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Autore: Bombay    20/01/2023    0 recensioni
Dal testo: - Il cervello di Q tentava di pensare ad un modo per recuperare i dati, ma se le pallottole avevano preso il disco fisso, c’era ben poco da fare, era quasi morto per niente. -
Storia della challenge writeptember2022 indetta sul gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Bond, Q
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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[Skyfall] Missione fallita

Challenge: #writeptember2022 #Giorno18 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo

Prompt: 1 come un macigno - 2 “Qualunque cosa ci si tra noi”

 

Genere: Hurt/Comfort

Tipo: one shot

Personaggi: James Bond, Q

Coppia: slash

Rating: PG-13 - verde

PoV: terza persona

Avvertimenti: movieverse

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Ian Fleming. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

MISSIONE FALLITA

 

Pioveva a dirotto e l’oscurità lambiva i vicoli, si appiattirono contro un muro, il più giovane si posò una mano sulla bocca aveva il respiro così affannoso che temeva che lo avrebbero sentito anche sotto lo scroscio invadente dell’acqua. Era bagnato fradicio, il freddo lo faceva tremare in modo incontrollato, il dolore alla spalla, lo stordiva, sentiva le gambe molli, non era sicuro di riuscire a fare un altro passo.

L’agente 00 gli lanciò una occhiata preoccupata, poi rivolse la sua attenzione verso l’angolo opposto al loro, la pistola stretta in pugno. Forse li avevano seminati o forse erano in agguato tra le ombre come loro.

Un gemito fece voltare Bond nuovamente, il suo quartermaster era scivolato lungo il muro sporco, stringendo al petto il laptop orami irrimediabilmente distrutto e con l’altra mano si stringeva la spalla.

James si sentiva un pelino in colpa per averlo trascinato fuori dalla sua comfort zone, che era la sezione Q, ma aveva bisogno di lui per recuperare quei dati, anche se viste le condizioni del pc, probabilmente la missione era fallita miseramente.

“Q!” lo chiamò “Dobbiamo arrivare alla casa sicura” mormorò e lo vide annuire appena.

“Ti seguo” rispose con voce flebile, rimettendosi in piedi a fatica. A differenza sua, Bond non aveva quasi nemmeno il fiatone, era ancora operativo al centro per cento e stava cercando di tirare fuori entrambi da quella drammatica situazione.

Bond percorse i vicoli della città come un gatto, seguito a ruota dal collega che ad ogni passo si faceva più pallido. Teneva il portatile come ne dipendesse la sua vita e la stanchezza e la debolezza facevano pesare il laptop come un macigno. Il cervello di Q tentava di pensare ad un modo per recuperare i dati, ma se le pallottole avevano preso il disco fisso, c’era ben poco da fare, era quasi morto per niente.

Si rese appena conto che la pioggia aveva cessato di bagnarlo, perché erano giunti alla casa sicura, un piccolo, squallido ed anonimo appartamento.

L’agente si sincerò che fosse vuoto, quindi porse la sua attenzione sul giovane quartermaster, che pallido e tremante stava appoggiato al muro, sembrava non vedere e sentire niente.

Con delicatezza lo fece sedere sul piccolo e sgangherato letto, il giovane si riscosse quando Bond cercò di togliere il pc dalle sue mani.

“Siamo al sicuro, questo lo mettiamo qui” disse, parlandogli come ad un bambino “Questo aggeggio, ti ha salvato la vita” proferì aprendogli la giacca fradicia.

“Sì, ma forse ho compromesso la missione” rispose rabbrividendo e gemendo di dolore mentre l’agente lo spogliava dei vestiti bagnati ed insanguinati. Istintivamente aveva alzato il portatile per ripararsi dai colpi di pistola, uno però lo aveva raggiunto alla spalla destra.

“La missione si può ripetere” rispose asciutto esaminando la ferita, la pallottola era ancora lì, abbastanza in superficie, per fortuna.

“Devo estrarre il proiettile” annunciò risoluto cercando nella piccola cucina qualcosa di adatto.

Q si riebbe per un momento dal suo stato di torpore “No, tu non sei un medico” protestò debolmente, Bond sorrise sbieco, facendolo sdraiare, mente con un accendino arroventava la lama di un coltello da cucina.

“Non so quanto impiegheranno ad estrarci da qui, rischi che si infetti”

Il giovane era troppo stanco per mettersi a discutere e poi di Bond, doveva ammetterlo, si fidava e gli piaceva, solo che non sapeva mai come comportarsi con lui.

“Cercherò di non farti troppo male” sussurrò scostandogli i capelli bagnati dalla fronte, gli sfilò gli occhiali.

“Così non vedo niente” protestò socchiudendo istintivamente gli occhi.

“Fidati è meglio così”

Il dolore arrivò all’improvviso e Q si ritrovò ad urlare come non aveva mai fatto in vita sua e poi perse misericordiosamente i sensi per un tempo indefinito.

Fu la carezza nei suoi capelli a destarlo da quell’incubo di dolore. La spalla gli faceva male in modo insopportabile.

“James” lo chiamò senza aprire gli occhi, la carezza si arrestò “Continua” lo pregò, l’agente sorrise, Q non si lasciava mai andare, manteneva sempre un riserbo e un controllo su sé stesso invidiabile, ma ad un occhio attento ed allenato, come il suo, aveva colto piccoli segnali verso di lui, che non gli dispiacevano affatto.

“Ho freddo” bisbigliò e pochi istanti dopo il corpo solido e caldo di Bond lo raggiuse sotto le coperte.

Q si umettò le labbra stava così male, non gli era mai successo, beh lui non metteva mai il naso fuori dalla sezione Q.

La carezza, dai suoi capelli, si spostò al suo viso, sentiva il respiro dell’uomo vicino al suo orecchio “Qualunque cosa ci sia tra noi” iniziò Bond “Proseguirà un volta usciti da qui” sussurrò ancora e il giovane tremò a quelle parole.

“Ma devi sopravvivere Q, non lasciarti andare, i soccorsi arriveranno a breve, resta con me”

Il quartermaster socchiuse faticosamente gli occhi puntandoli in quelli azzurri dell’agente doppio zero “Ci proverò” promise “Ci proverò”

 

 

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Mamma mia sono secoli che non scrivo in questo fandom, sono un po’ arrugginita ^_^

   
 
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