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Autore: _Akimi    01/01/2023    2 recensioni
È Roderich e uno di quegli sguardi ― solo suoi, con gli occhi sottili, una venatura di dubbio che neppure le lenti spesse della sua montatura possono nascondere. È Roderich e la sua pretesa d’indifferenza, troppo orgoglioso per ammettere offesa, preferendo un silenzio ad un’onesta confessione.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{Germania, 2023}
 
Ludwig si sveglia all’alba.

Le prime luci del giorno fanno capolino tra le persiane usurate dal tempo e dalle passate sofferenze di giorni meno felici. Il sonno e un insolito senso di malinconia gli allappano la bocca ― non può vederlo, ma sente il peso delle responsabilità e dei compiti che gli spettano levarsi sul capo, girovagando nell’aria fitta e intrufolandosi anche lì, sotto le coperte, in luoghi dove stoltamente ci s’illude di essere immuni al pericolo.

Il pensiero del nuovo anno che giunge non porta con sé pace, ma trova il proprio posto tra i pensieri di Ludwig con una naturale facilità che, pur con qualche resistenza, continua ad intimorirlo.
 
Si gira su un fianco, perdendosi alla vista dei preziosi intarsi in legno dei suoi mobili, e non può che riflettere su ciò che verrà: inutili tribolazioni che rievocano voci severe di clienti insoddisfatti e di capi troppo intransigenti. Vorrebbe dimenticarsi delle scartoffie dimenticate nel suo ufficio, il computer abbandonato in stand-by sulla sua scrivania, le chiamate senza risposta…
 
Si gira di nuovo, Ludwig, con lo sguardo ostacolato dalle coperte, gli occhi ancora irritati dalla luce mattutina. Riconosce la sagoma dei suoi cani dormire sul pavimento, il loro respiro un poco affannoso, il corpo divenuto più docile, indice di una vulnerabilità al passare degli anni a cui anche gli animali domestici, come i rispettivi padroni, non possono sottrarsi.
Si massaggia le tempie, estenuato da preoccupazioni che mancano di armonia con l’aria festiva in città. Dovrebbe pensare ad altro ― preparare la colazione, anzitutto; casa da sistemare, uno squillo a suo fratello, e poi i cani seguiranno la sua ombra perché affamati e―

«Hanno già mangiato.» Una voce scivola tra le pieghe delle coperte, raggiungendolo sotto forma di sospiro un po’ arrendevole, sfumato dal sonno o da un bisogno di intimità che risveglia Ludwig dal suo iniziale torpore.

Ne segue la provenienza, piegando il collo in una posizione che non conosce comodità ― le fitte che cavalcano i suoi muscoli sono uno spiacevole promemoria di cattive abitudini, troppe ore trascorse seduto su una sedia, davanti ad un computer.
 
«Mi sono svegliato e devono aver sentito i miei passi,» continua la voce, e Ludwig sa darle un nome senza attendere che la sua vista trovi il viso che tanto va cercando.
 
«Mi dispiace, diventano esasperanti quando ci sono ospiti a casa.» Lo esclama tra sbadigli trattenuti e un tonfo al cuore che domande se ‘ospite’ sia il termine corretto per descrivere la loro situazione. La parola abbandona le sue labbra, ma lascia un sapore amaro contro il suo palato, un’insoddisfazione che Ludwig, senza alcuna sorpresa, trova riflessa anche sul volto del suo interlocutore.
 
È Roderich e uno di quegli sguardi ― solo suoi, con gli occhi sottili, una venatura di dubbio che neppure le lenti spesse della sua montatura possono nascondere. È Roderich e la sua pretesa d’indifferenza, troppo orgoglioso per ammettere offesa, preferendo un silenzio ad un’onesta confessione.
 
Ludwig ha buone scuse che potrebbe borbottare per difendersi. I suoi cani non apprezzano il profumo di estraneo, la novità, gli sconosciuti; Roderich non dovrebbe essere nessuna di queste cose, ma i suoi abbandoni e i suoi ritorni confondono tutti, ch’essi siano animali a quattro zampe o uomini dal cuore timido che non permette di chiedergli di rimanere.  
 
Le vacanze giungono ad una fine, ma Ludwig brama ad un qualcosa più lungo di un semplice inverno.
 
«Staresti qui se te lo chiedessi?»
 
Roderich non risponde, non ride dell’impudenza di tale domanda, eppur s’intravede un abbozzo di sorriso. Le labbra piegate con imbarazzo, quasi a voler trattenere un desiderio che non dovrebbe mai essere confessato.
 
In un angolo, la sua valigia non è pronta per la partenza, lasciata aperta come a costringere Ludwig a trovare un messaggio tra gli scomparti semi vuoti.

 
  
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