- Vuoi palparle? - domandò [Kagami] all’improvviso. Aomine alzò le orecchie come un cane. Quel verbo non era stato scelto a caso [...] Quel verbo era un invito, ma anche un riferimento sarcastico alla sua passione per i seni formosi. Quel verbo era la gelosia adorabile e determinata di Kagami, che marcava il proprio territorio alla maniera di un animale. - Non solo palparle… - rispose.