Com'era possibile che accadessero sempre tutte a lui? Era un bravo ninja, un cuoco eccezionale e un ottimo fratello, quindi perchè il karma sembrava sempre divertirsi nel prenderlo di mira?
Michelangelo si lasciò scappare l'ennesimo sospiro affranto, ormai rassegnato all'idea di essere spacciato. Era stato bendato con un qualcosa di morbido ma freddo al tatto, in netto contrasto con qualunque cosa fosse quella membrana ruvida e calda che gli avvolgeva completamente il corpo, impedendogli ogni qualsiasi movimento. La creatura che lo aveva catturato doveva essere ancora nei dintorni, perchè ne avvertiva i sibili e il suo strisciare tutto attorno a lui, intenta a fare chissà che cosa.
Ad un tratto qualcos altro colpì i suoi sensi, acuiti a causa della momentanea cecità: un profumino invintante si fece largo nelle sue narici, ammaliandolo e ricordando al suo stomaco che, nonostante la situazione in cui si trovava, non era riuscito a pranzare prima della loro missione. Ci fossero stati i suoi fratelli avrebbero sicuramente fatto qualche commento negativo sul fatto di pensare al cibo in un momento di pericolo.
Nel frattempo quel dolce profumino andava via via intensificandosi e Michelangelo non ci mise molto a riconoscere il familiare aroma del ramen. Il suo stomaco gorgogliò ancora mentre la bocca gli si riempiva di saliva; si leccò istintivamente le labbra, provando ad immaginare il buonissimo sapore di quel piatto, quando un sibilo più forte e vicino degli altri lo riportò alla triste realtà, strappandogli un mugolio spaventato dalla gola mentre il suo corpicino ricominciava a tremare.
"SSSuppongo che la mia piccola preda abbia fame. Non è cosssì?". Una voce adulta e femminile gli giunse da destra, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.
"C-Chi sei?? Che c-cosa vuoi da me?? Lasciamiandareperfavorenonsonobuonodamangiarelogiu-!", Micky non ebbe il tempo di completare il suo frenetico tentativo di parlare che una mano fredda come l'acqua di un ruscello in inverno gli si posò velocemente ma delicatamente sulla bocca, zittendolo.
"Calmati piccola tartaruga, non ho intensssione di mangiarti", la voce lo rassicurò, le s e le z sostituite nel suo discorso da piccoli sibili, mentre un'altra mano andava a fargli una leggera carezza sulla testa, per poi ridiscendere lungo la sua guancia sinistra. "SSStavi vagando per il mio territorio con aria sssperduta, cosssì ho decissso di portarti al sssicuro nella mia tana". Gli tolse le mani dal viso, cosicchè la tartaruga potesse risponderle.
"Ma tu chi sei?? Dove ci troviamo?? Perchèmihailegatocomeunsalamesenonhaiintenzione-??", e ancora una volta venne zittito allo stesso modo.
"Calmati, calmati tartarughina, non c'è bisssogno di agitarsssi cosssì", attese che smettesse di divincolarsi tra le sue mani, prima di fargli una proposta: "Adessso ti tolgo la mano dalla bocca e per tranquillissssarti ti libererò dalla mia coda".
Coda?
Fu in quel momento che il ninja in arancione sentì che la membrana calda e voluminosa che fino a quel momento lo stava avvolgendo, scivolava lentamente via dal suo corpo, compresa quella fredda che gli copriva gli occhi; non riuscì a reprimere un brivido nel capire che fino a quel momento era stato quindi tenuto fermo da una lunga e squamosa coda di rettile.
Ma in che razza di guaio si era cacciato??