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Autore: giorgyleoo    15/01/2023    0 recensioni
"E io lo amavo. Amavo quel bambino. Amavo quel ragazzo. E avrei amato quel maledetto sorriso per il resto della mia vita, anche se quel destino sarebbe stata la mia condanna."
"Infiniti corpi celesti vi sono nel cielo, ma una sola stella, solamente una effigia il nostro amore, e mai avrei smesso di ammirarla. Perché quella tenue, fragile luce...era l'unico mezzo per far sì che le nostre iridi si incontrassero di nuovo. E quel tocco invisibile ai sensi, sarebbe stato sufficiente."
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Seguite il cammino di due giovani hobbit, prima amici d'infanzia, poi fratelli che infine, insieme, dovranno attraversare l'intera Terra di Mezzo per distruggere l'anello del potere. Solo in quel lungo viaggio capiranno entrambi che non potranno essere solamente due semplici amici, capiranno cos'è l'amore...e i sacrifici che devono esser fatti per garantire la felicità dell'altro. Niente avrebbe potuto separarli...fino a quel fatidico giorno.
Ma la loro storia verrà messa a repentaglio dal signore oscuro in persona, che si manifesterà in un modo ancor più pericoloso tramite un solo, piccolo Anello.
La mia storia è presente anche su Wattpad✌🏻❤️
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Frodo, Sam, Sauron, Smeagol
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Quando bussai alla porta di casa Baggins sapevo già che non avrei ricevuto riposta. Così, senza indugiare entrai chiamando il suo nome, ma ancora non mi rispose. Lo cercai per tutta casa fino a che lo trovai nella sua camera, seduto sul suo letto con le gambe portare al petto, le braccia incrociate sopra le ginocchia e il mento poggiato su di esse. La stanza era come me la ricordavo, soltanto più piccola. Le persiane erano semichiuse, solo qualche spiffero la luce cercava di penetrare all'interno della camera. Eravamo soli. Mi fermai dinnanzi alla soglia della porta, quando udii la sua voce. "Cosa ci fai qui?" "Che domanda è?" "Pensavo volessi stare con Hamfast, ti vedevo così allegro...non avevo voglia di rovinare quel momento tra padre e figlio." Io sospirai, scuotendo la testa, mi avvicinai e mi sedetti sul letto, accanto a lui. "Tu non saresti capace di rovinare neanche un filo d'erba. Rendi tutto più bello, e io...volevo vedere come stessi." Frodo annuì soltanto, e quella sua specie di risposta mi frustrò un po'. Non aveva nulla da dirmi? "Come stai è ancora una domanda scema?" Domandai. Lui accennò un riso, solo che non pareva affatto divertito "Ancora scema, si. Ma...sto bene." Alzai un sopracciglio "A chi vuoi prendere in giro? A me no di certo, so quando menti. Cosa ti turba?" Frodo sospirò a lungo prima di rispondermi: "È tutto così strano. Così calmo, ora. Non sono più abituato a questa tranquillità. Ho dormito bene in questi giorni...lui non c'era nei miei sogni. Non ero rinchiuso a Mordor." "Significa che stai guarendo. L'Anello non ti farà più del male." Non compresi il perché non volevo toccarlo quella volta. Avevo timore di carezzare la sua pelle, paura che mi respingesse, paura che tutto sarebbe cambiato, che lui non mi volesse più. "Lo spero." Rispose. "Ma ho paura che il ricordo rimarrà nitido nella mia mente per il resto della mia miserabile vita." "E allora ci sarò io...a farti rallegrare un po'." Pensavo di farlo ridere con quelle ultime parole, ma la sua bocca non si mosse di un centimetro. Detestavo quando non mi faceva capire cosa stava provando, e odiavo Frodo per questo. Si, a volte odiavo quel ragazzo. Lo odiavo perché lo amavo da impazzire e volevo che fosse mio. Volevo che fossimo una cosa sola, una sola anima. Sospirai, cercando di fargli capire la mia frustrazione a quel suo comportamento distaccato "Va bene. Ti lascio ai tuoi pensieri." Un attimo prima che potessi alzarmi la sua mano calda afferrò saldamente il mio polso e io cercai in tutti i modi di non sorridere. "Aspetta." Disse con una lentezza quasi struggente. Quella voce mi faceva sempre impazzire. Lo guardai negli occhi questa volta, ma non disse nulla. Aspettai una sua reazione. "Non lasciarmi." Sapeva sempre come farmi sciogliere come la lava bollente. Maledetto Frodo. Senza aggiungere altro mi sistemai accanto a lui, quindi ci sdraiammo entrambi sul letto; le nostre mani si unirono, le dita cominciarono ad assaporare delicatamente le nostre pelli calde. Non ci guardammo negli occhi per un po', non ne eravamo capaci. Non potevamo stare l'uno senza l'altro. Entrambi colmavamo la nostra solitudine con dolci tocchi. Dopo tutto quel tempo da soli passato insieme, non fu solo l'amore ad unirci. Era divenuto un istinto di sopravvivenza, dovevamo proteggerci a vicenda, scaldarci con il nostro fiato, toccarci per farci capire che non eravamo soli. Solo a quel punto mi guardò dritto negli occhi e, come sempre quelle iridi blu mi lasciarono una profonda fitta allo stomaco. Una sua mano finì sul mio petto, sentendo il mio forte battito cardiaco, e lì, sorrise lievemente. Scrutò le mie labbra, poi i miei occhi. Le mie dita scivolarono sulla sua fronte, scesi con il pollice e poi con l'indice e, superando il naso giunsi alla labbra. La sua lingua bagnò le mie dita, poi la sua mano, dal mio petto, tornò su, carezzando i miei riccioli sulla fronte e scostandoli dai miei occhi verdi. Ci guardammo intensamente per molto tempo, senza fare assolutamente nulla, senza dire assolutamente nulla. Quando provai a pronunciare qualcosa lui mi zittì immediatamente, premendo le sue dita sulle mie labbra. Successivamente Frodo, con l'indice e il medio chiuse i miei occhi, ma io non volevo perché avrei voluto ammirare quel viso privo di imperfezioni per l'eternità. Non farmi questo, Frodo. Non voglio questa punizione. Sii clemente con me, amore mio. Lascia che ti ammiri... Lascia che ti tocchi... Lascia che diventi mio... E io tuo... Non appena chiuse le mie iridi, percepii il mio amato avvicinarsi ancor di più a me, affossando il suo viso sul mio petto. Una sua mano, poggiata sulla mia spalla, si strinse in pugno afferrando saldamente il tessuto della mia camicia. Io, incredulo ai suoi movimenti che cercavano protezione, feci scivolare il mio arto dietro la sua nuca, e i suoi riccioli erano di nuovo miei. Annusai il suo odore di mandorla e menta. Per sempre avrei potuto vivere di quell'aria. Mi faceva respirare, mi dava vita, e mi bastava. Frodo si strinse ancor di più al mio petto, fino al momento in cui percepii il tessuto della mia camicia cominciare ad inumidirsi...e capii che erano le sue lacrime. "Perché piangi?" Sussurrai al suo orecchio. Lo sentii ridere, il suo respiro si fece più veemente e il suo fiato imbrattava il mio petto, rendendolo di sua proprietà. Mi afferrò sempre di più. "Perché sono felice." Lo baciai sulla testa, gli baciai la fronte e lo resi mio ancora e ancora. Lo avrei protetto per sempre. Frodo si accucciò su di me, io rimboccai le coperte ad entrambi e ci infilammo così nel letto, caldi e scaldati coi fiati del nostro amore. E poi mi baciò finalmente sulle labbra e quanto attesi quel momento e quanto lo desideravo. Era il momento della giornata che amavo di più. Strinse il mio viso tra le sue mani e mi baciò ancora. E le sue labbra umide toccarono le mie, e io toccai le sue...e le nostre salive si intrecciavano come le nostre anime che divenivano una soltanto. Le nostre lingue sì congiungevano insieme come due corpi caldi la notte di nozze, e le nostre bocche non volevano staccarsi mai e non ci staccammo, perché nemmeno noi ne eravamo capaci. Quel momento di carezze e dolci baci si tramutò in passione ardente, una passione così forte che doveva essere colmata all'instante. Scivolai sotto di lui e ci baciammo, rotolammo tra le lenzuola, lui si ritrovò sopra di me e ci baciammo ancora. Ridevamo, ritiravano seri, ci toccavamo, ci stringevamo. "Voglio averti ora." Diceva Frodo, tra un bacio e un altro." "Ripetilo." Dissi io, sentendo la sua eccitazione sulle mie membra. Ci guardammo seriamente, lui sopra di me, io sotto di lui. "Ti voglio." Ripetè scandendo ogni sillaba. Le nostre eccitazioni erano a pochi strati di tessuti separate. Così, iniziammo a spogliarci tra baci e abbracci. Lui fu il primo a togliermi tutti i vestiti e a coprirmi poi col lenzuolo. Io sbottonai delicato la sua camicia, bottone dopo bottone e, mentre lo facevo baciavo la sua pelle, il suo petto, il suo addome, gli baciai l'ombelico, scesi e scesi e lo spogliai del tutto. E in quel momento i nostri luoghi del piacere spingevano sui nostri corpi nudi, senza più alcun inutile strato a separarli. Ci toccammo, provammo piacere, ma l'eccitazione tornava ancora...avevamo bisogno di più. Frodo si girò di spalle, sfiorando il lenzuolo con il petto, mi guardò un ultima volta e io afferrai la sua mano, per nessun motivo avrei voluto fargli del male. "Solamente se lo vuoi." Dichiarai. "Solamente se lo vuoi tu." Disse lui. E così, le mie mani giunsero sui suoi fianchi e, mentre ammiravo la sua schiena nuda mi posizionai sopra le sue membra e, con la massima delicatezza entrai dentro di lui. Strinsi gli occhi, il mio cuore batteva all'impazzata e anche il suo. Gemeva, quasi gridava dallo sfinimento e ci piaceva. Ci rendeva finalmente uniti. I nostri corpi si unirono definitivamente come mani congiunte. Le mie mani premevano sui suoi fianchi, le sue si aggrappavano violentemente alla testiera del letto, ci muovevamo velocemente, i nostri corpi si trasportavano dolcemente e con sensualità; non riuscivo a fare a meno di gemere con enfasi; con il suo permesso mi inserii maggiormente all'interno di lui e praticai delle spinte con la massima discrezione. A lui piaceva, lo sentivo. Quello che volevo era far percepire il piacere a lui, di certo non mi dispiaceva provare un piacere immenso anche a me. E alla fine, quando venni dentro di lui mi sentii completo, dissetato e sfinito. Mi lasciai cadere sulla sua schiena nuda, percepivo il battito del suo cuore, il suo respiro roco e veemente, il mio era lo stesso. E rimanemmo uniti l'uno al corpo dell'altro fino a che riprendemmo mano mano il respiro, ma anche in quel momento una parte di me non voleva staccarsi da lui. Facemmo l'amore quel giorno, per tutto il giorno senza che nessuno venisse a chiamarci; rimanemmo soli; Soli, proibiti e innamorati. Follemente innamorati. Perdutamente proibiti. Ma mai sbagliati, quello non lo eravamo mai stati, in quel momento ne ero certo. "Amore mio..." mormorai accarezzando i suoi riccioli sudati, guardando il suo viso che aveva gli occhi chiusi e sfiniti. "Se mi chiami ancora così dovremmo farlo ancora." Sospirò lui, bevendo ancora le iridi chiuse. E allora sorrisi e in un attimo scaraventai il lenzuolo sopra le nostre teste avvolgendoci completamente all'interno del suo manto bianco. "Amore mio, amore, amore mio!" Gridai e lui fu costretto a tapparmi la bocca con entrambi le mani. E ridemmo e ridemmo...e ridemmo ancora, coccolandoci e stringendoci, giocando con le lenzuola e non staccando mai le nostre pelli sensibili a quei tocchi colmi d'amore e passione. La sua risata mi faceva tornare a quando eravamo piccoli, rideva con così tanta enfasi che solo il suo ridere faceva scoppiare anche me. "Mi fai il solletico, smettila!" Gridava, ma io continuai incapace di sentirlo smettere di ridere. Frodo mi avvolse la testa all'interno del lenzuolo ed io cercai di dimenarmi, riprendendo fiato. "Soffoco! Soffoco!" Mentii con tanto di espressione drammatica e, a quelle parole, Frodo mi liberò immediatamente guardandomi seriamente negli occhi. "Ora posso vendicarmi!" Esclamai e lo avvinghiai ai fianchi senza via d'uscita per lui. "Lasciami, lasciami! Traditore!" Rideva lui mentre di dimenava, ma con scarsi risultati. A quel punto mi fermai, bloccando i suoi polsi sopra la sua testa. E ci guardammo negli occhi. La sua pancia premeva sulla mia, nel mentre il suo diaframma si alzava e si abbassava al suo respiro. Tremava. Tremavo anche io. "Stai tremando." Mormorò Frodo, sfiorando i miei fianchi. "Sto bene. Non preoccuparti per me." Ci fissammo a lungo, ci sorridevamo e tornavamo seri e ci guardavamo ancora. "Sam." Mormorò, senza aggiungere altro e mi bastava; solamente che pronunciava il mio nome mi sentivo soddisfatto. "Frodo." Dissi io. A quel punto il mio Frodo sorrise ancora "Posso ammirare il tuo corpo nudo per l'eternità?" "Solamente se prometti che anche io potrò godere delle tue membra per sempre." A quel punto Frodo scostò dei riccioli biondi che mi erano finiti sugli occhi e mi squadrò il viso intensamente. "Come si può non amarti, Sam dorato come il miele?" "Potrei farti la stessa domanda." Senza il bisogno di aggiungere altro mi permisi di scoprirci entrambi dai lenzuoli bianchi. Avevo la necessità di ammirare ancora il suo corpo nudo. Scivolai sotto di lui e il mio volto si fermò all'altezza del suo ventre. Frodo sembrava incuriosito, teneva gli occhi puntati su di me. Io bloccai i suoi fianchi con le mani e subito dopo la mia bocca toccò il suo addome e cominciai così a baciare delicato solamente quella parte, che tanto mi provocava piacere, dentro di me. Percepivo il cuore di Frodo anche all'interno del suo ventre magro, ma le mie labbra non erano stanche di quei baci. Esse carezzarono il suo stomaco, giungevano all'ombelico e percorrevo la circonferenza di esso con le dita e poi ancora con la bocca. Mentre Frodo rideva per il solletico che provocavo alla sua pancia, io continuavo indiscreto non riuscendo a trattenere un riso anche io stesso. Presi una pausa e ci guardammo negli occhi. "Dimmi che mi ami." Sorrisi e risposi: "Ti amo. Da impazzire. Ti amo da sempre. E per sempre." Frodo rise e mi strinse a se non lasciandomi andare. Mi abbracciò non come un amante fa al proprio amato, ma come un padre fa al proprio figlio, come un fratello fa al proprio fratello, come una madre protegge il proprio bambino, incapace di separarlo dal suo seno, dal suo cuore. Finimmo così quel giorno. Mi trovavo nel posto più bello del mondo, il suo petto. Sentendo il suo cuore e lui che mi carezzava la cute, con una delicatezza che solamente lui possedeva e che neanche la morte sarebbe stata così crudele da strappargliela dal petto senza pietà. Frodo mi chiamava per nome, mi carezzava le membra, mi baciava e mi colpiva delicato il cuore, ogni qualvolta che le sue iridi color del mare incrociavano le mie e mi bloccavo, come sempre. Volevo che ogni momento di delicatezza di quel giorno non sarebbe mai finito. Avrei voluto che durasse per sempre, che la nostra stella fermasse il tempo in quel preciso istante e che ci lasciasse per l'eternità soli contro il mondo, senza occhi indiscreti, senza dolore...solo noi. Solamente noi e il nostro amore. E così ci guardavamo, ci baciavamo, facevamo l'amore...e ridevamo come avremmo sempre dovuto fare, come bambini, come innocenti...come rondini libere che si libravano nel cielo. "Sam." "Dimmi." Frodo mi sorrideva, mostrando i denti. Mi avrebbe sorriso fino all'ultimo momento in cui potevo vedere la luce all'interno delle sue iridi. Quando lo guardai compresi che non aveva più nulla da dirmi. Il silenzio non era più imbarazzante tra noi, le parole non avevano più il necessario bisogno di fuoriuscire dalle nostre labbra per colmare quel vuoto. Perché non vi esisteva più il vuoto. Tra di noi, tra me e Frodo non vi era più nulla. Niente. Più nessuno strato, più nessuna esitazione, più nessun rimpianto. C'eravamo semplicemente noi. C'eravamo sempre stati solo noi. Ma non lo avevamo mai guardato davvero. E quello si, che fu il miglior lieto fine che potessi chiedere. Non desideravo altro. La mia vita era completa con lui, la mia vita era lui, col suo amore e col suo profumo attorno alle mie membra. Peccato che non siamo stati scritti per avere un lieto fine.
   
 
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