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Autore: Yurippe    12/02/2023    4 recensioni
Anathema è tormentato da Abaddon tramite un incubo, per l'ennesima volta. Per quanto egli non abbia paura di niente con Abaddon proprio non ci riesce, tanto che decide di nascondersi per sfuggirgli. Come finirà? non resta che scoprirlo
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prompt: "Non puoi nasconderti per sempre!"

Personaggi usati: Anathema e Abaddon;

Serie: Bloody Sunset.

 

Anathema si affrettò a inginocchiarsi per terra, per poi infilarsi sotto a quella specie di scrivania e rannicchiarsi avvolgendo le gambe con le braccia.

Quello che stava vivendo era un incubo, l’ennesimo.

Tutto era cominciato quando era venuto al mondo ed era stato consacrato ad Abaddon, uno dei principi infernali e cavaliere dell’apocalisse, ovvero Guerra. Com’era possibile che fosse consacrato a una creatura infernale? Non esisteva una risposta, semplicemente succedeva, era raro ma succedeva.

Un evento raro che aveva segnato, irrimediabilmente, la sua vita. Abaddon, pur avendo la vita del ragazzo nelle sue mani, non perdeva l’occasione di tormentarlo anche solo per divertimento. E questo lo faceva tramite incubi, possessioni e manifestazioni di tipo demoniaco.

Anathema si poteva definire un ragazzo coraggioso, forte e anche freddo, pure troppo a detta di alcune persone, che non aveva paura di niente, ma…Abaddon era decisamente il suo “Tallone di Achille”. Nessuno riusciva a spaventarlo come riusciva a farlo lui, si sentiva impotente, tutto quello che riusciva a fare, ogni qualvolta il principe infernale si manifestava, era nascondersi, come stava facendo in quel momento, o scappare.

“Anaaatheeemaaa…”

La voce canzonatoria e sibilante del principe dai capelli rossi arriva chiara alle orecchie del ragazzo che, per tutta risposta, si rannicchia ancora di più.

Non ha idea di dove il suo tormento sia ma, a giudicare dalla voce, non dev’essere lontano e spera vivamente che non entri nella stanza dove si è rifugiato. Non sa cosa gli farebbe se lo trovasse e non vuole nemmeno saperlo!

Tuttavia Abaddon pare irritarsi, in quanto riprende a urlare, stavolta con fare minaccioso.

“Anathema! Vieni fuori! Affrontami! Non puoi nasconderti per sempre!”

Parole purtroppo vere, questo Anathema lo sa bene, non può nascondersi per tutta la vita, deve affrontarlo se vuole sconfiggerlo una volta per tutte, ma…niente, non ci riesce.

E’ in quel momento disperato che decide di affidarsi alla fede e chiedere aiuto a dio. Così, da dentro la maglia, tira fuori il crocefisso d’argento che porta al collo, se lo avvicina al viso e, stringendolo con entrambe le mani, chiude gli occhi per poi iniziare a recitare, sottovoce, una preghiera improvvisata, nella speranza che, almeno il padre eterno, lo aiuti contro il figlio di Lucifero.

“Padre nostro, che sei nei cieli…ti prego…aiutami!”

Ma, nel bel mezzo della preghiera, la porta si spalanca di botto. Nello stesso istante un lampo, comparso dal niente a ciel sereno, proveniente da fuori, illumina la stanza rimasta al buio fino a poco fa.

Anathema non ha bisogno di voltarsi per capire che ad entrare è stato nientemeno che Abaddon e, d’istinto, stringe ancora di più il crocefisso tra le mani, mentre una serie di tremolii gli invadono il corpo, sapendo di essere spacciato.

La tensione nella stanza, a quel punto, è alta, insieme all’aria di morte che inizia ad alleggiare, tipica dei cavalieri dell’apocalisse, risultando soffocante.

 “Lo so che ti nascondi qui…Anathema!”

La voce di Abaddon è ora più minacciosa che mai.

L’interpellato deglutisce fortemente, mentre stringe sempre di più il ciondolo sacro tra le mani, come se davvero potesse proteggerlo dal suo nemico.

I passi di Guerra si fanno sempre più vicini, rendendo quel momento, per la sua vittima, più terribile di quanto già non è.

Il ragazzo dai capelli corvini è ormai, almeno in parte, rassegnato e aspetta il momento in cui verrà trovato. Ma, se da una parte è rassegnato, dall’altra cova due speranze: la prima è tranquilla, ed è quella che si svegli prima che lo trovi, così che quella tortura abbia fine sul nascere, la seconda è invece più tremenda, e consiste, almeno nella sua testa, che qualunque essa sia, la tortura appunto, sia veloce e non troppo dolorosa.

Ormai dieci passi li separano. Dieci…nove…otto…sette…sei…cinque…quattro...tre…due…uno!!

“Ti ho trovato!”

Un urlo invase quel luogo, così forte che si espanse anche nel mondo reale, Un urlo disperato che chiedeva un aiuto che, probabilmente, non sarebbe mai arrivato.

 

 

 

 

  
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