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Autore: Europa91    05/01/2023    3 recensioni
[AU Pro Hero/Dabi x Villain/Hawks]
“Allora abbiamo un accordo. Ci rivedremo qui tra dodici giorni allo scoccare della mezzanotte” il Villain alzò un sopracciglio mostrando apertamente il proprio scetticismo;
“Se pensi di farmi cambiare idea sei solo un povero illuso” nonostante avesse accettato, non intendeva dargliela vinta tanto facilmente,
“Perché non possiamo andare d’accordo, Hawks?”
“Non posso credere che tu me lo stia veramente chiedendo, non sono io quello famoso per non rispettare i patti” Touya sorrise con fare provocatorio
“Se ti può aiutare, vedilo come l’ennesimo test sulla mia affidabilità”
“Sei davvero irritante, io me ne vado” concluse prima di lasciare la stanza.
Dabi rimase immobile per qualche minuto, stupito da quel comportamento. Rivolse distrattamente lo sguardo al di fuori della finestra.
Aveva smesso di nevicare.

Dabi, Hawks e una scommessa fatta la notte di Natale.
[Storia per il Calendario dell’Avvento 2022 di Fanwriter.it]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Tragedy of Hero and Villain'
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Note Autrice: Tutto era iniziato con: io quest’anno non ce la faccio a partecipare all’Avvento, per poi finire con lo scrivere l’ennesima Dabi x Hawks di cui nessuno aveva bisogno. Come avrete visto, questa storia è ambientata in un AU dove il nostro Hawks è diventato un Villain mentre, per la gioia di Endeavor, Dabi è un Hero. Per comodità entrambi hanno mantenuto gli stessi soprannomi del canon. Nei piani iniziali, sarebbe dovuto essere un racconto più lungo e articolato, viste le complessità e possibilità infinite che apre un AU di questo tipo, ma per mancanza di tempo mi sono limitata a descrivere la scena natalizia come richiesto dal Calendario dell’Avvento (e come vedrete già mi sono dilungata parecchio). Sinceramente considero una vittoria personale essere riuscita a finirla in tempo XD. Non escludo di scrivere altro su questo filone, le idee ci sono, appunti pure, ma dipende tutto dalla real life, per questo non prometto nulla. 

Vi auguro buona lettura e buone feste.




 


 

“Hide what I am and help me find the form best suited to my intentions”   

Viola, Act I scene II - Twelfth Night - W.Shakespeare







 

Quella notte avrebbe nevicato. Poteva facilmente prevederlo dal vento freddo che gli accarezzava il volto e andava ad infrangersi contro le sue ali. Non sarebbe stato insolito per quel periodo dell’anno, ma avrebbe rappresentato l’ennesima seccatura. Non era facile volare con il maltempo. Si sistemò meglio gli occhiali sul naso, proseguendo ancora per qualche metro, planando in direzione della Fukuoka Tower. Si appollaiò su uno dei cornicioni osservando le figure muoversi sotto di lui. Takami Keigo, meglio conosciuto come Hawks, adorava scrutare il mondo dall’alto. Visti da quella prospettiva, gli esseri umani apparivano piccoli e insignificanti. Degli insetti. L’ennesimo spiffero di vento lo portò ad avvicinare entrambe le mani all’altezza del volto, in modo da poterle riscaldare con il calore del proprio respiro. Odiava il periodo natalizio, quasi quanto quella società satura di eroi. Lanciò un ultimo sguardo alle luci e all’atmosfera di festa, non riuscendo a mascherare un’espressione di puro disgusto.

Il figlio di un Villain non può fare altro che seguirne le orme. Sei un criminale esattamente come tuo padre. Erano queste le parole che fin dall’infanzia avevano guidato ogni suo passo, accompagnato ogni battito d’ali. A nessuno era mai importato nulla dei desideri del piccolo Keigo. La sua unica colpa era stata quella di essere figlio di un assassino. Il suo futuro era già stato deciso dal momento stesso in cui era venuto al mondo.

Quella società era marcia fino al midollo. Gli eroi che si presentavano come paladini della giustizia spesso finivano con il prendere decisioni arbitrarie, rivelandosi tanto sadici e pericolosi quanto quegli stessi criminali che avrebbero dovuto fermare. Giusto, sbagliato, bene, male si riducevano a dei concetti astratti, il cui significato mutava per adattarsi alla situazione e agli attori coinvolti. 

Ripensò a qualche giorno prima, quando, camminando distrattamente tra la folla, aveva udito per la prima volta il messaggio di Stain. Le sue parole avevano trovato terreno fertile sul quale attecchire. Il Villain auspicava un ritorno alle origini, a quei veri eroi che aiutavano il prossimo senza pretendere qualcosa in cambio.

Sul momento gli venne da ridere. Era un’utopia, un sogno irrealizzabile, la loro società non sarebbe potuta cambiare tanto facilmente. 

C’era stato un tempo, in cui credeva che gli Heroes fossero esseri immaginari, come i protagonisti degli anime in televisione. Figure perfette, che non sarebbero potute esistere nel mondo reale. In fondo aveva ragione. Fu solo quando Endeavor comparve sullo schermo che Hawks mutò espressione, imprecando sottovoce e distogliendo immediatamente lo sguardo.

Come prevedibile, il Flame Hero e la propria agenzia erano intervenuti fermando coraggiosamente Stain e riportando l’ordine. Quando il filmato andò a concentrarsi sulla sua intervista, il biondo smise di ascoltare, spiccando letteralmente il volo per allontanarsi quanto più possibile dal suono di quella voce.

Lo odiava. Takami Keigo odiava Endeavor con ogni fibra del proprio corpo.

Non era mai stato un fan di All Might, ma il sentimento che lo legava al Number Two era completamente diverso. Todoroki Enji poteva essere considerato l’origine di ogni suo male. Era stato proprio il Flame Hero diversi anni prima ad arrestare suo padre, mettendo in moto una serie di eventi che avrebbero portato Hawks a ripercorrerne i passi e diventare un Villain.

Da quel momento, aveva seguito nell’ombra le gesta dell’eroe, rimanendo confinato al ruolo di semplice spettatore, attendendo l’istante in cui avrebbe potuto ottenere la propria vendetta.

Hawks non lo avrebbe fatto per suo padre. Detestava l’uomo che lo aveva messo al mondo e che gli aveva regalato un’infanzia costellata di violenze e abusi. Era una battaglia che aveva deciso di portare avanti per se stesso, per dimostrare di essere migliore di lui ma allo stesso tempo diverso. Hawks era un criminale ma non un assassino. Le sue ali non si erano mai macchiate di sangue innocente. Il suo Quirk rappresentava l’eredità di quell’individuo che più di un padre, si era rivelato essere un carceriere. Eppure, era stato proprio grazie a quelle Ali Possenti se Hawks era riuscito a sopravvivere da solo in quel mondo che tanto lo aveva deluso. 

In seguito all'arresto del genitore, sua madre Tomie era completamente impazzita. Temendo che gli Heroes l’avrebbero fermata come sua complice, aveva fatto le valigie ed era scappata, portandosi dietro il figlio. Quella donna però, non era in grado di badare a se stessa. La sua salute mentale era ormai compromessa dopo anni di abusi e maltrattamenti.

Keigo aveva iniziato a rubare per necessità. All’inizio non si trattava che di cibo e pochi spiccioli, il minimo indispensabile per poter sopravvivere. Aveva scoperto come le proprie piume potessero essere utili allo scopo. Con il senno di poi, era solo questione di tempo prima che venisse scoperto ed arrestato. Data la giovane età, la condanna fu lieve e finì con lo scontare solo un paio di mesi in riformatorio. Quando tornò in libertà, Keigo scoprì che Takami Tomie si era tolta la vita. A dieci anni, era rimasto solo. 

In quell’occasione nessun eroe lo aveva salvato o teso la mano. Hawks ricordava nitidamente quel primo inverno, trascorso in solitudine. La nevicata improvvisa che aveva imbiancato la città e come avesse rischiato più volte di morire assiderato. Le sue ali ricoperte da un sottile strato di brina e quel gelo che gli permeava le ossa, impedendogli di dormire. Si rivedeva ancora camminare infreddolito nella neve, con vestiti troppo leggeri per quella stagione. Nessuno si era fermato o gli aveva dedicato attenzione. Nemmeno un passante aveva fatto caso a quel bambino dallo sguardo spento e spaventato. Lo avevano semplicemente ignorato. Eppure, nonostante tutto, lui era sopravvissuto. Nell’indifferenza di quella società, a parole tanto virtuosa quanto ipocrita nei fatti. 

Keigo ricordava solo episodi frammentari di quel periodo. Come il giorno in cui, cercando del cibo rovistando tra la spazzatura, aveva trovato un pupazzo di All Might. In passato, aveva convinto sua madre a regalargliene uno simile, raffigurante però Endeavor. Non sapeva che fine avesse fatto, e nemmeno gli importava. Aveva osservato a lungo il Simbolo della pace per poi decidere di essere diventato troppo grande per perdere tempo con simili sciocchezze. Gli Heroes erano i soli responsabili della situazione nella quale si trovava. Endeavor aveva arrestato suo padre, ma nessuno si era preoccupato di lui o sua madre. Li avevano abbandonati a loro stessi e trattati come spazzatura. In un modo d’ira si lasciò sfuggire una piuma che andò subito a decapitare il pupazzo. Keigo osservò il percorso di quella testa, che rotolò fino ai suoi piedi. Fu quel giorno che decise di vendicarsi contro il Number Two e l’intera società degli Heroes.

L’ennesimo spiffero di freddo lo riportò con la mente al presente. Anche se erano trascorsi parecchi anni da quell'inverno, con l’avvicinarsi delle festività la sua mente lo portava a rivivere quei ricordi dolorosi che tanto avrebbe voluto dimenticare. Nonostante la lontananza, Hawks riusciva udire, grazie ai suoi sensi super sviluppati, l'eco delle canzoni natalizie che facevano da sottofondo ai propri pensieri . Non riuscì ad impedirsi di assumere l’ennesima espressione di puro disgusto. Si alzò in piedi, sgranchendosi in un colpo solo gambe e ali. Nelle ultime ore aveva maturato un’importante decisione: si sarebbe unito ad una nuova organizzazione chiamata “Unione dei Villain”. Era curioso di vedere come quei criminali avrebbero agito, raccogliendo o meno l’eredità di Stain. Qualsiasi piano avrebbe fatto al caso suo, portandolo ad avvicinarsi sempre di più al proprio obiettivo. Il Villain avrebbe sfruttato l’Unione per ottenere la propria vendetta contro Endeavor. A quel pensiero scoppiò a ridere prima di aprire le proprie ali e lanciarsi nel vuoto. I primi fiocchi di neve furono i soli testimoni di quello spettacolo. 


***


Quella notte avrebbe nevicato. Ne aveva la certezza assoluta. Non si era mai sbagliato su quel genere di cose. Aveva sempre percepito una sorta di legame speciale con la neve o l’inverno in generale. Avvertiva prima degli altri l’abbassarsi delle temperature, esattamente come riusciva a prendere l’arrivo di precipitazioni. Per anni, aveva vissuto nella convinzione di non aver ereditato nulla dalla famiglia di sua madre, invece oltre alla capacità di gestire la propria temperatura interna, aveva sviluppato una certa sensibilità nei confronti del ghiaccio o del freddo in generale. Il ragazzo dai capelli candidi come la neve, non riusciva ad impedirsi di sorridere, mentre osservava il cielo fuori dalla finestra. Seduto scompostamente ad una delle scrivanie dell’agenzia per la quale lavorava, il giovane Number Four Hero si era concesso qualche secondo di riposo, sperando di potere assistere alla prima nevicata della stagione. Aveva chiuso gli occhi, si era preso una ciocca di capelli tra le dita, e aveva immaginato l'intera città coperta da un sottile manto bianco.

Adorava quel periodo dell’anno e le festività in generale. Lo mettevano di buon umore. Fu una sensazione passeggera, una volta riaperte le palpebre notò la pila di documenti abbandonati sulla scrivania e si ricordò del perché si fosse dovuto trattenere in ufficio fino a quell’ora. Todoroki Touya, conosciuto tra i suoi fan semplicemente come Dabi, era l’Hero più promettente dell’intero Giappone. Aveva scalato in poco tempo le classifiche, ritagliandosi una posizione nella Top Ten a nemmeno vent’anni. Ovviamente Touya non era un ragazzo come tutti gli altri, essendo figlio dell’attuale Number Two in carica, Endeavor. Sin dal primo istante in cui il suo nome era diventato di pubblico dominio, non erano mancate critiche o accuse di nepotismo, messe in parte a tacere dalle sue imprese.

Non ci si poteva aspettare nulla di diverso dal figlio di Endeavor. Buon Sangue non mente. Una famiglia di veri eroi. Touya era stanco di quelle chiacchere. Era diventato un Hero per accontentare suo padre, perché potesse essere fiero di lui. Perchè lo guardasse. Sin dall’infanzia si era addestrato per quello, per diventare il più grande degli eroi, qualcuno in grado di battere All Might, superarlo. Touya possedeva una potenza di fuoco maggiore rispetto a suo padre, mentre grazie ai geni di sua madre, riusciva a regolare la propria temperatura corporea e resistere al freddo.

Non ricordava i propri sogni di bambino, ma solo i pesanti allenamenti ai quali si era sottoposto per rendere Endeavor fiero di lui. Aveva ereditato la stessa testardaggine di suo padre, voleva eccellere, essere il migliore. E ci era riuscito.

Dabi non aveva frequentato una scuola normale o un’Accademia prestigiosa come il Liceo Yuei, la sua istruzione era avvenuta a porte chiuse, alternando lo studio all’addestramento per diventare il più grande degli eroi. I suoi fratelli minori lo avevano sempre idolatrato, soprattutto il più piccolo, Shouto, l’unico ad aver manifestato il desiderio di seguire la professione di famiglia.

A poche settimane dal proprio debutto, il giovane Pro Hero Dabi si era conquistato le prime pagine dei quotidiani e delle riviste, dimostrando al mondo di essere il degno erede di Endeavor.

Per un pò ne era stato felice, vedere i propri sforzi e sacrifici ripagati era la migliore delle ricompense, ma il successo aveva portato con sé anche altro. La popolarità e la fama non erano che una faccia della medaglia. Più le sue imprese erano degne di nota e più Dabi veniva affiancato all'immagine di suo padre. Non importava quante persone salvasse o quanti criminali consegnasse alla giustizia, per il mondo lui sarebbe sempre rimasto Todoroki Touya. Sin dal proprio debutto era come se il suo destino fosse già stato scritto, era il figlio del Number Two e per questo, destinato a raggiungere la vetta.

Afferrò annoiato uno dei documenti che aveva davanti. Da quando l’anno prima aveva conquistato la posizione di Number Four suo padre lo aveva assunto a tempo pieno come impiegato nella propria Agenzia. Touya si era sentito felice ma non era stato che un pensiero momentaneo. Una volta tornato a casa dopo l’ennesima premiazione aveva realizzato cosa significasse quel gesto. Qualsiasi cosa facesse non aveva importanza, suo padre e la società intera avevano già deciso per lui. Touya non era che un attore e loro i sapienti registi di quella commedia. Era come se qualcuno avesse già definito quale ruolo avrebbe dovuto interpretare.

Si ricordò di uno dei tanti Natali trascorsi in famiglia. Mentre i suoi fratelli minori ricevevano doni e caramelle, il piccolo Touya si divertiva con nuovi pesi o tute ignifughe. Eppure era felice, rendere fiero suo padre era tutto ciò che aveva sempre desiderato. Solo con l’adolescenza si era accorto di quanto sbagliato fosse quel pensiero. Quando le sue fiamme avevano iniziato a mutare e farsi sempre più calde, aveva compreso quanto malato fosse il cammino che stava seguendo. Aveva sacrificato tante cose per un sogno che non era suo, ma aveva avuto bisogno di confrontarsi con il resto della società prima di rendersene conto. Dopo il suo primo arresto e relativa intervista, il giornalista aveva riempito Dabi di domande su Endeavor ignorando completamente il lavoro da Hero che aveva svolto. Pure ritrovarsi nella Top Ten era stato un risultato prevedibile, quasi scontato. Ennesimo atto di un copione già scritto. Touya però non riusciva a rassegnarsi, adorava il proprio lavoro ma desiderava liberarsi dall’ombra paterna che sembrava seguirlo ovunque. 

Prese a leggere qualche riga dal rapporto che teneva ancora tra le mani. Era relativo all’arresto di Stain, il famoso criminale che suo padre aveva recentemente assicurato alla giustizia. La piega delle sue labbra si incurvò in una smorfia al ricordo di come anche suo fratello minore fosse rimasto coinvolto in quella vicenda. Touya adorava Shouto, per questo la sola idea che si fosse scontrato con un Villain di quel calibro non gli piaceva. Ricordava anche le parole di Endeavor e di come avesse elogiato il quartogenito dopo essere tornato dall’ospedale, dove il ragazzino e i suoi amici erano stati condotti per degli accertamenti.

Touya non era mai stato geloso di Shouto, anche se era stato il primo a riconoscerne il potenziale. L’ultimogenito di Endeavor poteva controllare a piacimento sia il fuoco che il ghiaccio. Un giorno sarebbe diventato un eroe eccezionale, forse anche migliore di lui. Scosse la testa immaginando i discorsi di suo padre se mai un’eventualità simile si fosse verificata. Tornò a fissare il verbale di Stain, per poi cercare sul proprio smartphone il video, ormai virale, che ne diffondeva l’ideologia. Il semplice arresto di quel Villain aveva messo in moto una serie pericolosa di eventi. Il messaggio del criminale non era sbagliato in sé. Touya condivideva molte di quelle affermazioni. Molti Heroes avevano smarrito la retta via o sembravano essersi dimenticati di quale fosse il loro ruolo, ovvero difendere i più deboli.

Ripensò a Endeavor e come lo avesse cresciuto. Dabi era nato per poter superare All Might. Più di una volta si era domandato cosa sarebbe successo se non avesse ereditato un Quirk tanto potente o se, come i suoi fratelli, avesse deciso che la professione di Hero non faceva per lui. Si passò una mano sul volto. Era un pensiero assurdo. Terminò di leggere il rapporto e ne iniziò un altro, notando distrattamente la dicitura “Unione dei Villain”. Fuori dalla finestra i primi fiocchi di neve avevano iniziato a depositarsi al suolo.


***


Un anno dopo



 

“Devi guadagnarti la fiducia dell’Unione dei Villain, Dabi” 

L’ormai Number Three Hero aveva osservato i due membri della Commissione per la Pubblica Sicurezza con un’espressione a metà strada tra il sorpreso e l’annoiato. Nell’ultimo periodo era successo letteralmente di tutto. Il ritiro di All Might e la conseguente perdita del Simbolo della pace avevano provocato una nuova ondata di criminalità, alla quale bisognava mettere un freno.

Dopo essere stato convocato, Touya si era preparato a qualsiasi eventualità, anche se non si sarebbe mai immaginato di ricevere una proposta simile.

“Aspettate un momento, non ne capisco il senso. Non state forse preparando una squadra di ricerca?” a quelle parole, i membri della Commissione si scambiarono un’occhiata allarmata.

“Dove hai sentito questa informazione? Non vi è ancora nulla di ufficiale" esordì il primo. Il ragazzo abbassò il capo, cercando di mascherare il sorriso di scherno nato spontaneamente sulle sue labbra.

“Proprio per questo Touya, abbiamo bisogno del tuo aiuto” fu invece la pacata risposta dell’unica donna presente. Era dalla serata di premiazione della Billboard, che Dabi non incontrava di persona la Presidente della Commissione, e il fatto che fosse presente a quell’incontro non lasciava presagire nulla di buono.

“A Kamino abbiamo agito repentinamente, ne andava della sicurezza dell’ostaggio. Ma non disponendo di informazioni sufficienti non siamo stati in grado di fare una valutazione sul grado di pericolosità del nemico, né conoscere il suo livello di forza. Per questo abbiamo bisogno di reperire il maggior numero di dati possibili. Per sradicare quell’organizzazione criminale abbiamo bisogno del tuo aiuto”

Il figlio di Endeavor aveva storto il naso, contando mentalmente i secondi che lo separavano dal udire il vero motivo per il quale la Pubblica Sicurezza aveva fatto il suo nome e per il quale era stato convocato d’urgenza.

“Non c’è nessuno di più adatto a questo compito. Dopotutto, sei il figlio del Number One Hero

Dabi aveva smesso di ascoltare quelle parole cariche di ipocrisia. Dopo i fatti di Kamino, la loro società aveva progressivamente iniziato a cadere in pezzi. La popolazione aveva cominciato a perdere fiducia in quegli eroi sui quali aveva sempre fatto affidamento. Lui stesso non si sarebbe mai aspettato di assistere in quel modo al ritiro di All Might. Touya ricordava ancora come avesse sorpreso suo padre, quella fatidica sera, mentre distruggeva la propria palestra. Non aveva mai visto Todoroki Enji in quello stato. Sembrava ferito, deluso. Da quando era rincasato, si era trincerato tra quelle stanze, dove aveva potuto dare libero sfogo al proprio potere.

“Così non lo accetto. Non posso. Non lo accetterò mai!” Erano state le parole che Touya e Shouto avevano udito dal corridoio.

Come tutti però, anche Endeavor aveva dovuto fare i conti con la realtà. Era lui ormai il nuovo Number One. Avrebbe sostenuto sulle proprie spalle il peso dell’eredità lasciata da All Might.

Ci sarebbero state così tante cose che Dabi avrebbe voluto condividere con suo padre in quell’occasione, invece il Blue Flame Hero si era limitato a prendere posto sul pavimento accanto a lui, recitando una pessima battuta sulla promozione appena ottenuta.

Erano rimasti in silenzio per istanti che potevano apparire eterni quanto effimeri ad un occhio esterno. Sarebbero state sua madre e Fuyumi a riportarli con la mente al presente, chiamandoli per la cena. Nei giorni successivi, Enji si era trincerato dietro un muro di silenzio e Touya aveva fatto lo stesso. Anche in questo erano simili, era più facile rifugiarsi nei propri pensieri e in caso incenerire qualcosa, che affrontare la realtà. La perdita di All Might era l’ennesimo colpo che l’Unione dei Villain avrebbe sfruttato a proprio vantaggio.

Nel frattempo, la Presidente della Commissione per la Pubblica Sicurezza aveva terminato di elencare i motivi che avevano portato alla scelta del Number Three. Dabi aveva smesso da tempo di ascoltare, preferendo fissare un punto imprecisato della parete alle spalle della donna.

“Proposta, certo che avete un bel modo di chiamarla, visto che non mi sembra di poterla rifiutare” sbottò dopo qualche secondo di pausa, alzando entrambe le braccia a mo’ di resa. “Non avrei mai pensato che foste persone simili, sapete essere davvero senza scrupoli” come sempre, aveva preferito rifugiarsi dietro ad una battuta sarcastica.

La donna fece un passo in avanti, avvicinandosi. Touya trattenne inconsciamente il fiato mentre la Presidente guardandolo dritto negli occhi confessava;

“Non lo nego, anzi ti dirò di più, sono felice che tu non sia arrivato a Kamino” il Blue Flame Hero scosse il capo,

“C’erano mio padre e mio fratello Shouto”

“Anche per questo abbiamo pensato a te. In questa situazione, qualcuno deve sporcarsi le mani”

“Avete pensato a quante persone moriranno mentre io sarò occupato a conquistarmi questa fiducia?” Era un’obiezione legittima ma la donna, come ogni bravo politico, fu abile nello sviare il discorso,

“Tu non sei mai stato interessato alla fama, in più grazie a tuo padre…”

Touya aveva smesso nuovamente di ascoltare. Per i presenti in quella stanza lui sarebbe sempre rimasto il figlio di Endeavor, del nuovo Number One Hero. Avrebbe desiderato che gli fosse affidato quell'incarico per i propri meriti, non per i propri natali. Touya peccando di superbia, sapeva di essere perfetto per il ruolo di spia e per nulla al mondo si sarebbe tirato indietro. Riconosceva di essere l’unico in grado di compiere una missione simile. Prese un lungo e profondo respiro, prima di portare una mano al petto ed enunciare solennemente, dopo aver improvvisato un inchino;

“Vi dimostrerò di essere il degno erede di Endeavor. Perché i miei fratelli ed altri innocenti possano vivere in pace, non esiterò a sporcarmi le mani. Accetto l’incarico”

Nonostante sembrasse tranquillo, il suo animo stava urlando. La Presidente gli si avvicinò e gli strinse la mano, regalandogli il più falso e cordiale dei sorrisi che lui si affrettò a ricambiare.

“Non c’è un minuto da perdere, ti forniremo subito le informazioni attualmente in nostro possesso”



 

***

 

Gunga Mountain Villa - qualche mese dopo

 

Hawks terminò velocemente di bere il proprio caffè, completando il solito volo di pattuglia nei dintorni di quell’edificio che era ormai diventato il loro nuovo quartier generale. Dopo i fatti di Kamino, l’Unione dei Villain si era evoluta, inglobando l’Armata di Ri-Destro e assumendo la nomea di Fronte di Liberazione del Paranormale. Nuovi criminali li avevano raggiunti, abbracciando sia l’ideologia di Stain che la causa di Shigaraki Tomura. Se ci ripensava, era incredibile come un gruppetto male assortito come il loro fosse riuscito a conquistare in così poco tempo tanto seguito, anche se doveva riconoscere che la scomparsa del Simbolo della pace aveva facilitato le cose. 

Quando l’aveva incontrato per la prima volta in quel pub malandato, Hawks non avrebbe scommesso un centesimo su Shigaraki Tomura. Lo credeva un ragazzino immaturo, manovrato da una mente criminale molto più esperta e pericolosa. Tuttavia aveva deciso di restare al suo fianco, fornendogli il proprio supporto, oltre che il proprio potere. Insieme avevano perso delle battaglie ma ottenuto anche preziose vittorie. La società stava iniziando a perdere fiducia nei propri eroi e Hawks sentiva di essere sempre più vicino ad ottenere la propria vendetta nei confronti dell’uomo che ora aveva ereditato il titolo di Number One.

“Spostati, mi sei d’intralcio” il Villain si voltò confuso all’indirizzo di quella voce, diventata negli ultimi mesi fin troppo familiare. Todoroki Touya, il nuovo Number Three Hero nonché primogenito di Endeavor, lo stava fissando dall’alto in basso. C’era solo qualche metro a separarli ma le ali del Villain stavano impedendo all’Hero il passaggio per lo stretto corridoio.

Hawks si prese qualche secondo prima di rispondere, cercando nel frattempo di calmare i propri nervi già tesi. Dabi possedeva tanti difetti, uno su tutti, lo stesso sguardo dell’uomo che gli aveva rovinato la vita.

“Non montarti troppo la testa eroe” quelle parole abbandonarono le sue labbra con estrema facilità. Keigo non riusciva a fidarsi di Todoroki Touya, e non si faceva alcun problema a mostrare la propria avversione nei suoi confronti. Si era opposto fermamente all'ingresso del figlio di Endeavor nell’Unione, ma Shigaraki non lo aveva ascoltato, accogliendo il Pro Hero a braccia aperte. 

“Andiamo Hawks, stiamo dalla stessa parte” a quelle parole il Villain serrò la presa finendo con l’accartocciare completamente il thermos vuoto ancora tra le proprie mani. 

“Potresti evitare di rivolgermi la parola?” Sibilò cercando di mantenere la calma. Non capiva davvero il perché ma la sola presenza di Dabi era in grado di farlo vacillare. Hawks era intelligente, un abile stratega. Preparava con cura ogni mossa ed era solito studiare il proprio avversario prima di agire. Todoroki Touya era imprevedibile e per questo pericoloso. Ne ebbe ulteriore conferma quando avvertì un’ondata di calore contro le proprie piume. Si voltò di scatto. L’eroe aveva evocato una piccola fiamma tra le mani e vi stava giocando come fosse la cosa più naturale al mondo. Quando si accorse dello sguardo allarmato del Villain puntato su di sé gli sorrise;

“Rilassati, non ho intenzione di attaccarti. Mi sembra di avertelo ripetuto innumerevoli volte: io credo nella causa” Hawks scoppiò a ridere.

“Puoi averla data a bere a Tomura o a quel sempliciotto di Twice ma non sperare di ingannare il sottoscritto. Un eroe resta sempre tale Dabi, o forse dovrei chiamarti Todoroki Touya?” Per una frazione di secondo la fiamma tra le mani dell’Hero si fece più intensa. Hawks se ne accorse anche se durò soltanto un attimo. Il sorriso che già si stava formando sulle labbra del Villain divenne improvvisamente più largo. Aveva toccato un nervo scoperto. Non sapeva nemmeno lui il perché, ma quella prospettiva lo rendeva stranamente euforico. Aveva trovato una possibile arma di ricatto da utilizzare contro il primogenito di Endeavor. Come prevedibile l’Hero cambiò rapidamente atteggiamento, facendo svanire la fiammella tra le proprie mani, rimettendole in tasca.

“Gradirei che mi chiamassi Dabi. Ho abbandonato il nome di Touya quando ho deciso di abbracciare la vostra causa e distruggere questa società” a quelle parole il Villain arricciò il naso,

“Come vuoi, dopotutto anche io mi vergognerei di quel nome, con un un padre simile”

L’Hero preferì non rispondere a quella provocazione. Battibeccare con Hawks poteva essere divertente quanto utile, anche se sapeva bene quando fosse il caso di fermarsi. Il biondo era uno degli uomini più fidati di Shigaraki. Touya aveva pensato di avvicinarlo per ottenere un incontro con lui, peccato che quel pennuto non lo avesse mai ritenuto meritevole di un tale onore. Il Villain l’aveva sempre guardato e trattato, come un insetto molesto e fastidioso.

C’erano così tante cose su Hawks che Dabi ancora non comprendeva, come l’odio viscerale che nutriva nei confronti di Endeavor. Cosa mai poteva aver fatto suo padre per meritarsi tutto quel rancore? Todoroki Enji non era un santo, aveva i propri pregi e difetti come ogni essere umano. Touya stesso provava sentimenti contrastanti verso quel genitore che lo aveva spinto a seguire le proprie orme e lo aveva reso un eroe. Il suo rapporto con Endeavor era sempre stato complicato, ed era il primo a rendersene conto. Osservare suo padre attraverso gli occhi di Hawks però, lo poneva di fronte a nuovi interrogativi, a questioni che prima di quel momento aveva sempre evitato di affrontare.

Il mondo non era diviso in bianco o nero, buoni o cattivi. Quella sarebbe stata una visione troppo ottimista e semplicistica della realtà. Anche Touya si era trovato a compiere azioni non propriamente eroiche, per questo non se la sentiva di difendere a spada tratta l’operato di Endeavor. Voleva solo capire. Perché Hawks odiava il Flame Hero a tal punto, e quali altri misteri nascondevano quel biondo e Shigaraki Tomura? Anche sul giovane leader del Fronte di Liberazione non aveva trovato nulla, le sue indagini erano arrivate ad un punto morto.

Nei documenti che la Commissione gli aveva mostrato, solo le identità di quei due non figuravano. 

Era come se Hawks non possedesse un nome, un passato.

Entrare nelle sue grazie significava compiere un passo di più verso Shigaraki, ottenere informazioni utili riguardanti le prossime mosse del nemico. Touya sapeva come il tempo giocasse a suo sfavore. Il Fronte stava preparando la propria offensiva e gli Hero non potevano permettersi un’altra sconfitta. Si sarebbe dovuto impegnare di più, avrebbe abbattuto ad una ad una le difese di Hawks. 

Nonostante tutto, il biondo lo incuriosiva, anche se Touya doveva ammettere come il Villain fosse una delle persone più insopportabili che avesse mai avuto la sfortuna di incontrare.

Dabi non era un illuso né tanto meno un ingenuo, sapeva cosa vedeva Hawks ogni volta che le sue iridi ambrate si posavano su di lui. Era Endeavor che il Villain cercava e sfidava con lo sguardo. Era suo padre quello che bramava contraddire. Touya non era altro che un sostituto del Flame Hero, una copia sbiadita che non avrebbe mai brillato tanto quanto l’originale. Pure il suo Quirk non era che un’imitazione, ci sarebbe stato sempre qualcuno pronto a ricordargli l’origine delle proprie fiamme.

Hawks era esattamente come gli altri. Hero, Villain, la situazione non sarebbe mai cambiata. Todoroki Touya era destinato a vivere nell’ombra di Endeavor. C’era stato un solo effimero istante in cui si era illuso che cambiando schieramento, le cose sarebbero migliorate. Shigaraki lo aveva accolto per via di suo padre e anche Hawks gli era ostile a causa sua. C’era un che d’ironico in quella situazione. Fu in quel momento che il Villain davanti a lui si fece da parte, lasciando finalmente libero il passaggio. Dabi lo osservò incredulo per una manciata di secondi. Hawks utilizzò una piuma per gettare il thermos semidistrutto nella spazzatura per poi sparire dietro l’angolo.

“Ti tengo d’occhio, Todoroki Touya” fu un sussurro, ma abbastanza forte perché l’altro lo potesse sentire.

L’Hero sorrise raccogliendo la sfida nascosta dietro quelle parole. Sarebbe riuscito ad abbattere le difese del Villain e si sarebbe aperto un varco verso Shigaraki Tomura. 

“Ci conto, Hawks” 


***


Qualche settimana dopo




 

Takami Keigo imprecò e maledì l’inverno in ogni sua forma mentre si toglieva gli ultimi residui di neve dai propri capelli e ali. Si era recato in quella zona per conto di Shiragaki ed era stato sorpreso da una nevicata improvvisa. Non potendo volare in quelle condizioni, aveva trovato rifugio in un casolare abbandonato dove avrebbe atteso pazientemente il termine della perturbazione. Fece solo un paio di passi, prima che un rumore sordo arrivasse a chiamare la sua attenzione, obbligandolo a levarsi anche gli occhiali e voltare il capo. Per un istante, si era quasi dimenticato della sua presenza.

“Nessuna novità?” il Villain scosse il capo.

“E oggi è pure la vigilia di Natale” prese a lamentarsi Dabi, incrociando le braccia dietro la testa. Hawks alzò un sopracciglio, cercando di fare il possibile per non perdere il controllo di fronte al primogenito di Endeavor. Odiava quando il Pro Hero assumeva quegli atteggiamenti infantili, per non parlare del blando tentativo di cambiare argomento per alleggerire la tensione. Non avrebbe abbassato la guardia, sapeva di non poterselo permettere, nemmeno in una situazione simile. Touya aveva insistito per accompagnarlo in quella ricognizione, sostenendo di conoscere bene la zona e per questo potergli essere utile. Keigo non si era opposto, pensando di sfruttare le circostanze per cercare di comprendere meglio le motivazioni dietro ai comportamenti assunti dal Number Three Hero. Voleva studiarlo.

Solo qualche settimana prima, avevano liberato un Nomu nei pressi di Fukuoka. Era stato Hawks a scegliere la propria città natale come teatro per quello scontro. Non voleva passare per un sentimentale ma l’idea di vedere le stesse persone che anni prima lo avevano ignorato soffrire, lo divertiva. Aveva allestito uno spettacolo perfetto, dando all’Hero il solo compito di attirare qualche pezzo grosso in trappola. Era un modo come un altro per testare la fedeltà di Dabi alla causa e anche collaudare uno dei nuovi giocattoli che Doctor aveva donato a Shigaraki. In quell’occasione, il Pro Hero non aveva mancato di sorprenderlo, invitando Endeavor in persona. 

“Il Number One per un test, dovresti darti una regolata”

Ricordava di averlo ammonito, cercando di nascondere per quanto possibile il proprio stato d’animo. Di positivo c’era il fatto che Hawks avesse potuto osservare da vicino la propria nemesi e finalmente presentarsi a lui. Per non parlare dello spettacolo sublime al quale aveva assistito: Endeavor, allo stremo delle forze, che si reggeva a fatica sulle spalle del figlio traditore.

Quel giorno, Touya non si era attenuto al piano, ma anche lui non aveva rispettato i termini dell’accordo. C’era come un qualcosa che impediva a entrambi di collaborare. Forse erano semplicemente troppo diversi, come lo erano le esistenze che fino a quel momento avevano vissuto.

Superò con pochi passi Dabi, raggiungendo una delle finestre per poter controllare per l’ennesima volta la situazione.

“Dovrebbe forse importarmene qualcosa?” domandò bruscamente, scostando una delle tende. La tempesta non dava alcun segno di miglioramento. Sospirò rassegnato di fronte all’evidenza, avrebbe dovuto sopportare quella molesta presenza ancora per qualche ora. Touya ovviamente non sembrava condividere il suo stato d’animo, mentre osservava i fiocchi di neve cadere, emozionato come un bambino. Nonostante fossero avvolti dall’oscurità il Villain riusciva a scorgere le espressioni dell’altro, mentre si soffermava qualche secondo in più del previsto, sulla sua figura.

“Andiamo, scommetto che anche tu quando eri piccolo…” iniziò, per poi voltarsi con una piroetta.

“Non ho mai avuto un albero di Natale, né scartato dei regali. Per me il 25 dicembre è sempre stato un giorno come tutti gli altri” l’espressione sul viso dell’Hero mutò di colpo. Hawks fu veloce ad accorgersene.

“Ora non fare quella faccia, non mi serve la tua pietà” forse era stato troppo precipitoso nel rispondere ma l’entusiasmo infantile di Touya lo aveva infastidito. Come l’eccitazione che aveva letto nel suo sguardo. Quel piccolo principe viziato non avrebbe mai potuto comprendere appieno il suo stato d’animo. Erano troppo diversi.

“Non era pietà” si affrettò ad aggiungere il Number Three cercando di incontrare lo sguardo sempre più sfuggevole del Villain.

“Allora cos’era?” indagò facendo inconsciamente un passo in avanti.

“Vieni” fu tutto ciò che disse prima di afferrargli una mano. Hawks fu colto alla sprovvista. Non si aspettava un gesto simile. Nonostante si conoscessero ormai da mesi non era ancora in grado di prevedere i colpi di testa dell’eroe. Era anche per questo che non riusciva a fidarsi completamente di lui. Il comportamento di Todoroki Touya sfidava ogni logica o buonsenso.

“Si può sapere ora dove mi stai portando?” domandò leggermente irritato, lasciandosi però trascinare.

“Segreto” rispose l’altro sorridendo e facendo comparire una piccola fiammella blu nella mano ancora libera. Keigo si trovò incapace di replicare, mentre osservava quella fonte di calore, come se la vedesse per la prima volta. La fiamma illuminò presto l’ambiente intorno a loro. 

“Davvero Dabi non sono in vena” si lamentò dopo qualche minuto. A quelle parole il ragazzo si fermò nel mezzo del corridoio.

“Per una volta che cerco di essere gentile e fare qualcosa per te” mormorò con fare teatrale lasciando finalmente la presa. Il Villain storse il naso;

“Non ti offendere ma il solo udire l’aggettivo gentile accostato alla tua persona mi fa ribrezzo” la risata del figlio di Endeavor rieccheggiò tra le pareti.

“Senti, nemmeno io sto facendo i salti di gioia. Non era certo nei miei piani passare la Vigilia di Natale bloccato qui con te”

“E sentiamo, quali erano i tuoi piani?” si intromise curioso; 

“Niente di speciale, partecipare alla solita cena di famiglia” ammise grattandosi la testa. Era la verità. Non c’era stato tempo per inventare una bugia.

“Ovvio. Giocare alla perfetta famigliola felice. Mi dispiace di aver rovinato i tuoi progetti per quest’anno. Spero che il grande Endeavor non se la prenda troppo, in caso contrario mi scuserò personalmente con lui durante il nostro prossimo incontro”

“Preferisco la tua compagnia alla loro” confessò l’Hero abbozzando un sorriso. Non poteva vederlo bene ma era certo che Hawks avesse alzato un sopracciglio, così si affrettò a spiegare,

“Mio padre avrebbe passato tutta la serata ad elogiare Shouto e i suoi successi scolastici. Mio fratello Natsuo probabilmente ci avrebbe presentato la sua nuova fidanzata. E ora si può sapere cosa c’è di tanto divertente?” Il Villain aveva iniziato a sghignazzare senza ritegno.

“Stavo solo immaginando la scena e pensando a quanto possa essere stupido Todoroki Enji per non essersi ancora accorto del tuo coinvolgimento con noi”

“Mi sembra di avertelo ripetuto all’infinito. Io odio Endeavor. Sono stanco di vivere nella sua ombra, di essere il figlio perfetto” 

Era stata la scusa che aveva utilizzato ai tempi del proprio ingresso nell’Unione. Non si trattava di una bugia, più che altro era una mezza verità. C’era un lato di Todoroki Touya che avrebbe abbracciato volentieri l’ideologia di Stain, una parte oscura che aveva sempre cercato di sopprimere. Fin dall’infanzia, ogni suo passo era stato già deciso e preparato con cura. Dabi era nato per essere il vanto di Endeavor. Lo era stato sin dal giorno in cui il proprio Quirk si era manifestato per la prima volta. Quando i suoi capelli avevano iniziato a mutare e le proprie fiamme farsi sempre più calde, Touya aveva potuto vedere tutta la gioia riflessa negli occhi di suo padre, l’orgoglio trasudare dietro ogni gesto, ogni traguardo grande o piccolo che raggiungeva. Il disperato desiderio di sentirsi accettato e amato aveva fatto il resto, rendendolo l’Hero che aveva scalato a tempo di record le classifiche fino a raggiungere la terza posizione. All’apparenza la sua vita pareva un sogno, una favola a lieto fine. Solo Touya ne conosceva tutti i retroscena. Si era aggrappato a quei sentimenti per la propria missione, sperando potessero bastare. 

“Scusami se non riesco a credere in questo tuo atto di ribellione giovanile” Hawks non si era mai lasciato ingannare dalle sue parole. Era fin troppo scaltro e intelligente. Un avversario pericoloso che Dabi sapeva di non dover sottovalutare. Lo aveva pensato sin dal primo momento in cui le loro strade si erano incrociate. Erano pressoché coetanei ma per certi aspetti il Villain era più maturo di lui. Touya si trovò ad esibire un sorriso stanco, tirato, mettendosi a giocare distrattamente con il proprio Quirk;

“Vuoi la verità? Probabilmente non si accorgeranno nemmeno della mia assenza. Ho lasciato detto in Agenzia che mi sarei occupato di un caso, quindi per loro questa sera, Dabi sta facendo il proprio lavoro impeccabile da Hero” Hawks sorrise,

“Invece è rimasto bloccato in questo rifugio insieme a un Villain” il giovane eroe storse il naso,

“Se non ricordo male, un paio di ore fa, ti avevo proposto di usare il mio Quirk. Se allora mi avessi ascoltato…” 

“Delle fiamme blu attirano leggermente l’attenzione” gli fece notare Hawks con un tono saccente che all’altro non piacque affatto; “soprattutto se sono il marchio distintivo del Number Three Hero” Touya incrociò le braccia al petto prima di tornare a sbuffare irritato;

“Sai che non ci troveremmo in questa situazione se non fosse per causa tua?”

“Come prego?” fu il turno di Hawks di mostrarsi sorpreso

“Hai scelto tu questo posto come riparo”

“Ma sei stato tu quello che ha insistito tanto per accompagnarmi, potevo benissimo cavarmela da solo” Touya prese fiato prima di evocare altre fiamme per scaldare entrambi. La temperatura nella stanza si era abbassata ancora e l’Hero era stato il primo ad accorgersene. Anche Hawks stava iniziando a perdere sensibilità alle estremità delle proprie ali, ma non si sarebbe mai abbassato a chiedere aiuto. 

“Rischiando di morire assiderato?” sussurrò il figlio di Endeavor. Non voleva essere una battuta, infatti il tono utilizzato ricordò più quello di un rimprovero.

Il Villain non rispose, ma avvicinò le proprie piume alla fiamma in un gesto studiato per apparire casuale. A Touya bastò questo per sorridere. Anche Hawks aveva un orgoglio e andava bene così. Se fosse stato facile ottenere la fiducia del Villain non sarebbe arrivato fino a quel punto, a doverlo rincorrere la notte della Vigilia.

“Allora, si può sapere perché mi hai trascinato qui?” domandò il biondo dopo qualche minuto con tono seccato. Dabi usò il proprio Quirk per illuminare anche il resto del corridoio.

“Non siamo ancora arrivati, ho scoperto questa stanza poco fa, mentre tu eri uscito in ricognizione” spiegò prima di dirigersi verso una porta a qualche metro da loro.

“Ma questa è…”

“Una biblioteca” si affrettò a concludere Dabi, facendo un paio di piroette e invitandolo ad entrare. 

“Credevo che questa struttura fosse una vecchia base utilizzata dai sostenitori di Ri-Destro” ammise Hawks cercando di non far trasparire alcuna particolare emozione o sorpresa, mentre si avvicinava circospetto ad una delle numerose librerie presenti.

“Dallo stato in cui si trova presumo che non sia stata abbandonata da molto” concluse l’eroe, prendendo un libro a caso dagli scaffali. L’altro non rispose subito, preferendo avvicinarsi ancora di più, per poter leggere meglio i titoli di quei volumi. Le fiamme di Dabi rimanevano la loro unica fonte di luce e calore, ragion per cui non poteva allontanarsi troppo dal Pro Hero.

“Quindi, perché mi hai condotto qui?” domandò per l’ennesima volta, mentre prendeva tra le mani un paio di tomi impolverati. Se c’era qualcosa di peggio che rimanere solo con Touya, erano gli attimi di silenzio che ogni tanto si venivano a creare tra loro. Hawks non li sopportava. Il figlio di Endeavor era ancora più irritante quando se ne stava tranquillo. Assumeva come un’aria pericolosa. Gli ricordava un predatore in attesa della prossima mossa e lui non intendeva certo ricoprire il ruolo di preda.

“C’è tanta robaccia, soprattutto teorie legate all’origine dei Quirk e biografie di eroi, ma ho trovato anche qualche classico. Scegli quello che più ti piace, consideralo come il mio regalo di Natale” 

A quelle parole Hawks fece cadere i libri che teneva tra le mani, provocando le risate di Dabi. Non si aspettava un’uscita simile, come sempre l’Hero lo aveva preso in contropiede. Così rispose nell’unico modo che conosceva, attaccando.

“Mi sembra di avertelo già detto io odio il Natale, come il freddo, la neve e soprattutto i regali” era furioso come non gli capitava da tempo. Detestava ogni cosa del Number Three soprattutto quel dannato sguardo, ancora fisso su di lui.

“Hai detto di non averne mai ricevuti” spiegò, come se fosse la cosa più naturale al mondo, disegnando dei cerchi per aria,

“Ti ho anche detto di non aver bisogno della tua pietà” fu la pacata risposta del biondo, mentre utilizzava le proprie piume per recuperare i volumi finiti a terra;

“Stavo solo cercando…” 

“Di fare l’eroe?” Si voltò di scatto, trovandosi il volto di Touya ad una spanna dal proprio. Non si era reso conto di quanto si fosse avvicinato. Non lo aveva sentito. Per la prima volta da quando erano entrati in quella stanza, si fissarono negli occhi. Calò nuovamente il silenzio, interrotto solo dal rumore dei loro respiri.

“Non ho bisogno di essere salvato. Ho smesso di credere agli eroi” sussurrò il Villain prima di voltare il capo per sfuggire da quello sguardo, che mai prima di allora gli era sembrato tanto limpido e allo stesso tempo fastidioso.

“Mi dispiace” ecco, un’altra caratteristica degli Hero che Hawks odiava. L’ipocrisia. Quel bisogno di dover sempre dire o fare la cosa giusta. Giocare a voler interpretare sempre il ruolo dei buoni. Era nauseante.

“E per cosa ti dispiacerebbe? Tu non mi conosci, non sai nulla del mio passato. Non sai quale sia la mia storia o le motivazioni mi abbiano reso un Villain” finalmente Touya abbassò il capo, liberando Hawks da quello sguardo che tanto lo aveva fatto sentire vulnerabile. Lo odiava, perché accadeva solo quando c’era l’Hero di mezzo.

“Hai ragione scusami. La mia intenzione era semplicemente quella di farti un regalo. In fondo anche se non ci sopportiamo siamo pur sempre alleati e crediamo nella stessa causa” Hawks tornò all’attacco.

“Non siamo alleati, io non mi fiderò mai del figlio di Endeavor” l’espressione sul viso di Touya si fece improvvisamente seria,

“È questo che vedi quando mi osservi?” chiese con un tono di voce più basso, quasi irriconoscibile.

“Che vorresti dire?” 

“Che nemmeno tu mi conosci. Non sai cosa ho passato, nessuno lo sa. Anni di allenamenti serrati, a porte chiuse, solo per poter diventare il Number One Hero, per essere in grado di superare All Might. Diventare il migliore” Hawks era certo di essersi perso un pezzo del discorso. Da quel poco che conosceva Touya, aveva capito un paio di cose sul suo conto: odiava che venisse nominato suo padre ed essere paragonato a lui. Se da una parte Hawks lo poteva capire, dall’altra lo detestava ancora di più. 

“Non provare a fare la vittima e giocare a chi ha passato più tragico. Povero Todoroki Touya, schiacciato dalle troppe aspettative che suo padre riponeva in lui. Almeno avevi qualcuno a cui importasse qualcosa di te”

Dabi lo fissò confuso prima di replicare, 

“Cosa è successo ai tuoi genitori?” con quella domanda aveva appena attraversato un confine pericoloso, sapeva di essersi spinto forse troppo oltre. Hawks scoppiò a ridere spostandosi dei ciuffi di frangia ribelle dal volto, imprigionandoli sotto i propri occhiali.

“Mio padre era un assassino, un Villain esattamente come il sottoscritto. Come tu sei il figlio di un eroe io lo sono di un mostro. La mela non cade mai lontana dall’albero” fece una piccola pausa, per poi riprendere,

“Non ricordo nemmeno il suo volto. L’ultima volta che l’ho visto ero solo un bambino, lo stavano trascinando via in manette”

“Chi lo ha arrestato?” Hawks tornò a sorridergli;

“Secondo te?” Touya si diede mentalmente dello stupido, avrebbe dovuto capirlo prima. Effettuando una ricerca sugli arresti compiuti da Endeavor ora sarebbe potuto risalire alla vera identità di Hawks. Aveva finalmente trovato una pista per ricostruire il passato del biondo.

“Per questo lo odi” concluse, Il Villain fece spallucce;

“Per quello e per altre ragioni. Sai, non sono mai stato un fan di All Might” confessò riponendo l’ennesimo libro con l’ex Number One in copertina, su uno degli scaffali.

“Nemmeno io” 

“Non fatico a crederlo” 

Rimasero per ancora qualche minuto in silenzio, preferendo sfogliare quei volumi che affrontare il peso di un’altra conversazione. C’erano già state fin troppe confidenze per quella notte. Vennero interrotti dall’ennesimo spiffero di vento che aprì una delle finestre con forza, arrivando anche a spegnere la fiamma tra le mani di Dabi.

“Odio l’inverno e la neve” si lasciò scappare Hawks, mentre ordinava alle proprie piume di sistemare i danni provocati dalla perturbazione.

“A me invece è sempre piaciuto” rispose l’altro riattivando il proprio Quirk e illuminando la sala.

“Non riesco proprio ad associare un tipo come te al freddo” concluse il Villain, dando voce ai propri pensieri e regalandogli l’ennesima occhiata scettica.

“Mia madre possiede un Quirk legato al ghiaccio, come anche due dei miei fratelli minori, ok tre, se contiamo anche Shouto” iniziò con lo spiegare divertito,

“Shouto è quel moccioso che frequenta lo Yuei?” Touya annuì,

“Mio padre lo adora. Possiede entrambi i Quirk dei nostri genitori, ha un grande talento”

“Perchè mi risulta così difficile credere alle tue parole?”

“Quando Endeavor scoprirà del mio coinvolgimento con Shigaraki e l’Unione, il suo ego subirà un duro colpo. Tuttavia non credo andrà in pezzi, anche se Dabi si dovesse rivelare un fallimento, una totale delusione, gli rimarrà sempre Shouto. Sarà lui a portare avanti il buon nome di famiglia. È il suo erede di riserva”

“Siete una famiglia complicata” ammise il biondo grattandosi la testa. Ogni volta che Touya descriveva suo padre, venivano alla luce nuovi particolari sulla vera natura del Number One.

“Sono nato solo per soddisfare l’egoismo di Endeavor. Non sono altro che uno strumento per superare All Might. L’immagine pubblica del Flame Hero è molto diversa da quella privata. Non lasciarti ingannare Hawks, nessuno conosce Todoroki Enji meglio del sottoscritto”

“Anche tu sei diverso da come appari” gli fece notare con una punta d’ironia,

Dabi fece l’ennesima piroetta andando ad appoggiarsi su uno dei mobili presenti nella stanza, iniziando a giocherellare con la fiamma blu che aveva tra le mani.

“Sai, ho sempre pensato che i Pro Hero abbiano molto in comune con gli attori. Essere un eroe significa saper recitare la propria parte in ogni occasione. Mostrarsi al mondo come perfetti paladini della giustizia può essere dura”

“Quindi, tu saresti un attore?”

“Già, ma preferisco considerarmi più come un impostore, al quale questa società ha affidato un ruolo. Todoroki Touya è sempre stato un burattino destinato a diventare un eroe. Non sono mai state ammesse modifiche a questo copione”

“Per questo ti sei unito a Shigaraki?”

“È una delle tante ragioni” lo scimmiottò,

“Eppure io fatico ancora a crederti”

“Non ti ho chiesto di farlo, ma di provarci. Abbiamo un obiettivo in comune, distruggeremo questa società”

Hawks gli diede le spalle. Il suo istinto gli urlava di non abbassare la guardia, Dabi stesso gli aveva appena confermato della propria abilità nel fingere. Sapeva di non potersi fidare del figlio di Endeavor, ma poteva almeno concedergli il beneficio del dubbio, almeno fino a quando non sarebbe entrato in possesso di prove concrete sul suo doppio gioco.

“Per tornare al discorso di prima, ho ereditato da mia madre la resistenza al freddo. Per questo nonostante il mio Quirk amo tanto l’inverno” il Villain gli regalò l’ennesima smorfia della serata.

“La neve mi rende impossibile volare, le mie piume sono sensibili ai bruschi cali di temperatura e l’atmosfera natalizia mi dà semplicemente il voltastomaco” confessò tutto d’un fiato. Dabi scoppiò a ridere tendendosi la pancia con entrambe le mani, arrivando anche a spegnere le proprie fiamme.

“Ho appena avuto un’idea geniale” concluse solennemente, una volta cessato quel momento di ilarità.

“Non la voglio ascoltare”

“Andiamo Hawks, non sai ancora di cosa si tratta”

“Contando che è una tua idea, sarà sicuramente qualcosa di stupido”

“Riuscirò a farti apprezzare il Natale” l’espressione comparsa sul viso di Hawks in quel momento fu impagabile

“Se te ne fossi scordato ormai è Natale” Touya finse di pensarci per qualche secondo,

“Probabilmente hai ragione, la mezzanotte sarà trascorsa da un pezzo, ma le festività non sono ancora terminate” 

“Non sai proprio cosa voglia dire arrendersi?”

“Sono un eroe” 

“Sei un eroe solo quando ti fa comodo”

“Facciamo una scommessa” al Villain venne voglia di prenderlo a pugni,

“Sembra il classico clichè di Natale, non trovi?”

“In fondo cosa hai da perdere?” insistette il figlio di Endeavor.

Dopo dieci interminabili minuti, Hawks acconsentì. Avrebbe ammazzato volentieri Touya ma sospettava che Shigaraki non sarebbe stato affatto contento della cosa e non aveva voglia di fornire troppe spiegazioni, sarebbe stato un inutile spreco di tempo oltre che di energie. In più Dabi avrebbe potuto tornargli utile per compiere la propria vendetta nei confronti di Endeavor. Il ragazzo dai capelli bianchi gli tese la mano;

“Allora abbiamo un accordo. Ci rivedremo qui tra dodici giorni allo scoccare della mezzanotte”  il Villain alzò un sopracciglio mostrando apertamente il proprio scetticismo,

“Se pensi di farmi cambiare idea sei solo un povero illuso” nonostante avesse accettato, non intendeva dargliela vinta tanto facilmente,

“Perché non possiamo andare d’accordo Hawks?”

“Non posso credere che tu me lo stia veramente chiedendo, non sono io quello famoso per non rispettare i patti” Touya sorrise con fare provocatorio

“Se ti può aiutare, vedilo come l’ennesimo test sulla mia affidabilità” 

“Sei davvero irritante, io me ne vado” concluse prima di lasciare la stanza

Dabi rimase immobile per qualche minuto stupito da quel comportamento. Rivolse distrattamente lo sguardo al di fuori della finestra.

Aveva smesso di nevicare. 

 

***

 

Il giorno dopo


Controllò velocemente il messaggio in codice che la Commissione gli aveva appena inoltrato, passandosi una mano tra i capelli candidi come la neve. In poche ore non solo erano riusciti a risalire all’identità del padre di Hawks ma anche al vero nome del Villain alato.

Takami Keigo, 22 anni. Già noto alle forze dell’ordine per un paio di reati minori, dopo aver scontato la propria pena, era riuscito abilmente a far perdere le proprie tracce. Furono però altri, i dettagli che catturarono l’attenzione del Number Three Hero, come la menzione al suicidio di Takami Tomie o la data di nascita del Villain. Touya non riuscì ad impedirsi di sorridere dopo aver bruciato quelle informazioni con un rapido gesto della mano.

Una nuova idea gli aveva appena attraversato la mente.

 

***

 

“Perchè non ci hai detto che dopodomani è il tuo compleanno?” urlò il Blue Flame Hero cercando di attirare l’attenzione del resto dei presenti, rivolgendosi però ad un Villain in particolare.

Hawks alzò gli occhi al cielo imprecando sottovoce ma cercando di mantenere il controllo. Twice si voltò a fissarlo sorpreso per una manciata di minuti, per poi avvicinarsi insieme a Toga.

“Avresti potuto dircelo amico, ti avremmo organizzato una festa” esordì Spinner a qualche metro da loro ma abbastanza vicino da aver udito il tutto. L’Hero sorrise soddisfatto. Stava andando tutto come aveva previsto.

Era appena terminata l’ennesima riunione strategica, una delle poche alle quali anche Dabi era stato invitato a partecipare. Non era trapelata nessuna informazione utile, tanto che nemmeno Shigaraki si era presentato. Non appena aveva incrociato il Villain alato, Touya non era riuscito a trattenersi. Scoprire che il compleanno di Hawks sarebbe caduto da lì a pochi giorni era stato un inaspettato colpo di fortuna, e non se lo sarebbe certo lasciato scappare. Aveva una scommessa in ballo e non l’avrebbe persa per niente al mondo. Ogni tanto, il proprio lato competitivo riaffiorava in superficie, ricordandogli quanto somigliasse al proprio padre.

“Sei un vero bastardo” fu la sola risposta che ottenne quando furono uno di fronte all’altro. Le iridi ambrate del Villain potevano riflettere perfettamente lo stato d’animo del loro possessore e anche le sue Ali Possenti non vedevano l’ora di passare all’attacco.

“Non posso credere che tu compia gli anni proprio durante le feste e che nonostante tutto le odi” il resto dei presenti si fece più attento dopo quel curioso scambio di battute. Normalmente i battibecchi tra Dabi e Hawks erano all’ordine del giorno, ma quell’argomento suscitò subito l’interesse generale.

“Hawks-kun, ma odi davvero il Natale?” domandò Toga sorpresa,

“Anche il sottoscritto. No scherzavo è un periodo meraviglioso, soprattutto se passato in compagnia” fu il solo commento di Twice, mentre cercava di allungare un braccio in direzione della ragazza.

“Non temete, riuscirò a fargli cambiare idea” aggiunse Dabi con fare solenne, esibendosi nel solito sorriso da canaglia che Hawks avrebbe tanto voluto cancellare dalla faccia della Terra, insieme al suo possessore.

“Ora smettetela. Tutti. Abbiamo cose più importanti alle quali pensare” il biondo stava per perdere la pazienza, tanto da faticare a trattenersi. Già una volta Shigaraki lo aveva ammonito per il proprio temperamento e per quella sua abitudine di voler essere troppo veloce. Anche in quel momento, parlare di una cosa stupida come il proprio compleanno li stava distraendo da questioni decisamente più impellenti.

“Esatto, abbiamo solo un paio di giorni per organizzare una festa e pensare al regalo” concluse Twice dandogli una leggera pacca sulla spalla. Toga fu certa di aver visto le piume del Villain muoversi dopo quel semplice contatto e indietreggiò senza volerlo.

Hawks cercò lo sguardo di Dabi. Il figlio di Endeavor non aveva smesso per un secondo di sorridere divertito e compiaciuto.

 

“Dove hai trovato quell’informazione?”

Qualche minuto dopo, erano di nuovo soli, l’uno di fronte all’altro. Dabi si mise a giocare con il proprio Quirk, cercando di eludere la domanda, rispondendo come sempre con delle mezze verità studiate per l’occasione;

“Ho controllato tra gli arresti effettuati da mio padre. Da lì a risalire alla tua vera identità il passo è stato davvero breve, Takami Keigo

“Dovevo aspettarmelo”

“Sono pur sempre il Number Three Hero, almeno tu riconoscimi qualche merito”

“Ora mi verrai a dire che pure i compleanni sono importanti e vanno festeggiati”

“Lo sono quasi quanto le festività” ammise divertito il Blue Flame prima di aggiungere,

“Ho scoperto anche dell’altro” Hawks si voltò dandogli le spalle. Sapevano entrambi che quello poteva essere un terreno minato, capace di distruggere il precario equilibrio che avevano trovato la sera della Vigilia.

“Allora smettila di provocarmi. Stai tirando un pò troppo la corda eroe” Fu il biondo il primo a tirarsi indietro, più preoccupato per la propria reazione che per altro. Litigare con Dabi avrebbe potuto costargli caro, anche se non gli importava molto di Shigaraki Tomura o del Fronte di Liberazione, era troppo vicino ad ottenere la propria vendetta per permettersi di rovinare il tutto. Aveva ancora bisogno di loro. 

“Mi dispiace per quanto accaduto a tua madre” non si sarebbe mai aspettato di udire parole simili, soprattutto se a pronunciarle era Todoroki Touya. Voltò nuovamente il capo per incontrare l’espressione del primogenito di Endeavor. Era sincero. Quei dannati occhi azzurri non erano in grado di mentire, erano troppo limpidi. Li odiava.

“Allora?” sbottò solo per rompere l’impasse che si era venuto a creare e per alleggerire un pò la tensione.

“Cosa?”

“Non volevi farmi cambiare idea sul Natale, o forse ti sei già arreso?” 

Dabi sbatté un paio di volte le palpebre non riuscendo a credere alle proprie orecchie. Ovviamente sapeva come quello fosse solo un tentativo di cambiare argomento ma in quel frangente non gli importava. Il richiamo alla scommessa era troppo forte, e in ventitré anni di vita non si era mai tirato indietro di fronte ad una sfida. 

“Sono un Todoroki, non credo di conoscere il significato della parola arrendersi” doveva essere una battuta ma Hawks lo incenerì con il proprio sguardo,

“Potresti evitare di ricordarmelo?” Touya sorrise,

“Vedrai, troveremo qualcosa che ti farà amare questo periodo dell’anno” 

“Ne dubito”

 

***

 

28 Dicembre


Il giorno prima, la presenza di Hawks era stata richiesta altrove, così che Dabi aveva dovuto abbandonare qualsiasi progetto nei confronti del Villain. Takami Keigo era stato uno dei primi compagni di Shigaraki Tomura, ed era normale che godesse di tanta fiducia anche all’interno del Fronte di Liberazione. L’Hero si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato, mentre si appoggiava scompostamente allo stipite di una porta. Twice, che non aveva potuto evitare di assistere a quella scena, gli si avvicinò salutandolo cordialmente. 

Jin Bubaigawara, era questo il vero nome del Villain mascherato. Si era da sempre mostrato amichevole nei suoi confronti. Era una brava persona, incline alla chiacchiera e facilmente manipolabile. Molte delle informazioni in possesso di Dabi provenivano da lui. Sotto molti aspetti poteva essere considerato come l’esatto opposto di Hawks.

“Cosa ci fai qui tutto solo? Il nostro amico alato ti ha dato buca?” ormai Touya era abituato alle molteplici personalità del Villain,

“È stato convocato insieme a Mr. Compress” si trovò ad ammettere, incrociando le braccia dietro la testa, non mostrando nessuna particolare emozione al riguardo.

“Quindi sei triste perché il vostro appuntamento è saltato” 

“Non avevamo un appuntamento” si affrettò a rispondere, mettendo forse troppa enfasi sull’ultima parola. Da sotto la propria maschera l’altro sorrise.

“Vuoi fargli cambiare idea sul Natale, è una premessa interessante” Dabi si trovò ad arrossire senza volerlo. Twice stava fantasticando troppo, aveva completamente frainteso le sue intenzioni. Era ovvio che le sue azioni nascondessero un secondo fine, ma si trattava di ottenere la fiducia di Hawks in modo da poter entrare nelle grazie di Shigaraki. Era assurdo pensare a qualsiasi interazione romantica tra di loro. La sola ipotesi era ridicola.

“Non è come pensi” rispose cercando di mantenere la calma per non alimentare quelle speculazioni,

“Secondo me non hai possibilità. Stareste proprio una bella coppia esattamente come lo saremmo noi con Toga-chan”

“Di che state parlando voi due?” Hawks era appena comparso dietro di loro con il solito thermos di caffè tra le mani. Doveva essere appena rientrato alla base. Rivolse ad entrambi delle occhiate sospettose, squadrandoli da cima a fondo. Dabi e Twice insieme potevano rivelarsi una combo pericolosa, soprattutto per i suoi nervi già tesi.

“Dabi era triste per il vostro mancato appuntamento” esordì il Villain mascherato,

“Ma davvero?” il biondo incrociò lo sguardo del Number Three, piegando gli angoli della bocca in un leggero sorriso.

“Twice ha frainteso” si affrettò a spiegare l’altro.

“Ho il resto del pomeriggio libero” confessò il biondo prima di voltarsi, dando le spalle a entrambi.

Il figlio di Endeavor lo fissò sorpreso per qualche minuto, non credendo alle proprie orecchie. Fu l’altro Villain a riportarlo alla realtà con una sonora pacca sulla spalla

“Questo è un invito amico mio”

“Già sembrerebbe proprio di si” 

 

Non si erano allontanati di molto. Avevano semplicemente raggiunto la città più vicina ai piedi della montagna. Hawks e le sue ali davano decisamente nell’occhio, quasi quanto le fiamme blu del Number Three Hero. Era pericoloso passeggiare insieme alla luce del sole, per questo si erano camuffati alla bene e meglio sperando di passare inosservati tra la folla.

Avevano percorso solo pochi metri, quando vennero fermati da uno stuolo di ragazzine urlanti desiderose di ottenere una foto con Dabi o un suo autografo. Erano stati entrambi fin troppo ottimisti riguardo quell'uscita pomeridiana, Touya rimaneva pur sempre il Number Three Hero.

“È la tua ragazza? Abbiamo forse interrotto un appuntamento?” il ragazzo dai capelli bianchi aveva risposto con cortesia, distribuendo sorrisi e prestandosi ai propri fan, ottenendo solo una carrellata di espressioni di disgusto e occhiatacce da parte di Hawks.

“Non essere geloso, ho pur sempre un’immagine da mantenere” gli sussurrò all’orecchio dopo aver salutato l’ultima giovane fan.

“Sembravi fin troppo contento” rispose, ignorando il brivido che gli aveva percorso la spina dorsale.

“Sono un attore, stavo solo recitando una parte, quella dell’eroe perfetto”

“Sei sicuro che sia quella la recita e non il tuo coinvolgimento con i Villains?” Il Blue Flame Hero scoppiò a ridere,

“Almeno per oggi, possiamo non litigare?”

“Sei l’essere più irritante che io conosca”

“Penso sia reciproco”

“Allora perché mi hai proposto quella stupida scommessa?”

“Non lo so, forse perchè adoro così tanto il Natale che trovo impensabile che esista qualcuno che lo possa odiare”

“Mia madre è morta la sera della Vigilia” confessò il Villain. Touya, a qualche metro da lui si bloccò di colpo. Era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. Non ricordava se nel file della Commissione fosse presente o meno quel dettaglio.

“Cosa c’è, forse non avevi trovato questa informazione?” domandò sarcastico il biondo prima di abbassare lo sguardo.

“No. Ecco io, non lo sapevo, mi dispiace tanto Keigo

“Non chiamarmi per nome e non fare quella faccia da cane bastonato. Sei insopportabile” Dabi sbatté le palpebre confuso, non capendo perché l’altro si fosse adirato di colpo. Era difficile stare al passo con i pensieri di Hawks. A volte era davvero troppo veloce.

“Oggi è ancora il mio compleanno, quindi ora offrimi una cena” fu il commento successivo.

il figlio di Endeavor si trovò ad annuire quasi senza accorgersene. 

 

Avevano optato per del cibo da asporto, in modo da poter continuare a passeggiare per le numerose bancarelle del quartiere commerciale. L’atmosfera di festa rendeva Dabi euforico, Hawks al contrario appariva sempre più scocciato, mentre si districava tra la folla facendo attenzione a non urtare nessuno con le proprie ali.

“Di solito come trascorrevi il Natale?” chiese d’un tratto l’Hero. Il biondo assunse un’espressione confusa stringendosi meglio il pesante cappotto sulle spalle;

“Penso di non averlo mai festeggiato”

“Nemmeno passeggiato tra le bancarelle come ora?”

“Quello l’ho fatto. Rubavo ai passanti distratti dalla corsa ai regali” Touya lo ammonì con lo sguardo, esattamente come faceva suo padre quando da bambino combinava qualche marachella,

“Dovevo pur mangiare” sentì in dovere di giustificarsi, non aveva mai provato una sensazione simile. Quelle parole uscirono dalla sua bocca con una facilità disarmante. Tutta colpa di quei dannati occhi azzurri.

“Cosa è successo dopo la morte di tua madre?” Dabi non voleva tornare così presto sull’argomento ma Hawks sembrava essere in vena di confidenze, sperava di potergli strappare altre informazioni, sfruttando quella strana atmosfera che si era instaurata tra loro.

“Ho semplicemente imparato a cavarmela da solo” nessun eroe lo aveva salvato. Touya annuì, fermandosi all’improvviso davanti ad una vetrina piena di giocattoli. Il volto dell'eroe assunse un’espressione nostalgica mentre tornava con la mente alla propria infanzia;

“C’erano giorni in cui gli allenamenti ai quali mi sottoponeva Endeavor erano insopportabili. Non immagini quante volte io abbia desiderato la sua morte. Anche quando mi impediva di giocare insieme ai miei fratelli, sostenendo come loro fossero diversi da me. Natale era l’unico periodo dell’anno nel quale potevo permettermi di essere un bambino come gli altri.”

“Eppure nonostante professi di odiarlo così tanto, sei diventato il suo orgoglio”

“Tu cosa avresti fatto al mio posto? Unirmi all’Unione è stata la decisione migliore che io abbia mai preso. Mi sono sentito per la prima volta libero dalla sua ombra” Hawks assottigliò lo sguardo

“Quando verrà il momento della resa dei conti, da che parte starai Touya? Sicuro che non tornerai da lui?”

Il Number Three ci aveva riflettuto spesso. Quella missione tra le file nemiche lo aveva portato a fare i conti anche con la propria coscienza. Non avrebbe mai tradito il proprio credo, ma era arrivato a comprendere le motivazioni che si muovevano dietro alle azioni di Twice, Toga e Spinner. Pure Hawks ora gli appariva solo come l’ennesima vittima di quella società. Touya era certo che se qualcuno avesse teso la mano a ognuno di quei Villain, le cose sarebbero potute andare diversamente. Le Ali Possenti di Hawks ad esempio, avrebbero potuto salvare molte persone, come il loro possessore.

“Mi sono appena ricordato di una cosa” esordì all’improvviso, cogliendo di sorpresa anche il proprio compagno,

“Non ti ho ancora fatto un regalo” concluse tornando a sorridere

“Mi hai offerto la cena può bastare, io e te non siamo amici”

“Hai ragione non lo siamo” si trovò ad ammettere, abbassando lo sguardo.

Lui e Hawks non erano nulla. Al momento, solo alleati precari in un gioco di forze molto più grande di loro. Forse in un’altra vita o altre circostanze avrebbero anche potuto diventare amici. Storse il naso per l’assurdità del suo stesso pensiero. Lui quel pennuto a stento lo sopportava. Era troppo intelligente, scaltro e arrogante. Erano decisamente incompatibili.

Proseguirono in silenzio, l’uno di fianco all’altro. Fu Touya il primo a parlare, avendone abbastanza della distanza che si era venuta a creare tra loro e di quei silenzi che pesavano come macigni;

“Prima ho pensato ad una cosa, un pensiero stupido a voler essere sincero” Hawks lo invitò a continuare;

“Ho riflettuto sul fatto che il tuo Quirk sarebbe stato perfetto per un Hero” ammise abbozzando un sorriso. Il Villain come prevedibile scoppiò a ridere;

“Io sono esattamente come mio padre, il figlio di un criminale non può aspirare a diventare un eroe”

“Io però mi sono unito alla vostra causa! Io credo nel messaggio di Stain. Voglio distruggere questa società ipocrita e malsana”

“Un giorno riuscirò a trovare le prove del tuo doppio gioco e calerà il sipario anche su questo tuo spettacolo Dabi” 

“Non hai mai pensato di diventare un eroe?” 

Hawks chiuse gli occhi. Lo aveva fatto, da bambino. Aveva stretto al petto il proprio pupazzo di Endeavor e aveva desiderato con tutto il cuore di poter essere come lui. La realtà aveva distrutto quella fantasia. Il Flame Hero che aveva tanto elogiato era diventato l’artefice della sua rovina.

“No, mai” mentì, voltando il capo per potersi nascondere da quelle iridi troppo azzurre.

“Questa volta sono io a non crederti”

Il Villain si liberò del proprio cappotto prima di spiccare il volo. Non avrebbe retto un secondo di più la compagnia del Blue Flame Hero. Troppi pensieri avevano iniziato a vorticargli per la mente. Fuggire era la soluzione migliore.

Touya tornò alla base da solo. Utilizzando il tragitto per fare il punto della situazione. Quel primo tentativo non si era concluso in un vero e proprio fallimento, c’erano stati dei momenti in cui si era avvicinato a Hawks. Non si sarebbe arreso facilmente, sarebbe riuscito a conquistarsi un minimo della fiducia del Villain. Lo stava facendo per la propria missione, solo per quello.

 

***

 

29 Dicembre


“Allora com'è andato l’appuntamento? Le telecamere di Skeptic ti hanno ripreso mentre rientravi alla base da solo” Per la prima volta da quando si era unito all’Unione, Touya provò il forte desiderio di ammazzare Twice con le proprie mani. Per il resto, sapeva di come ogni sua mossa fosse tenuta sotto controllo. Hawks non era il solo a nutrire dei dubbi verso la lealtà del figlio di Endeavor.

“Penso di averlo fatto arrabbiare” ammise sconsolato, sperando nel frattempo di carpire qualche altra informazione da Bubaigawara.

“Hawks non ha un carattere facile. Sta sempre sulle sue. Fatica a fidarsi del prossimo”

“Basterebbe che la smettesse di vedermi come una minaccia”

“Non temere Dabi tu sei una brava persona, mi hai dato un sacco di consigli utili. Quando Shigaraki tornerà dal proprio potenziamento sono sicuro potrai incontrarlo e che le cose miglioreranno per tutti noi”

“Potenziamento?” quel discorso stava prendendo una piega decisamente interessante,

“Oh sì giusto, sarebbe un’informazione top secret però tu ormai sei diventato a tutti gli effetti uno di noi. Shigaraki non era presente alla riunione di ieri e non lo sarà nemmeno a quella odierna, perché si sta potenziando in un laboratorio tra le montagne di Kyoto. Ci vorranno circa quattro mesi prima che possa fare ritorno” Touya prese un lungo respiro iniziando con i propri ragionamenti.

Quattro mesi, era questo il tempo di cui gli Hero disponevano per poter preparare la loro controffensiva. Non avrebbe ringraziato abbastanza Twice per quell’informazione, anche se ora si poneva il problema di come farla avere alla Pubblica Sicurezza. Fu allora che Hawks comparve sulla scena, avvicinandosi a loro;

“Ti stavo cercando” esordì in direzione dell Villain mascherato, ignorando completamente Dabi.

“Oh sì giusto, mi ero assentato per usare il bagno. Vi lascio soli, scommetto che avrete molte cose da dirvi” 

“In realtà no” sentenziò il biondo con l’intento di andarsene il più velocemente possibile. Touya richiamò il proprio Quirk per impedirglielo avvicinando una fiamma alle sue piume,

“Smettila. Non ho tempo da perdere”

“Ieri ho esagerato. Dammi un’altra occasione” 

“Todoroki Touya non sa cosa voglia dire ricevere un no come risposta?”

“Abbiamo fatto una scommessa e non mi arrenderò fino a quando non l’avrò vinta”

“Spostati, mi stai facendo perdere tempo prezioso. Se le tue fiamme osano anche solo sfiorare una delle mie piume…”

“Anche tu hai accettato di prendere parte a questo gioco, non puoi tirarti indietro”

“È una scommessa infantile”

“Hai così tanta paura di perdere contro di me?” Di fronte all’ennesima provocazione, Hawks cedette al proprio istinto, afferrando Dabi per la maglia e puntandogli una lama al collo, utilizzando come arma una delle proprie piume.

“Che tu viva o muoia per me non fa alcuna differenza” 

“Allora dovresti davvero uccidermi” sussurrò ad una spanna dalle sue labbra. Il Villain mollò la presa, come ustionato. Touya non aggiunse altro, limitandosi a sistemare la propria uniforme da Hero sgualcita. Forse aveva esagerato.

“Un giorno lo farò” aggiunse  “Sei solo un traditore. Una spia” il Blue Flame non riuscì ad evitare di sorridere, almeno per quella volta non lo aveva paragonato a Endeavor. Era pur sempre una piccola vittoria.

 

***

 

30 Dicembre


Il messaggio che aveva appena ricevuto dalla Commissione parlava chiaro, avrebbe dovuto sospendere per un paio di giorni la propria missione e partecipare ai soliti impegni da Number Three Hero. Dabi non ne era propriamente convinto, ma era conscio di non poter rifiutare. Cene di gala, interviste televisive, Capodanno, erano i palcoscenici principali sui quali avrebbe dovuto recitare la parte dell’eroe virtuoso. Avrebbe seguito lo stesso, identico, copione dell’anno prima. Solo una cosa era differente, la scommessa che aveva fatto con Hawks e il cui pensiero lo riempiva inaspettatamente di buon umore. Assentarsi dal covo si era rivelato più semplice del previsto, gli era bastato utilizzare la scusa di promuovere l’ideologia di Destro, sfruttando la propria popolarità e il titolo di Number Three.

“È successo forse qualcosa di bello nelle ultime settimane?” il Blue Flame Hero alzò lo sguardo dalla propria valigia aperta sul letto, per incontrare quello della madre. Era tornato a casa dopo quella che pareva un’eternità. Da quando aveva iniziato la missione sotto copertura non aveva avuto un attimo di pace, destreggiandosi tra quell’incarico e gli impegni da Hero. Rei gli si avvicinò con fare complice, aiutandolo a piegare un paio di camicie, per poi tornare all’attacco;

“Allora, mi dici almeno come si chiama?” Touya la fissò per una manciata di secondi parecchio confuso,

“Chi?”

“La ragazza che ti fa sorridere in questo modo. Forse tu non te ne sei accorto, ma è tutto il pomeriggio che hai quell’espressione ebete stampata in faccia. Sei sparito per giorni. Non ti sei nemmeno presentato alla cena della Vigilia. Ho chiamato in Agenzia ma anche loro non sapevano dove fossi finito. Il mio istinto mi suggerisce che c’è sotto qualcosa” il ragazzo non seppe come replicare, per un istante gli sembrò di essere tornato ai tempi dell’adolescenza. Tralasciando la questione ragazza sua madre non si era discostata troppo dalla verità. Qualcuno in effetti c’era, anche se lei aveva completamente frainteso la natura del loro rapporto.

“Eri con lei l’altra notte vero?” il Pro Hero alzò gli occhi al cielo, desiderando per una volta che suo padre o i suoi fratelli arrivassero ad interrompere quell’imbarazzante e assurda conversazione.

“Si” si trovò ad ammettere controvoglia, sperando che Rei si accontentasse della risposta.

“Lo sapevo, sei proprio figlio di tuo padre” era il complimento peggiore che potesse fargli ma lo riempì di curiosità,

“In che senso?” sua madre sorrise,

“Me lo ricordi, anche lui un tempo era tremendamente goffo”

“Io non sono goffo”

“Siete dei valorosi eroi, ma quando si tratta di questioni di cuore, voi Todoroki siete una frana. Salvo solo Natsuo, lui deve aver preso tutto da me, la sua fidanzata era così carina. A proposito Touya, quando me la farai conoscere?” il Number Three si grattò nervosamente la testa, preferendo non immaginarsi la scena. 

“Non è proprio una cosa ufficiale. Credo che mi odi, anzi ne sono convinto. Siamo usciti solo una volta ed è stato un mezzo disastro, ma non intendo arrendermi” messa in quei termini la sua scommessa con Hawks aveva davvero l’aria di una relazione. Non ebbe nemmeno il tempo di riflettere che sua madre riprese con il domandare;

“Quando vi rivedrete?” Dabi si rabbuiò per qualche minuto, non ci aveva pensato.

“Visti i miei impegni credo tra quattro, cinque giorni al massimo” realizzò in quel momento di non avere abbastanza tempo per poter vincere la scommessa. Si affrettò a recuperare il proprio cellulare dalla divisa da Hero abbandonata sul letto, sotto lo sguardo divertito di Rei. Compose il numero che ormai conosceva a memoria. Attese un paio di squilli, fino a quando la voce di Hawks gli riempì i timpani,

“Che vuoi? E non prenderti il disturbo di intercettare questa chiamata. Ora riattacco”

“Aspetta”

“Non ho tempo da perdere con te. Non hai i tuoi amici Heroes da scocciare? O forse ti sei già stancato anche di loro?” c’era una punta di delusione del tono di voce utilizzato dal Villain o forse Touya se lo era immaginato.

“Sono rimasto deluso da ciò che è successo l’ultima volta” dall’altro capo della linea sentì Hawks sbuffare prima di rispondere;

“Anche io”

“Pensavo fosse una buona idea, cercare di farti apprezzare il Natale. Ho esagerato. Volevo solo che ti fidassi di me”

“Smettila. Odio questo tuo cazzo di comportamento da eroe. Mi dà la nausea”

“Un’altra occasione. Ti chiedo solo questo” Vide Rei sorridere e annuire prima di lasciare la stanza. Tutta quella situazione era troppo surreale, gli sembrava di trovarsi in un sogno.

“Quanti giorni mancano alla fine di questo teatrino?” Dabi sorrise. Era fatta, lo aveva convinto.

“La scommessa scadrà la notte dell’epifania, ma io non rientrerò alla base prima di quattro, forse cinque giorni”

“Quindi?” Hawks si stava innervosendo, riusciva ad intuirlo dal tono di voce 

“Sai già cosa farai a Capodanno?” 

“Non sarai troppo impegnato ad essere l’eroe perfetto?” 

“Si presenzierò ad un evento, ma potremmo sempre incontrarci poco dopo la mezzanotte sul tetto del palazzo” di fronte a quella proposta, Hawks scoppiò a ridere,

“Ti sei reso conto di quello che mi hai appena chiesto, Touya?”

“Hai ragione è assurdo. Voglio che però tu comprenda il mio punto di vista, essere un eroe non è altro che un titolo professionale per me. Questo mondo sarebbe un posto migliore senza Heroes. Per i prossimi giorni dovrò interpretare una parte, ma il vero Dabi è quello che combatte al fianco dell’Unione e che crede nel messaggio di Stain”

“Stai solo piagnucolando come un bambino perchè ti salvi la serata” concluse il Villain con fare volutamente provocatorio;

“Senti…”

“Ci sto, ma vedi di non giocarmi altri brutti scherzi. È la tua ultima occasione, Todoroki Touya”

 

***

 

31 Dicembre


Non avrebbe saputo dire perché avesse accettato. Hawks fu il primo a stupirsi per il proprio comportamento. Sin dal loro primo incontro, sapeva che Todoroki Touya si sarebbe rivelato una spina nel fianco. Non era solo l’odio verso Enji ad aver alimentato l’avversione del Villain nei suoi confronti. Il Number Three Hero era quanto di più simile, ma allo stesso tempo opposto ci fosse a Endeavor. La cosa che maggiormente lo infastidiva, erano quei danni occhi azzurri. Non conosceva personalmente gli altri figli del Flame Hero, ma aveva più volte incontrato il piccolo Shouto. Anche lui poteva vantare lo stesso sguardo. Hawks si sistemò meglio la propria uniforme da Villain, facendo attenzione alle ali. Il nero era un colore che gli era sempre piaciuto. Non nascondeva le proprie sfumature, era esattamente così, come si presentava. 

Pensò a Dabi, al bianco e blu che lo componevano. In quelle settimane, si era divertito a giocare con il Pro Hero, avvicinandosi a lui, più di quanto sarebbe stato intelligente fare. Qualsiasi cosa ci fosse tra loro, era iniziato la notte della Vigilia ed era proseguito, sotto forma di una stupida scommessa. 

Dabi anzi Todoroki Touya, era il figlio della sua nemesi, non doveva dimenticarlo. Un giorno, Hawks avrebbe ottenuto la propria vendetta e per farlo, non avrebbe esitato a sfruttare anche quel traditore. Era chiaro come Touya stesse facendo il doppio gioco. Poteva aver preso in giro Shigaraki e il resto del Fronte di Liberazione ma non lui. Non si sarebbe lasciato incantare da tutte quelle chiacchiere. Dabi era per sua stessa ammissione, un attore. Si sarebbe divertito ancora per un po’ e poi lo avrebbe smascherato.

Dall’alto della Fukuoka Tower, Hawks avrebbe assistito alla caduta di entrambi e alla rovina dei Todoroki.

Si versò del vino, pregustando quel momento. Venendo interrotto come sempre dall’arrivo di Twice. 

Si trovava ancora al quartier generale e si era distratto pensando al Hero, cosa che ultimamente stava accadendo fin troppo spesso. Così si era ritrovato a vagare nelle cucine, alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti prima del fatidico incontro.

“Oh Hawks, scusa non credevo di trovare ancora qualcuno qui” il biondo fece un cenno di saluto con la mano, mostrandogli il proprio bicchiere e mimando un brindisi.

“Tra poco andrò con Toga-chan e gli altri a bere qualcosa, se vuoi unirti a noi…”

“Ho già un altro impegno” si lasciò scappare forse troppo velocemente. Twice non fece altre domande, limitandosi a prendere un paio di bottiglie, ma scrutandolo attentamente da sotto la propria maschera.

“Allora, augura buon anno anche a Dabi” urlò una volta arrivato sulla soglia.

Hawks fece schioccare la lingua. Era diventato fin troppo prevedibile, e la colpa di tutto era come sempre di un Todoroki. 

 

***

 

Quella serata di gala si stava rivelando una noia mortale. Touya sapeva di dover resistere fino allo scoccare della mezzanotte ma alle 22 era già stanco di stringere mani ed elargire sorrisi. 

La maggior parte degli invitati erano eroi appartenenti alla Top Ten. Riconobbe l’attuale Number Two, Beast Jeanist intento a conversare con suo padre, oltre che un sacco di celebrità e volti noti dell’ambiente. 

Verso fine serata, anche la Presidente della Commissione gli si avvicinò. Dopo avergli fatto pubblicamente gli auguri, lasciò cadere con disinvoltura un messaggio nelle sue tasche. Il Blue Flame si affrettò a recuperarlo. Era l’ennesima richiesta di informazioni, la Pubblica Sicurezza voleva sapere come stesse procedendo la missione e quando aveva intenzione di tornare operativo. Gettò uno sguardo al proprio orologio da polso. Non vedeva l’ora che arrivasse la mezzanotte per poter fuggire da Hawks. Persino incontrarsi con un Villain era una prospettiva migliore che rimanere tra quella gente.

Erano davvero degli ipocriti. Le parole di Stain avevano sempre avuto un fondo di verità. Le persone presenti in quella sala, pensavano principalmente ai propri interessi, non ad aiutare il prossimo. Touya stesso era diventato un importante ingranaggio di quel mondo e non avrebbe mai potuto sottrarsi al proprio ruolo. Ovviamente, condannava i progetti di Shigaraki e dei suoi complici, ma allo stesso tempo era conscio di come la società necessitasse di un forte cambiamento. 

Controllò nuovamente il proprio orologio, mancava pochissimo al nuovo anno.

 

***

 

Hawks arrivò sul tetto dell’edificio quasi mezz’ora prima. Aveva bisogno di prendere aria e sgranchirsi un pò le piume. Da sempre volare lo faceva sentire libero e gli donava una sensazione di pace. Notò quasi con disappunto come la sorveglianza fosse ridotta al minimo. In fondo, un palazzo pieno di eroi non aveva molto da temere. Solo un pazzo avrebbe potuto attaccare un posto simile. Si sistemò meglio gli occhiali sul naso, prendendo posto e attendendo l’arrivo dell’Hero che lo aveva indotto con un solo sguardo, a compiere una simile follia. I fuochi d’artificio che segnavano l’arrivo del nuovo anno non erano ancora terminati, che Touya era già di fronte a lui. 

“Prendi fiato, hai un aspetto orribile” furono le prime parole che Hawks gli rivolse, accennando un sorriso. Il Pro Hero aveva la camicia sbottonata, i capelli in disordine e sembrava reduce da una maratona.

“Non ne potevo più” ammise, avvicinandosi al biondo

“Povero Number Three”

“Non prendermi in giro”

“Devo dedurre che nemmeno tu ami proprio tutte le festività”

Il figlio di Endeavor incrociò le braccia al petto, assumendo un’espressione contrariata,

“Se devo essere sincero ho sempre preferito il Natale a Capodanno” Hawks assottigliò lo sguardo,

“Sono giorni come altri, ai quali noi abbiamo deciso arbitrariamente di dare un significato particolare” 

“Niente Natale, compleanno o Capodanno, ci sarà pur qualcosa che ti piace?” domandò ironico.

Hawks si voltò di scatto. Aveva incrociato per un solo istante gli occhi del Hero e strani pensieri gli avevano attraversato la mente. Non doveva abbassare la guardia o dimenticarsi chi aveva davanti.

“Devo compiere la mia vendetta” fu tutto ciò che riuscì a dire, preferendo osservare lo spettacolo pirotecnico in cielo, che il ragazzo in piedi accanto a lui.

“Posso almeno augurarti buon anno?” domandò il figlio di Endeavor porgendogli un flute di champagne, che aveva magicamente fatto comparire da dietro le proprie spalle. Keigo tornò a fissarlo con fare sospettoso, prima di accettare il bicchiere.

“Non è avvelenato. Puoi fidarti” sussurrò Touya, abbozzando un sorriso.

“Non potrò mai farlo. Sei suo figlio” a quella risposta l’Hero sbuffò. Anche una cosa semplice come scambiarsi un brindisi, con Hawks diventava un’impresa.

“Fa come vuoi. Puoi berlo o buttarlo. La scelta spetta a te” il biondo lo fissò truce.

Odiava quando Dabi assumeva quel tono conciliante. Da eroe.

“Non riesco mai a comprendere i tuoi pensieri. A che gioco stai giocando Todoroki Touya?” Si stava veramente stancando di quella storia. Quella farsa era durata fin troppo per i suoi gusti. Hawks non poteva permettersi di sprecare altro tempo.

"Perché pensi sempre che tutti debbano avere un secondo fine?” Il Villain si voltò di scatto e quello fu il suo primo errore. Due occhi troppo azzurri arrivarono a bloccare ogni suo tentativo di fuga. Non gli restava che rispondere a quel fuoco,

“Perchè voi eroi agite sempre per ottenere un tornaconto. Il grande Number Three Hero, Dabi, che trascorre la notte di Capodanno sul tetto di un palazzo in compagnia di un Villain. Sembra assurdo, anzi lo è. Sotto ogni punto di vista. Deve per forza essere parte di un qualche piano” Touya fece un passo in avanti, anche lui intenzionato a vincere quello scontro verbale,

“Per un istante, ho pensato che tu potessi essere il solo in grado di capirmi, Takami Keigo. Io odio Endeavor. L’ho sempre odiato e voglio essere presente quando lo distruggerai. Essere in prima fila per godermi lo spettacolo”

“E la nostra scommessa? Di quella cosa mi dici?”

“Non so nemmeno perchè te l’abbia proposta, in quel momento ho semplicemente pensato che potesse servire per avvicinarci” Hawks alzò un sopracciglio, traendo la propria conclusione

“Speri di conquistarti la mia fiducia per arrivare a Shigaraki” Dabi si limitò ad un’alzata di spalle.

“Vorrei davvero che andassimo d’accordo” l’espressione sul volto del Villain non mutò di una virgola, anzi se possibile si fece solo più dura;

“Ti svelo un segreto Touya, se vuoi ottenere la fiducia di qualcuno, non mentirgli”

"Perché tra noi deve essere sempre tutto così difficile? Perché non riusciamo a trovare un punto d’incontro?” 

“Quando avevo bisogno di loro, gli Heroes mi hanno voltato le spalle. Tante belle parole, ideali, avevo dieci anni quando mi sono ritrovato completamente solo” si diresse verso il parapetto, tornando ad osservare il cielo sopra di lui. Non era Touya il problema, era ciò che quel ragazzo rappresentava.

“Sta per nevicare” fece una pausa, facendo ondeggiare le proprie piume “anche quell’inverno aveva nevicato. Tantissimo. Però nessun eroe mi ha visto

Touya era rimasto in silenzio. Anche lui un tempo aveva desiderato essere guardato da suo padre. Nonostante tutto, lui e Hawks erano simili. Due facce della stessa medaglia. Due vittime di quella società, destinate ad interpretare un copione già scritto.

Posò il proprio bicchiere a terra, prima di avvicinarsi al Villain. 

“Questo mondo fa schifo” sussurrò volgendo lo sguardo al cielo.

Rimasero così parecchi minuti l’uno accanto all’altro, venendo interrotti solo dalla danza dei primi fiocchi di neve.

Una parte di Touya avrebbe voluto allungare il braccio ed afferrare la mano di Hawks. 

Preferì non farlo.

Una volta a casa si diede dell’idiota. 

 

***

 

5 gennaio


Erano trascorsi parecchi giorni da quella sera, ma Dabi non aveva smesso per un istante di rimuginare su Hawks e le sue parole. Erano stati gli Heroes e il loro comportamento a portare alla nascita di quel Villain. Non voleva giustificare le azioni del biondo ma non riusciva ad evitare di pensarlo. La storia di Takami Keigo era un esempio lampante di come la loro società avesse fallito. Chissà quanti altri criminali avrebbero potuto essere salvati da loro stessi. 

Hawks aveva assunto il carattere di un pensiero fisso, costante, che non ne voleva sapere di abbandonare la sua mente. In quei giorni, il rapporto tra loro era mutato, ma Touya non avrebbe saputo dire se quel cambiamento fosse positivo. Si erano avvicinati e respinti con la stessa forza e intensità di due magneti. Era avvenuto tutto in modo così naturale e veloce che Dabi non era riuscito a impedirlo. Il desiderio di afferrare la mano di Hawks tornava spesso a tormentarlo, ponendogli nuovi interrogativi sui quali preferiva non soffermarsi. Sapeva solo una cosa. Doveva mettere un freno a quella storia il prima possibile.

Aveva un’importante missione da compiere, non poteva lasciarsi distrarre.

Terminò in tempo di record i propri incarichi da Pro Hero. Una volta smessa la maschera da eroe e figlio perfetto, Todoroki Touya era tornato a indossarne un’altra, riprendendo la propria missione sotto copertura da dove l’aveva interrotta.

“Allora amico come è andato il Capodanno?” il Blue Flame non si era minimamente accorto dell’arrivo di Twice, distratto com'era dai propri pensieri riguardanti il solito Villain alato.

“Sono sopravvissuto all’ipocrisia della società e ai suoi eroi” rispose con fare teatrale, esibendo un’espressione scocciata

"Io in realtà intendevo con Hawks. Come vanno le cose tra di voi?” Dabi sgranò gli occhi per la sorpresa, Bubaigawara aveva forse intuito qualcosa? Avrebbe dovuto agire con più discrezione.

“Non capisco” fu tutto ciò che riuscì a dire, 

“Avevate un appuntamento giusto?” 

“Twice ma cosa…”

“In realtà non è che ne sappia molto, ma da qualche giorno il nostro comune amico alato è più irascibile e sfuggente del solito. Avete forse litigato?”

“Non esattamente” Touya non sapeva come interpretare quell’informazione. 

“Beh cercate di far pace. Hawks non ha un carattere facile ma in questi giorni è anche più insopportabile del solito” l’Hero non riuscì a trattenere una risata;

“Questa notte scade il termine della nostra scommessa” ammise,

“Spero davvero che tu la vinca amico. Faccio il tifo per te”

Bubaigawara era davvero una brava persona, si trovò a pensare Touya, forse il suo più grande difetto era quello di fidarsi troppo del prossimo.

 

***

 

Hawks fu costretto ad appollaiarsi su un tetto. Anche quel giorno, il vento giocava a suo sfavore. Maledisse per l’ennesima volta la stagione invernale, prima di tornare con la mente a Touya e a quella dannata scommessa. Dopo la notte di Capodanno, ogni cosa finiva con il ricordargli il figlio di Endeavor. Da una pozza d’acqua troppo azzurra, alla neve candida baciata dal sole. 

Probabilmente stava impazzendo. Doveva aver ereditato la stessa follia di sua madre. Non vi era altra possibile spiegazione.

Era iniziato tutto la notte della Vigilia. Keigo aveva abbassato la guardia, permettendo all’eroe di conoscere il proprio passato e da quel momento in poi non era stato in grado di fermarsi. La situazione era sfuggita al proprio controllo, portandolo a fare i conti con pensieri che mai, prima di quel momento, avevano attraversato la sua mente.

Hawks si era immaginato di vestire i panni dell'eroe, combattere al fianco di Dabi, salvare vite innocenti. Non era stato che un attimo. Poi il proprio passato era tornato con forza in superficie, ricordandogli della sofferenza provata e di come quella società si fosse dimenticata di lui. Il freddo di quell’inverno passato per le strade e l’indifferenza dei passanti erano impossibili da scordare. Mentre eroi come Endeavor e suo figlio venivano elogiati per le loro imprese, lui combatteva quotidianamente una battaglia per la propria sopravvivenza.

Touya però non era solo il figlio di Todoroki Enji. Gli ci era voluto del tempo per capirlo. 

All’inizio, aveva proiettato sul Pro Hero tutto l’odio e risentimento provati verso il Numer One. Dabi però non era suo padre. Sapeva essere testardo e molesto, sicuramente era uno degli esseri più insopportabili che Hawks avesse mai avuto la sfortuna di incontrare ma non era il Flame Hero. Touya era una vittima di suo padre. E in questo erano simili.

Decise di tornare alla base. Quella notte si sarebbe conclusa la loro scommessa. Hawks avrebbe vinto, la propria idea sul Natale e le festività non era affatto mutata. Fu allora che la propria mente traditrice gli ripropose la passeggiata tra i mercatini e il sorriso di Dabi mentre posava per delle fotografie con le proprie fan. Scosse la testa, imprecando sottovoce. Quelle immagini vennero sostituite dalla notte di Capodanno e dalle parole pronunciate dal Number Three;

Ho pensato che tu potessi essere il solo in grado di capirmi

Ho bisogno di un caffè doppio” pensò prima di librarsi in volo, cercando di allontanare quei pensieri e il loro inequivocabile significato.

 

***

 

Notte del 5 Gennaio - Dodicesima notte


Quando arrivò al rifugio, Touya non fu affatto sorpreso di trovare il Villain ad attenderlo. Keigo lo stava aspettando in biblioteca, seduto su una sedia che aveva visto inverni migliori. Aveva un libro tra le mani, che si affrettò a chiudere una volta resosi conto del suo arrivo.

“Sei venuto” ammise quasi divertito, andandogli incontro.

“Sono qui per vincere una scommessa” si guardarono negli occhi,

“Sappiamo entrambi che la mia idea sul Natale non è mutata. Hai perso eroe” 

“In realtà desideravo vederti” Hawks sbuffò di fronte a quelle parole, ignorando una strana sensazione alla bocca dello stomaco,

“Ora non provare a cambiare le carte in tavola” replicò cercando di darsi un contegno,

“Dobbiamo parlare”

“Stiamo parlando”

“Seriamente intendo” il Villain alzò un sopracciglio,

“E di cosa?”

“Di noi” seguirono attimi di silenzio.

“Non c’è nessun noi. Penso che tu abbia frainteso” dopo quella risposta, Touya evocò le proprie fiamme,

“C’è stato qualcosa la notte di Capodanno, questo non puoi negarlo” Hawks si preparò a rispondere ad un eventuale attacco,

“Non posso negare una cosa che non è mai successa

“Perchè con te deve essere sempre tutto così difficile?” arrivò ad esclamare l’Hero quasi con rabbia. 

“Sei il Number Three Hero, il figlio dell’uomo che mi ha rovinato la vita” Touya sorrise facendo un passo in avanti,

“Sai che non sono solo questo” avanzò ancora

“Sei uno sporco traditore e doppiogiochista”

Guardami Keigo” lo sfidò, “Non funziona se non mi guardi negli occhi”

“Non posso farlo”

“E perchè?” 

Finirei col cedere

Erano vicinissimi, a Touya bastò allungare un braccio per raggiungere il fianco del biondo ed afferrarlo.

“Sei un vero bastardo” sibilò il Villain cercando di divincolarsi da quella presa, avvertendo il calore emanato da quel corpo propagarsi lungo il proprio. Si accorse di non riuscire a pensare con la solita lucidità.

“Mi hai detto anche di peggio” fu la risposta divertita del Pro Hero,

“Lasciami Touya” 

“Solo se ammetti la sconfitta”

“Ma io ho vinto. Odio il Natale, le festività, tutto”

“Anche passare del tempo con me?”

Soprattutto passare tempo con te” il Number Three scoppiò a ridere mollando la presa,

“Questa volta sono io a non crederti”

“Sai quanto me ne importa. Non so nemmeno cosa ci faccio qui e del perchè ti abbia assecondato in questa follia infantile”

“Perchè anche tu volevi vedermi. Sai, dovresti smetterla di scappare Takami Keigo”

“Io non sto affatto scappando”

“Allora perché ti ostini a non volermi guardare in faccia?”

“Non sopporto i tuoi occhi” confessò esasperato 

“Ti ricordo mio padre vero? Vorresti che ci fosse lui al mio posto?” Era un pensiero che non aveva potuto evitare di sfiorare la sua mente. L’ossessione di Hawks verso Endeavor poteva essere letta in molti modi.

“Ma che diavolo stai dicendo?” l’espressione comparsa sul viso del Villain fu impagabile, 

“Ho solo pensato che magari ti potesse piacere in quel senso

“In quale senso? Io lo detesto, credevo che almeno questo ti fosse chiaro” Dabi tirò inconsciamente un sospiro di sollievo

“Mi vedi ancora come un suo sostituto?” 

“Non ti ho mai visto in quel modo. Tu non sei Endeavor, sei solo Dabi” 

Touya era rimasto completamente senza parole. Non se lo aspettava. Si sporse in avanti quasi senza accorgersene, afferrando al volo Hawks e facendo collidere le loro labbra. 

Fu un contatto breve. Troppo. 

“Che significa?” fu il solo pensiero coerente del Villain, che si trovò ad esternare ad alta voce. 

“Per tutti, io sono sempre stato solo un sostituto di mio padre, il suo riflesso, non sai quanto mi abbiano reso felice le tue parole”

“Per questo mi hai baciato?” Touya realizzò solo allora il proprio gesto.

“Giusto. Ecco, quello era una sorta ringraziamento” si trovò ad ammettere imbarazzato. Aveva agito di impulso, il suo corpo si era mosso da solo verso quello del Villain.

“Ma davvero?”

“Se preferisci possiamo sempre fingere che non sia successo” 

“No” 

Hawks non sapeva davvero cosa pensare, l’imprevedibilità del Blue Flame lo aveva travolto. Non aveva potuto in alcun modo difendersi o contrattaccare. A conti fatti, non sapeva nemmeno se quel bacio gli fosse piaciuto. 

Quando le labbra di Touya avevano sfiorato le sue, aveva avvertito un’insolita sensazione di calore farsi largo dentro di lui. Quel ragazzo era esattamente come il proprio Quirk, ustionante. Avrebbe dovuto prestare attenzione, prima di finire consumato da tanto ardore.

“Cosa accadrà ora Keigo?” Hawks alzò il capo per incontrare nuovamente le iridi dell’altro.

“Non mi fido ancora di te” esordì, prima di aggiungere “ma possiamo lavorarci”

Touya tornò a sorridere. Non era certo dei propri sentimenti verso il Villain o a quali conseguenze sarebbe andato incontro per il proprio gesto. Era riuscito ad avvicinarsi a Hawks e per il momento era sufficiente.

“Sta per nevicare” esordì indicando il cielo fuori dalla finestra. Hawks lo prese per mano.

“Muoviamoci. Essere bloccati qui una volta mi è bastato”

Il Number Three sorrise.

“Sei un bugiardo”

“Ho imparato dal migliore”







 
  
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