile.

 

Poi ci portarono a vedere quel bambino.

Il bambino per colpa del quale Ygraine era morta.

Artù.

Il principe.

Era innegabilmente un bambino bellissimo. Anche se aveva solo pochi giorni, il bimbo assomigliava già moltissimo alla madre.

La pelle e i capelli dell'infante erano chiarissimi. Aveva grandi occhi azzurri, le guance piene di un bimbo in ottima salute, le labbra rosse e carnose di mia sorella Ygraine.

Sembrava la copia esatta di sua madre e non aveva nulla di Uther, se non la forza di quella manina che mi strinse un dito quando glielo avvicinai.

 

Sarebbe dovuto morire lui al posto di lei.

Non sarebbe mai dovuto nascere.

Un bimbo così grande non poteva nascere da una donna così esile e delicata. 

L'aveva distrutta, uccisa.

Era stata colpa anche di Uther che aveva osato violare il corpo di Ygraine con il suo seme venefico.

 

Giurai vendetta su Uther ma soprattutto su Artù. Non m’importava che il piccolo non c'entrasse, che fosse innocente, né che sarebbe cresciuto privo della madre, senza sapere quanto meravigliosa fosse.

 

Io lo avrei distrutto come lui aveva appena fatto con mia sorella.

Un giorno! Non importava quanto tempo avrei dovuto aspettare perché Artù crescesse! Gli avrei fatto rimpiangere di essere nato.

 

Tornavo a Camelot tutte le estati. Artù mi adorava e cercava sempre di essere preso in braccio da me. Io invece pensavo al modo in cui mi sarei vendicato di lui.

Lo coccolavo, lo abbracciavo e giocavo con lui. Faceva parte del piano. Più si affezionava a me e più grande sarebbe stato il colpo. 

Prima di morire avrebbe dovuto sapere chi voleva la sua morte e perché. Solo il pensiero mi faceva stare bene.

 

Morgana mi divertiva e mi prendeva in giro. Era una bambina ribelle e capricciosa, ma io la trovavo adorabile, ogni volta di più.

Ma quell’estate, tornando a Camelot, ebbi io una sorpresa.

Lei doveva avere quattordici o quindici anni all'epoca. Non era più la bambina maschiaccio, tutta sporca, spettinata e vestita con gli abiti del fratello. Davanti a me c'era questa ragazza assolutamente incantevole, con un elegante vestito verde, lungo fino ai piedi che le faceva risaltare gli occhi. Aveva una pettinatura sofisticata che le scopriva il viso angelico e terminava con grossi  boccoli scuri. 

E avvicinandomi a lei scoprii nel suo viso una bellezza unica: gli zigomi alti, le labbra carnose, la pelle d'avorio, i lineamenti perfetti. E gli occhi maliziosi e selvaggi dai quali non riuscivo a staccare lo sguardo come se fossi stato sotto incantesimo. 

Riconoscevo solo la sua espressione, a causa delle sopracciglia che spesso aggrottava come se non si fidasse di nessuno.

Invece mi offrì il suo sorriso più bello e mi abbracciò. E io mi sciolsi.

"Finalmente sei arrivato, zio! Ora potrò avere un valido aiuto contro quell'arrogante di mio fratello!"

Ero preoccupato. Morgana era una bambina e io non potevo sentirmi così turbato da lei. Avevo superato i trentacinque anni. Avrei potuto essere suo padre. 

Ma già questi dubbi che non mi ero mai posto per nessun'altra donna, mi fecero comprendere che ciò che sentivo per lei era diverso da qualsiasi altro sentimento mai provato prima.

Avrei dovuto smettere di andare a Camelot e invece dall'anno successivo rimasi di più. Prima un mese, poi un mese e mezzo e infine due mesi. 

Ogni anno Morgana si faceva più bella, più donna e io la desideravo disperatamente. 

Quando Morgana compì i vent'anni decisi di dichiararmi. Uther mi diede il suo benestare per sposare Morgana ed io ero felice come un bambino.

 

Artù però era sempre tra i piedi. Ritenevo che all'epoca avesse una cotta per lei.

D'altronde non erano fratelli di sangue. Almeno così tutti ritenevano.

Nemmeno lui era rimasto indifferente al fascino di Morgana. 

Lui le diceva sempre qualche cattiveria, chiaro segno del suo interesse. 

Ma lei era la ragazza più forte che ci fosse e con grande ironia, trovava sempre il modo di cavarsela. Mi accorsi con sgomento, però, che ogni volta, Morgana aggiungeva qualcosa: uno sguardo, un sorriso, o una frase che lasciava Artù stupito o che mirava a illuderlo. Insomma sapeva come fare per tenere chiunque sotto la malia delle sue grazie.

 

Un pomeriggio portai Morgana a fare una passeggiata a cavallo e decisi che era il momento giusto.

"Sai Morgana, vorrei sapere il tuo parere: se mi trasferissi a Camelot in pianta stabile, ti farebbe piacere?"

"Certamente, Agravaine!"

Non mi chiamava più zio e ne ero intimamente contento.

"Per farlo dovrei avere una buona ragione …" 

"Sono sicura che è a causa di una donna…"

"È la verità. Sei sempre stata molto perspicace…"

"La conosco?"

"Sì, credo tu la conosca molto bene…"

Morgana tacque a lungo, cavalcando vicino alla riva del fiume.

"Se è per me, ti dico subito di levartelo dalla testa!"

"Hai mai pensato a me come a un possibile marito?"

"Sapevo che prima o poi me l'avresti chiesto. Sono diversi anni che mi guardi in modo strano…"

"Strano?"

"Sì, scusami ma, Arthur dice che mi guardi come un pesce lesso…"

"Sono solo ardentemente innamorato di te, Morgana."

"Credo che sia una cosa bella, ma… io ti vedo solo come un caro zio…"

Se mi avesse pugnalato al petto credo avrei sofferto di meno.

"Quindi non mi dai neanche una speranza?"

"Adesso no. Ma non posso essere sicura di quello che vorrò fra qualche anno e se saprai giocare bene le tue carte… mai dire mai, Agravaine"

Ero talmente sconvolto. Il giochetto che faceva con Artù, lo faceva anche con me.

Era crudele a tenere tutti in sospeso per lei. 

Ripartii il mattino dopo senza salutare né Morgana né Artù, trovando qualche scusa con Uther, che ovviamente aveva capito.

Non tornai più a Camelot, se non anni dopo, quando Uther morì e Artù mi chiese aiuto nella gestione del suo regno. Non ci sarei andato neanche morto. Non volevo rivedere Morgana. Dopo tanto tempo nel mio cuore c'era ancora solo lei.

 

Nella missiva più incredibile che avessi ricevuto, Artù mi scriveva che Morgana era una strega malvagia, che aveva più volte complottato contro il padre e contro Camelot, perché Morgana era veramente la figlia di Uther e della moglie del suo amico Gorlois. 

 

Maledetto Uther! 

Tanto innamorato di Ygraine, tanto disperato per la morte della moglie e invece … l'aveva tradita … con la moglie del suo miglior amico. Un doppio tradimento! E durante i primi anni di matrimonio. 

Lo sapevo. Lo sentivo che Uther era un re ingiusto ed egoista. Ma non potevo più vendicarmi di lui. Avrei dovuto accontentarmi del giovane re.

 

Artù continuava scrivendo che Morgana,

dopo aver saputo di essere la primogenita di Uther, aveva cercato di impossessarsi del trono di Artù, cercando di farlo uccidere in più di un'occasione.

 

Non m’importava che Morgana fosse una strega. Era la legittima primogenita e avrebbe dovuto essere lei a buon diritto regina di Camelot e non quell'usurpatore di Artù.

Ripartii per Camelot con il doppio intento di vendicare Ygraine e Morgana. 

Avrei dovuto ingannare Artù, convincerlo di essere dalla sua parte.

 

Purtroppo all'inizio non riuscii a contattare Morgana. 

In più c'era Merlino, il servitore di Artù.

Trattava il re come fosse un suo pari, come fosse un semplice ragazzotto di campagna. E davanti al re non faceva altro che contrariarmi, tanto che persino Artù aveva dovuto riprenderlo.

Che insolente. Come si permetteva?

Ma Artù in generale pendeva dalle sue labbra. Una cosa vergognosa.  Però ebbi anche qualche successo, come quando convinsi Artù a giustiziare personalmente Kaerleon, un re nemico molto pericoloso. Fu un quell'occasione che mi resi conto dell'odio che Merlino mi portava. Come anche la volta in cui convinsi Artù a lasciare Ginevra. Anche se in seguito il re tornò sui suoi passi.

 

Fortunatamente, grazie ai druidi, riuscii a scovare il nascondiglio di Morgana.

Quando me la ritrovai mi misi in ginocchio davanti a lei. Le raccontai del mio odio per Artù, le raccontai della lettera di suo fratello e che quindi sapevo tutto.

Lei mi rispose che in cambio di informazioni mi avrebbe concesso un posto di potere, non appena avesse potuto sedersi sul trono.

Era molto cambiata. Aveva del tutto perso la sua dolcezza. Era addolorata ma più combattiva che mai. Non la vedevo mai sorridere, se non quando quella smorfia di sarcasmo le spostava le labbra verso l’alto. Non vestiva più dei lussuosi abiti colorati che tanto amava. Era sempre incorniciata da vesti nere, con ampie scollature che ogni volta mi infiammavano i lombi. Era triste, ma guai a compatirla: l'avevo vista uccidere all'istante qualcuno per molto meno.

Era crudele, furibonda, ma io l’amavo ogni giorno di più.

Mi avrebbe fatto soffrire ma non importava. L’unica cosa cui ambivo ormai era starle vicino e proteggerla.

Inoltre mi compiacevo di una cosa alquanto strana. Pur utilizzando il suo fascino per far fare quello che voleva ad ogni uomo che incontrava, Morgana non aveva mai nessun uomo al suo fianco o nel suo letto. Una volta in cui sembrava particolarmente serena ossi chiederle: "Morgana, hai mai adoperato i tuoi poteri su di me con lo scopo di rendermi così avvinto alla tua persona?"  "No, non ce n'è stato bisogno!" "Sarò mai degno del tuo amore?" "Potrai essere degno al massimo della mia benevolenza, ma di nient'altro. Non ho mai trovato nessun uomo più forte di me. Se fosse esistito ora sarebbe al mio fianco..."

Per lei ho commesso ogni forma di crimine. Ho ucciso diversi uomini sia direttamente che pagando altri che lo facessero per me.

 

Vivevo a Camelot e avevo un certo ascendente su Artù. 

Ma non riuscii a tenerlo lontano da Merlino. I due sembravano vivere in simbiosi. Oh, se qualcuno avesse visto come si guardavano e quanto erano felici insieme! Tutti gli affettuosi dispetti che si facevano per poi ridere fino a strozzarsi! Artù non perdeva occasione per toccarlo e l’altro si vendicava a parole. Erano disgustosi! Chiunque li avesse visto come li vedevo io, non avrebbe potuto fare a meno di pensare che i due giovani non fossero solo amici. C'era molto di più tra loro. Su Merlino non avevo dubbi: si sarebbe dato fuoco pur di salvare il suo re. Per cui non potei fare a meno di odiare anche lui. Disfaceva tutti i miei tentativi di far fuori Artù.

I sentimenti del re forse erano più confusi rispetto a quelli del suo servo.

Se non fosse stato per Ginevra, posso dirlo, avrei pensato a un sentimento iniquo e perverso tra i due, ma lei c'era. 

Purtroppo era la donna meno indicata a diventare regina. Era una ragazza povera ed era di colore. Artù poteva avere un erede dello stesso colore di pelle dei saraceni e tutti odiavano i saraceni. Quanto di più inadeguato!

Era bella e molto intelligente. Quanto di più pericoloso!

Sia io che Morgana abbiamo fatto di tutto per eliminarla. Entrambi c’eravamo andati così vicino, ma alla fine non ci siamo riusciti. Io credo che ci fosse Merlino dietro tutto questo.

 

Ci furono dei problemi anche per Morgana. Un potente mago oscuro, di nome Emrys l'aveva attaccata più volte e ogni volta l'aveva lasciata in fin di vita. Ho dovuto curarla così spesso.

A volte mi trattava davvero male, mentre altre volte si addolciva.. Mi guardava come se volesse baciarmi: piegava il volto, schiudeva le labbra e mi guardava la bocca. Io mi sentivo impazzire di desiderio, ma se cercavo di avvicinarmi si spostava in fretta o peggio, tirava fuori il pugnale. Lei mi usava e io ero uno stupido che si illudeva ogni volta.

Non ho mai smesso di amarla, nonostante la sua repulsione per me.

 

Morgana sarebbe stata felice di sapere che Emrys il mago altri non era che il servo del re, il goffo e irriverente Merlino.

Nessuno l'avrebbe mai detto. 

Ma non fui io a dirlo a Morgana perché stupidamente attaccai Merlino che mi uccise facendomi fare un volo enorme contro una parete di roccia.

Rimasi ucciso sul colpo, quasi non ci credevo.

 





Deve essere passato circa un anno da allora. Credo che tra poco la rivedrò. 

La rivedrò, ma sará come non averla qui. E non mi aspetto alcun cambiamento. Qui nessuno può parlare con le altre ombre o interagire con esse. 

Questa è la cosa peggiore.

 

Merlino l'ha uccisa, con una freddezza che non avrei mai creduto possibile da uno come lui.

 

Anche mio nipote sta per morire, nonostante Merlino stia cercando di salvarlo. Da qui riesco a vedere ancora quello che succede sulla terra, ma in modo passivo, senza poter fare nulla. E da qui talvolta sento ciò che provano. Merlino è disperato. Avevo ragione: è innamorato di Artù. E il re forse lo ama ancora di più. Non vuole morire perché non vuole lasciarlo solo.

È buffo ma non provo nessuna soddisfazione di fronte alla sua morte. Nessun odio e nessuna gioia.

Io sono finito nel buio

Non credo che rivedrò Artù. Lui sicuramente andrà dall'altra parte. E cioè in quella parte che io chiamo la luce, ma è solo una mia idea.

 

Ho un unico grande rimorso, un grande dolore che non mi lascia in pace neanche per un attimo. 

E non riguarda Morgana.

 

Avrei dovuto essere una persona migliore, solo perché adesso potrei starle accanto, potrei starle vicino, di lá, nella luce, dove so che le anime possono parlare e sorridersi ed abbracciarsi.

Se non mi fossi perso, se fossi riuscito a tenere il suo ricordo dentro di me, adesso potrei essere felice per sempre.

Per amor suo avrei dovuto farlo, ero in grado di farlo. Non è stata lei ad abbandonarmi. Sono stato io ad arrendermi al dolore.

 

Ora suo figlio sarà con lei.

Chissà cosa avrà pensato Ygraine di me, che ho agito contro suo figlio dal primo giorno in cui è nato!

 

'Se mi senti, ti prego, sorella,... perdonami!'

















 

Ciao,

avevo scritto da un po' questa one shot. Volevo dare un passato ad Agravaine che nella serie piombò tra capo e collo nella quarta stagione e mi fece pensare. E questo chi è?

Agravaine non è certo un personaggio molto amabile, però trovavo intrigante questa sua cotta per Morgana. E non ho mai capito perché odiasse Artù. Allora me lo sono immaginato io.

L'attore è vecchierello ma niente affatto male, secondo me, poi è molto bravo! E ha un sorriso wow, proprio come dice sua sorella in questa storia.

La storia di Clodoveo I è stata condita da me con molto zucchero.

A dir la verità Agravaine e la sorella non erano neppure francesi, ma i loro nomi e soprattutto il cognome me l'avevano fatto pensare e ho preferito scriverlo così.

Sappiamo che nella serie Uther ha tradito Gorlois con sua moglie. Non sono sicura che abbia tradito anche Ygraine, ma la tempistica non gli dà molte chance di innocenza. Mi sarei riguardata la puntata in questione, ma in questo periodo i canali fuorilegge che ho seguito (per pochissimo, giuro) sono stati tutti bannati!😆

Se qualcuno ha carpito più informazioni di me al riguardo, lo prego di farmelo sapere.

Un bacione!

 
   
 
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