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Autore: Unicornopetaloso15    30/12/2022    1 recensioni
-È...wow. È davvero super catchy. È la stessa canzone del foglio?
-Sì.
-Roba forte, mi piace. - commentò Eddie.
Jonathan picchiettò il palmo della mano sulle corde e strinse le labbra. Era sempre stato il più calmo e paziente del gruppo, le sue frecciatine erano rare. -Se canti, sarà ancora più forte.
-Ha iniziato lui. - Eddie indicò Billy con il mento.
-Oh, sta zitto. - sospirò Steve.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billy Hargrove, Eddie Munson, Jonathan Byers, Steve Harrington
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15 MAGGIO 1988, LOS ANGELES

Corroded Coffin stava lentamente facendo drizzare le orecchie nel mondo dell'industria musicale. Nel mondo del glam metal, in particolare. Eddie Munson l'aveva sempre detto: il suo gruppo avrebbe fatto scintille. Ci volevano solo le persone giuste. Era tutto iniziato dalla banda del liceo. Lui e un paio di suoi amici considerati gli strambi della scuola. Ma come tutti gli strambi, una volta diplomati avevano abbandonato la banda per seguire assurde strade come quella dell'astronomia o della fisica. Dopo aver ripetuto per la terza volta, Eddie aveva gettato la spugna, la scuola non faceva per lui. Aveva abbandonato il liceo e vagato per la California, performando in numerosi locali e facendo conoscenze. Aveva incontrato un sacco di gente. Steve Harrington, in particolare. Un tipo con il rock and roll nel sangue e la chioma selvaggia che era stato sbattuto fuori casa dai suoi genitori ricchi e costantemente insoddisfatti. Quella era una cosa che li accomunava, oltre alla musica. Lo aveva visto suonare a The Starwood, un locale del Sunset Strip. Era un quartiere decadente, pullulante negozi per tatuaggi, locali notturni e bar. E chi diceva quelle tre cose, diceva glam metal. Era la prima volta per lui e il suo amico bassista, Jonathan Byers. Eddie non aveva mai visto un tipo più tranquillo di lui. Ma quando aveva iniziato a suonare assieme ad Harrington, qualcosa di magico era successo sul palco e nel cuore di Eddie. Aveva trovato i suoi uomini. Per dei diciottenni, vivere a Los Angeles senza lavoro e senza casa non era una passeggiata. Erano tutti e tre affamati e pronti a sfondare tutto pur di fare successo. Avevano iniziato a suonare nel vecchio garage dello zio di Eddie. Le idee c'erano, il talento pure. Era il batterista a stonare con il resto del gruppo: Jim, un ex cameriere di quarant'anni con un grosso problema di alcool che non sapeva suonare se non quando era ebbro. Dopo l'ennesima performance finita con un fiasco, era stato cacciato dal gruppo. Non era facile trovare qualcuno che potesse fare al caso loro. Una settimana dopo, sfortuna - o fortuna - volle che il furgone con il quale viaggiava Eddie iniziò a fumare proprio nel momento in cui stava passando accanto ad un garage. Fu lì che conobbe Billy Hargrove. A primo impatto, gli diede l'impressione di essere un tipo aggressivo: mentre si avvicinava al garage, lo vide scaraventare un tizio di mezza età dalla porta principale del garage. A quanto pare, voleva la metà del prezzo per il servizio offerto. Billy propose ad Eddie di riparargli il furgone in un'ora. Eddie non aveva nulla da fare, perciò rimase ad aspettare. Fu lì che lo notò: a contrastare con i tatuaggi e la sua forma muscolosa, aveva una maestria impressionante nel fare girare il cacciavite fra le dita mentre il ginocchio balzava al ritmo della canzone hard-rock che proveniva dallo stereo a pochi metri da loro. E quando aveva suonato con loro per la prima volta, la prima impressione di Eddie si confermò: Billy Hargrove era un batterista aggressivo, con il ritmo nelle vene e si mangiava sia Jim che tutti gli altri che aveva avuto l'occasione di vedere finora.
Eddie? Beh, Eddie era un chitarrista fenomenale, era nato con la chitarra. Suo padre gli aveva messo la sua fra le mani quando aveva compiuto sei anni, e da lì non era passato giorno senza che la musica l'avesse lasciato. Maestrava le scale pentatoniche ed era capace di inventare un assolo su due piedi. Era un membro fondamentale del gruppo, e quando la sua chitarra si armonizzava a quella di Steve, non c'era più niente da fare.
Due anni dopo, Corroded Coffin stava per abboccare ad una delle più grande opportunità che avesse mai avuto. Avere finalmente un contratto. L'unica pecca, era che Eddie viveva con la testa fra le nuvole e andava matto per la cannabis. Le due cose insieme creavano una catastrofe naturale. 
Billy fece volteggiare le bacchette in aria prima di afferrarle nuovamente con uno sbuffo spazientito, sentendo finalmente la porta del garage cigolare.

-Scusate il ritardo. 

Eddie alzò la mano in segno di scusa, lasciandosi dietro una scia di fumo e di puzza di marijuana. 

Steve lo indicò con un cenno trasudante di fastidio. -Sei ancora fatto?

-A te che sembra? - borbottò Billy fra i denti, guadagnandosi l'attenzione di Eddie.

-Beh, sono qui, no?

-Lo sei? - ribatté Billy, il sarcasmo chiaro nella voce. 

Jonathan si alzò dallo sgabello con un sospiro e sbatté un foglio con segni evidenti di numerose pieghe al petto di Eddie. -Non abbiamo tempo da perdere. Puoi essere fatto quanto vuoi, basta che canti. 

Eddie afferrò il foglio e se lo portò davanti agli occhi, e con esso si portò la canna alla bocca.  -L'hai scritto tu, questo, Johnny? - domandò, la voce distorta dopo un colpo di tosse mentre il fumo gli usciva dalle narici.

-Gesù Cristo. - sibilò Billy. 

Jonathan annuì, tornando a sedersi e infilando la tracolla del basso sopra alla testa. 

-Dov'è Rick, comunque? - domandò Steve, appoggiando la mano sul fianco con impazienza.

-Rick non viene.  

-Cosa? 

Eddie, sentendo gli occhi degli altri tre addosso, si grattò il naso con il pollice. Lo sguardo a terra, anticipando già una discussione poco piacevole. -Gli ho detto che non eravamo interessati.

-Sei fottutamente serio, Eddie? - ruggì Billy. -Non puoi scartare un manager come cazzo ti pare solo perché non ti va a genio!

-Avresti dovuto parlarcene prima, amico. - aggiunse Steve. Eddie si passò la mano sulla fronte. 

-L'ho fatto per il gruppo. 

-Seriamente, amico? - Jonathan sollevò le sopracciglia, lasciando cadere il braccio sulla coscia. 

-Per il gruppo? Per il gruppo? - Billy si alzò dal sedile a tamburo e aggirò la batteria, avvicinandosi a lui. Gli occhi color ghiaccio, normalmente già penetranti, brillavano ora di rabbia. -In che cazzo di mondo una cosa simile andrebbe a beneficio del gruppo? Illuminami!

Eddie aspirò un tiro nervoso dalla canna, prima di gesticolare con altrettanto nervosismo. -Quel tizio ci avrebbe plasmati in qualcosa che non siamo, va bene? Roba più commerciale e quant'altro, roba che conveniva soltanto a lui e al suo portamonete. 

-Grazie a lui avremmo potuto avere finalmente un contratto, Eddie. - obbiettò Jonathan. 

-La roba del cambiamento di stile si sarebbe potuta risolvere in un secondo momento...

Billy interruppe Steve con più foga di prima. -No, Jonathan. Non avremmo solo avuto un contratto. Avremmo potuto avere un contratto con la fottuta Elektra. Parliamo di Metallica, Mötley Crüe. - elencò i nomi delle band toccandosi due dita con l'indice dell'altra mano.

-I Mötley Crüe hanno annullato il contratto, Billy boy! Perché secondo te? 

-Dannazione. - sussurrò Steve, scuotendo la testa.

Per qualche secondo, nella stanza regnò il silenzio ed esso lasciò posto alla realizzazione di ciò che era successo. 

Fu Eddie a romperlo. Passandosi una mano fra i lunghi ricci, esordì: -Potrei aver adocchiato qualcun altro, comunque.

Steve, notò il lampo di aggressività momentanea che attraversò gli occhi di Billy e non perse tempo, rispondendo prima che la situazione potesse degenerare. -Ne parliamo dopo. Niente è perso. Possiamo sempre richiamarlo, Rick. E decidiamo tutti insieme. Okay? - sottolineò "tutti insieme", lanciando un'occhiataccia ad Eddie. Gesticolò verso il foglio che teneva in mano quest'ultimo. -E adesso suoniamo. 

-No, Steve. Non ho voglia di suonare. - Billy scosse la testa, con un sospiro irritato. 

-Non mi piace l'inizio. - mormorò Eddie, leggendo il foglio. 

-Cosa c'è? - Jonathan lo interpellò con un cenno del mento.

-Troppo... - Eddie fece una smorfia, roteando la mano che teneva la canna. -Troppo lagnoso. Bisogna iniziare a cambiare un po', dolcezze. 

Gli occhi di Billy scattarono verso di lui. -Che cosa vorrebbe dire?

-Che dobbiamo cambiare le parole. Voglio teschi, rabbia, parlare di corruzione. Dell'odio contro la società, amico. 

Jonathan si lasciò scappare una risata amara e scosse la testa, chiaramente infastidito dalle continue obbiezioni di Eddie. 

-Se iniziassi a dare alla canzone una fottuta possibilità, magari ti ricrederesti. Ma eri troppo occupato a farti di canne invece che arrivare qua in orario a provare con noi. - ribatté Billy.

-Ero con Rick!

-Infatti, a metterci nella merda! Trovaci delle idee, invece che stare qua a criticare!

-Trovale tu, batterista!

Billy si avvicinò con rapide falcate, le narici dilatate per la rabbia. Eddie fece lo stesso. Steve si intrapose fra i due, le mani su entrambi i loro petti. Eddie sarà stato più alto di Billy, ma la corporatura massiccia del biondo determinava già chi si sarebbe fatto male fra i due. -Woah, woah, woah. Datevi una calmata. 

-Se la deve dare lui. - Billy indicò Eddie con l'indice, incapace di distogliere lo sguardo da lui.

Nel frattempo Jonathan, completamente indifferente alla situazione, iniziò a suonare con gli occhi fissi sulle sue dita che toccavano corde del basso. Una melodia bassa e ritmata si diffuse nella stanza. Quel suono distrasse Steve, che lo guardò con rapimento. Eddie, la cui attenzione era suscettibile di proiettarsi rapidamente su altro, arricciò le labbra ed iniziò a muovere la testa a ritmo, dimenticatosi totalmente dello sguardo di fuoco che Billy gli stava lanciando. Steve annuì, compiaciuto. -È...wow. È davvero super catchy. È la stessa canzone del foglio? 

-Sì.

-Roba forte, mi piace. - commentò Eddie.

Jonathan picchiettò il palmo della mano sulle corde e strinse le labbra. Era sempre stato il più calmo e paziente del gruppo, le sue frecciatine erano rare. -Se canti, sarà ancora più forte. 

-Ha iniziato lui. - Eddie indicò Billy con il mento. 

-Oh, sta zitto. - sospirò Steve.

Diede un colpetto sul petto a Billy, un gesto tanto amichevole quanto ammonente, una richiesta silenziosa di comportarsi bene. Si tolse di mezzo, scambiando uno sguardo esasperato con Jonathan. Mentre lo strimpellare del basso procedeva, Billy ne concluse che fosse saggio mordersi la lingua: il capo rivolto altrove, tirò su con il naso e appoggiò le mani sulla vita con quello che sembro costargli uno sforzo immenso. Eddie dall'altro canto, seppur fosse irritabile quanto Billy, riusciva a farsela passare in un battito d’ali. Aspirando un lungo tiro dalla canna, seguiva il ritmo del basso con il capo e fissava Billy. La provocazione - perché conosceva bene Billy ma non poteva fare a meno di sfidarlo quando si contrariava - era oramai una folata di fumo in procinto di dissolversi nel vento. Billy prese la canna che gli stava tendendo, la scocciatura ancora evidente in viso.  Ma mentre Jonathan continuava a fare magie con il basso, la tensione iniziò a sparire. Eddie girò attorno a Billy, canticchiando fra sè e sè le parole della canzone scritta sul foglio che aveva fra le mani. 
Quando la musica partiva, il resto spariva. Corroded Coffin diventavano un tutt'uno e le differenze si dissolvevano nel nulla. 
   
 
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