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Autore: LadyYuna94    30/01/2023    0 recensioni
Sequel della mia "Guard Me For Eternity" che è necessario aver letto prima di cominciare questa
"La tua anima gemella giace in un corpo perduto nel passato e rigenerato per un nuovo futuro [...] La sua mente è plagiata e la sua nera arma scintilla come una fiamma nel buio. Una fiamma distruttrice che ha sete di potere [...] Ricorda, figlia del solstizio d’estate, solo tu puoi vincere il gelo nel cuore di un’anima spenta e dimenticata"
Lyn Kon è la meravigliosa figlia adolescente di Rei ed Elena; il giorno del suo sedicesimo compleanno parte per la Cina insieme ai suoi genitori e, come membro della Tribù della Tigre Bianca, deve sottoporsi ad un rito di passaggio, nel quale le verrà predetto il futuro dal Grande Saggio della Tribù. Ma la profezia di cui l'anziano parla non presagisce nulla di buono...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 32:

- Quindi, siamo di fronte ad un pazzo maniaco capace di simili atti- commentò Emily, non appena Kei ebbe finito di parlare.
- Tutto questo è pura follia!- cominciò Makoto nervoso, alzandosi dal divano dove stranamente era rimasto immobile per tutto il racconto.
- Quell’uomo ha tentato di ucciderti solo perché volevi andartene da lì?- chiese sconvolto.
- Tecnicamente, sì- rispose Kei, senza la minima sfumatura nella voce.
- Il problema adesso è un altro- li interruppe Elena
- Tu gli hai promesso di portargli comunque i Bit Power, è così?- chiese la donna e Kei sospirò.
- E stai usando mia figlia da mesi ormai, per arrivare al suo- proseguì ovvia, guardando il ragazzo dritto negli occhi.
- Mamma...- cercò di intromettersi Lyn per spiegarle la sua versione.
Avrebbe tanto voluto dirle, urlarle se fosse stato necessario che loro si amavano e che lei non si sentiva per niente usata, ma Elena la bloccò con un gesto della mano senza degnarla di uno sguardo, aspettando una qualche spiegazione plausibile da quel giovane di un metro a novanta che la fissava arreso.
- Vorkov ha lasciato che mi avvicinassi a Lyn per rubarle la Tigre Bianca, sì- confermò lui sommessamente.
- Quando l’ha vista in ospedale, sapeva bene chi fosse e ha ben pensato di usare lei come esca per voialtri- confessò il ragazzo, gettando uno sguardo veloce ai presenti.
- Bastardo- mormorò Rei.
- Ma abbiamo un vantaggio, al momento- cercò di rimediare lui.
- Secondo i suoi calcoli dovrei essere nuovamente sotto effetti di quella pillola, di conseguenza non dovrei ricordare o sapere nulla di voi- riprese.
- Troppo tardi, I guess- esordì Max dopo un lungo sospiro.
- Ci ha proposto un torneo “amichevole”- disse il biondo.
- Che cosa?- disse Emily aggrottando le sopracciglia.
- Abbiamo due settimane per organizzarlo, sarai tu… contro i nostri figli- disse grave l’americano indicando Kei e subito si sollevò un mormorio di dissenso generale.
- Papà, mi oppongo! Non lotterò contro di lui!- esordì Lyn allibita, staccandosi con la schiena dalla credenza e parandosi davanti a Rei.
- Non hai scelta, se vuoi sperare di tenerti stretta la Tigre- sentenziò Rei con sguardo fermo.
- Cosa intendi?- chiese la ragazza con una smorfia.
- Se vincerà lui, si prenderà i vostri Bit Power, se perderà ha giurato di lasciare noi e Kei in pace... per sempre- li informò Takao.
- A me sta bene, sarò felice di misurarmi con un avversario così forte, la tua fama leggendaria ti precede!- disse Makoto, osservando il ragazzo dal ciuffo grigio in piedi davanti a lui.
- Non crederò nuovamente ai suoi spergiuri!- la voce di Kei sovrastò tutti.
- E’ per questo che ho intenzione di far andare questo torneo a modo mio- disse sicuro lui, rivolgendo un breve sguardo a Lyn.
- Lui ha un debole per me, lo ha sempre avuto, altrimenti perché scomodarsi tanto a chiudermi in una fottuta cripta ghiacciata per venticinque lunghi anni- disse Kei con un’alzata di spalle.
- Il Beyblade che mi ha dato lo avete già visto, il Black Dranzer e io sono l’unico in grado di padroneggiarlo, è per questo che si fida così ciecamente- lo sguardo violaceo del ragazzo passava in rassegna quello di tutti gli altri in quel salone. Per la prima volta nella sua vita, Kei avvertiva come il bisogno impellente di avere una qualche approvazione.
- Ci batteremo come ci ha chiesto, gli farò credere di essere dalla sua parte, lotterò contro di voi- riprese, dopo un breve sospiro.
- Farete finta di perdere, consegnandomi i Bit Power per farlo cadere nella trappola e quando sarà arrivato il momento, scaglierò tutto il potere che tanto sogna di avere proprio contro di lui- concluse con fare sicuro.
- Come facciamo a fidarci?- chiese Emily scettica.
- Perché avete la mia parola- ribatté ovvio Kei.
- Va bene, certo e sono sicura che tu sia un uomo d’onore, ma dopo tutto, non sappiamo che effetti ha avuto su di te quel farmaco che ti ha dato Vorkov, potresti anche prenderci in giro per quanto mi riguarda- osservò la scienziata.
- Non lo farò, lo giuro- disse in tono solenne il ragazzo.
- Non molto tempo fa, ho promesso a Lyn che non le avrei mai e poi mai fatto del male, per nessuna ragione al mondo- confessò lui e la ragazza alzò lo sguardo, ricordandosi di quella notte, quella dell’ultimo dell’anno.
- Come potrei portarle via la cosa a cui tiene di più? La sua Tigre Bianca- continuò.
- So come ci si sente quando ti portano via qualcosa o qualcuno a cui tieni, è orribile- sibilò lui, scuotendo debolmente la testa.
- Non permetterò a Vorkov di continuare a giocare con le nostre vite, adesso basta, è ora di fermarlo per sempre- disse, alzando nuovamente lo sguardo
- Quindi mi rivolgo a voi, vi chiedo di battervi contro di me- chiese Kei, posando lo sguardo sui figli dei suoi ex compagni di squadra e più osservava in particolare Judy, Lyn e Makoto, più si rendeva conto che erano le copie esatte dei loro padri da giovani.
La prima ad alzarsi fu Judy Mizuhara.
- Non avrai vita facile, ragazzino, o… signore- disse confusa Judy e un angolo della bocca di Kei si sollevò in una specie di sorriso.
- Esatto, non vedo l’ora di misurarmi con te!- si accodò David
- Già, ti informo che qui davanti hai il campione mondiale in carica di Beyblade- disse Makoto sicuro, indicandosi coi pollici.
Kei sorrise ampiamente guardando tutti loro e intravedendo nei loro occhi la stessa determinazione e tenacia dei loro genitori.
- Non mi aspetterei niente di meno, dai Bladebreakers 3.0- disse lui fiero.
Lyn, che si era accasciata su un angolo del grosso divano damascato con lo sguardo basso, solo quando Kei le tese una mano, ebbe il coraggio di alzarsi.
- Non puoi tirarti indietro, non tu che sei la mia allieva- disse lui sogghignando, Lyn sospirò e poi sorrise stringendo la mano del ragazzo tirandosi su e, presa dal momento, lo afferrò e lo baciò lì davanti a tutti, sotto lo sguardo sconcertato dei presenti.
- Non mi tiro mai indietro, non quando si tratta di giocare a Beyblade- disse lei contro le sue labbra e Kei sorrise soddisfatto.
- Contatterò io Vorkov, dirò che avete accettato la sfida- si candidò il giovane e Lyn vide i suoi occhi color ametista scintillare di una luce nuova, diversa, che non gli aveva mai visto.
- L’incontro si terrà al Colosseo, tra una settimana esatta- informò i presenti.
- Takao, ho appreso con piacere che sei diventato il nuovo presidente della BBA- disse Kei, girandosi verso di lui.
- Sì- confermò l’uomo.
- A te gli onori, ti occuperai tu di organizzare il match come si deve- ordinò.
- D’accordo, consideralo fatto- rispose sicuro Takao.

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- Figlio, finalmente, è un po’ che non ti vedo in giro- disse Vorkov, vedendo entrare il giovane nella hall dell’hotel dove aveva alloggiato sin dall’arrivo nella capitale italiana.
- Viktor, dobbiamo discutere di alcune faccende- cominciò l’uomo in tono mellifluo, mettendo un braccio sulla spalla al ragazzo.
- Risparmia i convenevoli, i Bladebreakers hanno accettato la sfida- lo informò, mantenendo il suo solito timbro freddo e distaccato.
- Meraviglioso, prima del previsto- osservò quello più alto e anziano, procedendo a passo sicuro verso l’ascensore, seguiti sempre da Yuri e gli altri qualche passo più indietro.
- Ti sei portato i leccapiedi, vedo- disse il ragazzo scoccando un’occhiataccia al rosso.
- Mi serviva compagnia, sai che mi annoio facilmente da solo- cercò di liquidare la faccenda suo padre.
- L’incontro è tra una settimana, al Colosseo, nel centro della città- riprese il giovane entrando in ascensore.
- Un’antica arena di gladiatori per il match, il palcoscenico perfetto per la nostra ascesa al potere- disse Vorkov, mentre le sue labbra secche si piegavano in un ghigno malefico.
- Quando la potenza dei Bit Power Sacri sarà tra le mie mani, quegli sciocchi rimpiangeranno di aver sconfitto i blader della Morte, pregheranno per riavere loro tra i piedi anziché noi, figlio mio- disse l’anziano.
- E tu sarai temuto e rispettato, tutti avranno paura a sfidarti, sarai consacrato come l’invincibile Viktor Vorkov, tremeranno solo a sentire il tuo nome!- continuò Vladimir, viaggiando a più non posso con la fantasia.
- Lo sai che un pubblico osannante non mi interessa- disse il ragazzo, spegnendo un po’ l’entusiasmo e prendendo a mettersi a braccia conserte, mentre con la schiena si appoggiava allo specchio dell’ascensore che continuava a salire.
- Io voglio solo essere il più forte, nient’altro- concluse.
- E lo sarai dopo questo incontro, battendo anche il figlio di Takao che al momento è il campione del mondo, non avrai più ostacoli davanti a te, sarai tu il campione assoluto- lo rassicurò Vorkov.
Kei si sforzò di sorridere soddisfatto, ma in cuor suo, sentiva che con quel piano così azzardato si stava mettendo nei guai.
Fare il doppio gioco con Vorkov non era esattamente una mossa intelligente, ma non aveva avuto altra scelta.
Schierarsi con lui apertamente avrebbe significato perdere di nuovo i suoi amici e i ricordi costruiti con loro per una vita intera. Non sarebbe sopravvissuto una seconda volta a quel senso di vuoto e di abbandono che lo avevano tenuto prigioniero per settimane, quando si era svegliato da quel sonno nel ghiaccio durato un ventennio.
Avrebbe perso Lyn.
Il suo grande amore, la prima persona che gli aveva confessato i suoi sentimenti sapendo esattamente chi aveva davanti.
D’altro canto mettersi contro i russi, come aveva fatto in passato, neanche poteva essere considerata tra le opzioni. Stavolta gli sarebbe toccata una punizione molto più severa, probabilmente Vorkov lo avrebbe ucciso senza esitazioni, avendogli perdonato il tradimento già troppe volte.
Kei non era disposto a pagare un prezzo così alto in nessuno dei due casi e aveva fatto una promessa, quindi doveva cercare di mostrarsi come sempre con Vorkov e i suoi, per fargli credere di essere dalla loro parte e doveva solo sperare di superare quei giorni fino all’incontro, quando avrebbe chiuso finalmente con quel passato oscuro e malato che da sempre lo opprimeva.

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Lyn era andata a letto quella sera sperando nel potere calmante di un infuso che le aveva preparato suo padre, raccontandole di un’ingrediente segreto che era simile a un sonnifero. In quel periodo si era dimostrata spesso in disaccordo con Rei e, anche in quell’occasione, dovette dissentire visto che si girava e rigirava nel letto da svariati minuti.
Aveva passato gli ultimi cinque giorni ad allenarsi come una forsennata, tanto che quando arrivava l’ora di andare a letto quasi non sentiva le braccia e le gambe dati i lunghi ed estenuanti incontri con Makoto, Judy e David in vista di quella sorta di guanto di sfida che il padre di Viktor aveva lanciato loro.
Il padre di Viktor. Quante bugie in una breve frase apparentemente di senso compiuto, pensò Lyn.
Ancora non aveva perso del tutto l’abitudine di riferirsi al suo ragazzo come Viktor, eppure sapeva bene quale fosse il suo nome, lo aveva detto. Quel nome di cui da sempre aveva il ricordo di non essere pronunciato in presenza di suo padre e dei suoi zii, poiché tutti avrebbero preso ad essere tristi e avrebbero cambiato argomento.
Quel nome a cui non aveva mai potuto associare un volto prima di incontrare quel ragazzo così unico e speciale. Quel nome che i suoi genitori avevano deciso di dare a suo fratello quando sarebbe venuto al mondo.
Il nome di un Beyblader forte e coraggioso.
Lyn ancora non realizzava tutto quello che le era successo negli ultimi giorni, dal fare l’amore per la prima volta, al capire veramente di provare qualcosa di forte per qualcuno e poi scoprire che tutto quello che c’era dietro la persona amata fosse una sporca menzogna. Proprio come aveva detto il Grande Saggio nel pronunciare la sua profezia, di cui non aveva più in alcun modo messo in dubbio la veridicità.
In quei giorni d’allenamento precedenti al match, Lyn aveva raramente sentito Kei.
Era passata qualche volta davanti all’hotel in cui alloggiava, guardando in alto verso le finestre, in attesa di scorgere il suo profilo e i suoi capelli così particolari. Lo avrebbe riconosciuto tra mille. Ma capì che lui si trovava già in una posizione decisamente pericolosa e correre il rischio di vedersi prima di quel torneo, avrebbe significato far saltare quella copertura che già stava in piedi per miracolo.
Lyn sospirò profondamente e proprio quando stava per addormentarsi, sentì il telefono vibrare.
Sperò con tutta sé stessa che non fosse Judy dalla stanza accanto che le chiedeva la chiacchierata notturna. Non ne aveva proprio voglia quella sera. Ma con sorpresa, dal modo in cui quel messaggio era scritto, capì subito che si trattasse di Kei.
Vediamoci all’alba al solito posto. Non dirlo a nessuno ed esci di nascosto. Ti aspetto.”
Sentì il cuore balzarle fuori dal petto e valutò per alcuni secondi se rispondere o meno. Lasciò subito perdere, pensando al fatto che Kei potesse essere controllato a vista da Vorkov e i suoi scagnozzi, ma avrebbe avuto sicuramente bisogno di aiuto per uscire di casa ad un orario così mattutino e una parte di lei si ricredette sul fatto di avere quella chiacchierata notturna con Judy…

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Alle sei in punto, Lyn era già fuori di casa.
Quella mattina si gelava davvero a Roma e per evitare di prendere troppo freddo, la giovane blader si imbacuccò per bene, trascinandosi lo scooter per un bel tratto di strada prima di metterlo in moto onde evitare di svegliare tutti a casa col suo rumore assordante. Judy, come sempre, le avrebbe retto il gioco e avrebbe parlato solo e solamente se Lyn fosse stata scoperta, ma la sedicenne contava di rientrare prima che cominciassero le “attività” a villa Tornatore.
Quando Lyn arrivò a Villa Borghese, la trovò chiaramente ancora chiusa, si tolse il casco sistemandosi meglio il cappello di lana sulla testa e si diresse davanti all’ingresso della villa, sperando di intravedere in qualche modo Kei.
Si sentì tirare delicatamente per un braccio e trasalì, calmandosi solo quando riconobbe la sagoma del suo amore con un cappuccio calato sulla testa con indosso un lungo montgomery nero.
- Da questa parte- sussurrò Kei, trascinandosi Lyn dietro dolcemente.
Si nascosero tra i rami secchi e innevati dinanzi all’ingresso secondario della villa e Kei si guardò intorno circospetto, mettendo a Lyn una certa ansia.
Solo quando si resero conto di essere davvero soli, Kei si tirò giù il cappuccio, afferrò Lyn per il viso e le diede un bacio mozzafiato, incurante del fatto che affondare la lingua con tanta veemenza nella bocca della ragazza e lasciarla senza respiro così all’improvviso potesse spaventarla. Difatti Lyn, quando si staccarono dal bacio, strabuzzò gli occhi e si toccò le labbra gonfie per quell’assalto decisamente carnale.
- Non ho molto tempo- disse Kei quasi a scusarsi, continuando a tenere le mani sul suo viso.
- Ma avevo bisogno di dirti una cosa… piuttosto importante-
Kei sembrava agitato, i suoi occhi dai riflessi porpora erano pieni di preoccupazione e Lyn sentì che qualcosa non andava per niente. Un sentore di paura catturò le sue viscere.
- Vorkov sa?- chiese in un sussurro, carezzandogli tremante una guancia.
- No, almeno spero- chiarì lui, scuotendo debolmente la testa.
- Ma qualcosa mi dice che ha capito che non sono del tutto leale nei suoi confronti- concluse Kei, mentre Lyn sospirò col cuore che le batteva fortissimo nel petto.
- Sto facendo di tutto per non tradirmi, non so come abbia fatto a capire che non prendo più quelle fottute pillole, ma non è questo il punto...- incalzò il giovane, inchiodando Lyn con lo sguardo e prendendole nuovamente il viso tra le mani.
- Domani, nel corso della battaglia, potrei non essere più io ad un certo punto- confessò affranto e lei sgranò gli occhi, impaurita all’estremo e senza riuscire a dare un’apparente senso logico a quell’affermazione.
- Cosa vuoi dire? Sp… spiegati meglio- biascicò Lyn e il ragazzo sospirò ancora.
- Vorkov mi ha detto che più Bit Power assorbirò con il Black Dranzer più potrei sentirmi...diverso- Kei scelse con cura le parole da usare per cercare di chiarire il concetto a Lyn, ma la verità era che neanche lui sapeva esattamente cosa sarebbe successo.
- Diverso come?- incalzò la ragazza aggrottando le sopracciglia, nel tentativo di capirci qualcosa.
- Non lo so, d’accordo?- Kei si staccò nervosamente da lei, appoggiandosi con la schiena alle gelide sbarre dell’ingresso della villa, producendo un rumore sordo.
Il ragazzo chiuse gli occhi frustrato e riprese fiato.
- Potrei dimenticare nuovamente chi sono e ritrovarmi ad essere di nuovo il burattino di Vorkov, oppure ho sentito parlare di una sete di potere talmente grande che potrei non riuscire a fermarmi- si confidò impaurito, alzando gli occhi al cielo.
- Kei, lo sanno tutti che un blader è tanto forte quanto maggiore è il controllo che riesce ad esercitare sul suo Bit Power e, soprattutto, la fiducia che ha nel suo animale sacro- lo rassicurò Lyn.
- La Tigre Bianca è la mia migliore amica da sempre, mi ha protetta fin da prima che nascessi, difendendo prima mio padre proprio contro Boris e poi mia madre che mi portava in grembo nella battaglia contro il Team delle Tenebre- disse la ragazza sorridendo.
- Tu… quanto ti senti legato al tuo animale sacro? Sei in grado di controllarlo?- chiese cauta lei, ricordando di non averlo mai visto combattere col suo Bit Power.
- Non ho mai evocato l’Aquila Nera in un incontro- confessò Kei scuotendo la testa.
- L’unica volta in cui l’ho chiamata in mio aiuto è stata per salvarti da quei bastardi, la notte ai Parioli- ricordò con disgusto e fu allora che Lyn capì perché quelle bestie se l’erano data a gambe ancora con i pantaloni calati. Avevano visto l’animale sacro di Kei e tutta l’oscura potenza che possiede.
- E cosa hai provato quell’unica volta?- chiese dunque Lyn.
- Non ricordo con esattezza, so solo di essermi sentito invaso da un potere straordinario, inimmaginabile, un potere che va oltre ogni aspettativa- rispose piano lui e la ragazza deglutì un po’ spaventata, non essendo esattamente ciò che avrebbe voluto sentirsi dire.
- Vorkov si vanta di aver creato lui il mio Bey, ma io so la verità.- cominciò dopo qualche secondo.
- La prima persona che ha messo mano alla creazione di Black Dranzer è stato Rasputin, il monaco russo che viveva alla corte dello zar Nicola, colui che ha costruito il monastero dove sono stato prigioniero per anni-
Lyn alzò un sopracciglio incredula.
- Quell’uomo impazzì dopo aver creato questo Beyblade, dopo aver imprigionato il potere dell’Aquila Nera al suo interno e si narra che la sete di potere dell’animale sacro sia direttamente proporzionale al dolore che ha provato quando è stata relegata a forza nel bit chip- concluse Kei, facendo rabbrividire Lyn.
- E’ per questo che non so cosa mi accadrà esattamente domani quando userò quel potere- disse piano lui.
- Ascoltami, Kei, io non lascerò che tu impazzisca- lo rassicurò Lyn andandogli accanto.
- Ci atterremo al piano, tu ruberai i Bit Power di Judy e David, poi chiederai di sfidare Makoto per il titolo e ruberai anche Dragoon e al momento del match con me, ti rivolterai contro di lui come stabilito, d’accordo?- cercò di calmarlo Lyn, illustrandogli nuovamente quel piano inventato a tavolino da tutti i presenti quel pomeriggio di dieci giorni prima a casa sua.
- Semmai dovessi perdere il controllo, tu dovrai riportarmi indietro, mi hai capito?- chiese con tono quasi implorante Kei, ignorando deliberatamente le parole di Lyn e la ragazza fu abbastanza sconvolta nel sentirlo parlare in quel modo.
- Lyn, devi promettere- le chiese ancora lui, stringendole dolcemente le braccia.
- Tu sola hai questo potere, solo tu puoi ricordarmi chi sono- continuò lui con lo stesso tono.
- Non permettere all’Aquila Nera di consumare anche me- concluse, abbassando lo sguardo.
Lyn, non sapendo cosa dire, prese il controllo nell’unico modo che ormai conosceva, afferrando Kei e baciandolo con passione. In quella mattinata così fredda, l'insolito calore della bocca e del corpo del ragazzo premuto contro il suo, la fecero sentire di colpo accaldata.
- Te lo prometto- mormorò Lyn ancora con gli occhi chiusi, contro le labbra di Kei.
- Ti riporterò indietro, croce sul cuore...-
- … dovessi morire- continuò Kei riaprendo piano gli occhi.
Lyn sospirò pesantemente, valutando se fosse il momento giusto per dire o meno di nuovo quelle due paroline così importanti a Kei, che da quella mattina in cui le aveva pronunciate al castello non era più riuscita a farlo, ma lasciò perdere proprio all’ultimo, notando che lui si nascose nuovamente sotto il cappuccio e si mise le mani in tasca.
- Ora devo andare, non devono sapere che sono uscito- si affrettò a dire Kei e Lyn annuì e prima di congedarsi, però, si scambiarono un lungo e dolce bacio, meno urgente dei due precedenti, ma ugualmente intenso.
- Ci vediamo domani, nell’arena- disse Lyn, tentando con tutte le sue forze di sciogliere quel nodo in gola che le si era venuto a creare e Kei annuì piano, mentre lentamente le loro mani si staccarono.
Lyn si guardò indietro per l’ultima volta prima di montare in sella al suo scooter e Kei già non era più lì.
Sospirò indossando il casco e poi si diresse verso casa, ripensando alle parole del suo amato, ma soprattutto, a quelle del Grande Saggio.
Ricorda, figlia del solstizio d’estate, solo tu puoi vincere il gelo nel cuore di un’anima spenta e dimenticata”
Lyn corse a tutta velocità verso casa e quando si rimise a letto tranquilla e sicura di non essere stata scoperta, la sua mente indugiò ancora una volta su quelle parole che le risuonavano in testa come un’eco: vincere il gelo nel cuore di un’anima spenta e dimenticata.

   
 
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