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Autore: Videogames_League    01/01/2023    0 recensioni
[Record of Ragnarok ]
Ogni mille anni, gli dei si riuniscono per rispondere ad una domanda cruciale: eliminare l'umanità oppure consentirne la sopravvivenza. E questa volta, hanno deciso di farla finita. Ma un semidio non vuole accettarlo, e lancia la sfida definitiva: il Ragnarok. 12 dei più forti guerrieri mai vissuti affronteranno altrettante divinità, per garantire la sopravvivenza della razza umana.
Genere: Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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L'enorme sala era ricolma di gente, esseri di tutte le forme e dimensioni. Alcuni erano indistinguibili dagli esseri umani, altri avevano pelle di colori improbabili o teste di animali, ed altri ancora avevano aspetti indescrivibili per i comuni mortali. Si trattava degli dei, coloro che avevano creato il mondo e l'umanità, e che quel giorno avrebbero potuto distruggerla. Ogni mille anni, infatti, gli dei si riuniscono per prendere una cruciale decisione: lasciare che l'umanità sopravviva fino alla prossima riunione, o eliminarla seduta stante. È una decisione importantissima, che richiede ragionamenti molto complessi, e- "Io dico di farli fuori!" Gridò uno degli dei. Aveva un'armatura adornata di piume verdi, e la sua pelle era di un blu vivace. Huitzilopochtli, il dio azteco del sole e della guerra, continuò il suo discorso "Gli umani hanno smesso di venerarci. Ci hanno abbandonati. E le loro guerre... Non c'è più onore tra i guerrieri. Le armi da fuoco che utilizzano sono un'assoluta vigliaccheria. Uccidiamoli, dico io!" Varie divinità erano d'accordo con quel ragionamento. Presto, si alzò un dio ricoperto da pelliccia marrone, con zoccoli al posto delle gambe e corna da cervo che gli spuntavano dalla testa. Si trattava di Cernunnos, dio celtico della caccia e della natura. "Sono d'accordo. Gli umani stanno distruggendo la natura. Anche prima cacciavano e abbattevano gli alberi, ma da quando hanno fatto quella... Rivoluzione Industriale -pronunciò quelle parole con estremo disgusto mentre gettava un occhiataccia agli dei della tecnologia- hanno esagerato. Le foreste sono ai minimi storici, e gli animali sono sempre più vicini all'estinzione!" Altri boati si levarono nella sala, tutti da divinità che erano d'accordo col dio. Al centro della sala, un uomo dai capelli argentati con indosso un elegante Kimono bianco e blu scuro stava controllando un Tablet. "Sembra che la votazione sia unanime... Gli dei hanno decretato la fine dell'umanità" tuttavia, prima che Tsukuyomi, dio Shintoista della luna, potesse pronunciare il verdetto finale, le porte della sala si spalancarono. L'uomo che apparve indossava un armatura dorata, e aveva dei capelli corvini tutti disordinati. Il suo portamento era composto, come quello di un re. "Mi permetto di obiettare!" "Sta un po' zitto, Quirino!" Da accanto a Tsukuyomi, parlò un dio che sembrava lo stereotipico delinquente giapponese. Divisa scolastica messa male, Pompadour, e un paio di occhiali da sole con le stanghe a forma di fulmine. "Non dovresti nemmeno essere qui. Tutti i presenti sono dei per Nascita, tu sei asceso solo perché i romani non la smettevano di succh-" "Basta così, Susanoo!" A fermare il dio delle tempeste era stata la dea che sedeva al centro della sala. Aveva lunghi capelli neri, e indossava un Kimono bianco con simboli di soli rossi, ed emanava un aura lucente. Si trattava di Amaterasu, colei che presiedeva il consiglio, nonché dea suprema del panteon Shintoista. "Sentiamo prima cosa ha da dire il nostro italico amico. Poi, se sarà il caso, interverremo!" Romolo si inchinò leggermente, e poi parlò "Grazie mille, vostra lucentezza. Sono qui per difendere l'umanità!" Mormorii infastiditi si levarono per la sala, ma Quirino li ignorò e continuò "Ritengo sia ingiusto che l'umanità venga cancellata così, senza il minimo confronto. Semplicemente presa ed eliminata. È una cosa che non sopporto. Dà l'idea che gli dei siano un branco di fichettine" Centinaia di occhi infuriati furono puntati sul re romano. Questi, nuovamente, li ignorò e continuò. "Si, cancellare gli umani così è fin troppo facile. Non c'è gusto. Io propongo di dargli una possibilità di difendersi. Voglio che venga indetto... Il Ragnarok!" La sala piombò nel silenzio. Poi, Amaterasu scoppiò a ridere. Una risata che inizialmente era delicata ed elegante, ma che presto si trasformò in una sguaiata e folle. "Ma si... Il Ragnarok! Quello scherzo... Perché no? Dimostreremo agli umani quanto sono insignificanti! Li distruggeremo, li annienteremo, li stupr- ahem. Si, direi che è un'ottima idea. Siete d'accordo?" Urla di approvazione di levarono dagli spalti. Quirino sogghignò, conscio che il suo piano stesse funzionando. "Bene. Allora tu ti occuperai di selezionare i combattenti degli umani. Trova i dodici guerrieri che metteranno su lo spettacolo più divertente. Noi ti attenderemo con i nostri più forti combattenti. Spero ci intratterrai. La seduta è tolta!" Con quelle parole, Quirino se ne andò via soddisfatto. Il suo piano stava andando a gonfie vele. Ora doveva solo riunire i suoi guerrieri e usarli per distruggere gli dei. -------------------------------------------------------------------------------------- Qualche ora dopo, una grande arena era stata allestita. Migliaia, no, Milioni di posti erano disponibili, non solo per tutti gli dei, ma anche per tutti gli umani mai vissuti sulla terra. Tutti in trepidazione, pronti a fare il tifo per i rispettivi campioni. Un faro fu poi puntato su una cabina scavata nel muro dell'arena. Dentro erano sedute due figure, una dea ed un umano. La dea aveva capelli arcobaleno, stesso colore della luce che era emanata dal suo corpo. Indossava una camicia bianca e calze e minigonna nere. L'uomo era più basso, tondeggiante, ed indossava una tunica bianca e rossa. "Salve a tutti, popolo del Valhalla! Siete pronti ad assistere alla più grande carneficina dalla Titanomachia?" Il pubblico urlò eccitato alle parole di Iride, messaggera degli dei greci. "Ma che cazzo di problemi ha questa- Buonasera, benvenuti al Ragnarok!" Continuò Marco Tulio Cicerone, grande oratore romano e ora co-conduttore di quello spettacolo. "Le regole sono semplici -continuò Iride- dodici guerrieri umani affronteranno altrettanti guerrieri divini in una serie di scontri. La prima fazione a raggiungere sette vittorie sarà decretata vincitrice!" "Se vinceranno gli umani, saranno risparmiati per i prossimi mille anni. Se a vincere saranno invece gli dei, e qui fateme fa na grattata, gli umani saranno cancellati per sempre!" "Bene. Detto, questo, direi che è ora di introdurre i nostri primi sfidanti. Sei d'accordo, Cicerone?" "Pienamente. Il primo guerriero per la fazione divina è lui!" Centinaia di colibrì spuntarono fuori dal cancello della fazione divina. "Figlio illegittimo di Coatlicue, ha vendicato la morte della madre uccidendo i suoi fratelli! Ha poi creato con i loro corpi la luna per darle conforto!" Una figura imponente comparve in mezzo agli uccellini. Nella sua mano destra stringeva una frusta con le fattezze di un serpente. "È colui che rappresenta il sole. Il più feroce tra i guerrieri dell'America centrale! Imbattibile in combattimento! Huitzilopochtli!" Il guerriero Azteco alzò le braccia al cielo, godendosi gli applausi e il tifo delle divinità. "Bene. E adesso, per i nostri amici umani... Lui!" Il suono di una cornamusa si levò dalla porta degli umani. "In un epoca in cui la guerra era dominata dalle armi da fuoco, quest'uomo s'è fatto strada armato di arco e spada!" La musica aumento di volume, mentre un uomo uscì correndo dal portone. Indossava un uniforme militare inglese, e aveva un elmetto che gli copriva gli occhi. Sul labbro superiore si potevano notare due sottili baffetti. "Ha guidato l'esercito inglese in varie battaglie cruciali! È un vero guerriero dei tempi andati!" L'uomo smise di suonare e posò la cornamusa. Dopodiché estrasse una spada dal fodero e la puntò contro il suo avversario. "Il suoi contemporanei lo chiamarono folle, ma io dico che era un uomo dall'indomabile coraggio! È Jack Churchill!" I due guerrieri si squadrarono l'un l'altro, mentre gli annunciatori urlavano nei loro microfoni "Che il Ragnarok... Abbia inizio!"
   
 
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