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Autore: Soleil Jones    28/01/2023    2 recensioni
{ scritta per lo scorso writober. }
prompt: orgoglio + penna.
[...] Potrebbe essere considerato un record in effetti, ma Goten non è neanche lontanamente nichilista a sufficienza per vederla da questa prospettiva e Trunks, be', la colpa è sua.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Goten, Trunks | Coppie: Goten/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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R O C C A F O R T E



Alla rispettosa età di otto anni Trunks pensava che tutti dovessero avere un posto segreto di cui nessuno conosce l'esistenza e dove puoi recarti ogni volta che vuoi. Un po' come suo padre con la Camera Gravitazionale, però ecco, di più — segreto, appunto!
Come in molte altre cose allora, aveva sia ragione che torto, specie nel presumere che sarebbe stato un rifugio solo suo dato che a trovarlo, alla fine, erano stati in due.
(“No no, ti assicuro che lo abbiamo visto nello stesso momento, quindi è di tutti e due!”)
Ma, be', se c'è una cosa che crescere gli ha insegnato è che condividere con Goten non è male come la prospettiva di sentirlo lamentarsi e vederlo immusonirsi e intristirsi.
La roccaforte nascosta appena più vicina all'altra parte del mondo nel corso degli anni li ha visti arrivare in volo e azzerare le ridurre al minimo le loro aure ogni volta un po' più alti o un po' più grandi.
Ha visto un Trunks di nove anni far giurare solennemente al suo Goten di tenerla segreta a qualunque costo e stringere con austera serietà il mignolo del più piccolo (“Non è vero che è da bambini, mio fratello mi ha detto che è la promessa più solenne di tutte!”). Ha visto un Goten di dieci anni tirare calcetti al vuoto e puntare l'indice verso le nuvole con la tuta impolverata e il suo migliore amico sdraiato al suo fianco (“Per piacere, non lo vedi che è un elefante quello?”).
Ha visto un Trunks di dodici anni negare con veemenza di essere quasi scivolato sulla neve atterrando... Un Goten di tredici anni srotolare un fagotto pieno di insaccati e cibo portati da casa per una notte fuori... Un Trunks di quindici anni immobilizzare al suolo il suo opponente senza far caso all'imbarazzo celato dallo spintone di quest'ultimo... Un Goten di sedici anni appallottolare e tirare un foglio di brutta nel tentativo di chiamare una pausa da quella tortura di metà Maggio... Un Trunks di diciotto anni stringere un braccio attorno alle spalle del suo Goten e cercare di consolarlo in seguito al ventottesimo Torneo Tenkaichi.
Li ha visti ridere, cospirare, intristirsi, cambiare voce, allenarsi insieme, bisticciare, superarsi e raggiungersi in altezza, giocare, cambiare, baciarsi.
. . . E adesso li vedrà darsi all'eremitaggio per sfuggire alle ire funeste di Bulma prima che una potenziale guerra interplanetaria incomba sulla Terra dopo più di quattordici anni di pace. Potrebbe essere considerato un record in effetti, ma Goten non è neanche lontanamente nichilista a sufficienza per vederla da questa prospettiva e Trunks, be', la colpa è sua.
(Non il fatto che il loro pianeta paia incapace di evitare di attirare l'attenzione di razze extraterrestri a cicli alterni, ovvio, ma la situazione attuale sì.)
“Accidentaccio!” è la prima parola che rompe il silenzio appena, in un suono simile al colpo di una frusta e una folata che smuove le fronde più vicine, due fiamme dorate si arrestano a un soffio da terra. Trunks si siede sull'erba senza dire una parola, a differenza di Goten. “Alla faccia della diplomazia... I tuoi ci faranno a fettine!”
Trunks — che da parte sua si è ormai abituato a trattare con gli ambasciatori di razze aliene troppo potenzialmente pericolose per sua madre, ma non abbastanza da scomodare suo padre e il suo pessimo temperamento guerrafondaio e al contempo non si pente del suo operato — incrocia le braccia al petto, in una replica inconscia e perfetta di Vegeta con quell'armatura Sayan studiata per tenerli caldi e protetti nell'esosfera indosso.
“Mio padre capirà, anzi probabilmente sarà contento di avere una scusa per combattere contro qualcuno.”
Il che non è neanche una bugia, a dire il vero, basta pensare alla faccia che ha fatto saputo che per evitare voltafaccia o brutti inconvenienti l'incontro con gli emissari degli Zamir si sarebbe tenuto in una stanza studiata per rendere nulli i poteri innati di entrambe le specie. E le armi fuori dalla porta, ovviamente.
Sei fuori di testa, Trunks?!”
“Affatto!”
Goten lo guarda incredulo, indeciso se prenderlo a scossoni o sospettare un colpo di febbre di come non capita a nessuno dei due da una cinquina di anni. Eppure Trunks sembra perfettamente lucido, quando tira un sospiro a metà tra l'esasperato e l'irritato per costringersi ad abbassare i toni con lui. Il che è una buona cosa, perché nonostante la sua indole buona e allegra Goten resta pur sempre figlio di sua madre: più di due decenni di esperienza alle spalle con lui non lo hanno reso né passivo, né permissivo.
“Non ti preoccupare, va bene? Non sono così stupido da farmi nemici più forti di me, non scoppierà nessuna guerra.”
Goten si acquieta, scrutando la figura di spalle del più grande per qualche attimo prima di espirare pesantemente e andarsi a sedere a sua volta, il viso rivolto all'orizzonte opposto.
“Come fai a dirlo?” domanda, quasi mormora.
Trunks sente il suo broncio impensierito senza neanche doverlo vedere, e questo allevia inevitabilmente la tensione nella sua stessa postura.
“Le trattative erano praticamente fatte e finite,” risponde, in tono pragmatico e calmo prima che uno screzio spavaldo e orgoglioso che continua a fare capolino di tanto in tanto a prescindere da quanto sia cresciuto e maturato gli colori la voce. “E quel ragazzone ha sicuramente sentito di peggio.”
“Gli hai infilzato il gomito con una stilografica!” asserisce Goten, ponendo enfasi su ogni singola parola e gettando il capo e il busto all'indietro, finché le loro spalle non cozzano le une contro le altre.
“Esatto, Goten, il gomito. Non il collo, non l'occhio. Sopravvivrà,” afferma allo stesso modo Trunks, cocciuto, roteando gli occhi e fissando l'orizzonte davanti a sé come se gli avesse fatto un torto personale. Senza però impedire al moretto di appoggiare la nuca sulla sua spalla. Lo sente emettere un suono simile a uno sbuffo lamentoso e rassegnato, e non può fare a meno di aggiungere: “Hai sentito quello che ha detto, no?”
“Sì, e tanto per la cronaca sono arrabbiato con te,” risponde Goten, gli occhi scuri rivolti al cielo aranciato subito sopra di lui e la fronte aggrottata.
E be', okay, non è troppo arrabbiato a dire il vero, sanno entrambi com'è quando uno dei due si arrabbia davvero con l'altro, e se lo è parte della colpa è sua che trova giusto un po' attraente il fatto che Trunks abbia ficcato una penna in pieno gomito (mirando alle vene bluastre visibili nella giuntura) di uno stronzo assetato di potere e scorte vive per lui. Tuttavia testardamente, perché ci tiene, puntualizza: “Non ho bisogno di essere difeso.”
Trunks sospira, la linea delle sue spalle si fa più morbida, e subito dopo Goten lo sente lasciarsi andare a sua volta; incastrare comodamente il retro della nuca nell'incavo della sua spalla in modo da tenersi su a vicenda.
“Non ti stavo difendendo, più...” Proteggendo, passa tra loro. Come la certezza che se i ruoli fossero stati invertiti Goten avrebbe fatto lo stesso, e in modo meno pulito ed elegante. “Non sei barattabile, come ho detto ben due volte prima di muovere un muscolo. Né tu, né altri. Punto.”
“Hhm...” Improvvisamente, la figura di Goten trema sull'eco della sua dolce e lieve risata. “Quindi non è stato il cosa vuoi fare senza neanche un'arma a farti sbroccare?”
Trunks solleva una mano per dare un lieve strattone alla prima ciocca di capelli neri che gli capita, le labbra piegate e gli occhi celesti accesi di sagacia e affetto. “Non essere ridicolo. Per chi mi hai preso, mio padre?”


 



 

bulma: mio figlio è perfettamente in grado di bilanciare forza bruta e cervello! :)
sempre bulma, il giorno dopo: MIO FIGLIO È TUTTO SUO PADRE, MALEDIZIONE.

o alternativamente —

trunks: voi non sapete quello che mi ha detto però.
bulma, aging by the second: cosa ti ha detto, di grazia?
trunks: "cosa vuoi fare senza neanche un'arma?"
trunks: e io gli ho detto, "non mi serve un'arma," e l'ho infilzato con la penna.
vegeta, approving: avrebbe potuto mirare all'occhio o al collo.
trunks: è quel che ho detto anch'io!
trunks: inoltre volevano portarsi via goten per sette anni.
vegeta: aspetta, cosa—
bulma: oh! ah no, allora hai ragione tu.

Unpopular opinion ma io e Goten lo troviamo molto attraente da parte sua. :3 ma comunque...! Non so quanto sia popolato il fandom qui sopra nowadays, né perché mi è venuto da postare questa scemenzina anche qui strano che abbia ancora le credenziali tbh lol però ecco, sono adorabili! Quindi ve li lancio, sperando che a qualcuno possa andare uno shottino di qualsiasi-cosa-siano-queste-1250-parole. <3

  
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