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Autore: Giandra    25/12/2022    1 recensioni
❧ PatPran
➥ canon divergence; settata dopo il trasferimento di Pran; chat friends
Al di là delle sue aspettative, parlare con Klahan è finita per diventare non solo una routine quotidiana, ma anche l'aspetto più rallegrante e stimolante delle sue giornate: quel ragazzo ha tanto in comune con lui, ma per altri versi le loro personalità sono davvero differenti, in un modo che però trova complementare, più che incompatibile.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IT'S ALWAYS BEEN YOU
Capitolo I — Is it you?



  Pat cerca di convincersi che Pran — o meglio: che l'assenza di Pran — non abbia nulla a che fare con la sua scelta di iscriversi a un forum di liceali, provenienti un po' da tutto il mondo, alla ricerca di un amico; ci prova con tutto se stesso, ma la parte lucida, e anche un po' sadica, del suo cervello non gli consente mai di crederci fino in fondo. 
  Ripete un migliaio di volte a se stesso che si tratta solo di un modo per esercitare il suo inglese, in vista dei prossimi esami (e il fatto che il suo maggiore sprone in termini di studio, ovvero la competizione con Pran, sia ora sparito non ha, a sua volta, niente a che vedere con questo escamotage). 
  Quando un giorno, a seguito della formazione di una chat piuttosto affollata, composta da più di mille persone, a una ragazza viene in mente di chiedere quali siano le nazionalità dei vari membri, Pat non è sorpreso di essere l'unico proveniente dalla Thailandia; l'idea di far parte di una comunità virtuale così eterogenea è in realtà per lui piuttosto eccitante, ma sarebbe comunque bello poterla condividere anche solo con un'altra persona che capirebbe la sua lingua. Le risposte continuano ad arrivare (Inghilterra, Stati Uniti, Messico, India, Italia...) e Pat è quasi sul punto di arrendersi, quanto tutt'un tratto un altro utente si proclama Thailandese. Senza pensarci due volte, contrassegna quel messaggio con un cuore e si affretta a contattarlo in chat privata; è sul punto di scrivergli in inglese, poi si dà mentalmente dell'idiota e si accinge a ripristinare la tastiera thai. 
  Hey! Come va? Ho letto che anche tu sei Thailandese.
  Nella speranza che il tono del messaggio non suoni troppo formale, attende con impazienza una risposta.
  Ciao! Sì, infatti. Tu di dove sei, di preciso? 
  Il suo primo istinto è quello di rifilargli una bugia; i suoi genitori lo hanno sempre avvertito sui rischi delle conoscenze online, anche se Pat non ha mai preso la questione troppo sul serio e si è limitato a navigare su internet in incognito o con l'anonimato, senza fornire dati personali, per evitare di essere truffato o che qualcuno iniziasse a comportarsi con lui in modo inappropriato. In fondo non è che debba andare a rivelare a questo sconosciuto il suo indirizzo e numero civico; pertanto gli risponde Pathum Thani e gli augura buona fortuna — nel caso in cui sia davvero un maniaco con cattive intenzioni — a pescarlo nel bel mezzo di un milione di persone. 
  Anche io!
 Pat sorride; non sa bene neanche lui il perché, ma il pensiero di aver trovato un compaesano, entusiasta quanto lui di averne incontrato uno, lo rallegra. Bene! Magari un giorno ci potremmo incontrare, gli scrive, senza pensarci più di tanto. 
  La risposta tarda ad arrivare e Pat teme di averlo messo a disagio. In realtà adesso sono da tutt'altra parte, però se mi capiterà di tornare a casa si potrebbe fare.
  È quasi sicuramente una scusa, ma la cosa non lo ferisce: neanche si conoscono ancora, la sua è stata un'offerta troppo affrettata; Pran gli ha sempre detto che tende a buttarsi a capofitto nelle cose senza prima ragionare- PranNon deve pensare a lui. Non ha senso che pensi a lui. Pran se ne è andato e Pat, forse, non lo vedrà mai più. Certo, tranquillo.
  Ahahah! Non ti ho ancora chiesto come ti chiami. 
  Questa è una domanda semplice, alla quale Pat potrebbe replicare con altrettanta semplicità; gli viene però un dubbio: e se questo tizio, in realtà, abitasse nella sua stessa zona? E se frequentassero lo stesso liceo? Può aver menzionato il vivere fuori provincia perché anche lui, come Pat, preferisce non essere localizzato; non che si vergogni di far parte di quel forum, ma sa che nella sua scuola qualcuno potrebbe usare l'informazione per prenderlo in giro e lui non può proprio permettersi di finire invischiato in altre risse, non senza Pran — perché non solo senza di lui non è più divertente, ma anche perché, senza la scusa garantita dalla presenza del suo eterno rivale, sicuramente suo padre lo castigherebbe.
  Alla fine, decide di dargli un nome falso; tanto, che differenza potrà mai fare? Kamon, quindi, gli risponde. E tu?
  Klahan, si presenta il suo interlocutore. I loro nomi (o meglio: il nome del ragazzo e il suo nome falso) hanno la stessa iniziale — come il suo vero nome e quello di Pran... Pat scuote la testa e fa il possibile per pensare a qualcos'altro. 
  Piacere! Tu come mai ti sei unito a questo gruppo?
  Per migliorare il mio inglese, dice Klahan e Pat gli risponde un Anch'io! pur sapendo che si tratta di una frottola. 
  Mi sembrano simpatici, gli altri membri. Però sono contento di aver trovato qualcun altro con cui parlare in thai.
  Pat sorride di nuovo, felice che il ragazzo abbia ragionato al suo stesso modo. Sì, infatti. Pure perché ieri hanno iniziato a parlare di un sacco di serie tv inglesi che manco avevo mai sentito nominare.
  Klahan gli invia un'emoji che ride e Pat si scopre soddisfatto di averlo divertito. Verissimo. Domani possiamo metterci a parlare, che ne so, di Plae Kao, tanto per vedere le loro reazioni.
  La sua proposta sardonica gli strappa una risata genuina, specie considerando che la stessa idea sarebbe potuta provenire dalla sua mente. Assolutamente sì!!! 
-
  Al di là delle sue aspettative, parlare con Klahan è finita per diventare non solo una routine quotidiana, ma anche l'aspetto più rallegrante e stimolante delle sue giornate: quel ragazzo ha tanto in comune con lui, ma per altri versi le loro personalità sono davvero distanti, in un modo che però trova complementare, più che incompatibile.
  Pat non riesce comunque a smettere di pensare a Pran. Se ne è ormai andato da due mesi, ma il suo banco vuoto in classe continua a causargli lo stesso groppo alla gola del primo giorno. Chiacchierare con Klahan nelle ultime quattro o cinque settimane lo ha aiutato a combattere il malumore, specie considerando che lo trova inspiegabilmente simile a Pran; a volte teme di star proiettando la nostalgia che prova a causa dell'assenza dell'ex nemico-amico su di lui, ma a ben guardare ci sono degli aspetti dei loro caratteri che sul serio combaciano: sono entrambi dei perfettini (a volte hanno provato a darsi una mano a vicenda nei compiti di inglese e Klahan non è mai stato contento finché le traduzioni non sono risultate perfette e scorrevoli; c'è da dire, però, che quel lato di lui porta anche Pat a rispolverare la competitività che ha riposto nel cassetto da quando Pran si è trasferito), sono entrambi molto attenti ai cambi d'umore di chi sta loro attorno (è capitato che Klahan riuscisse a notare dal modo in cui Pat scriveva i suoi messaggi, dalla punteggiatura e da altri dettagli simili, quale fosse il suo stato d'animo), tutti e due odiano perdere (quando si sfidano a chi completa per primo un quiz d'inglese su internet o un test del QI, Klahan risulta sempre chiaramente stizzito da una sconfitta) e tutti e due sanno mettere Pat a suo agio, sono entrambi persone con cui gli risulta semplicissimo parlare.
  Oggi il ragazzo con cui ho fatto amicizia da quando mi sono trasferito mi ha invitato a  dormire a casa sua, gli scrive quella mattina, quasi un annuncio, come se non sapesse come continuare da solo il discorso e avesse bisogno di una spintarella. Pat allora gli dice: Ottimo, no? Vorrà dire che gli stai simpatico. E, del resto, non gli risulta per niente difficile pensare che Klahan possa stare simpatico a qualcuno, anzi è invidioso di quel suo amico che può vederlo tutti i giorni di persona e proporgli di passare una serata assieme.
  Sì, penso di sì. Anche lui mi sta simpatico. Però... non sono mai andato a dormire a casa di nessuno. Pat spalanca gli occhi di fronte a quella confessione: ha appurato già al secondo giorno di conversazione che Klahan avesse la sua stessa età e lui ha partecipato a un migliaio di pigiama party, a volte è rimasto a dormire a casa di un amico anche se non era programmato, dopo tante ore di faticoso studio o a causa del mal tempo, per cui quella rivelazione lo stupisce non poco. Al di là delle sue esperienze, comunque, pensa di dirgli qualcosa che possa rassicurarlo: C'è sempre una prima volta, no? Sarà divertente, te lo prometto. Poi domani potrai raccontarmi com'è andata!
-
  A quanto pare, è andata bene. Klahan gli ha parlato per circa un quarto d'ora di come si è svolta la serata, anche se Pat ha dovuto porgli domande su domande a riguardo come se stesse imboccando un neonato; ha l'impressione che il suo nuovo amico virtuale non sia molto abituato ad aprirsi con gli altri e a raccontare la sua quotidianità (un altro elemento che, purtroppo, la sua mente aggiunge alla lista di similitudini tra lui e Pran). 
  Tu hai un migliore amico? Gli chiede Klahan all'improvviso, forse per cambiare argomento.
  Pat ci riflette un attimo: sì, ha avuto un migliore amico, uno con cui era impossibile non scontrarsi, ma con il quale finiva sempre per condividere tutto, uno che ha fatto parte della sua vita da quando ha memoria. Adesso però non è in contatto con lui da mesi, non ha il suo nuovo numero di telefono (perché la madre glielo ha fatto cambiare quando lo ha costretto a trasferirsi) e anche se ce l'avesse dubita che i suoi ipotetici messaggi riceverebbero una risposta. 
  Sì e no; diciamo che è complicato. Ho una migliore amica, però. Solo che... anche quello è complicato, gli risponde alla fine, accostando un'emoji che se ride accanto all'ultima parola. 
  Se ti va di raccontare come mai sono cose così complicate, io ci sono
  È la prima volta che Klahan gli manda un messaggio nel quale la frase finale è priva di punto, il che porta Pat a pensare che non lo abbia riletto e glielo abbia inviato di getto — e la trova una cosa adorabile.
  Grazie! Beh, diciamo che per la mia amica la complicazione sta nel fatto che lei mi piace, confessa. Non che i suoi sentimenti per Ink siano segreti o chissà che altro; è certo che la ragazza se ne sia accorta e, se non lei, di sicuro lo ha fatto l'interezza della loro classe. Pat è piuttosto cristallino e sincero, le sue espressioni facciali rivelano tutto ciò che prova. Anche Pran gli ha detto una cosa simile, una volta, mentre stavano giocando a due verità e una bugia: continuava imperterrito a indovinare quale fosse la bugia tra i suoi trittici di affermazioni e, quando Pat lo ha interrogato su come diavolo ci riuscisse, la sua risposta è stata solo "Ti si legge come un libro aperto".
  Pat si rende conto di aver di nuovo fallito miseramente nel suo proposito di non pensare a Pran. Dannazione.
  Oh! E a lei tu piaci? 
  È una domanda pragmatica; a Pat il pragmatismo piace, ma in quella situazione specifica non è sicuro di poterlo applicare. Uhm, sni? Non ne sono sicuro, ma neanche penso di starle indifferente. Sicuramente mi vuole bene, che è già qualcosa.
  Ti consiglio caldamente di evitare un amore a senso unico, gli suggerisce Klahan, lasciandolo di stucco.
  Me lo stai dicendo per esperienza personale? gli chiede. Sa di star addentrandosi in un territorio inesplorato e non vuole sembrare invadente, ma in fondo anche lui gli sta parlando delle sue faccende di cuore.
  È complicato, gli scrive Klahan, facendo eco alle sue risposte di poco prima. Non è che non voglia dirtelo, aggiunge, prima che Pat possa replicare, ma non so neanche da dove iniziare, a dirla tutta.
  Pat si domanda che tipo sia la ragazza che fa sentire uno chiuso e introverso come Klahan in quel modo. Mmmh, tranquillo. Magari dimmi qualcosa su di lei?
  Non ha idea di che cosa abbia scritto di sbagliato, ma il suo interlocutore non gli risponde per più di venti minuti; Pat rimane davanti al computer e sbircia ogni tanto lo schermo per controllare se è arrivato un messaggio, ma niente. Che gli sia caduta la linea? Sarebbe una strana coincidenza, ma non è impossibile. Forse ha trovato quella domanda troppo indiscreta?
  A salvarlo da un turbine di supposizioni e paure, finalmente Klahan gli scrive qualcosa, qualcosa che fa pentire Pat di avergli posto in quel modo la domanda: Non è una lei. A essere sincero, si sente un po' una merda: deve averlo messo tremendamente a disagio, dando per scontato che fosse una ragazza; neanche gli era passato per la testa che potesse essere un maschio, la cotta di Klahan. 
  Scusami. Riformulo: magari dimmi qualcosa su di lui?
  Passa di nuovo qualche minuto, poi l'amico gli invia un'emoji sorridente con le guance arrossate, che Pat presume sia l'unico modo che gli è venuto in mente per esprimere il suo sollievo e la sua gratitudine. Dopodiché, gli dice: In realtà, un po' ti somiglia, sai?
  Devo prenderlo come un complimento?
  Gli arriva un'altra emoji, di nuovo una che ride, e poi una spiegazione: Sì, sì. Siete entrambi molto spontanei e generosi, un po' impiccioni — in verità, lui è un GRANDE impiccione — e super divertenti.
  A Pat viene spontaneo sorridere come un cretino per i complimenti che gli sta facendo (decide di lasciar correre il fatto che gli abbia dato del ficcanaso). Sembra un tipo fantastico.
  Lo è. Ma non lasciarti ingannare, perché ha anche un sacco di difetti. 
  E chi non li ha?
  Io ne ho pochissimi.
  E l'arroganza di sicuro non è tra questi!
  AHAHAHAHAH

  Pat ride di gusto, contento di averlo divertito. Deve ammettere che questo genere di botta e risposta gli ricorda proprio le conversazioni con Pran. 
  Anche tu assomigli a qualcuno che conosco. Un mio amico... quell'amico di cui ti parlavo prima.
  Oh... è un complimento? 
  Sì, assolutamente. 
  Perché sembri triste allora quando lo menzioni?

  Di nuovo, Pat si chiede come cavolo faccia a capire le sue emozioni tramite uno schermo, accidentiFacciamo che ne parliamo un'altra volta? Prima o poi, giuro.
  Quando vuoi! Mica sei obbligato. Quando e se ti va.
  Sorride, contento che Klahan non ci sia rimasto male. Se vuoi puoi continuare a parlarmi della tua crush. Perché dici che è un amore a senso unico? Sei sicuro?
  Sicurissimo. E direi che per oggi possiamo fermarci qua, taglia subito corto, accostando però di nuovo un'emoji sorridente alla frase, forse per evitare di farla suonare troppo fredda.
  Okay! Tranquillo. 
-
  Passano i mesi e Pat tende ad aprirsi sempre di più con Klahan, al punto che ogni giorno, al rientro da scuola, la prima cosa che gli viene spontanea fare è accendere il computer per chattare con lui. Riesce a scambiarci un paio di messaggi al cellulare mentre è in classe, ma a causa della linea che va e viene, e dei suoi professori fin troppo severi, gli risulta oltremodo difficile. 
  Pat ha anche iniziato a credere sul serio che la storia del trasferimento non sia una scusa, dal modo in cui Klahan la infila nelle conversazioni, che di studiato e artificioso non ha niente, ma che anzi è casuale e rilassato. Pat è stato oltremodo contento nel constatare quanto a poco a poco anche l'amico abbia preso a raccontargli spontaneamente le sue giornate, o a parlargli dei suoi interessi, o a sfogarsi se succede qualcosa di brutto. Pat ha addirittura notato che, quando chatta con Klahan, riesce a non pensare tutto il tempo a Pran; è restio nell'ammettere che la sensazione che prova a parlare con Klahan sia molto simile a quella che provava con Pran, anche se manca il brivido del proibito e allo stesso tempo l'ansia di essere scoperto da suo padre. La loro amicizia è meno antagonistica, e i motteggi un po' mordaci che aveva sempre con Pran gli mancano da morire, ma almeno nel rapporto con Klahan ha ritrovato quella competitività che gli serve come l'aria per andare avanti con gli studi, ha riscoperto la voglia di comparare i suoi voti a quelli di qualcun altro nella speranza o nella certezza che siano superiori per potersi vantare (giocosamente o meno a seconda delle situazioni). Con Pran, a volte, diventava quasi una malattia per entrambi: la sconfitta bruciava fin troppo, perché finivano per prenderla davvero sul serio, ne facevano una questione di orgoglio; con Klahan invece è una competizione più sana e serena, che Pat davvero non può dire di disprezzare. 
  Gli piacerebbe spiegargli che il suo nome non è Kamon, ma non sa proprio come dirglielo; è consapevole che più tempo lascia passare meno facile sarà la confessione, ma si sente in imbarazzo ad avergli rifilato un nome falso e ha paura che Klahan potrebbe rimanerci così male da non voler più avere a che fare con lui. Pat non se la sente di perdere un altro amico. 
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  Kamon, ti posso fare una domanda?
  Il fatto stesso che Klahan senta il bisogno di chiedergli il permesso gli fa intuire che sia una cosa seria, per cui si trattiene dal rispondergli un Me l'hai appena fatta e piuttosto gli dice: Certo, dimmi tutto!
Ti è mai capitato che qualcuno ti chiedesse di uscire?

Pat sbatte un paio di volte le palpebre, confuso: che Kamon sia stato invitato a un appuntamento? Forse vuole un consiglio da lui? Qualche volta, gli scrive, come mai?
  Beh, oggi un ragazzo mi ha chiesto di uscire, prima che suonasse la campanella. Sono rimasto là imbambolato come un cretino e non gli ho detto niente, poi è effettivamente suonata e quindi ci siamo separati. Prima di tornarcene a casa mi ha detto di fargli sapere la risposta, domani...
  Pat ci riflette e giunge alla conclusione che questo sia il messaggio più lungo che Klahan gli ha mai inviato. L'accaduto deve averlo mandato sul serio in crisi. Prima di potergli dare qualsiasi reale dritta, Pat ha però bisogno di comprendere meglio la situazione: Okay, tu hai già idea di cosa dirgli? È lo stesso tizio da cui sei andato a dormire mesi fa? Lui ti piace?
  No, no, il mio amico si chiama Wai e siamo, appunto, amici. Con quest'altro ragazzo ci ho parlato sì e no quattro o cinque volte da quando mi sono trasferito, quindi mai sarei andato a pensare che gli piacessi. E... beh, penso di aver risposto all'ultima cosa, no? A stento ci conosciamo. Non è che non mi piace, è che pur volendo non può né piacermi né non piacermi. Mi è indifferente.
  Pat si sente in colpa nel rendersi conto che la prima domanda che gli viene da porgli non riguarda questa situazione difficile nella quale si è trovato: muore piuttosto dalla curiosità di sapere se Klahan si è confidato a tal proposito anche con Wai, oppure no; il pensiero che potrebbe essersi rivolto a Pat, e solo a Pat, fidandosi abbastanza da aprirsi e chiedergli un consiglio, per qualche motivo lo rende euforico. Scuote la testa, dirottando la traiettoria delle sue riflessioni. Okay, sì, ha senso. Purtroppo l'unica cosa che mi sento di suggerirti è che dovresti dirgli la verità... Non trovi?
  Sì, risponde immediatamente Klahan, su questo non ci piove. Ha comunque avuto il coraggio di venire da me a dirmi i suoi sentimenti senza sapere quale sarebbe stata la mia risposta. Merita quantomeno la verità. Però... non so come dirglielo, mi dispiacerebbe farlo stare male.
  Pat è sul punto di rispondergli qualcosa, ma si blocca quando si accorge che Klahan sta già scrivendo un altro messaggio. Decide di lasciarlo sfogarsi pienamente prima di aggiungere qualsiasi altra considerazione personale. 
  Scusami se ti sto rompendo con questa storia. È che non so con chi parlarne. Potrei dirlo a Wai: mi ascolterebbe e mi darebbe senz'altro un consiglio anche lui. Però non gli ho ancora mai parlato di... cose del genere. In più stando nella stessa classe mi sembrerebbe di tradire la fiducia del ragazzo. Tu invece non lo conosci e non lo conoscerai mai... quindi è diverso. Mi trovo a parlare con te. 
  Senza saperlo, Klahan risponde così all'interrogativo che stava monopolizzando la mente di Pat, portandolo a sorridere ampiamente come un idiota per un minuto buono, al punto che quando si costringe a smettere avverte un dolore alla mascella. Klahan ha piacere a parlare di quegli argomenti con lui, si fida di lui, è a suo agio con lui: quella consapevolezza gli riscalda il cuore. 
  Non mi stai affatto rompendo, anzi, sono contento che ti sfoghi e che me ne parli. Poi lo sai che sono un impiccione, no? Lo hai detto tu stesso. Mi piace farmi i fatti degli altri, specie se sono amici miei. Per quanto riguarda invece il 'come' dirglielo... non lo so. Se io trovassi il coraggio di dichiararmi alla ragazza che mi piace, l'unica cosa che vorrei in caso di rifiuto sarebbe naturalezza... Non vorrei mai che si comportasse diversamente o che all'improvviso ci fosse imbarazzo tra di noi. Però tu e questo tipo a stento vi conoscete, quindi è diverso. Magari posso solo consigliarti di essere quanto più gentile possibile. 
  Sì, questo sicuramente. Secondo te dovrei dirgli che mi piace qualcun altro?
  Klahan non ha fatto riferimento a quel suo amore a senso unico dalla prima volta in cui l'argomento è stato messo in mezzo. Pat ha voluto indagare più a fondo tante volte, ma ha sempre evitato temendo di infastidirlo. Che adesso sia invece il momento giusto? Dipende. Se è una bugia, evita. Digli semplicemente che apprezzi tanto i suoi sentimenti ma non li ricambi, ma che ti piacerebbe essergli amico eccetera eccetera. Invece se è vero, e c'è qualcuno che ti piace, si può fare, fai bene a dirglielo, così si mette anche il cuore in pace. Ma mi sentirei personalmente offeso!!! Perché non me lo hai detto! Pat aggiunge a quegli ultimi messaggi un'emoji che sputa fumo dalle narici e una che ride, per evidenziarne il tono scherzoso e ironico e per spingerlo ad aprirsi sull'argomento.
  Pran risponde con un'altra emoji sghignazzante e poi aggiunge: Ma sì che te l'ho detto. Non ho approfondito, ma te l'ho detto.
  Quindi l'amore a senso unico di cui il suo amico è sicurissimo non è una storia del passato, ma una realtà ancora parecchio presente. Pat si ritrova subito a pensare che, chiunque sia questo tipo, deve essere davvero uno stupido per farsi scappare qualcuno come Klahan. Ti va di farlo?
  Passa un paio di minuti senza risposta, poi Pat legge di nuovo lo sta scrivendo... sulla loro chat e attende con impazienza. Come ti dissi già tempo fa non so veramente da dove iniziare. Forse è meglio se mi fai tu delle domande. Cosa vuoi sapere?
  Mh, se me lo chiedi in questo modo sembra mi voglio fare per forza i fatti tuoi!
  Perché, non è così?

  Pat incurva le labbra in su in una smorfia divertita, consapevole che Klahan lo stia prendendo in giro, il bastardelloOh! Beh, allora se dici così non fa niente. Non lo voglio più sapere!
  Dopo circa trenta secondi, in cui l'altro ha digitato qualcosa sulla sua tastiera per tutto il tempo, gli arriva questo messaggio: Tanto lo so che stai facendo finta e che muori dalla voglia di sapere. E so anche che ci sono state almeno altre tre occasioni in questi mesi in cui avresti voluto chiedermelo e non lo hai fatto per non urtare la mia sensibilità <3
  Pat è a tanto così da farsi andare di storto il sorso d'acqua che ha appena bevuto per la risata allegra che quel messaggio gli strappa. Klahan gli piace proprio perché, sotto l'apparente dolcezza e i modi cortesi ed educati, ha in realtà una mente brillante e sardonica, nasconde un sarcasmo e una malizia che non falliscono mai nel farlo ridere. Il fatto che si sia accorto dei suoi tentennamenti dimostra che, proprio come Pran, sia capace di leggerlo come un libro aperto.
  Accidenti, accidenti, accidenti! Pat si dà due schiaffi leggeri sulle guance, improvvisamente irritato come non mai: fino a quel momento è riuscito a non pensare a Pran, sono settimane che il suo cervello non si è soffermato su di lui per più di una manciata di minuti al giorno, ma ecco che va a rovinare tutto andando a compararlo a Klahan, ancora una volta. Sì, certo, i due si somigliano, ma Klahan non lo ha mai costretto a imbucarsi nella sua stanza dalla finestra per paura che i genitori potrebbero vederlo entrare dalla porta d'ingresso, Klahan non è un segreto da mantenere, una scommessa rischiosa, una bomba a orologeria che può scoppiare da un momento all'altro; pensare a Klahan non gli fa male al cuore e non è di Klahan la chitarra che tiene ancora ben custodita nel suo armadio, nella vana e stupida speranza che un giorno potrebbe restituirla al suo possessore. Klahan non è Pran e l'amicizia con Klahan è molto più facile, pacifica, sicura; e soprattuto Klahan non ha problemi nell'ammettere che loro due sono effettivamente amici, parola che dalla bocca di Pran invece non è mai uscita. Da quando se ne è andato i sentimenti per lui sono diventati una mistura di rabbia, affetto, malinconia, nostalgia e tristezza e Pat, in tutta sincerità, ne ha piene le tasche di doverla ingerire a forza, di vedersela versata in gola senza poter opporre resistenza ancora e ancora. Vuole potersi concentrare su Klahan e solo su di lui, senza avvertire l'esigenza di accostare le sue caratteristiche a una persona che ormai non fa neanche più parte della sua vita.
  Okay, mister so tutto io! Complimenti. Vuole un premio, per caso?
  Mmmh, perché no. Cosa ho vinto?
 Ha vinto una seduta gratuita dallo psicologo Khun Pat. La prego di dirmi pure cosa lo affligge e di raccontarmi tutti i suoi traumi del passato.

  Klahan gli invia un'emoji che ride e Pat si diletta a immaginarlo mentre lo fa sul serio; non ha idea di quale sia il suo aspetto, però, quindi per evitare che a una sagoma sconosciuta se ne sovrapponga una chiara e cristallina che conosce fin troppo bene decide di rinunciare a questo proposito. Davvero vuoi ascoltarmi mentre blatero non-stop di un tizio che neanche conosci?
  Certo, gli risponde automaticamente Pat. Lo conosci tu, ed è chiaramente importante per te, quindi mi interessa.
  Si rende conto troppo tardi che la sua risposta è forse un po' troppo sdolcinata e lo capisce solo quando realizza che Klahan ci sta mettendo un bel po' a rispondergli, o anche solo a poggiare le dita sulla tastiera, visto che non compare neanche la scritta sta scrivendo...; gli è capitato anche con... con Pran. Più di una volta ha visto sul suo volto un'emozione che non si era aspettato, scaturita da un suo gesto spontaneo che però evidentemente per l'altro ha significato qualcosa di importante. Gli ha sempre fatto piacere stupirlo, prenderlo alla sprovvista, vedere i suoi occhi illuminarsi e il suo muro di difese crollare a picco. Il sorriso però sparisce dalla sua faccia al pensiero che con ogni probabilità non assisterà mai più a una scena del genere.
  Grazie, Kamon. Davvero.
  La gratitudine di Klahan lo desta da quei ricordi dolciamari. Di nulla! Ora muoviti e racconta.
  E ciò che il ragazzo gli narra porta Pat sull'orlo di una crisi nervosa.
-
  Non è possibile; deve trattarsi di qualche sorta di scherzo, di una barzelletta mal riuscita, o di una presa per il culo speditagli dritta dritta dall'universo, pronto ad abbattersi su di lui senza pietà. Pran? Non può essere lui. Pat si rifiuta di crederci, ma la storia di cui il ragazzo lo ha messo a parte lo costringe a farlo.
  Il ragazzo che mi piace è l'unica persona al mondo di cui non sarei neanche mai dovuto diventare amico, ma tant'è. Queste parole sono già di per sé suonate molto familiari e personali alle orecchie di Pat, ma ancora nel suo cervello non si era fatta avanti l'idea che fosse più di una semplice coincidenza. La sua famiglia e la mia si odiano per ragioni che non sto qui a spiegarti. Mia madre non è neanche riuscita a reggere la vista di noi due nella stessa stanza che mi ha trasferito in un'altra scuola. Qui, a Pat è mancato il fiato; perché l'ipotesi che potesse essere una coincidenza si faceva sempre più improbabile: sarebbe stato paradossale; ma il suo interlocutore gli ha fornito un'ulteriore indizio per comprovare la teoria inquietante che purtroppo Pat aveva già iniziato a formulare: Ci conosciamo da sempre. Siamo cresciuti come rivali sin da bambini. Poi piano piano le cose sono cambiate... Non ti saprei dire quand'è che ha iniziato a piacermi in modo diverso da un amico proibito. Sta di fatto che è così.
  Pat è rimasto immobile di fronte al computer per un tempo che non è in grado di quantificare. Per la prima volta, sarà Klahan (o meglio: Pran) a fissare lo schermo in attesa di una risposta, chiedendosi se arriverà mai; ma non per vendetta, o per rabbia, non lo sta neanche facendo appositamente: è solo che non ha la più pallida idea di come reagire di fronte all'evidenza che la persona che in questi mesi lo ha aiutato a curare la ferita mai rimarginata causata dall'assenza di Pran è in realtà la stessa che gliel'ha inflitta. Pat vorrebbe porgli un migliaio di domande, così tante che persino la confessione d'amore che gli ha appena, indirettamente, rivolto passa in secondo piano. Che strano che era l'universo, a farli crescere impedendo loro di volersi bene, a separarli tragicamente imprimendo un vuoto nel cuore di entrambi, e a farli re-incontrare nel più casuale e inimaginabile dei modi: si sono seriamente iscritti allo stesso forum, nello stesso periodo, scegliendo entrambi di usare un nome falso, e chiacchierando in tranquillità senza domandarsi come mai parlare con uno sconosciuto riuscisse loro facile quanto conversare con qualcuno che ti conosce da tutta la vita? Beh, ora Pat ne comprende il motivo. 
  Ho capito, gli scrive, mi dispiace molto per la situazione tra le vostre famiglie. Perché continuare a mentire? Perché fingere di non essersi accorto di nulla, perché nascondere quella consapevolezza che gli ha fatto aumentare il battito cardiaco oltre i limiti dell'accettabile? Beh, perché se gli avesse rivelato la sua identità, quasi sicuramente Pran si sarebbe chiuso; avrebbe messo del filo spinato attorno al perimetro del suo cuore e non gli avrebbe mai più concesso di oltrepassarlo. Pran si fida di Kamon, ma Pat non è sicuro di quale sarebbe la sua reazione se scoprisse di aver parlato con lui, per tutto quel tempo. Non vuole rischiare; non ancora, almeno. E questo tuo amico? Lui come vive tutta questa storia? Gli interessa sapere com'è che Pran lo vede, qual è la visione di lui che abita la sua mente, e si trova in una posizione assolutamente privilegiata per scoprirlo. 
  Sinceramente, non te lo so dire, gli risponde dopo qualche secondo, senza fare accenno ai venti minuti buoni che sono passati tra il suo racconto e il messaggio di Pat. È un tipo strano. Il modo in cui si comporta... o meglio, comportava... non è facilissimo da decifrare. Riesce a dire e fare delle cose con una tale spontaneità, che in parte gli invidio. Ma il fatto stesso che non ci pensi più di tanto, che non provi mai nessun imbarazzo, mi fa credere che per lui sono un amico qualsiasi, magari uno con cui è più divertente competere, uno particolare perché il fatto stesso che avevamo un legame andava contro le regole imposte dai nostri genitori, ma comunque un amico; e niente di diverso.

It must be nothing, 
the way you look at me is common, I'm sure.


  Magari è solo un po' spudorato. Magari ci stava provando con te e neanche ci hai fatto caso. È di se stesso che sta parlando, quindi perché ipotizzare scenari che sa non essere reali? Perché non lo sono... vero? Pat non è innamorato di Pran. Non ci ha mai provato con lui. Gli voleva bene, gli vuole bene, ma...
  Guarda, non credo. Per carità, ci ho sperato, eh. Ed è una domanda che mi è frullata in testa non so quante volte. 

You're just another friend of mine,
there must be nothing.


  Pran se l'è chiesto; qualcosa del modo in cui interagivano lo ha portato a domandarsi se Pat ricambiasse i suoi sentimenti. Cosa? Qual è stato il momento in cui il suo atteggiamento ha valicato il confine di quello che secondo Pran è un comportamento 'da amici' ed è penetrato nell'ambito di quello 'da fidanzati'? Non sa proprio che cosa rispondergli, non sa neanche cosa rispondere a se stesso. Per fortuna, Pran sembra avere veramente voglia di parlarne con qualcuno, perché sullo schermo compare di nuovo lo sta scrivendo..., prima che Pat possa pensare a cosa dirgli; certo che ne ha voglia: non si è mai potuto confidare con nessuno a tal proposito, giusto? Non con i suoi amici, perché sarebbe stato troppo rischioso, visto che condividevano la stessa classe con la sua cotta; non con Pat, per ovvie ragioni; non con i suoi genitori, perché non lo avrebbero mai accettato; Pat scommetterebbe che non si è aperto a riguardo neanche con Wai — e di nuovo quella strana sensazione di soddisfazione gli invade il petto. 
  Non dico che fosse palese il fatto che mi piacesse, perché anzi ho sempre cercato di nasconderlo con una certa cura. Dubito che lui se ne sia accorto. Ma allo stesso tempo so, perché lo so, che i miei comportamenti a volte tradivano qualcosa, dei dettagli che lui avrebbe potuto notare, se avesse voluto, se gliene fosse importato. Ti assicuro che sarebbe stato in grado di leggere tra le righe se l'interesse fosse stato reciproco.

In the way you talk to me, no need to feel insecure,
or read between the lines.


  Ti avrebbe fatto piacere se lo avesse fatto? Pat non è certo del perché gli pone questa domanda; forse è curioso di capire cosa esattamente Pran si è aspettato da lui, cosa avrebbe voluto, in che modo lo ha deluso e ferito. Magari non immaginava neanche di poterlo fare, aggiunge, senza dargli il tempo di replicare. 
  In che senso?
  Nel senso che magari, Pat prova — e nel frattempo elabora, fantastica, tenta di scavare più in profondità nella propria testa, nel proprio cuore, alla ricerca di risposte che potrebbero chiarire meglio la situazione per entrambi —, neanche si era mai prospettato l'idea che voi due poteste finire insieme... in quel senso. Magari gli piacevi tanto come persona, magari si è trovato incapacitato nel non esserti amico perché ti voleva bene, e quindi ha accettato quella situazione, ma magari non è mai arrivato a immaginare che tra di voi potesse esserci altro? 

I can't make sense of what you've done,
in my mind there is just one question


  Wow, Kamon, stai cercando di psicanalizzarlo senza manco conoscerlo, Pran gli scrive, accostando alla frase una faccia che ride. Penso che tu sia semplicemente un ottimo amico che sta cercando a tutti i costi di immaginare uno scenario in cui i miei sentimenti sono ricambiati e io e Pat possiamo vivere felici, contenti e innamorati
  Pur consapevole che non sia umanamente possibile, Pat perde un battito nel leggere il proprio nome scritto su quello schermo. È lui. Non che fossero rimasti dubbi, non sul serio, ma una conferma del genere, nero su bianco, gli fa girare la testa, lo porta a tremare, al punto che deve concentrarsi sul tenere le dita delle mani ferme prima di digitare la sua risposta. Pat?
  Ah, sì. Il ragazzo in questione si chiama così. Non te l'avevo ancora detto? 
  Eh no, Pran. Sono parecchie le cose che non mi hai detto.


Are we just friends or are we more?

 



 
   
 
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