Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: Ode To Joy    24/02/2023    2 recensioni
La vertigine della caduta.
Era un male necessario, indispensabile per imparare a volare.
Prima di Dabi, Hawks era convinto di sapere che cosa fosse.

[DabiHawks]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note d’autore: primo pezzo scritto per il CowT13 che ho sentito mio e che ha risollevato con poco l’umore di tutta la settimana. Si può considerare un breve character study (anche se è più lo studio della dinamica tra questi due personaggi per come piace intenderla a me). Io lo considero il riassunto concettuale (forse potrebbe funzionare anche come prologo) dell’ennesima idea più grande (questa volta ha anche un titolo: A Modern Icarus). Sempre che il Canon non mi uccida tutti i feelings (o i feelings del canon non uccidano me).
Grazie dell’attenzione.
Buona lettura!

 

Vertigo 


And we were running out, through the storms, through the night
We were running in the dark, we were following our hearts
And we would fall down, and we would slowly fall apart
We would slowly fall into the dark
[Falling Apart - Michael Schult]


La vertigine della caduta.

Era un male necessario, indispensabile per imparare a volare.

Prima di Dabi, Hawks era convinto di sapere che cosa fosse.

Ora, avvolto in un calore che non aveva mai sperimentato con nessuno, contava i sospiri di piacere che lo separavano dallo schianto.

Dabi era una dipendenza, un abbraccio che lo trascinava giù, sempre più giù, in un abisso di oscurità che nemmeno le sue fiamme erano riuscite a illuminare.

Era sbagliato, perverso, pericoloso.

Era tutto ciò che Hawks sapeva di non dover desiderare, ma di cui non poteva più fare a meno. Aveva pensato che nulla lo avrebbe reso cosciente del suo corpo come l’adrenalina provocata dal senso di vuoto, ma giocare con il fuoco, avvertirlo crepitare sotto la pelle di Dabi con ogni carezza, era tutto un altro modo di sentire la vita che gli percuoteva il petto.

C’era un sinistro senso di liberazione nel rendersi conto che il confine tra bene e male su cui Hawks aveva regolato ogni suo agire si poteva cancellare con un bacio.

Un gesto d’amore in cui d’amore non vi era nulla, ma la forza che vi era dietro era altrettanto assoluta, distruttiva.

Il loro tempo veniva scandito in poche ore di piacere e giorni di miseria.

Hawks dissimulava ogni cosa con una maestria che aveva fatto sua in anni di pratica, una maschera sorridente alla volta. Era un gioco sfinente, che corrodeva le interiore ma non riusciva a dire basta.

E Dabi subiva l’intrusione di quelle stesse emozioni.

Hawks non aveva certezze ma anche pochi dubbi a riguardo.

Quello che l’Hero celava sotto sorrisi finti, il Villain lo ricopriva di veleno. Lo redarguiva con quegli occhi di ghiaccio, vibranti come il colore delle sue fiamme ma privi di qualsiasi calore, poi lo baciava, se lo tirava addosso, lo prendeva e si lasciava prendere. 

Un circolo vizioso in cui si perdevano l’uno nell’altro, le tracce umide del loro piacere tra le gambe, sulla pelle, tradendo un’intimità che Hawks non aveva mai condiviso con nessuno e che Dabi non avrebbe mai concesso ad altri.

Una volta che calava di nuovo il freddo, ognuno da solo nel proprio angolo, s’illudevano di essere i padroni di quel gioco iniziato senza premeditazione e mandato avanti senza un vero scopo. 

Poi c’erano quelle notti in cui la camera da letto era un po’ meno buia, quando Dabi era troppo stanco per rispettare il suo ruolo e Hawks era troppo coinvolto per fingere che non gli importasse.

Si toccavano distrattamente - Hawks aveva le mani più grandi, ma Dabi aveva le dita più lunghe - la schiena del Villain premuta contro il petto dell’Hero, mentre le ali rosse gettavano ombra su entrambi, schermandoli dalla luce argentea della luna.

Era una parentesi, una pausa, un respiro profondo preso in superficie, mentre si lottava per non annegare nell’abisso delle loro anime corrotte. 

Erano rotti entrambi, portatori di ferite opposte e complementari.

Se si fossero guardati negli occhi, avrebbero visto solo le scelte differenti che avevano fatto e non sarebbero mai stati tanto lontani l’uno dall’altro, anche se sulle lenzuola il loro odore era divenuto uno unico.

Con la giusta distanza, nascosti dietro l’ombra dei loro segreti ma riscaldati dallo stesso calore, non c’era nulla all’infuori di loro.

Anche se un loro non esisteva.

Nel silenzio di quei momenti di pace strappati prepotentemente alla guerra, non c’era la minaccia di un tradimento imminente, inevitabile.

Il corpo, le carezze, i baci potevano mentire alla pari della parole ma, pur essendo attori consumati entrambi, era un’arte che non erano mai riusciti a padroneggiare. 

La tragedia era che nessuno dei due lo vedeva.

Nessuno dei due ci credeva e ignoravano che il più grande inganno fosse quello che tessevano per loro stessi. 

La vertigine della caduta.

Hawks si domandava se, nel momento decisivo, sarebbe riuscito ad aprire le sue ali in tempo o se il fuoco le avrebbe ridotte in cenere, condannandolo a precipitare come un Icaro moderno.

Poi Dabi gli si stringeva addosso, un gesto inconscio, dettato dall’eco del bambino perduto che era stato e che aveva arso tra le fiamme di un odio di cui l’Hero non conosceva la storia. Eppure, Hawks era certo che quel bambino perduto sarebbe potuto essere lui.

Quanto tempo ci resta? Era la richiesta disperata del suo cuore anestetizzato dal dovere. E poi implorava: ancora una notte, solo una, questa volta per davvero. 

Hawks respirò il profumo di quei capelli corvini.

“Chi è la persona che ti ha tradito?”

Ma Dabi si era già addormentato tra le sue braccia.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Ode To Joy