THE QUEST AND THE CURSE
Cap. 1: The Quest and the Curse
Hearts hunger for
something more
Frightened by ghosts
of our own creation
When we suffocate the
aspirations that we scorn
The monster hunting
me down
Will pull me under
Within the stars,
those spheres of light
But who can find the
second to the right? (To the right)
So far, my Neverland
It’s the Quest and
the Curse of us all
I am despair, your
dread, your fear, shame
I am the parasite
deep in you
I am Deimos, Phobos
of old days
I am the shallow grave
hunting you…
(“The Quest and the
Curse” – Delain)
Erano trascorsi cinque anni e, sebbene il
tempo apparentemente non scalfisse la perfezione e la giovinezza di vampiri
millenari come gli Originali, in realtà molte cose erano accadute che avevano sconvolto
il loro mondo interiore, alcune buone, altre meno buone, altre ancora da
metabolizzare.
Hope era ormai una strega di quindici anni,
la più potente della Salvatore Boarding School di Mystic Falls gestita da
Alaric e Caroline, e passava la maggior parte del suo tempo là. In quei giorni,
tuttavia, non era a scuola perché c’erano state nuove aggressioni, come già era
avvenuto cinque anni prima, e ormai sembrava chiaro che gli attacchi erano
causati da nemici dei Mikaelson che volevano colpire la giovane strega…
rimaneva però da capire chi fossero questi nemici e schiacciarli prima che
potessero fare del male alla ragazza o a chiunque altro degli studenti o della
famiglia.
In realtà, purtroppo, poco più di due anni
prima erano già accaduti episodi gravissimi e non più solo alla scuola di Hope,
ma anche a New Orleans: era Mardi Gras,
un giorno sacro per New Orleans e per le varie specie che la abitavano, e tutti
speravano che potesse essere festeggiato come al solito, con la preghiera per
la pace delle streghe e la sfilata per le vie della città di vampiri, lupi
mannari, streghe e sciamani in armonia e serenità. Non era andata così. La
sfilata era stata teatro di tre attentati che avevano causato la morte di dieci
lupi mannari, tra cui Lisina, un membro importante della comunità del Bayou.
Contemporaneamente, qualcuno aveva avvelenato il vino che le streghe avevano
benedetto e con il quale stavano pregando e brindando alla pace tra le razze
nella Città dei Morti: tutte le streghe che avevano bevuto quel vino erano
morte in pochi minuti e tra loro c’erano sia Ivy, la nuova compagna di Vincent,
sia Davina Claire, che insieme a Kol era tornata a New Orleans da San Francisco
proprio per partecipare a quella festa e a quell’importantissimo rito.* Questi terribili avvenimenti avevano,
ovviamente, sconvolto tutta New Orleans e in modo particolare Vincent e Kol, ma
purtroppo non c’era stato modo di scoprire chi avesse compiuto tali orrori.
Alcuni sostenevano che si trattasse degli stessi nemici dei Mikaelson che
avevano tentato di colpire Hope, altri che fossero vampiri ribelli a Marcel
Gerard, ma non c’era niente di certo e questo rendeva tutto ancora più
spaventoso.
Tuttavia c’erano stati anche altri
cambiamenti molto più piacevoli, sebbene destabilizzanti per qualcuno: Tristan
De Martel si era stabilito a Davilla Estate, ricostruita e rimodernata per
l’occasione, e Elijah trascorreva ormai la maggior parte del suo tempo con lui,
sebbene fosse sempre pronto a intervenire quando qualcuno minacciava la sua
famiglia e questo Tristan doveva ancora metabolizzarlo ma… va beh, in fondo
anche lui avrebbe fatto lo stesso per sua sorella Aurora.
Una delle novità più sorprendenti, inoltre,
era stata quella di Cami e Keelin. La giovane, che per molto tempo aveva
creduto di essere innamorata di Klaus e che lo aveva anche aiutato a superare
le difficoltà e le asprezze del suo carattere, aveva scoperto di provare in
realtà attrazione per le donne e, in particolare, di provare un sentimento che
non riusciva più a nascondere per Keelin, la dottoressa lupo mannaro compagna
di Freya. Aveva parlato immediatamente dei suoi sentimenti a Klaus, visto che i
due erano sempre stati prima di tutto molto amici, e l’ibrido pareva averla
presa bene, forse anche per lui Cami era soprattutto una cara amica, il sogno
di un amore mai vissuto appieno, così l’aveva lasciata libera di seguire la sua
strada. Cami, però, non voleva assolutamente intromettersi nel legame, per
quanto tormentato, tra Keelin e Freya e quindi aveva lasciato Villa Mikaelson
ed era tornata a vivere nel suo appartamento a New Orleans che, adesso,
divideva con il cugino Declan, il nuovo compagno di Hayley. Declan era lo chef
e il nuovo proprietario del Rousseau’s,
il locale dove Cami aveva lavorato come barista, ed era stato ben felice di
ridare alla cugina il suo lavoro, anche se solo part-time poiché Cami aveva
deciso di riprendere anche i suoi studi universitari in Psicologia.
Negli ultimi mesi, però, le cose erano
cambiate tra Keelin e Freya, anche perché la strega era completamente logorata
dalla preoccupazione per Hope e la sua famiglia ed era sempre meno presente e
attenta ai bisogni della compagna. Rendendosi conto che non sarebbe mai
riuscita a mettere Keelin al primo posto nella sua vita e che non era giusto
continuare a farla soffrire così, Freya aveva deciso di rompere il suo
fidanzamento con lei.
“Ti amo, Keelin, e credo che non potrò amare mai nessun’altra
come te” le aveva detto, “ma ci sono casi in cui l’amore non è sufficiente e
io, in fondo al cuore, so che amerò sempre di più la mia famiglia. Sai che io
voglio sentirmi libera di accorrere dai miei cari ogni volta che avranno bisogno
di me e che saranno sempre loro la mia priorità e tu non meriti di venire al
secondo posto, né per me né per nessun altro. Non è giusto per nessuno e tu,
come tutti, devi trovare qualcuno che possa amarti come meriti e che ti
consideri veramente il centro del suo mondo.”
Keelin aveva annuito. Soffriva, ma in fondo
al cuore sapeva che quel giorno, prima o poi, sarebbe arrivato, lo aveva capito
da molto tempo ormai. Tra le due era sempre stata lei quella che amava di più mentre
Freya, spesso, si era allontanata da lei per risolvere i continui problemi dei
Mikaelson. Probabilmente Keelin avrebbe anche continuato in quel modo,
accontentandosi delle briciole che Freya le concedeva, ma era stata la strega
Mikaelson, finalmente, a comprendere quanto il suo comportamento fosse egoista
e a decidere di lasciare Keelin libera di trovare il vero amore.
Si erano dunque lasciate in modo amichevole,
tuttavia Keelin aveva patito più di Freya quella rottura, sia perché era stata
per tutto il tempo colei che aveva amato di più e dato senza mai chiedere nulla
in cambio, sia perché Freya aveva comunque i suoi familiari accanto, mentre
Keelin era sola. Casualmente, una sera in cui si sentiva particolarmente triste
e depressa, Keelin si era ritrovata a bere al Rousseau’s e Cami era di turno, così le due donne avevano
cominciato a parlare. Si era sfogata con la giovane barista che, dal canto suo,
si era imposta di non farsi illusioni e di aiutarla solo dal punto di vista
psicologico, sfruttando quello che aveva appreso nei suoi studi.
Le cose, però, si erano evolute in modo
diverso da quello che entrambe avrebbero immaginato e, a poco a poco, Keelin
aveva sentito di poter trovare in Cami tutto quell’amore, quel senso di
appartenenza e di casa, che aveva sempre cercato invano in Freya. Così, un mese
prima, Keelin e Cami si erano messe insieme, Cami si era trasferita a vivere
nell’appartamento della dottoressa e il loro legame diventava ogni giorno più
forte, caldo e intenso.
E, tanto per non farsi mancare niente, un
giorno Kol era tornato inaspettatamente da San Francisco, dove comunque
continuava a vivere anche se non c’era più Davina, e tutti i Mikaelson potevano
giurare di non averlo mai visto così sconvolto, forse neanche il giorno della
morte della sua compagna. Non sembrava neanche più lui.
“Kol, ma che cosa ti è successo?” gli domandò
Rebekah, che era sempre stata la sorella a lui più vicina e che lo capiva
meglio di chiunque altro.
Nel patio di Villa Mikaelson, non appena
saputo del ritorno inaspettato di Kol, si erano ritrovati anche Freya, Klaus,
Hayley e Hope, che in quei giorni era a casa proprio per via di nuovi attacchi
alla Salvatore Boarding School. Mancava solo Elijah che, in quel momento, si
trovava in un luogo non meglio precisato insieme al suo piccolo Conte, Tristan
De Martel: negli ultimi tempi aveva lasciato sempre di più il ruolo di
capofamiglia a Klaus per imparare a godersi finalmente la vita con il suo
compagno.
“Guarda un po’ chi ha portato il vento” fece
Klaus, sarcastico. Non aveva preso molto bene il fatto che il fratello minore
avesse deciso di restare comunque a San Francisco anche senza Davina e di certo
non lo mandava a dire… “Se non fosse impossibile direi che ti si è finalmente
sviluppata una coscienza e che sei venuto per aiutarci a scoprire chi c’è
dietro gli attacchi alla scuola di Hope che in queste ultime settimane sono
ripresi.”
“Per te sarà pure impossibile, invece è
proprio così” ribatté Kol, rintuzzando l’attacco di Klaus. “Sono qui proprio
perché voglio proteggere Hope e anche vendicarmi, visto che io e Vincent
abbiamo scoperto che i responsabili degli attacchi alla Salvatore Boarding School
sono anche coloro che due anni fa hanno commesso gli attentati in cui sono
morti Lisina e altri lupi mannari e anche… anche Davina e Ivy. Solo che non è
tutto qui, ho scoperto anche un’altra cosa della quale devo parlarvi subito,
prima ancora di tutto il resto perché è una cosa che…”
“Non è tutto qui? A me sembra già abbastanza”
tuonò Klaus. “Insomma, non farci perdere tempo, dicci immediatamente chi vuole
fare del male a mia figlia e che ha ucciso Lisina, Davina e altri innocenti,
così potrò andare senza por tempo in mezzo a staccargli la testa a morsi!”
“Non è così semplice, Nik, anche se è
esattamente quello che vorrei fare anch’io” replicò Kol, che continuava a
guardarsi intorno stranito, come se in qualche modo non riconoscesse la sua
casa. “Quella che ha organizzato gli attentati e le aggressioni è una vampira
di nome Greta Sienna, ma non ha fatto tutto da sola, anzi è a capo di una sorta
di organizzazione di cui fanno parte i suoi seguaci, vampiri che rifiutano l’anello
solare e che sostengono altre follie del genere… e negli anni ha ottenuto l’appoggio
anche di una parte delle streghe di New Orleans, è proprio così che ha potuto
avvelenare il vino che ha ucciso Davina, Ivy e le altre.”
“Greta e i suoi Notturni possono essere senz’altro
responsabili degli attentati ai lupi mannari e alle streghe” intervenne Hayley,
“ma non capisco una cosa: sappiamo da anni che i Notturni vorrebbero una totale
separazione delle razze e che i lupi mannari fossero confinati nel Bayou, ma i
primi attacchi contro la scuola di Hope e anche qualcuno di quelli più recenti
sono stati portati proprio da lupi mannari. Greta li odia e loro non farebbero
mai qualcosa per lei, quindi come può essere che ci sia lei sia dietro gli
attentati sia dietro le aggressioni? Sei sicuro di quello che dici, Kol? In che
modo hai ricevuto queste informazioni?”
Kol abbassò il capo. Aveva le lacrime agli
occhi e… sì, decisamente c’era qualcosa che non andava in lui.
“Non sono arrivato a New Orleans questo
pomeriggio, in realtà mi trovo in città da ieri sera e… prima di venire qui
sono andato a cercare Vincent alla Città dei Morti per chiedergli se, per caso,
avesse scoperto qualcosa in più su chi ha avvelenato Davina e Ivy” mormorò. “Magari
qualcuna delle sue streghe poteva aver saputo qualcosa. Vincent era molto
contento di vedermi, anzi mi ha detto che sicuramente erano stati gli Antenati
a spingermi ad andare da lui perché aveva bisogno di me proprio per svelare l’identità
dell’assassino delle streghe. Qualche giorno fa aveva avuto una visione di Ivy
che gli aveva detto di sapere tutto, ma la visione era durata troppo poco,
Vincent aveva bisogno di una fonte di potere ulteriore per restare in contatto
con Ivy tanto da ascoltare tutto ciò che aveva da dire. E non si fidava di
ricorrere alle sue streghe perché… beh, dopo quello che è accaduto quel Mardi Gras non era più sicuro su chi
fosse davvero dalla sua parte.”
“Vorresti farmi credere che hai scoperto che
Greta Sienna ha organizzato gli attentati e le aggressioni facendo una seduta spiritica con Vincent Griffith?”
fu la caustica domanda di Klaus.
Kol alzò il viso e piantò gli occhi in quelli
dell’ibrido.
“Non mi sembra ci sia da fare dello spirito
su una questione del genere, sappiamo tutti che queste cose possono accadere e
ne abbiamo viste anche di più incredibili” rispose, determinato. “Sì, è andata
esattamente così e Ivy, usando il mio potere unito a quello di Vincent, ci ha
mostrato i responsabili dei delitti di quella notte. In realtà anche gli
esecutori materiali erano solo vittime, umani soggiogati per mettere le bombe
lungo il percorso della sfilata e avvelenare il vino, ma abbiamo potuto vedere
con i nostri occhi Greta Sienna che soggiogava queste persone perché facessero…
quello che hanno fatto. Quelle stesse persone, poi, sono state uccise dai
seguaci di Greta, per questo dico che anche loro sono vittime, i veri mostri
sono Greta e i suoi accoliti!”
“Ti crediamo, Kol, e in ogni caso potrei
anche chiamare Vincent e farlo venire qui per chiedere direttamente a lui”
intervenne Freya. “Dobbiamo essere grati a Ivy che ha usato tutta la sua energia
per mostrarvi queste scene e rivelarci la verità. Purtroppo, però, così
sappiamo anche che chiunque può diventare il nemico, anche un passante, anche
una donna con un bambino piccolo dato che Greta e i suoi soggiogano chi
vogliono per i loro attacchi. Credo che questo risponda anche alla tua domanda,
Hayley: i lupi mannari che hanno aggredito la scuola di Hope erano stati
soggiogati.”
“È così. Ivy ci ha anche mostrato Greta che
spiegava i suoi piani ai seguaci: dovevano essere i lupi mannari ad attaccare
la Salvatore Boarding School perché, in questo modo, tutti avrebbero visto che
sono delle creature pericolose e fuori controllo, da tenere confinate nel Bayou
o peggio” aggiunse Kol. “Ma… come vi dicevo non è tutto qui, c’è un’altra cosa
che devo dirvi, un’altra cosa che Ivy mi ha mostrato e non posso più tenermela
dentro. Io non sono un Mikaelson, non sono vostro fratello, non faccio parte di
questa famiglia!”
Fu come se Kol avesse gettato una bomba nel
patio. Per un attimo tutti lo fissarono allibiti e in silenzio e poi, come al
solito, fu Klaus il primo a parlare.
“Cosa significa che non sei un Mikaelson? Che idiozia è mai questa?” domandò,
esasperato.
“Ivy ti ha solo detto che non sei un Mikaelson o ti ha mostrato qualcosa di
preciso?” chiese invece Freya, lanciando un’occhiata di disapprovazione a
Klaus.
“Mi ha fatto vedere… delle scene del mio
passato, di me molto piccolo” rispose Kol, affranto.
“Vogliamo smetterla con queste stupidaggini e
concentrarci invece su come eliminare Greta e tutti i suoi Notturni? Mi sembra
che sia questa la cosa più importante” lo interruppe di nuovo l’ibrido che, per
qualche strano motivo, pareva particolarmente innervosito al pensiero che ciò
che aveva detto Ivy potesse essere vero.
“Lo faremo, Klaus, ma credo che anche la
questione della vera identità di Kol sia importante per lui e per la famiglia”
ribatté Hayley guardando Kol con affetto. Lei meglio di chiunque altro poteva
comprendere come si sentisse poiché aveva perduto la sua vera famiglia, i
Labonair, ed era stata cresciuta da una famiglia umana con un nuovo nome.
Ricordava ancora quanto fosse stato doloroso essere cacciata di casa dopo la
sua prima trasformazione e non sapere più chi fosse, non avere un luogo da
chiamare casa.
“Non c’è nessuna questione, Kol è cresciuto
con noi, io e Elijah c’eravamo e lo ricordiamo anche se sono passati più di
mille anni, questa storia che non sarebbe un Mikaelson è assurda e forse Ivy
gli ha causato delle false visioni per smembrare la famiglia e indebolirci”
ripeté Klaus, che sembrava sempre più nervoso all’idea che Kol potesse non
essere il suo fratellastro.
“Ma ti ascolti quando parli?” intervenne
Rebekah. “Se Ivy avesse voluto indebolire i Mikaelson sarebbe bastato non
rivelare i piani di Greta.”
“Magari lei voleva rivelarli solo a Vincent
perché vendicasse le streghe uccise, e quando ha visto che anche Kol era
presente ha pensato di causargli delle allucinazioni per destabilizzarlo” Klaus
si stava chiaramente arrampicando sugli specchi.
“Ma Ivy non è mai stata nostra nemica, anzi,
io e lei siamo diventate molto amiche quando si è messa con Vincent e… e
perderla è stato come perdere una sorella, per me” disse Freya. “Non avrebbe
avuto alcun motivo di mentire a Kol e, comunque, c’è un modo molto semplice per
scoprire la verità.”
“Che cosa, fare il test del DNA?” ironizzò l’ibrido.
“Hayley, ricordi quando mi chiedesti di
evocare la visione della morte dei tuoi genitori per scoprire dove avevano
nascosto l’osso di Inadu?” riprese Freya, rivolgendosi all’amica e ignorando le
proteste di Klaus che stavano diventando sempre più assurde. Insomma, neanche a
lei faceva piacere pensare che Kol potesse non essere suo fratello, ma riteneva
anche giusto che sia lui sia tutti loro conoscessero la verità. “Posso fare lo
stesso incantesimo per riportare Kol e tutti noi indietro nel tempo e vedere
quello che Ivy ha mostrato a lui. Hope, vuoi aiutarmi?”
“Certo, zia. E… non preoccuparti, comunque
sia tu rimarrai sempre il mio zio preferito!” disse la giovane strega,
rivolgendo un luminoso sorriso a Kol.
Freya si allontanò con Hope per andare a
prendere il necessario per l’incantesimo, mentre Hayley e Rebekah si
avvicinavano a Kol e cercavano di farlo sentire comunque in famiglia.
Il momento della verità si avvicinava.
Fine capitolo primo
* Ho modificato un po’ gli avvenimenti dell’episodio di The Originals 5x09 in cui, appunto, Lisina
muore in un attentato dei Notturni e Ivy viene avvelenata per fare in modo che
Davina si togliesse dalla storia, visto che mi serviva per la mia nuova OTP!
Nella mia versione, tuttavia, i Mikaelson non sanno ancora che i responsabili
di tutto sono i Notturni di Greta Sienna, perché saranno loro i nemici nella
mia storia, mentre nella mia versione Inadu e il Vuoto sono già stati sconfitti
in storie precedenti.