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Autore: ArwenDurin    05/03/2023    2 recensioni
Post-fall, Hannigram. Will esplora, e sazia (?) il suo desiderio per Hannibal:
"Graham sentiva il proprio desiderio prorompente nel suo corpo, una fame insaziabile: il petto che si gonfiava, il respiro che cambiava cadenza, e non riusciva a staccare il suo sguardo da lui…probabilmente cambiava anche la sua espressione, così come il suo odore e sapeva che cosa sarebbe successo. Conosceva il desiderio, l’aveva assaporato in passato, ma nulla era paragonabile a ciò che provava in sua presenza, una brama che annientava ogni centimetro di sé, penetrandogli nelle ossa."
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Honey, I wanna break you
I wanna throw you to the hounds
Yeah I gotta hurt you
I gotta hear from your mouth
Boy, I wanna taste you

Desire, I'm hungry
I hope you feed me
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?
How do you want me, how do you want me?

I wanna feel you, I want it all
I wanna feel you, I want it all”

Desire- Meg Myers


 

Non c’era afa quella sera, l’aria era calda come ogni notte da quando sostavano all’Havana, nulla di straordinario, ma soltanto il fatto che si potesse respirare a differenza dei mesi scorsi, rendeva Will di umore più leggero. Era un bel sacrificio per uno come lui che amava le atmosfere fredde e desolate, con paesaggi invernali a vista d’occhio, ambientarsi a tutt’altro ambiente ma questo era il luogo in cui al momento dovevano stare.
Ovviamente nemmeno Hannibal si lamentava, anche perché avevano un bel condizionatore nella villetta che possedevano, ma poteva vedere quel leggero sorriso che prendeva le sue labbra quando il caldo non era asfissiante. Come si muoveva in giro per la grande casa, propenso a svolgere qualche attività creativa come disegnare, o suonare il pianoforte…oppure più sanguinolente al di fuori di ogni morale, al quale Will partecipava attivamente.
In effetti questi ultimi, erano gli unici momenti di intimità che condividevano, poiché spesso in quelle occasioni si ritrovavano abbracciati, ma erano gli unici momenti  anche se poteva sentire il desiderio nei suoi occhi ambrati scorrere nel suo corpo, con un’emozione febbrile da donargli brividi. Will aveva spesso sentito quel desiderio negli anni, ma da quando erano ufficialmente insieme,  per quanto era diventato più intenso, non si era mosso ulteriormente verso di lui; per quanto sapeva benissimo che Hannibal non avrebbe mosso un dito fino alla sua conferma.
Da un lato, Will godeva di quell’immenso potere che aveva sull’altro uomo, quella decisione che poteva influenzare così tanto le sue emozioni e dunque spesso lo osservava con un mezzo sorriso, oppure rispondendo alla sua mano nel suo polso, sfiorandogliela appositamente, in alcune mattinate più affettuose.
Quella sera si trovava sul lungo divano ad angolo, ad osservarlo e come ogni mimino muscolo del suo corpo, fosse concentrato sul pianoforte al centro della sala che Hannibal stava suonando. Gli astri in cielo brillavano assiduamente e sembrava che qualche volta lo toccassero, accarezzando il suo capo mentre suonava.
Le dita di Lecter scorrevano su quel pianoforte con tenerezza e fermezza, come fosse un’amante, la camicia beige a mezze maniche aveva qualche bottone aperto all’altezza dell’inizio del petto, rendendo più vivida quell’idea.
Will si era scoperto piuttosto geloso e possessivo da quando lo conosceva, ma non avrebbe mai immaginato di esserlo di uno strumento…oppure quel gioco d’attesa stava durando troppo. Poiché era in quei momenti quando l’adrenalina del sangue e della caccia taceva, quando non vi erano altri pensieri a dominare nella sua mente e si trovava da solo e in silenzio con lui, Graham sentiva il proprio desiderio prorompente nel suo corpo, una fame insaziabile: il petto che si gonfiava, il respiro che cambiava cadenza, e non riusciva a staccare il suo sguardo da lui…probabilmente cambiava anche la sua espressione,  così come il suo odore e sapeva che cosa sarebbe successo. Conosceva il desiderio, l’aveva assaporato in passato, ma nulla era paragonabile a ciò che provava in sua presenza, una brama che annientava ogni centimetro di sé, penetrandogli nelle ossa.
«Si tende a fissare lo sguardo su qualcosa o qualcuno, quando si ha un’idea in mente.»
Hannibal si voltò a guardarlo, un luccichio curioso nei suoi occhi come se una stella vi fosse caduta dentro.
«Qual è l’idea nella tua?»
Will si appoggiò allo schienale del divano, sorridendo e schernendo il suo essersi fatto scoprire in quel modo, ma sapendo che fosse inevitabile con chi lo conosceva di più al mondo.
Mantenne lo sguardo nel suo.
«Potresti dirmelo tu.»
L’attenzione di Hannibal tornò sul piano che riprese a suonare, anche se più distrattamente, e l’altro ringraziò internamente poiché gli era difficile mantenere il controllo. La camicia azzurra a mezze maniche che indossava era leggera, eppure aveva l’impulso di toglierla o meglio, che Hannibal gliela togliesse.
«Potrei formulare varie ipotesi ma sarebbe meno laborioso se me lo dicessi.»
Will si portò una mano dietro il proprio collo, toccare…quante cose può rivelare e senza volerlo, concentrò ogni briciolo di attenzione nelle sue labbra mentre parlava. Il cuore sembrava uscirgli dal petto per raggiungere ciò che voleva e in quella serata calda e silenziosa accompagnata dalla melodia di un pianoforte, Will lo seguì.
Si alzò e si avvicinò a lui cautamente mentre Hannibal lo osservava in silenzio, dedicandogli tutta la sua attenzione.
«Posso mostrartelo.»
Il tono con cui pronunciò quella frase, denudò ogni sua intenzione.
«Ma prima dimmi, che cosa vedi?»
I suoi occhi ambrati lo osservarono, spogliando la sua anima e il suo essere.
«Desiderio devastante, irrefrenabile e illogico…che può guidare i nostri passi. Sta guidando i tuoi passi, Will?»
Graham accennò un piccolo sorriso, abbassò lo sguardo e si piazzò dietro le sue spalle.
«Ecco la comprensione… ma ora voglio che tu senti esattamente cosa sento io, ma dovrai continuare a suonare.»
Poggiò le mani sulle sue spalle dopo l’assenso di Hannibal che lentamente riprese a suonare la 5 melodia di Mahler, mentre Will osservò la sua figura dall’alto, le sue spalle dritte, le braccia scoperte, l’argenteo come la luna dei suoi capelli. Cominciò a carezzare quelle atletiche e sensuali spalle fino ad arrivare al suo collo, strinse il giusto per sentire il suo cuore battere con la forza dell’oceano.
Will chinò il volto al suo orecchio in una lenta e calcolata sensualità.
«Posso sentire il tuo cuore, posso avvertirlo in me come quella notte in cima alla scogliera, alla fine e all’inizio di tutto.»
Mentre sussurrò quelle frasi, l’altra mano raggiunse il petto di Hannibal, esitò qualche attimo nel suo cuore pulsante, e poi artigliò la camicia come se potesse squartare quella prigione di carne e prenderlo per sé; si vide trionfante lì con il suo cuore sanguinante in pugno, e con gocce di esso che macchiavano il pianoforte.
Sbatté le palpebre e continuò la sua idea, infilando la mano sotto la camicia che portava, esattamente nel punto in cui era aperta, attese lì quale attimo rotando le dita sulle sue clavicole e poi l’aprì ancora di più. In quel frammento di momento vide e percepì il mutamento in Hannibal, il suo respiro si smorzò e per quanto non sbagliò nota del brano che stava suonando, poté vedere e sentire con quale forza le premesse.
Un piccolo sorriso colorò le labbra di Will inebriato da quel potere, da ogni fibra del suo essere concentrata in quel momento, la mano che era nel suo collo scese seguendone il percorso dell’altra, mentre la destra scese più giù sempre più giù. Will socchiuse gli occhi quando giunse alla sua erezione, testimone di quanto il suo desiderio fosse ricambiato. Non poteva vedere il suo volto, ma poteva indovinarne l’espressione che inondò i suoi occhi azzurri di un luccichio persistente, soprattutto quando l’altro concluse la melodia con ferocia più crescente non presente nell’originale composizione.
«Quella notte hai sentito anche tu il mio cuore, vero Hannibal? Hai sentito che non mi sarebbe importato l’esito di quel salto?»
«Sì, Will.»
Hannibal aveva una voce bassa, quasi ferale, che non aveva mai sentito e che lo condannò ulteriormente a quel desiderio da cui da quella notte, non si sarebbe più liberato.
Will diede un bacio delicato dietro il suo collo prima di lasciarlo, distanziandosi il giusto spazio per far sì che l’altro si voltasse. L’espressione nel suo viso era pari a nessun’altra di qualsiasi persona con il quale Graham era stato in intimità: non c’era mai stato uno sguardo così scuro e affamato, così ricco di passione e sentimento da riempire ogni cosa, persino l’aria che Will stava respirando. Si rese conto di quanto fossero l’uno lo schiavo dell’altro, incatenati da qualcosa di più forte delle onde dell’oceano, del destino, e del fato.
Hannibal si alzò e furono a contatto, respiro contro respiro, e allungò le mani verso di lui, la stoffa della sua camicia sembrò svanire sotto il calore del suo tocco.
«L’ho sentito battere come se fosse in me, i nostri cuori risuonavano all’unisono in una perfetta melodia.»
Carezzò la stoffa della sua camicia azzurra per poi cominciare a sbottonarla, il profiler seguì quello che era il desiderio di entrambi, facendosela togliere. La cicatrice nel suo ventre catturò qualche luce della notte, e a quel punto Will fece lo stesso con la sua camicia, mettendo a nudo i loro corpi, cuori, e cicatrici.
Ogni parte di loro a contatto.
Di nuovo Hannibal portò le mani su di lui, lente e bramose carezze sul suo petto, nei suoi fianchi, sul sorriso di sangue che aveva lasciato nel suo corpo come cicatrice. Tocchi che fecero sparire qualsiasi gelosia Will avesse provato per il pianoforte che ora dietro di loro, guardava la loro passione in silenzio.
Will ricambiò quelle attenzioni, con tocchi leggiadri e ricchi di desiderio su di lui, i loro occhi consapevoli solo l’uno dell’altro.
Sentì il suo cuore battere fortemente sotto le sue mani, ed allora abbracciò il collo di Hannibal per far sì i loro petti si toccassero, cosicché abbracciandosi, sotto le costole e i muscoli, i cuori potessero toccarsi.
Lecter lo abbracciò a sua volta, e le loro fronti si incontrarono.
Graham dopo qualche attimo, tornando a guardarlo negli occhi, ambre dorate devote soltanto a lui.
«Non c’è disarmonia, soltanto armonia.»
«Sì.»
Will avvicinò il volto al suo ma non fece ciò che lesse negli occhi dell’altro, o almeno, non totalmente poiché le loro labbra si incontrarono ma lui ne approfittò per mordere il suo inferiore, strinse così forte da far uscire qualche goccia di sangue da lui.
 E godette nella fame che lesse nei suoi occhi ambrati, mentre si leccava le labbra, quando si staccarono.
«Dicesti che volevi mangiarmi Hannibal, penso tu debba farlo…ora.»
Hannibal sorrise leggermente e lo tirò a sé, baciandolo con tutto ciò che in quel momento si era sprigionato tra di loro, e su ciò che Will aveva scatenato mentre gli si avvinghiava:  il desiderio e sentimento esistente che aveva taciuto e atteso fino a quella serata.

Angolo Autrice: Ebbene sì, la canzone che trovate all'inizio fa parte della mia playlist dedicata agli Hannigram e che ha ispirato gran parte del racconto, nonché il titolo
😂
Volevo qualcosa di sensuale ma con sentimento profondo che tra Hannibal e Will regna, e spero di esserci riuscita.
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà 😊

 
   
 
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