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Autore: sasdavvero    14/02/2023    0 recensioni
[Chainsawman]
Il freddo di febbraio gli ghiacciava le ossa.
Non era troppo freddo, ma Salvatore l'aveva sempre sentito troppo, e anche ora non riusciva a sopportarlo, si strinse nel misero giacchetto di pelle che indossava, tirò su a coprire il naso la sciarpa blu a scacchiera che gli avvolgeva il collo, continuò a camminare.
Non che ci fosse molto da camminare, il Cimitero Monumentale di Milano era giusto fuori la fermata della metro viola, lì, si salivano le scale e si entrava nella grande piazza vuota, negozietti di fiori sparsi al suo confine, poca gente circolava a piedi, il traffico era sempre lo stesso.
Tutto era sempre uguale.

[CSM OCs - Salvatore/Niccolò - Avvertimento per Lutto/Implicata morte di un personaggio]
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il freddo di febbraio gli ghiacciava le ossa.

Non era troppo freddo, ma Salvatore l'aveva sempre sentito troppo, e anche ora non riusciva a sopportarlo, si strinse nel misero giacchetto di pelle che indossava, tirò su a coprire il naso la sciarpa blu a scacchiera che gli avvolgeva il collo, continuò a camminare.

Non che ci fosse molto da camminare, il Cimitero Monumentale di Milano era giusto fuori la fermata della metro viola, lì, si salivano le scale e si entrava nella grande piazza vuota, negozietti di fiori sparsi al suo confine, poca gente circolava a piedi, il traffico era sempre lo stesso.

Tutto era sempre uguale.

Salvatore sospirò, camminando verso l’entrata, il mazzo di fiori che aveva in mano pesava in un modo impossibile, sette rose rosse, aveva letto online che serviva un numero dispari in un giorno come quello, lui non se ne intendeva, ma il sette era un bel numero.

Chissà.

Il Cimitero era vuoto, poche, poche persone, lui si muoveva in automatico, come se fosse andato lì chissà quante volte.

Una sola prima di quella, eppure, la strada alla sua tomba gli era rimasta impressa da quel momento.

C’erano dei bei fiori gialli, alcuni rosa, non li conosceva, gli dispiaceva toglierli.

Le rose ci sarebbero state bene, lì.

Si chinò a poggiare il suo mazzo vicino a questi, rimase chinato davanti alla tomba.

Niccolò Gentile.

Sorrise.

“Ciao,” parlò al vento che soffiava, al silenzio dei morti, “mi sei mancato.”

“Io tutto bene, so… non lo so, tutto un casino, ma tutto bene, le cose si sono calmate, credo, non mi ricordo il tempo, eppure, va tutto bene, o andrà tutto bene, non lo so.”

“Non so bene a cosa credere, tu che mi dici? Dici che riuscirò mai a far passare tutto?”

“Non lo so.”

“Mi manchi, mi manchi non sai quanto, ho paura di dimenticarti, così tanta paura che non lo so nemmeno io, sai? Ascolto quelle canzoni che mi hai fatto sentire e ti penso di continuo.”

“Non penso che sia passato un giorno senza piangere pensando a te, magari oggi è quello buono.”

Dal bruciore dei suoi occhi, dal tremore della sua voce, Salvatore non pensava davvero che quello sarebbe stato il giorno.

“Ho già detto che mi manchi? Perché mi manchi.”

“Penso di averti amato, o almeno mi piacevi, o almeno… almeno avrei voluto provare con te, no? Provare ad avere qualcosa di vero, no?”

“Tu invece?”

Sorrise. “Mi sa che non lo saprò mai davvero.”

Premette i palmi delle mani agli occhi, tirò su col naso, e scostò le lacrime dal suo viso.

Si alzò in piedi. “Ti amo, credo, forse no, ma mi piace pensarlo, mi aiuta a stare meglio e peggio, sai? Buon San Valentino, ci vediamo… la prossima volta che avrò coraggio.”

   
 
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