A
Fuuma 💙
«Mi
devi spiegare come si invita una ragazza al
ballo».
Dustin lo
aspetta fuori da scuola, già seduto al posto del
passeggero, e Steve cade nell’imboscata, la fronte che si
schianta contro il
tettuccio dell’auto e il cuore che gli si accartoccia nel
petto come una
lattina di Coca-Cola.
La risata
sdentata che segue gli esplode nelle orecchie,
mentre mastica rimproveri e mezzi insulti coperti dal motore che si
accende.
«Non
prendertela, ma sono un ottimo alunno: ho ballato
con Nancy!».
«T’ho
detto che l’ho superata, amico».
(Steve
ha ragione: il punto è un
altro, ma ancora non lo sa)
*
«Stiamo
preparando i costumi per Halloween, vuoi fare
Gandalf?».
Dustin sbuca da sotto
il bancone all’improvviso, il
cappellino che fa la sua comparsa per primo, e Steve ha giusto il tempo
di
nascondere tra i moduli della videoteca il fumetto che stava cercando
di
recuperare.
Si morde la
lingua – ha appena imparato chi sia il Soldato
d’Inverno, non serve anche questo Gandalf –, ma
Dustin rotea gli occhi e bofonchia
il solito mantra degli ultimi mesi.
«Chiedi
a Strambo Munson, allora».
«Eddai,
sei solo geloso».
(Dustin
ha ragione, ma quello è il
tono con cui un tempo guardava a lui)
*
«Non
so nemmeno perché mi importa di quello che pensa
quel moccioso».
Eddie sembra una
pedina lanciata su un tabellone troppo
grande, la realtà che schiaccia il gioco, e nel suo passo
incerto Steve rivede
l’orma del proprio e ciò che li unisce, sotto la
facciata da Archie Andrews e
Jughead Jones.
Il
ragazzino col cuore da gigante che li guarda come se
fossero gli eroi della storia, quando il vero Paladino
– l’ha imparato,
questo – è lui. E altro, forse.
«Henderson
ha detto così?»
«Sì,
cazzo! Forse mi sono ingelosito un po’».
(Eddie
non ha ragione: sanno
perché gli importa)
*
Steve ci ha
pensato, e ha un sogno per quando tutto il casino
del Sottosopra sarà finito (se finirà).
In
realtà ce l’ha sin da quando era bambino, anche se
allora
sapeva immaginarselo solo a metà, come quando ci si sveglia
di soprassalto ricordando
alcuni dettagli sfuocati. Ora, però, ha trovato la trama per
collegarli dando un
senso.
Nel sogno di
Steve c’è un camper per andare da Hawkins alla
California un’estate, e poi da Hawkins alla Florida
l’estate dopo. È un camper
piccolo – in videoteca si
guadagna poco e dubita che suo padre
contribuirebbe a coprire il resto – anche
perché non serve molto, giusto lo
spazio per una chitarra, Cerbero, una mazza da baseball. E un letto
abbastanza
grande per tre, che Dustin finirà per seppellire sotto le
montagne di fumetti
che lo convincerà a portarsi dietro. Munson
troverà divertente svegliarli strimpellando
due note che pretenderà anche di chiamare metal, e Steve
potrà rendere
anche lui partecipe della propria migliore imitazione di Dusty-bun
sulle note
di Never Ending Story.
Ci sono dettagli
che non ha ancora messo a punto, tipo chi
cucinerà?, e altri che ha già fissato,
tipo chi guiderà. Ma sembra
proprio un bel piano.
(Se,
certo…)
Note
alla storia: *fa
un passo timoroso nel fandom,
lancia la storia e fugge*
È
la mia prima storia su Stranger
Things, e come la stordita che sono ho deciso di complicarmi la vita
unendo
fandom nuovo a ship preferita, raddoppiando la mia
incapacità di scrittura (è
un problema serio, non riuscire a farsi piacere niente quando si scrive
delle
proprie OTP/OT3, ma non imparo mai). Poco male, essere Grifondoro nella
vita
deve servire a qualcosa, anche solo per lanciarsi senza paracadute. Ma
comunque,
le cose tecniche.
Dato
che era il primo tentativo, ho
deciso di inserirmi il più possibile nel canon, motivo per
cui i dialoghi della
terza drabble sono quelli del doppiaggio italiano e alcune idee vengono
riprese
urlando “Ehi, vi siete sbagliati tutti, in realtà
Steve voleva dire che ama
Dustin e Eddie”. Però nulla vi vieta di immaginare
l’ultima doppia drabble nel
post season4 e sognare un Eddie ancora vivo per combattere Vecna nella
5. In realtà
è la prima volta che scrivo su una mia OT3, quindi, di
nuovo, non so quanto sia
ben bilanciata (poco, temo, ma l’importante è che
si ami Dustin). Mi ha dato da
pensare anche la cultura di Steve, ma il ragazzo manco conosce Tolkien,
ritenere
che non conoscesse personaggi Marvel che all’epoca erano solo
nei fumetti mi
pare coerente. Archie Andrews e Jughead Jones sono invece due
personaggi della
Archie Comix – che è popolarissima, in America,
non un prodotto “da nerd” –,
uno lo sportivo popolare del liceo, e l’altro
l’outsider considerato strambo da
tutti – il paragone mi sembrava calzasse.
Finite
le chiacchiere, la vera cosa
importante: questa storia è un piccolissimo regalo di buon
anno per Fuuma
(che
ha scritto di questi tre mille volte meglio di me,
quindi correte a
leggere la sua storia e tutto il suo profilo, che qualsiasi link
apriate
capitate benissimo). Sclerare insieme su Stranger Things è
stato fantastico, e
quindi questa cosina te la dovevo, per questo e anche per quanto mi
rendi
felice con ogni tua storia, davvero grazie per sopportare le mie
recensioni
sconclusionate. Ti auguro che l’anno nuovo possa portarti
tanta ispirazione e
realizzare tutti i tuoi progetti 💙
Un
grazie anche a chi è giunto fin qui,
spero che la lettura abbia meritato il vostro tempo.