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Autore: KatWhite    26/12/2022    2 recensioni
«Certo che sì, io amo mia moglie» disse Shikamaru girandosi improvvisamente verso Ino e fissandola intensamente negli occhi, scandagliando la sua anima e connettendosi ad essa; concesse alla ragazza di raggiungere, esplorare ed annegare in quell’oceano color inchiostro che si celava dietro le proprie iridi, percependo il proprio cuore e quello di Ino battere all’unisono, perfettamente sincronizzati, ma non inquieti. «Anche con un semplice e banale sfiorarsi di dita il mio amore per lei cresce ogni volta sempre di più» aggiunse ritrovandosi nuovamente pericolosamente vicino al suo volto. Shikamaru giurò di aver visto gli occhi di Ino risplendere più della luna stessa mentre allo stesso tempo il suo petto smetteva per pochi secondi di alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, e lui si inumidiva le labbra divenute improvvisamente secche.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le lenzuola attorno alle quali il corpo di Ino continuava ad attorcigliarsi e a nascondersi spasmodicamente erano aggrovigliate quanto i fili disordinati di un gomitolo. Doveva essere mezzanotte passata, ma proprio non le riusciva di prendere sonno in quella notte, a causa di… di…! Il solo pensiero del compagno di squadra che si affacciava sull’orlo della sua mente bastò a farla sbuffare sonoramente dalla frustrazione e ad uscire dal proprio bozzolo di coperte in un gesto teatrale e stizzito.
«Mendokusee, la pianti? C’è gente che vorrebbe dormire» la schernì in lontananza una voce roca e gutturale, leggermente impastata dal sonno.
Di tutta risposta, la bionda sbuffò ancora più forte e ancora più inviperita mentre buttava con eccessiva foga i piedi sul pavimento facendo rimbombare le piastrelle della camera d’albergo, e si avviò verso il bagno con un passo che aveva la stessa grazia ed eleganza di un bufalo. Con una luce fioca che illuminava la piccola stanza, fece scorrere dell’acqua gelida con la quale si bagnò insistentemente il viso. Si rimirò allo specchio, fermando il proprio sguardo sulle guance arrossate e gli occhioni lucidi che le incorniciavano il volto avvolto dai capelli scarmigliati, per poi darsi mentalmente dell’idiota mentre si tirava dei pugni contro gli zigomi. Dannazione, perché non riusciva a smettere di pensarci?!

Flashback: qualche giorno prima

Dopo giorni di viaggio, lei e Shikamaru erano finalmente giunti nella capitale del Paese del Suono. Il tragitto non era stato costellato dai soliti battibecchi o dalle amorevoli frecciatine che solevano scambiarsi a vicenda, ma era stato silenzioso, terribilmente silenzioso: un silenzio rumoroso, di quelli pericolosi, infidi e pronti a ferirti quando meno te lo aspetti e a pesare come macigni nel cuore. Entrambi conoscevano bene il motivo, ma erano troppo timorosi per affrontare direttamente il discorso; quindi si nascondevano dietro l’illusoria idea che andasse bene così, che le sempre più assidue frequentazioni tra il genio della Foglia e la primogenita della Sabbia fossero accolte e benvolute da tutti, che gli sguardi intensi che si lanciavano a vicenda di nascosto non celassero nessun sentimento taciuto, che l’imminente trasferimento del ragazzo a Suna non tangesse nessuno. Infatti, quella doveva essere la sua ultima missione in quanto ninja di Konoha, poi sarebbe passato sotto la giurisdizione del Kazekage. Che a proposito, era una missione davvero insolita quella che gli aveva affidato Tsunade: entrambi si sarebbero dovuti fingere una coppia sposata di diplomatici di fronte al Ministro degli Esteri del Paese del Suono; egli infatti era un uomo all’antica con idee tradizionali, e non sarebbe stato disposto a trattare con Tsunade, una donna indipendente ed autoritaria. Perciò l’Hokage aveva pensato di prendere due piccioni con una fava: non solo si sarebbe guadagnata i favori del Ministro facendolo trattare con una coppia sposata, ma in quanto ninja con una tecnica mentale adatta a carpire segreti, Ino sarebbe stata la spia perfetta da far infiltrare per qualche giorno agli incontri diplomatici di Oto. E non appena Ino aveva messo al corrente la sua squadra dei dettagli della missione, e soprattutto del fatto che molto probabilmente Sai sarebbe stato scelto come proprio compagno, Shikamaru si era immediatamente infervorato e aveva fatto il diavolo a quattro per poter prendere il suo posto e accompagnare Ino. Per tutta risposta, la ragazza si era interrogata sul motivo che l’aveva spinto a prendere questa decisione, e mentre una vocina nella sua testa le suggeriva cose stupide come il fatto che potesse avere una cotta per lei, seppellì questo pensiero nei meandri più profondi della propria mente fermandone il flusso senza indagare ulteriormente, intimorita di sapere la verità.
Si ricordava della notte precedente alla partenza, quando Choji aveva tirato una gomitata alla bionda notando il turbamento della ragazza che fissava le stelle brillare troneggiando nella notte. «Ricorda che lo avevi promesso ad Asuma-sensei» si era limitato a dire il ragazzo paffuto. Non lo aveva detto chiaramente, ma Ino capì immediatamente a ciò che alludeva: “Non farti battere da Sakura. Né nel ninjutsu e né in amore”.

Flashback: qualche ora prima

Shikamaru ed Ino erano seduti su un divanetto in pelle rossa in una sfarzosa e lussuosa saletta, finemente decorata da preziose porcellane d’importazione e quadri di grandi artisti famosi. La Yamanaka represse un conato di vomito non appena entrò: l’aria era inebriata di un profumo dolciastro, zuccheroso, melenso, falso. Tutta quella manifestazione solo per il bisogno di esibire ricchezza, raffinatezza e superiorità la faceva imbestialire. Innanzi ai due, vi era un uomo vecchio e rugoso, oltre la sessantina, seduto su una poltrona che li osservava con cautela sistemandosi di tanto in tanto gli occhiali tondi in un gesto meccanico, e che sorrideva adulatore, ossequioso, falso anch’esso: mascherava un ghigno ferino e animalesco, come un predatore che attende il momento propizio per sbranare la propria preda.
Il Nara appariva impassibile e indecifrabile come sempre, mentre un leggero brivido di nervosismo attraversò la schiena della bionda, ma si riprese velocemente facendo un profondo respiro ed esibendo un sorrisino cordiale, perfetto e studiato.
«Prego, servitevi pure coniugi Nara» esordì il ministro con tono stucchevole.
I due non se lo fecero ripetere due volte ed entrambi allungarono le mani verso la tazzina di tè innanzi a loro. «Si tratta di una rara e pregiata miscela che proviene al di là della costa occidentale. Solo il meglio per i miei ospiti» proseguì l’uomo servendosi anch’esso.
«A nome di mia moglie e della nazione intera di Konoha, vorrei ringraziarla Ministro per aver sottratto del tempo prezioso dai suoi impegni per farci l’onore di essere vostri ospiti» esclamò Shikamaru allungando la mano in direzione dell’uomo, il quale la afferrò prontamente e la strinse in modo sbrigativo. Ino fece per parlare ma si morse subito la lingua: doveva recitare la parte della brava mogliettina docile, mansueta, devota e sottomessa, parlare inutilmente avrebbe solamente complicato le cose. “Ora che ci rifletto, Shikamaru deve trovarsi proprio a suo agio nel recitare questa parte da misogino. Anzi, non deve nemmeno fingere, visto che per lui è esattamente questo il concetto di una ‘donna perfetta e non seccante’” pensò avvelenata Ino allargando ulteriormente il proprio sorriso e sentendo le guance tirare.
«Nessun disturbo, davvero. Il piacere è tutto mio, non vedo l’ora di concludere affari interessanti e vantaggiosi tra le nostre due ricche nazioni» esclamò con finto entusiasmo, come se stesse semplicemente ripetendo l’ennesima battuta imparata a memoria.
«I miei complimenti per sua moglie Nara, è proprio un bel bocconcino» asserì l’uomo posando un dito sotto il mento e squadrando la bionda da capo a piedi. «Anche la mia ai tempi era molto giovane e bella. Ma si sa, noi uomini dobbiamo sempre soddisfare il nostro appetito» continuò l’uomo con fare viscido spogliando la ragazza con gli occhi. Ino non riuscì ad impedirsi di rabbrividire disgustata e alla sua mascella di contrarsi in una smorfia di disgusto, e represse il secondo conato di vomito.
Per una manciata di secondi che parvero secoli, Shikamaru non reagì, ammutolendo all’istante. L’unico suono che si sentì e che riecheggiò nella stanza furono le sue nocche che scrocchiavano sonoramente. Poi parlò: «La ringrazio per i complimenti, ogni giorno Ino non manca di incantarmi con la sua bellezza» lo assecondò, non riuscendo però a trattenere la forza con la quale stringeva spasmodicamente la tazzina tra le mani, finendo così col spezzarla e frantumarla in mille pezzi.
In un gesto automatico, Ino allungò la mano con un fazzoletto per pulire il tavolino macchiato di tè, ma non aveva calcolato che la sua traiettoria era stata intralciata da un ostacolo imprevisto: la mano di Shikamaru sfiorò la mano della bionda con la propria. Il ragazzo percepì la pelle soave, morbida e calda della ragazza sotto il suo palmo, il suo corpo si irrigidì all’istante e il suo cuore perse qualche battito; invece il volto di Ino divenne paonazzo toccando varie sfumature del cremisi mentre la ragazza sospirava sorpresa, per nulla preparata a quel contatto inatteso. Istintivamente entrambi si ritrassero l’uno dall’altra, come se scottassero, ed in parte era davvero così.
«Siete sposati da più di un anno e arrossite semplicemente sfiorandovi? Ma siete davvero marito e moglie voi due?» chiese insospettito l’uomo, lasciando che le proprie labbra avvizzite e grinzose si arcuassero in un ghigno perfido e sinistro.
«Certo che sì!» rispose con eccessiva celerità Shikamaru, non facendo altro che aumentare i sospetti del ministro. «Solo che la mia Ino ha conservato il pudore, il candore e l’innocenza che la contraddistinguevano già prima del nostro matrimonio» Shikamaru tentò di salvare la situazione in corner, ma con scarsi risultati.
«Dimostratemelo. Datevi un bacio, qui ed ora» ordinò perentorio il vecchio nascondendo un sorrisetto maligno sotto i baffi: ecco che finalmente faceva capolino quel sorriso preannunciato sin dall’inizio, quello rapace, spietato e animalesco, pronto a fare razzia del proprio bottino.
Ino e Shikamaru si girarono uno verso l’altra e si scambiarono uno sguardo d’intesa: non potevano lasciare che i sospetti dell’uomo si tramutassero in realtà, ne andava non più solo delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, ma delle loro stesse vite.
Shikamaru fu il primo a muoversi, e si avvicinò cingendo la vita della ragazza e attirandola a sé. Ino si lasciò traportare da esse e dalla sua presa inaspettatamente forte e salda, e venne presto investita prepotentemente dall’odore di muschio del ragazzo. Si concentrò su quello mentre respirava a piccoli fiati tentando di regolarizzare il respiro e di dissimulare l’imbarazzo e il nervosismo che la pervadevano. Poi avvicinò il proprio volto a quello del Nara e socchiuse gli occhi, non prima di aver osservato le sue labbra così da vicino: erano belle, invitanti, attraenti. Sentì le ciglia folte e bionde solleticare le gote di Shikamaru e le proprie guance tingersi di rosso ed ardere non appena le loro bocche si sfiorarono all’inizio con gentilezza e timidezza. Ma fu un attimo di dolcezza che durò pochi istanti perché quel contatto fece da miccia per i due ragazzi, che si accesero e brillarono l’uno per l’altra: entrambi si spinsero più vicini, schiudendo le loro labbra e intrecciando con avidità e cupidigia le lingue, chiedendo di più. Le mani di Shikamaru avvolsero le guance di Ino, in un disperato tentativo di avvicinarla ancora più a sé, in un impellente bisogno di sentirla sua e di nessun altro.
«Ehm» arrivò da lontano la voce dell’uomo che si schiariva e tossicchiava. «Direi che mi avete convinto» concluse imbarazzato.
Mentre Ino si ricomponeva riassumendo un’aria docile ed innocente, Shikamaru ringraziò mentalmente gli dèi per l’interruzione: era sicuro che se fossero stati lasciati a briglia libera, entrambi si sarebbero scordati del luogo in cui si trovavano e della propria missione, e avrebbero usato il divano su cui stavano seduti in maniera… differente.
«Certo che sì, io amo mia moglie» disse Shikamaru girandosi improvvisamente verso Ino e fissandola intensamente negli occhi, scandagliando la sua anima e connettendosi ad essa; concesse alla ragazza di raggiungere, esplorare ed annegare in quell’oceano color inchiostro che si celava dietro le proprie iridi, percependo il proprio cuore e quello di Ino battere all’unisono, perfettamente sincronizzati, ma non inquieti. «Anche con un semplice e banale sfiorarsi di dita il mio amore per lei cresce ogni volta sempre di più» aggiunse ritrovandosi nuovamente pericolosamente vicino al suo volto. Shikamaru giurò di aver visto gli occhi di Ino risplendere più della luna stessa mentre allo stesso tempo il suo petto smetteva per pochi secondi di alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, e lui si inumidiva le labbra divenute improvvisamente secche.
Poi si voltò di scatto, interrompendo la connessione che avevano stabilito tramite le loro iridi accese e ferventi, e tornò a rivolgersi al ministro: «Allora, dove eravamo?» domandò fintamente solare aprendo le braccia in un gesto teatrale e caloroso.

Presente

Ino sbatté contro il suo viso l’ennesima cascata di acqua ghiacciata con forza e frustrazione, nel vano e disperato tentativo di cancellare dalla sua mente le scene che continuavano a susseguirsi imperterrite come la pellicola di un film, un film che però non si poteva mettere in pausa.
Ma era tutto inutile, sentiva ancora lo stomaco attorcigliarsi e il batticuore impazzito che l’avevano pervasa quando le labbra di Shikamaru si erano posate sulle sue, carpendola in un bacio frenetico e passionale. Per non parlare delle parole che aveva detto poco dopo! Si stava riferendo a lei? “O forse parlava di Temari… D’altronde, anche loro sono praticamente sposati”.
Tornò a guardarsi allo specchio e notò immediatamente le guance rosse e le labbra gonfie, ancora bramose e desiderose di unirsi a quelle del Nara. E si sentì una emerita idiota perché da sempre aveva voluto nascondersi dietro mille scuse e negare l’evidenza, ed era bastato un semplice bacio per farle vedere la realtà: che lei era completamente e incondizionatamente innamorata di quello stupido di Shikamaru. Perché poteva avere tutti i difetti del mondo: essere uno stronzo misogino, un baka strafottente, menefreghista e pigro, ma, non sapeva nemmeno lei spiegarsi né quando né come né perchè, le aveva rubato il cuore. E se solo lo avesse realizzato prima, forse lui ora non starebbe per trasferirsi a Suna ma… sarebbe al suo fianco.
Si ributtò di peso sul letto pretendendo che non fosse successo nulla e scomparendo sotto le coltri, cercando invano conforto.
«Non riesci a dormire?» arrivò dal pavimento la voce cauta ed incerta di Shikamaru. Ovviamente, siccome erano marito e moglie, condividevano la stanza, ma Ino aveva preteso che non dormisse nel suo stesso letto, e Shikamaru, stranamente, aveva obbedito senza nemmeno controbattere, guadagnandosi la nottata sulle piastrelle.
Ino sospirò mesta: «No, genio» rispose acida. Riemerse dalle coperte, mettendosi a sedere sul bordo del letto e accendendo l’abat-jour sul comodino accanto. Era proprio stufa marcia di torturarsi mentalmente per quel grosso elefante nella stanza che entrambi facevano finta di non vedere, anzi, probabilmente sarebbe stato peggio continuare ad ignorarlo: affrontarlo avrebbe sì significato soffrire, ma avrebbe anche lasciato che Ino potesse finalmente mettersi il cuore in pace dopo che lui l’avrebbe rifiutata e dichiarato il suo eterno e sconfinato amore per Temari.
«Che cosa significava quel bacio Shikamaru? E quello che hai detto immediatamente dopo?» gli chiese in un mormorio sommesso, intimorita dalle sue stesse parole.
Shikamaru si alzò dal pavimento e le si sedette accanto, con movimenti robotici ed intermittenti, deglutendo rumorosamente un paio di volte. Questa volta fu il turno di lui di sospirare con occhi cupi, vitrei e spiritati. “Niente”, ecco cosa avrebbe dovuto risponderle. Ma una stretta al cuore glielo impedì: «Non ha importanza cosa significano».
«Importa a me» disse Ino in un soffio, il cuore che le si strinse prepotentemente nel petto mancando di un battito.
Shikamaru si prese il viso tra le mani, sprofondando in esse e nascondendosi, vergognandosi quasi come un ladro. «Dio solo sa quanto avevo sognato questo momento, quanto lo avevo bramato, fantasticato. E ora che finalmente è successo, è tutto sbagliato» disse arrabbiato, frustrato, distrutto. Anche la sua maschera si era rotta e finalmente iniziava ad emergere il vero Shikamaru che per fin troppo tempo si era nascosto dietro di essa.
Rialzò il volto ed incatenò le proprie iridi antracite a quelle celesti ed eteree della Yamanaka: «Sono innamorato di te. Sono da sempre innamorato di te, ma ovviamente tu non lo sei di me; quindi ho represso tutto nell’angolo più remoto del mio cuore fingendo che non mi fregasse. D’altronde, sono sempre stato un ottimo bugiardo. Poi in qualche modo in cui non mi so spiegare, mi sono ritrovato invischiato con Temari e Suna… Lei è perfetta sulla carta, non le manca niente: è bella, è affascinante, è maestosa, è acuta, è sagace, non è seccante» elencò aiutandosi con le dita, tentando di dare più enfasi ed argomentazione alla propria tesi. «Ma non è te» concluse afflitto, con una nota velatamente triste e una punta di sofferenza.
«Non mentivo prima: un semplice scambio di sguardi che durava più di quel che sarebbe dovuto essere, un contatto casuale ma eccessivamente prolungato, il tuo profumo inebriante… Ogni volta il mio amore per te cresceva» aggiunse con gli occhi lucidi di frustrazione mista a dolore. «Forse alla fine non sono un bugiardo così bravo come pensavo» disse infine sorridendo sconfitto dall’assurdità della situazione.
«Shikamaru, io…» “Ti amo” avrebbe voluto dirgli. Lo sentiva dentro di lei, era esploso immediatamente nel suo cuore ascoltando quelle parole così preziose e belle che nessuno le aveva mai rivolto. Avrebbe voluto gridarlo al mondo intero che Ino Yamanaka amava Shikamaru Nara, ma sapeva che se lo avesse detto avrebbe legato per sempre indissolubilmente le loro anime l’una all’altra e non sarebbero mai più stati in grado di separarsi. E sapeva benissimo che questo avrebbe rovinato tutto con Temari, tutto con Suna.
Shikamaru comprese le sue intenzioni e per un momento, solo per un momento, i suoi occhi si illuminarono di una luce fioca e debole di speranza, di gioia, quella gioia che ti pervade quando tutti i tuoi sogni si realizzano. Ma poi ritornò coi piedi per terra e i suoi occhi furono attraversati nuovamente da quell’ondata infinita e senza fondo di amarezza. «Non dirlo. Se lo pensi davvero, non dirlo, ti prego» la implorò tremante. «Anche io mi sto trattenendo, perché so che altrimenti…».
Ma ora che il vaso di Pandora era stato prima scoperchiato e poi completamente aperto, era diventato sempre più difficile per entrambi arginare i propri sentimenti, che avevano voglia di scorrere come un fiume in piena. Entrambi camminavano sul filo sospeso nel vuoto, e sapevano perfettamente che nel momento in cui avrebbero confessato il loro amore, sarebbero sprofondati direttamente nelle fauci dell’inferno.
Infatti i corpi dei due si mossero insieme e si ritrovarono avvinghiati ed intrappolati tra di loro, le loro bocche già schiuse e le loro lingue intrecciate in una danza frenetica e lasciva: necessitavano l’uno dell’altra come acqua per un pellegrino nel deserto, come ossigeno per un naufrago. Lo stomaco di Ino fu pervaso da mille farfalle che esplosero tutte assieme e le provocarono una scarica di brividi e di vertigini che le attraversò interamente la schiena. Anche il corpo di Shikamaru tremava ed ansimava, percependo il cuore martellargli violentemente nel petto, con una forza tale da dolergli il torace. Era fatta, avevano segnato il proprio fato: sapevano che ormai le loro vite dopo quella notte non sarebbero mai più state le stesse.
«Anche io» mugugnò Shikamaru col fiato corto, tra un bacio e l’altro. «Anche io» ripeté una seconda volta il ragazzo costringendosi a separarsi di malavoglia da Ino, maledicendo se stesso e tutti i kami conosciuti e non. Ino lo guardò confusa, poi comprese e gli occhi le si illuminarono come un albero di Natale. «Ma per poterti baciare, dirti quelle due paroline e fare l’amore come si deve, devo prima parlare con Temari» disse incorniciando il viso di porcellana della ragazza tra le proprie mani e accarezzandole dolcemente le guance con gesti lenti e circolari per donarle infine un ultimo bacio leggero sulla punta del naso.
Ino gli lanciò un’occhiata torva ed indignata, e prima ancora che potesse lamentarsi con quella sua vocina stridula e petulante, Shikamaru la anticipò: «Non voglio che nella nostra prima notte insieme io sia ancora legato a Temari. Voglio essere completamente tuo, così come voglio che tu sia completamente mia, mia e di nessun altro, hai capito sciocchina?»
«Pff» sbuffò Ino contrita ed irritata, nascondendo in realtà un gran sorriso. «Nara, sei una seccatura!» lo scimmiottò facendogli il verso allargando il sorriso e scoppiando a ridere poco dopo quando Shikamaru le lanciò un cuscino addosso.

Un anno dopo

Un corpo candido, sinuoso e femmineo emerse dalle lenzuola sfatte e aggrovigliate, scattando poi con la testa per scostare i capelli biondi altrettanto arruffati, sollevandoli teatralmente in aria e frustandosi la schiena. Da sotto la coltre dorata emerse una cascata di capelli corvini scompigliati e ispidi che incorniciavano un volto bronzeo e stirato, in pace col mondo, quasi felice. E se quello era il sapore della felicità con Ino, era pronto a firmare ora e subito per tutti i giorni, ogni giorno della sua vita. Si stupì di aver riservato quel pensiero ricolmo di tenerezza e affetto per la bellissima compagna di squadra, lui che era forse la persona più anaffettiva e tendente a non mostrare quasi mai i propri sentimenti; ma forse era proprio vero che l’amore, quello vero, tira fuori il meglio dalle persone.
Ino gli si accoccolò al petto sorridendo soddisfatta e ricolma di gioia, ascoltando attentamente i battiti ritmici e cadenzati del cuore del Nara contro il suo sterno. Di risposta, Shikamaru le cinse la vita e le baciò il capo, prendendo ad accarezzarla dolcemente lungo la schiena e percependo i brividi contro l’epidermide della ragazza.
«Comunque non ci posso credere che ci siamo messi insieme per una palla! Abbiamo prima finto di non piacerci, poi abbiamo finto di essere sposati» esordì Ino tutto d’un tratto con tono fintamente polemico e che nascondeva in realtà un grosso sorriso.
«Beh, almeno una di quelle bugie si è trasformata in realtà» disse Shikamaru neutro.
«?»
«Che ti amo, bak- ahia!» Shikamaru non fece in tempo a terminare il suo piccolo e dolce insulto che Ino si era girata di scatto contro il braccio che la avvolgeva e glielo aveva morso, scoppiando poi a ridere giocosa.
«La pagherai, seccatura» la minacciò il moro inarcando un sopracciglio fintamente offeso. «Oh, eccome se la pagherai…» abbassò leggermente il volto e si ritrovò incollati addosso i due zaffiri incastonati nel viso di porcellana della giovane Yamanaka che lo fissavano ricolmi di amore, per poi socchiudersi e allungare le labbra e incontrare le sue gemelle.
«In realtà due».
«Mh» mugugnò Ino giusto per dargli corda riprendendo poi ad esplorare la bocca del ragazzo, più che altro contrariata ed infastidita perché Shikamaru aveva momentaneamente interrotto il loro bacio.
La magia venne spezzata per la seconda volta dal ragazzo, che scivolò fuori dal letto. Ino rimase a bocca spalancata per la fuga del ragazzo, mettendo poi su un broncio da manuale. Tornò pochi secondo dopo con in mano solo una piccola scatolina, mentre Ino lo fissava con occhi che, se ne fossero stati in grado, avrebbero incenerito sul posto.
Poi Shikamaru si inginocchiò, aprendo il pacchettino nero innanzi alla ragazza. «Sei la più grande seccatura seccante del mondo, ma… Cos’è la vita senza seccature? E la mia senza di te non è completa. Perciò rendimi l’uomo più felice del mondo e diventa la mia seccatura».
Ino sorrise, e gli occhi le divennero lucidi. «Ma una proposta normale come tutti no?!»
«Mendokusee Ino, sei una s-» E di nuovo, per la seconda volta, Shikamaru non riuscì a concludere la frase che si ritrovò le labbra di Ino incollate addosso, in un bacio dolce e bagnato di lacrime di gioia.
«Sì» sussurrò Ino a fior di labbra nascondendo un sorriso a trentadue denti. «Voglio essere per sempre la tua sola ed unica seccatura» bisbigliò in tono dolce, stregato, innamorata.
Anche il volto di Shikamaru si illuminò come la luna brilla nel cuore della notte, e ghermì nuovamente le labbra di Ino in un bacio che di casto non aveva proprio nulla. La ragazza si avvinghiò al suo collo e lo attirò con forza verso di sé, sospingendolo nuovamente verso il letto e scomparendo di nuovo sotto le coperte.

 


KitKat says- author's corner
Buonsalve moschelle! Saluto la fine di questo anno con questa fiction scritta in pochi giorni, ma che incredibilmente mi piace, mi piace proprio tanto (e per chi mi conosce, è cosa molto rara che mi piaccia quello che scrivo 😂). Forse mi sto solo montando un po' la testa, mi direte voi che ne pensate 😂
Giusto un paio di delucidazioni: il titolo "usotsuki" significa "bugiardo", e mi sembrava azzeccato per Shika; non so se si è capito, ma Shikamaru e Temari non stanno insieme, si stavano giusto frequentando, quindi non c'era nulla di ufficiale, ma si sa, Shika è cavaliere uwu. Ino ovviamente si è fatta i cinema e le paranoie, e anche questo si sa 😂.
Non credo ci sia bisogno di dire altro, sono solo molto soddisfatta del risultato e del fatto che stia continuando a scrivere di loro con costanza.

Sperando vi piaccia,
Baci stellari,
Kat
  
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