Lui è d’ oro e di luce, arrogante e bellissimo.  Così bello da toglierti il fiato ma così altezzoso che  lì, a due pollici dal suo splendido viso,  vorresti accendere i tuoi occhi soltanto per umiliarlo e dargli una lezione, per togliergli quel piccolo sorrisetto supponente dalle labbra. Ma non puoi: perché lui è figlio di suo padre, è tuo nemico.

 Vorresti strozzarlo e poi abbracciarlo, perché è odioso, irascibile e improvvisamente  ti sorprende con un’ondata di tenerezza. Talvolta vorresti ancora lasciarlo, ma non è possibile: lui è il tuo destino.

Ne capisci i silenzi, lunghi e profondi, di chi non ha mai veramente imparato a parlare di sé. Ne scruti gli sguardi sofferti verso quel padre freddo che non lo ama mai abbastanza, gli sguardi tristi quando pensa alla madre che non ha mai conosciuto, gli sguardi fieri quando indossa l’armatura per difendere la sua gente. Comprendi i battiti valorosi e i sussurri segreti del suo cuore. Non è poi così diverso da te:  è l’altro lato della tua medaglia.

Lo fai segretamente, con il tuo straordinario potere, lo stesso che vorresti mostrargli per fargli capire che sei la sua arma, il suo scudo, la sua difesa più efficace. 

Sei il suo cardine e la sua bussola, tutte le sue strade portano alla tua: qualsiasi cosa accada, non permetterai a niente a nessuno di fargli del male.

Lo ami come il più devoto dei servitori, come il più caro degli amici, come il più tenero dei fratelli. Lo ami di un amore che nulla vuole, che dà soltanto, continuamente, ininterrottamente, completamente. Lo ami con il buio nel cuore, un amante nascosto che rinnega ogni suo desiderio. Lo ami disperatamente, senza più riserve o inibizioni. Menti per lui, ferisci per lui, uccidi per lui. Gli regali ogni briciola della tua magia, perché tu, senza lui, non sai come respirare.

Lo perdi nello stesso momento in cui lo hai trovato, nello stesso in cui lui ti ha trovato perché non lo sa, ma ti ha cercato tutta la vita. Ha voluto solo te al suo fianco in ogni istante degli ultimi anni, vuole le tue braccia intorno al suo corpo ferito, vuole i tuoi occhi nei suoi mentre il suo cuore si arresta. E tu sprofondi con lui sulla sponda di quel lago, lo perdi e perdi la tua giovinezza, la tua ragion d’ essere, metà della tua stessa anima.

Ti alzi, cammini nella nebbia, nei mille grigi dei giorni che si susseguono incolori. Ti stringi nella giacca, il freddo ti avviluppa, insieme a una morsa fatta di dolore e di mancanza.