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Autore: evil 65    10/12/2022    5 recensioni
La guerra per il destino della Terra di Mezzo è cominciata.
A vent’anni dalla creazione dei primi Anelli, Sauron ha dato il via ad una guerra di logoramento contro il popolo degli Elfi, distruggendo Eregiorn e costringendoli a rintanarsi nelle regioni del Lindon.
Malgrado i suoi migliori sforzi, Galadriel non riesce a contrastare l’ondata di morte che ha colpito il Regno. Tutto sembra ormai perduto… almeno fino a quando l’Oscuro Signore in persona non le propone un insolito accordo…
(Post Gli Anelli del Potere – Episodio 8)
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Galadriel, Sauron
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un nuovissimo capitolo! Vi auguro una buona lettura ;)



Capitolo 5 – Missioni diplomatiche


Da quella prima cena insieme, i giorni si susseguirono in una fredda quanto – sorprendentemente – innocua monotonia.
La Dama e il Maia s’incontravano almeno tre volte al giorno per mangiare in rispettiva compagnia, anche se raramente tra loro sbocciavano delle conversazioni che non fossero sottilmente ostili. Per lo più, ciò accadeva a causa delle provocazioni di Galadriel.
Dopo circa un paio di settimane, tuttavia, anche l’aggressività della Nolde cominciò a placarsi, forse temprata dall’ormai familiare routine a cui veniva sottoposta.
Sauron arrivò perfino a renderla partecipe degli addestramenti militari dell’esercito, forse in un vano tentativo di guadagnare il suo favore. E così continuò per altri tre giorni… finchè una mattina, l’Oscuro Signore non la pose davanti ad un’offerta certamente inaspettata.
<< Che cosa? >> gli chiese, non sicura di aver udito realmente le sue parole.
<< Sto per partire per una missione diplomatica nelle Terre dell’Est >> ripetè l’Oscuro Signore, con tono paziente << Mi piacerebbe che tu venissi con me. >>
Galadriel assottigliò lo sguardo.
Non era la prima volta che l’Oscuro Signore abbandonava le terre di Mordor per fare chissà cosa, al di là del suo sguardo… ma questa era certamente la prima occasione in cui le aveva proposto di accompagnarlo. Era un comportamento alquanto insolito, e questo fu sufficiente per mettere la Dama in allerta.
<< Perché? >> domandò, senza nascondere il suo sospetto.
<< Perché tu sei mia moglie e la mia regina >> rispose il Maia, come se stesse semplicemente affermando un’ovvietà  << Coinvolgerti negli affari politici del nostro regno è una cosa naturale. >>
<< E la vera ragione? >> ribattè la Nolde, impassibile. Dopotutto, era abbastanza sicura che Sauron sarebbe stato più che felice di escluderla da qualsiasi amministrazione di Mordor, se questo significava ridurre il suo potere e renderla più facile da controllare.
Il Maia si portò una mano al petto, simulando un espressione offesa.
<< Mi ferisci, Galadriel. Davvero credi che ci sia sempre un secondo fine dietro le mie azioni? >>
<< Sì >> fu la fredda risposta dell’Elfa.
Entrambi rimasero a fissarsi per un po’, fino a quando Sauron non sospirò stancamente.
<< Va bene, mi hai beccato >> cedette, le labbra arricciate nel suo solito sorrisetto << Pensavo che ti avrebbe fatto piacere lasciare la torre per un po’. Non avevo intenzione di negarti la luce del sole in eterno. >>
Galadrel sbuffò, non impressionata dall’apparente preoccupazione del Nemico.
<< Anche i raggi più caldi sarebbero solo misere fiammelle se assaporati in tua compagnia. >>
Il Signore Oscurò strinse gli occhi, visibilmente infastidito dal commento della moglie.
<< Mi sorprendi, Galadriel >> disse, sembrando quasi una bestia pronta a balzarle alla gola << E io che pensavo che avresti insistito di venire nel caso non ti avessi invitata. Se non per una boccata d’aria fresca, sicuramente per tenermi d’occhio durante lo svolgersi dei miei piani nefasti. >>
Quell’ultima affermazione riuscì a metterla in allerta.
<< I tuoi piani? >> gli chiese, guardinga.
Il sorriso del Maia divenne più pronunciato, come un pescatore sul punto di agguantare una preda. 
<< Perché credi che abbia chiesto udienza alle terre di  Rhûn ? >> disse, mellifluo << Un regno è forte solo quanto lo sono i suoi alleati. Qualcosa che il tuo popolo ha scoperto sulla propria pelle. >>
Gli occhi di Galadriel si spalancarono per la comprensione.
Non le serviva essere un genio militare o un sovrano per intuire le reali intenzioni dell’Oscuro Signore. Dopotutto, lei stessa aveva più volte fatto uso della stessa tattica per contrastare i suoi nemici, tra cui lo stesso Sauron.
<< Stai cercando nuove alleanze >> sussurrò, incapace di nascondere il timore di una simile prospettiva. Poiché Mordor era già di per sé un Regno potente… ma se fosse riuscito a guadagnare abbastanza alleati? Sarebbe diventato praticamente inarrestabile.
Sauron le lanciò uno sguardo condiscendente.
<< Sono un sovrano, Galadriel. È parte del lavoro >> disse, con un scrollata di spalle.
La Dama cominciò a mordicchiarsi il labbro.
Il solo pensiero di passare ancora più tempo in compagnia del Maia la riempiva di disagio e sgradevole anticipazione. Tuttavia… questa sarebbe stata un’occasione d’oro per scrutare nei piani del nemico senza destare sospetti.
“Probabilmente è ciò che si aspetta” pensò irritata. Ma forse poteva sfruttare la sua arroganza a proprio vantaggio, come aveva già fatto in passato. Dopotutto, erano state proprio le parole dell’Oscuro Signore – al tempo nelle sembianze del suo vecchio amico – a metterla in allerta.
Il desiderio di ottenere riconoscimento per le sue imprese in ambito arcano era ciò che lo aveva smascherato! Era intelligente, certamente infido… ma non imbattibile, e Galadriel avrebbe puntato proprio su questo.
<< Verrò con te >> proclamò a gran voce, la testa sollevata con fierezza << In ogni caso, non negherò alla mia giumenta una simile opportunità. Non vedeva l’ora di lasciare questo posto orribile. >>
Sauron la guardò con divertimento.
<< Un uomo minore potrebbe sentirsi offeso da simili commenti sul suo regno. >>
<< Allora dovrei usarli più spesso >> ribattè lei, sorridendo a sua volta. Poi, finita la cena, si recò nelle sue stanze per preparare una casacca da viaggio.
 
                                                                                                           * * *

In meno di un’ora erano entrambi pronti per partire.
Con sua sorpresa, Galadriel trovò il suo nuovo marito spoglio dell’armatura nera con la quale aveva cominciato ad associarlo, vestito invece con un’armatura a scaglie scarlatte non dissimile da quella indossata durante la battaglia decisiva per le terre del Sud.
Per un momento smise quasi di respirare. In quelle vesti, era davvero TROPPO simile ad Halbrand, così cercò di sovrapporre mentalmente quella figura ordinaria con la maligna entità che l’aveva costretta a questo matrimonio. Purtroppo, non ebbe molto successo, così si concentrò sul compito di rassicurare la sua fidata giumenta, che per troppi giorni aveva atteso in quella stalla con la speranza di poter galoppare ancora una volta. Poi, la condusse accanto al nero destriero dell’Oscuro Signore, nel mezzo della piazzola che precedeva gli ingressi di Barad-dûr . 
Guardandosi attorno, la Dama scoprì che non vi era nemmeno l’ombra di un Uruk.
<< Saremo solo noi due? >> domandò sorpresa.
Sauron la guardò con la coda dell’occhio. << Gli Orchi non sono esattamente una razza ben voluta, al di fuori di queste terre. Inoltre,  con loro presenti saremmo costretti a viaggiare solo di notte. Finirebbero col rallentarci. >>
Qualcosa su cui la stessa Nolde poteva concordare. Ma per quanto la prospettiva di non sentire puzzo di Orco per qualche giorno fosse allettante, il pensiero di restare sola in compagnia dell’Oscuro Signore non era altrettanto piacevole.
<< Non verrà nemmeno Azog? >>
In tutta risposta, il Maia le inviò un sorriso da lupo che la fece rabbrividire.
<< Sono più che in grado di proteggerti senza il suo aiuto >> rispose, gli occhi appena illuminati da un bagliore sinistro  << Inoltre, mi fido che non proverai a scappare… e violare gli accordi che assicurano la sopravvivenza del tuo regno. >>
Quando l’Elfa udì tali parole, la cautela lasciò subito il posto ad una rabbia familiare.
<< Non hai bisogno di ricordarmelo >> sussurrò freddamente.
<< Eccellente! >> esclamò l’Oscuro Signore, mentre saliva in groppa al suo nero destriero. E, dopo averle lanciato un ultimo sorriso, colpì i fianchi dell’animale con il tacco degli stivali, incitandolo al galoppo.
Galadriel sbuffò sprezzante e balzò sulla giumenta, per poi partire all’inseguimento.
Dietro di loro, Barad-dûr divenne sempre più piccola, fino a scomparire al di là delle montagne. In meno di due ore, avevano già abbandonato le terre di Mordor.

                                                                                                                * * *

Cavalcarono per tre giorni verso Est, senza mai fermarsi, ma al terminare del quarto pomeriggio la stanchezza cominciò ad avere la meglio anche sulla determinazione di Galadriel. Così propose a Sauron di accamparsi per la notte sul limitare di un boschetto, e fortunatamente il Maia acconsentì.
Mentre erano entrambi stesi a terra, la Dama sprofondò rapidamente nel mondo dei sogni, ove si ritrovò a cavalcare per i campi di Valinor con il fratello Findor.
Nelle settimane in cui era stata imprigionata a Mordor, proprio il ricordo dell’amato parente – ucciso niente meno che dagli immondi servi di suo marito – era stato tra le poche cose in grado di tenerla sana di mente.
Quando la temperatura della foresta calò vertiginosamente, si svegliò nel cuore della notte e scoprì Sauron che la scrutava dal lato opposto dell’accampamento, gli occhi fissi sul suo viso e illuminati dal fuoco che aveva acceso per scaldarli.
<< Hai freddo? >> le chiese, con tono sorprendentemente dolce.
Galadriel rimase inizialmente in silenzio, non del tutto sicura se avrebbe dovuto rispondergli o meno. Invece, assottigliò lo sguardo e gli domandò: << Mi stavi guardando? >>
Sauron arricciò le labbra in un sorrisetto ironico.
<< Lo sai che non ho alcun bisogno di dormire >> fu la sua risposta disinvolta << E non avevo altro modo per passare il tempo. >>
I suoi occhi vennero attraversati da un luccichio malizioso. << Non che considererei l’osservarti un passatempo poco dignitoso. Sei molto bella, specie quando sei così tranquilla. >>
L’Elfa sì sentì avvampare, ma cercò di mantenere un’espressione fredda e risoluta.
<< Non ho bisogno di vuote adulazioni >> sbuffò, mentre alzava il busto per mettersi a sedere. Sauron fece lo stesso e la scrutò con un cipiglio apparentemente perplesso.
<< Non sono vuote >> ribattè cordiale << Sono molto vecchio, Galadriel, ma ti assicuro che non ho mai incontrato qualcuno come te. Non mi sorprende che i Silmaril siano stati creati per catturare anche solo un briciolo della tua bellezza. >>
La Nolde fece una smorfia al ricordo.
Ricordava assai bene tutte le volte in cui suo zio Fëanor l’aveva tormentata dapprima per chiederle una ciocca dei suoi capelli, convinto che la luce degli alberi di Valinor fosse rimasta intrappolata nelle loro ciocche. E quando la principessa Nolde aveva scelto di negargli una simile e oltraggiosa richiesta per l’ultima volta, ecco che l’Elfo fabbro era passato dall’adularla a riempirla di calunnie.
Non era un periodo della sua vita che le piaceva rammentare.
<< All’epoca ero solo un bambino >> disse, freddamente << Simili commenti non mi lusingavano allora, e certamente non lo fanno adesso. Per quanto qualcuno possa sembrare avvenente, può ancora nascondere un cuore nero come l’oceano più profondo. Tu ne sei la prova vivente. >>
Invece che attenuarsi, il sorriso sul volto del Maia divenne ancora più accentuato.
<< Quindi pensi che sia avvenente >> disse, e Galadriel dovette trattenere un insulto assai poco dignitoso.
<< Per favore >> sputò, il mento sollevato in segno di sfida << Quello non è nemmeno il tuo vero volto. >>
<< Tecnicamente, non ho un vero volto >> ribattè l’altro << E per quanto trovi divertenti le nostre conversazioni, non hai ancora risposto alla mia domanda: hai freddo? >>
Ancora una volta Galadriel esitò a rispondere. Dicendogli la verità avrebbe rivelato una potenziale debolezza… ma in fondo, se davvero l’avesse voluta ferire, di certo gli sarebbe bastato attaccarla quando stava dormendo, incurante degli innumerevoli pericoli che la circondavano.
Alla fine, l’onestà ebbe la meglio sul suo orgoglio e paranoia.
<< Un po’ >> ammise, non senza un pizzico di ostilità.
Inconsciamente, il suo sguardo vagò fino al mantello di Sauron. Sembrava piuttosto comodo, ma di certo non avrebbe mendicato l’Oscuro Signore in persona per un lieve conforto dall’aria gelida della notte.
Sfortunatamente, il Maia sembrò intuire i suoi pensieri – qualcosa che, con suo grande dispiacere, stava capitando sempre più spesso – e sorrise civettuolo.
<< Non devi fare altro che chiedere >> disse, mentre apriva il mantello << Sarei più che felice di offrirti il mio calore. >>
E prima che la Nolde potesse darli una risposta sprezzante, aggiunse: << Certo… a meno che tu non abbia ancora paura di me. >>
Lo sguardo che Galadriel gli rivolse avrebbe potuto incenerire l’intero oceano.
<< Non ti ho mai temuto! >> sibilò, e allora le braci dei ceppi s’illuminarono brevemente di fiamme residue. Eppure, di fronte a tanta ira, l’atteggiamento del Maia rimase per lo più invariato.
<< Bene, perché non ti ho mai augurato alcun male >> disse, con tono conciliante.
L’Elfa trattenne un sussulto e lo indicò imperiosa. << Volevi semplicemente usarmi per manipolare la mia gente e soggiogarli al tuo volere. >>
<< Così l’hai interpretata. Ma posso rammentarti che all’epoca volevo restare a Numenor? Sei stata tu a indirizzarmi verso la tua gente, quando io volevo solo vivere un’esistenza pacifica. >>
Galadriel sussultò per l’accusa familiare, la stessa che aveva tormentato i suoi incubi più volte di quanto avrebbe voluto ammettere. Tuttavia, cercò rapidamente di nascondere il senso di colpa sotto una patina di stoico pragmatismo.
<< Quello che volevi… >> cominciò, freddamente << Era insediarti nel più grande regno umano della Terra di Mezzo e sfruttarlo per i tuoi scopi. O forse, hai solo finto di voler restare per rendere il tuo inganno ancora più realistico, conscio dell’opportunità che potevo offrirti. >>
Sauron ebbe il coraggio di lanciarle un’occhiata incredula.
<< Credi davvero che abbia pianificato il nostro incontro? >> le chiese, come se trovasse il concetto stesso a dir poco esilarante << Mi dai troppo credito. Sono potente, Galadriel, ma neppure io ho il dominio sui mari e sulle correnti. Se proprio vuoi incolpare qualcuno, perché non rivolgerti a Ulmo in persona? Come hai detto tu stessa, il nostro incontro è stato predestinato da qualcosa di più grande. >>
Galadriel scosse la testa. << Non ti credo. >>
<< Come che non cessi mai di ricordarmi >> ribattè il Maia, con un roteare degli occhi << Ma prima o poi dovrai farlo, se vuoi che il nostro matrimonio funzioni. >>
<< Ti ho già detto che non potrei mai affezionarmi a una creatura contorta come te! >>
Sauron rimase in silenzio per quasi un minuto buono, limitandosi a scrutarla con quei suoi occhi caldi e calcolatori. La Nolde quasi si aspettava che avrebbe lasciato cadere l’argomento come l’ultima volta… invece, le fece cenno di sedersi.
<< Allora perché non cominciare a capirmi? >> disse, offrendole un sorriso cortese << Dammi la possibilità di spiegarmi. >>
Il primo istinto dell’Elfa fu quello di rifiutare la proposta del Nemico. Dopotutto, sapeva più di chiunque altro quanto il Maia fosse abile nell’usare la sua lingua d’argento per manipolare eventi e parole con l’unico scopo d’insinuarsi nella mente dei suoi ignari ascoltatori.
Tuttavia – e andando contro il suo stesso giudizio - Galadriel si ritrovò a contemplare l’offerta.
Dopotutto, questa era un’occasione d’oro per scoprire un potenziale punto debole nel suo avversario. Inoltre, aveva passato gli ultimi vent’anni ad allenare la propria mente per situazioni come questa… e ormai, era perfettamente conscia dell’identità di colui che le stava di fronte.
Di certo non si sarebbe lasciata abbindolare come aveva fatto a Numenor. Non ora che sapeva con chi – o meglio, cosa – aveva a che fare! Doveva solo districare la verità dalla fitta rete di bugie con cui sicuramente avrebbe cercato di abbindolarla.
<< Molto bene >> disse, mentre si lasciava cadere a terra con uno sbuffo << Allora spiegami! >>


 

Ora che Galadriel e Sauron hanno lasciato Barad-dûr, la storia diventerà anche più movimentata.
Inizialmente, la fic doveva essere molto più semplice, ma come mio solito ho deciso di ampliarne la trama e infilarci un po’ di tutto. Chi conosce bene la lore di Tolkien forse potrebbe già intuire dove voglio andare a parare con questa scampagnata nelle Terre dell’Est…



 
  
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