Capitolo ottavo
Ho tracciato un confine
Sono solo linee
E camminato mille strade
Per non farmi scoprire
In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande
E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni,
Madame)
Theon si vide passare
accanto Ramsay con lo sguardo brillante e eccitato e il suo miglior sorriso da
psicopatico sulle labbra, diretto verso una delle tende dell’accampamento fuori
da Approdo del Re, senza degnare di uno sguardo niente e nessuno. Pareva
investito da una sacra missione e,
siccome Theon sapeva fin troppo bene quali fossero le sacre missioni di Ramsay, si preoccupò subito e lo inseguì cercando
di fermarlo.
“Ramsay, aspetta,
dove stai andando? Cos’è successo?”
“Devo trovare
immediatamente tutto l’occorrente per scrivere una lettera importantissima e un
corvo da mandare alla Barriera prima che sia troppo tardi” rispose
frettolosamente Ramsay, tutto concentrato nel suo compito. “Ma ti rendi conto?
Quel grandissimo coglione di Jaime
Lannister ha deciso di ritirarsi alla Barriera perché, poverino, non se la
sentiva di venire ad Approdo del Re insieme a Brienne per ritrovarsi dalla
parte dei nemici di quella grandissima puttana
di sua sorella Cersei!”
Theon rimase
sbigottito, poi si guardò intorno e, vedendo che gran parte dell’accampamento
stava ascoltando con vivo interesse le esternazioni
di Ramsay (e del resto che altro avevano da fare? Non potevano combattere
perché si stava occupando di tutto Daenerys con i suoi Draghi e alcuni degli
uomini degli Stark e così si stavano appassionando a quella intrigante telenovela), lo prese per le spalle e lo
infilò nella prima tenda libera che trovò. Certo, l’accampamento era composto
da uomini che odiavano i Lannister, anche se diversi di loro avevano combattuto
al fianco di Jaime e Brienne contro gli Estranei, tuttavia sentire Ramsay che senza
tanti complimenti apostrofava Jaime e Cersei come un coglione e una puttana
non era il miglior modo per mantenere calmi gli animi.
Solo quando furono
dentro la tenda e al riparo da orecchie indiscrete Theon si azzardò ad
approfondire la questione.
“Stai dicendo che
Jaime ha lasciato Brienne ed ora è alla Barriera? Per il Dio Abissale, non
vorrà prendere il nero, mi auguro!”
“Sarebbe ancora più
da coglione, ma adesso ci penso io.
Spero solo che il corvo arrivi in tempo alla Barriera, altrimenti…” e qui
Ramsay apparve minaccioso come ai bei
vecchi tempi e Theon fu molto felice che fosse infuriato con Jaime e non
con lui! “I Lannister sono proprio una famiglia di imbecilli, devono avercelo
nel sangue!”
Senti
da che pulpito viene la predica, come se i Bolton fossero una schiatta di brave
persone, pensò Theon, ma ritenne assai più prudente tacere,
visto anche lo stato d’animo del giovane Bolton in quel momento.
Nel frattempo, mentre continuava a brontolare, Ramsay aveva trovato finalmente
una pergamena, una penna e un calamaio e si stava sistemando più comodamente
che poteva per elaborare una lettera che fosse il più convincente possibile.
“Ma ti pare? Quell’idiota
di Jaime ha avuto la fortuna di trovare per la prima volta nella sua vita una
donna di quelle toste, coraggiosa, simpatica, forte, sinceramente innamorata di
lui e… e la lascia perché non vuole schierarsi contro quella schifosa della
sorella gemella che già è una gran troia
che la dà a tutti, è stata anche con quel cinghiale malriuscito di tuo zio Euron,
no? E poi questa cosa tra fratello e sorella è anche una perversione, mi si
rivolta lo stomaco solo a pensarci” continuava Ramsay. “Ma ora gli scriverò io
e vedrai che capirà cosa deve fare, basta solo che quell’uccellaccio sia
abbastanza veloce. Oh, per carità, ma si può essere più cretini?”
Era incredibile
vedere che Ramsay, che nella sua vita non si era fatto scrupolo di scuoiare
vivo, cacciare, mutilare e uccidere chi non gli andava a genio, adesso era così
sensibile alla triste storia di Brienne e scandalizzato al pensiero
dell’incesto tra Jaime e Cersei! Davvero non si finisce mai di conoscere una
persona, pensava Theon, e nonostante il modo di fare trovava anche buffo e
tenero che Ramsay volesse, a modo suo,
aiutare Brienne. Forse davvero stava iniziando a sviluppare un infinitesimo
briciolo di qualcosa che poteva anche somigliare a una coscienza?
Il giovane Bolton scrisse con molta
attenzione e determinazione la sua bella letterina, la rilesse e poi decise di
leggerla anche a Theon, tanto per assicurarsi di essere stato chiaro.
“Allora, ascoltami e poi dammi il tuo parere,
va bene? Mio Lord Jaime Lannister,
grandissima testa di cazzo, cosa pensi di fare lassù tra quegli imbecilli
vestiti di nero? E, cosa ancora più grave, come hai potuto abbandonare una
donna speciale, generosa e forte come Brienne, che è l’unica cosa buona che ti
sia capitata in tutta la tua vita da presuntuoso idiota? A dirla tutta non te
la meriti neanche, ma Brienne ti ama, ti ama veramente, non come quella tua
gemella troia e sgualdrina che l’ha data praticamente a tutti quelli che le
sono capitati a tiro nella Fortezza Rossa. A me non importa un accidenti di te,
per me puoi anche crepare, ma Brienne non merita di stare così male e quindi
ora ascoltami bene, Lord Imbecille di Casteldelcazzo: lascia perdere la
Barriera che tanto gli Estranei non ci sono più e porta le tue nobili chiappe
qui ad Approdo del Re il più velocemente possibile, altrimenti… Beh, altrimenti
troverò il modo di venire IO alla Barriera e ricordati bene che sarebbe meglio
per te se non lo facessi, perché lo so che una mano te l’hanno già tagliata
altri fortunati, ma hai sempre un’altra mano e due piedi e se non torni subito
da Brienne io ti spellerò e ti taglierò TUTTE le dita che ti rimangono, e
allora ringrazierai di avere una mano sola! Cordiali saluti, Ramsay Bolton. Ecco,
che te ne pare? Pensi che dovrei aggiungere qualcosa?” domandò poi il giovane,
evidentemente molto compiaciuto del suo lavoro.
Theon dovette respirare a fondo per ritrovare
una certa padronanza di sé. Ovviamente non si aspettava certo una lettera diplomatica da parte di Ramsay e, da una
parte, pensava che proprio perché la lettera era così apertamente insolente e
offensiva avrebbe sicuramente dato una bella scossa a Jaime Lannister
inducendolo a partire subito per Approdo del Re… anche solo, magari, per
prendere Ramsay Bolton a calci nel sedere! Però la parte relativa a dita
scorticate e tagliate lo aveva colpito in un punto particolarmente sensibile,
beh, lo si può capire, in fondo, no? Quell’argomento in particolare era sempre
un tasto dolente per il giovane
Greyjoy e non riusciva a mantenersi lucido quando Ramsay ne parlava con tanto
entusiasmo.
“No, penso che sia… ecco, che sia perfetta così com’è” rispose dunque, non
appena riuscì a ritrovare l’uso della parola. “Sei stato molto… chiaro, non credo proprio che ci sia
bisogno di aggiungere niente. Anzi, vado subito a cercare un corvo da mandare
alla Barriera.”
Sì, Theon aveva bisogno di uscire da quella
tenda e prendere una boccata d’aria e la scusa del corvo cadeva proprio a
fagiolo. Per fortuna riuscì a trovarne uno in tempo utile e lo portò a Ramsay
che, mentre gli legava accuratamente la missiva alla zampa, pensò bene di fare
un bel discorsetto motivazionale anche
al corvo stesso.
“Bene, amico pennuto, questa lettera deve
arrivare nelle mani di Jaime Lannister il prima possibile, per cui non sognarti
neanche di prendertela comoda o di fermarti con altri corvi o che so io” gli
disse, convintissimo che l’uccello potesse comprendere le sue parole. “Voglio
Jaime Lannister ad Approdo del Re entro tre/quattro giorni al massimo,
altrimenti ti ritroverò, ti spennerò ben bene e ti farò allo spiedo, mi hai
capito bene?”
Un naturale mancamento colse Theon, ma si
riebbe subito, per sua fortuna. E chissà, forse il corvo in questione non
poteva capire le parole di Ramsay, ma il tono e lo sguardo con cui le aveva
pronunciate erano stati sufficienti. L’animale si alzò in volo il più in fretta
che poté cercando di battere tutti i record di velocità della sua specie nella
tratta Approdo del Re/ Barriera. Chissà poi se Jaime Lannister avrebbe fatto lo
stesso in senso inverso, usando i cavalli più veloci e sfiancandoli tutti per
arrivare a percorrere più di mille miglia in un paio di giorni o poco più?
Theon riteneva che fosse altamente probabile,
visto il tono della lettera che Jaime avrebbe ricevuto.
Tuttavia, passato il primo e
comprensibilissimo momento di disagio e turbamento, il giovane Greyjoy si
ritrovò a pensare a quello che gli era venuto in mente non appena Ramsay aveva
iniziato a parlargli di quanto fosse preziosa Brienne e di quanto, al
contrario, fosse idiota Jaime a lasciarsela sfuggire. Gli tornò in mente quello
che aveva notato subito, ossia che Ramsay, forse per la prima volta in tutta la
sua esistenza, si era infuriato per qualcosa che non riguardava direttamente
lui e nemmeno Theon (che, a quanto pareva, Ramsay riteneva sempre più o meno
parte di lui): il ragazzo se l’era presa tanto perché aveva visto Brienne
sconvolta, insomma, aveva provato compassione
e simpatia per lei e aveva deciso di fare qualcosa per risolvere il suo
problema. Insomma, per quanto potesse sembrare assurdo, pareva quasi che Ramsay
stesse iniziando a provare dei veri sentimenti
umani… per quanto li esternasse sempre a modo suo… ma era già un enorme
passo avanti, per lui e per l’umanità, molto più del primo passo sulla Luna di
Neil Armstrong (che, ovviamente, né Theon né Ramsay potevano conoscere)!
Theon rifletté sul fatto che Ramsay era
cambiato davvero dallo psicopatico di Forte Terrore che si divertiva solo a
cacciare la gente nei boschi, e anche dal sociopatico che avrebbe volentieri
raso al suolo tutti i Sette Regni per vivere beato e tranquillo a Pyke in sua
compagnia. Per la prima volta aveva provato solidarietà per un’altra persona e
si era adoperato per lei.
Beh, ovviamente per il neurone solitario non
c’era niente che si potesse fare, ma a livello caratteriale era una bella
evoluzione per Ramsay Bolton!
E questo pensiero dapprima intenerì Theon, poi
pian piano iniziò a fargli provare una certa qual tensione calda e pesante un
bel po’ più in basso del cuore. Si guardò rapidamente intorno e valutò che
quella tenda appartata, che era stata così comoda e utile per scrivere la
lettera di Ramsay a Jaime, poteva essere usata altrettanto bene per scopi ben diversi. Si avvicinò al
giovane Bolton, che continuava a guardare verso il cielo nel punto in cui era
scomparso il corvo, come se in quel modo potesse incitarlo ad andare più
veloce, e lo riportò dentro la tenda, chiudendo bene l’apertura per evitare
interruzioni.
“Sai, Ramsay, sono molto orgoglioso di te”
gli disse, prendendola alla lontana. “Non avrei mai pensato che ti importasse
davvero di Brienne e che fossi disposto a impegnarti per aiutarla, è stato un…
un bel gesto, ecco, davvero generoso!”
Ramsay, già abbastanza euforico di suo,
sentendo quei complimenti provenire da Theon si illuminò ancora di più, il suo
sorriso divenne raggiante, sembrava quasi innalzarsi a qualche piede da terra
per la gioia e l’entusiasmo.
“Lo pensi davvero?” chiese, incredulo. “Sei
fiero di me?”
“Ma certo, mi hai stupito in un modo molto
piacevole che non mi sarei aspettato e penso… beh, penso che meriteresti un bel
ringraziamento da parte mia” riprese Theon, facendosi sempre più vicino.
Strinse Ramsay tra le braccia e si buttò con
lui su un pagliericcio che stava nell’angolo della tenda, iniziando poi a
baciarlo e ad accarezzarlo sempre più profondamente e intensamente senza
perdere tempo a liberarsi delle vesti, ma solo slacciandosi quello che era
strettamente necessario. Lo ricoprì di baci sempre più appassionati facendogli
perdere il controllo anche dell’unico neurone funzionante, lo coccolò e se lo
spupazzò ben bene perché gli aveva fatto anche tenerezza e poi, finalmente, si
unì a lui perdendosi nel suo corpo e sfogando tutta l’eccitazione che provava.
E mentre lo baciava e lo possedeva, Theon si rese conto che quello che stava
crescendo in lui giorno dopo giorno non era solo desiderio, non era più
semplicemente la soddisfazione di aver trovato qualcuno che, anche nel suo
strano modo, lo apprezzava e lo faceva sentire importante. No, ora capiva che c’era
di più e che in quei lunghi mesi che aveva trascorso con Ramsay, soprattutto da
quando lui aveva cercato di salvarlo a Grande Inverno dal Re della Notte, i
sentimenti erano diventati sempre più veri e profondi, non era più solo piacere
sessuale o un tentativo di alleviare la solitudine. I loro corpi si fondevano nell’amplesso
come se fossero nati per quello, una luce calda e dolcissima li invadeva e
Theon provava una sensazione di appartenenza e di tenera pacificazione che
faceva svanire sempre di più tutto ciò che gli era accaduto in passato, non
solo le torture subite da Ramsay stesso, ma anche tutte le altre delusioni e
mortificazioni della sua esistenza. Paradossalmente e nel modo più folle che
esistesse al mondo, a quanto pareva, Theon aveva trovato in quel ragazzotto
scombinato tutta la sua vita e la sua gioia, come non avrebbe mai neanche
potuto immaginare.
Chissà, pensò vagamente Theon stringendo il
suo compagno tra le braccia, magari Ramsay teneva tanto alla felicità di
Brienne perché, in qualche modo, loro due si erano trovati anche in una
situazione estrema e allucinante e adesso riteneva che tutti quanti dovessero
essere felici e trovare l’anima gemella,
per quanto difficile o pazzo potesse sembrare.
Del resto, Theon Greyjoy e Ramsay Bolton non
si erano forse riconosciuti come anime gemelle?
Cosa questo potesse voler significare per la
sanità mentale di entrambi era tutt’altro discorso, fatto sta che le cose
stavano così…
L’importante, adesso, era che lo capisse
anche Jaime, grazie o forse nonostante
la lettera di Ramsay!
Fine capitolo ottavo