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Autore: PerseoeAndromeda    23/01/2023    2 recensioni
Daichi si reca in palestra ad un orario improponibile, convinto di non trovare nessuno, decido ad un po' di allenamento in solitaria. Ma avrà una sorpresa.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic scritta per il writober indetto da Fanwriter.it.
Lista: Pumpkin
Prompt: 22. Doccia
Titolo: Incontro fuori programma
Fandom: Haikyuu
Personaggi: Daichi Sawamura, Koushy Sugawara
Rating: verde
Genere: fluff, boys love, shounen-ai, sentimentale, romantico.


 
INCONTRO FUORI PROGRAMMA


 
Gli spogliatoi erano ancora vuoti, era troppo presto.
Daichi era arrivato prima dei compagni, intenzionato ad un po’ di allenamento in solitudine.
Posò la sacca su una delle panchine e aguzzò le orecchie quando, dalle docce, giunse il suono di acqua scrosciante.
Sbatté le palpebre, interdetto.
Significava che qualcuno lo aveva preceduto, si era già allenato e faceva la doccia prima di cominciare di nuovo ad allenarsi?
“C’è qualcuno?” chiamò e, in risposta, il rumore della doccia cessò.
“Daikun, sei tu?”.
Suga?
Si avvicinò alla doccia, quasi per accertarsi di non essere, in realtà, ancora nel letto. Dopotutto quella notte lo aveva sognato…
Come gli accadeva spesso, d’altronde.
Forse, il sogno lo aveva condizionato a tal punto da accompagnarlo nella veglia o, forse, in realtà, non lo sapeva ed era ancora nel letto: la situazione era abbastanza surreale.
“Ma cosa…”.
La porta della cabina si aprì e la testa di Sugawara sbucò, i capelli appiccicati al volto e gocciolanti:
“Mi passi l’asciugamano? Me lo sono dimenticato!”.
“Ah… ok” borbottò Daichi, così confuso che non riusciva a fare altro se non obbedire meccanicamente.
Si guardò intorno, adocchiò ciò che gli era stato richiesto e lo porse al ragazzo che, ora, tirò fuori il braccio.
Poi uscì dalla doccia, avvolgendosi l’asciugamano intorno ai fianchi, l’acqua che gli accarezzava la pelle nuda: Daichi rimase a fissarlo senza neanche rendersene conto, una parte di lui era sempre più convinta di trovarsi ancora nel letto.
Non che non l’avesse mai visto così, capitava ogni giorno di fare la doccia tutti insieme e ritrovarsi nudi gli uni vicino agli altri, la verità, tuttavia, era che si trattava di una comparsa inattesa.
Insomma…
Daichi era giunto lì, prima dell’alba, pronto ad allenarsi nella convinzione che i compagni sarebbero arrivati solo dopo qualche ora e, invece, si era trovato Koushi… proprio lui tra tutti…
In un momento in cui non si sarebbe mai aspettato di trovarlo…
Dopo averlo sognato tutta la notte in situazioni non proprio innocenti, oltretutto.
“Dai-kun, va tutto bene?”.
Sussultò, rendendosi conto che doveva sembrare ben poco sveglio, in quel momento.
“Pe-perché?”.
“Sei rosso” commentò Sugawara come se nulla fosse, solo esplicitando l’evidenza.
“Co-come?”.
Effettivamente sentiva le guance bollenti e Sugawara non migliorò la situazione quando gli posò la mano sulle labbra, poi sulla fronte.
“No, non sembri avere la febbre”.
“Ma… ma certo che no, perché dovrei?!”.
Accompagnò la risposta con un balzo indietro, gli dispiaceva mostrarsi così brusco, ma si trovava in un frangente che non aveva previsto e si sentiva strano.
“Vuoi dirmi che ti prende?”.
“Io…” cominciò, incerto, Daichi. Per poi sbottare, come risvegliandosi in quel momento: “Mi spieghi che accidenti ci fai qui?!”.
Reggendo i lembi dell’asciugamano con un pugno, il compagno portò l’altro pugno sul fianco e assunse quell’aria saccente che lo caratterizzava quando voleva mettersi in cattedra:
“Quello che sei venuto a fare tu, immagino: allenamento supplementare”.
“Ma io sono venuto prima dell’alba, tu eri già sotto la doccia!”.
“Beh, la notte è lunga”.
“La not…”. Daichi sembrò realizzare di colpo: “La notte?! Intendi che ti sei allenato stanotte?!”.
“La partita è vicina e, se dovessi entrare in campo, voglio essere all’altezza, non mi piace l’idea di mettervi in difficoltà”.
Intanto fingeva disinteresse per quel che diceva mostrandosi, invece, molto attento a sistemare meglio l’asciugamano, ma a Daichi non sfuggì la sfumatura diversa che comparve nel suo sguardo. Suga-chan era bravo a fingere che andasse tutto bene, ma Daichi lo conosceva a fondo e sapeva perfettamente cosa gli passasse per la testa e cosa provasse riguardo ai cambiamenti di quel terzo anno e al suo rapporto con la pallavolo.
“Koushi…” mormorò. “Non hai dormito per allenarti?”.
E avevano anche la scuola, lo studio, impegni nei quali Sugawara era sempre impeccabile.
Questa volta fu Koushi ad arrossire, senza sollevare lo sguardo e stringendosi nelle spalle, con il suo solito tentare di minimizzare tutto ciò che riguardava se stesso:
“Beh, non è poi così…”.
La mano di Daichi si mosse, raggiunse quelle di Koushi che ancora armeggiavano con il nodo dell’asciugamano e le bloccò, mentre tutto il corpo del ragazzo sussultava in un moto di sorpresa, perché il gesto del capitano era stato improvviso, quasi intriso di urgenza.
I loro occhi si incontrarono: adesso Daichi era serio, aveva assunto il proprio cipiglio di severo capitano. Raramente lo utilizzava con Koushi ma, in questo caso, ne aveva tutte le intenzioni:
“E se ti dovessi sentire male per la troppa stanchezza? In cosa saresti utile alla squadra?”.
Il rossore sulle guance del compagno si accentuò, le labbra si stropicciarono: era chiaramente in imbarazzo.
“Ma non sono stanco, lo sai che sono un tipo resistente!”.
Lo avrebbe volentieri schiaffeggiato e poi portato a letto a forza, a dormire, ma trattenne ogni reazione violenta, non era quello di cui Koushi aveva bisogno in quel momento.
“No, so solo che sei un testone con le occhiaie!”.
Era vero.
Il volto di Sugawara era stanco, esausto e Daichi rimproverò se stesso per non essersi accorto prima di quel suo stato perché, di sicuro, andava avanti così da tempo.
Gli mise una mano sul volto, gli accarezzò la gota con il pollice:
“Ma guardati…”.
Il tono era tornato affettuoso, non poteva farci nulla: soprattutto quando erano soli, il numero due della sua squadra suscitava in lui delle reazioni che di solito non mostrava nei confronti di nessuno.
Sugawara deglutì, lo sentì rabbrividire sotto il suo tocco, la mano che teneva fermo l’asciugamano scivolò verso il basso…
E l’asciugamano insieme ad essa.
Koushi sembrò non accorgersene.
Daichi, invece, se ne accorse eccome e il suo sguardo cadde involontariamente proprio sulla parte che lo strato di stoffa aveva avvolto fino a poco prima.
Il calore lo invase di nuovo, da capo a piedi, deglutì a propria volta, si portò due dita agli occhi, sbuffando, mentre Koushi rimaneva a guardarlo, irretito dai suoi gesti e dalle parole che aveva udito.
Infine, fu proprio lui a rompere il silenzio, con un tono un po’ stupito, morbido:
“Non devi preoccuparti per me, Dai-chan…”.
Gli rispose un ringhio, una mossa decisa di Daichi e, l’istante successivo, Sugawara venne sollevato da terra. Soffocò l’urletto di sorpresa contro il petto del compagno e, d’istinto, gli gettò le braccia intorno al collo.
“Mi preoccupo eccome!”.
“Ma che fai?!” tentò di protestare Sugawara, mentre Daichi realizzava, di colpo, di tenere stretto a sé un Koushy completamente nudo, in uno spogliatoio che, di lì a poco, sarebbe stato invaso da una torma di ragazzini urlanti del primo e del secondo anno.
Subito dopo realizzò, altresì, che non gli importava: il piacere che quel contatto gli trasmetteva surclassava qualunque altra necessità.
“Ti porto a letto, a dormire! E oggi non voglio vederti a nessun allenamento! Esigo che tu dorma almeno fino a domani mattina, consideralo un ordine del tuo capitano!”.
Finse di non vedere il rossore sulle guance dell’altro, finse di non rendersi conto di quanto fosse carino con quell’espressione che sembrava un punto interrogativo.
A stento resistette al desiderio di baciarlo quando Koushi borbottò, con la sua vocetta disarmante e un po’ indifesa:
“Prima che mi porti fuori di qui di peso, però, sarebbe meglio se io mi vestissi, non credi?”.
 
 
 
   
 
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