Serie TV > Stranger Things
Segui la storia  |       
Autore: In_This_Shirt    18/03/2023    0 recensioni
1986 - Hawkins, Indiana. Chrissy Cunningham è una brava ragazza ma con grandi segreti; Eddie Munson, invece, sembra quasi non aver paura di niente - ribelle e sfacciato, vive la sua vita in modo libero e senza preoccuparsi dei giudizi degli altri. Chrissy non riesce a non invidiarlo, a non guardarlo di nascosto, a desiderare di essere simile a lui e avere la sua stessa forza di tirare i propri sogni fuori dal cassetto. Entrambi si scrutano di nascosto prima con diffidenza, poi con curiosità. Una storia dedicata al modo in cui si cresce, alla scoperta delle proprie imperfezioni e alla loro unicità. [ Chrissy x Eddie | What If - il racconto riprende dall'ultima scena Edssy, senza tener conto dei fatti avvenuti nella serie. ]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chrissy Cunningham, Eddie Munson
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ignorarsi è più difficile del previsto.
Non basta semplicemente fare finta di niente in mezzo al corridoio – andare dritti senza guardarsi intorno. Eddie sa che Chrissy c’è, è in ogni cosa: da quando lei è arrivata, il suo mondo non è più come prima. Ha più slancio, più voglia di costruirsi un futuro, di essere migliore.
Vuole essere l’uomo che lei merita e non solo un ragazzino ribelle. La signora Cunnhingam, probabilmente, non sarà mai in grado di vederlo diverso da com’è: ma lui sì. Sa che, impegnandosi, c’è qualcosa che lo aspetta.
Ma due settimane possono essere eterne, se lontano da chi ami. Quando vede Chrissy in corridoio, a Eddie si contorcono le viscere. Quando si trovano per caso nella stessa aula, potrebbe passare ore a osservare le sue spalle, i suoi capelli raccolti. Si è riscoperto a guardarla allenarsi sul campetto, l’espressione vuota, gli occhi sognanti. Il giorno in cui lei ha compiuto diciotto anni, lui le ha nascosto una cassetta nell’armadietto. L’ha registrata con il suo vecchio stereo, ha decorato la copertina intitolandola New York’s Tales.
In corridoio, lei passando gli ha sfiorato la mano. È stato solo un secondo, solo un tocco leggero tra le loro dita, ma è tutto ciò di cui Eddie aveva bisogno.
Ora, prima di andare via, ha un solo obiettivo.
Conosce bene la centrale di polizia. C’è stato un sacco di volte, per un motivo o per l’altro. Cose piccole, senza particolare rilevanza per la legge. Ma questa volta è diverso: questa volta di mezzo c’è zio Wayne e Eddie non può andarsene senza averlo prima tirato fuori.
- Tu non molli mai, vero, ragazzo? – lo sbeffeggia Jim Hopper, all’ennesima visita pomeridiana in cui Eddie si presenta cercando di protestare.
- No, boss. Non posso proprio. Mio zio è dentro ingiustamente.
Ha provato a dirgli che non c’entra nulla, che la droga è sua, ma Hopper ha fatto finta di non sentire, gli ha detto di dimenticarsi tutto e di lasciar perdere. La cauzione è fissata a venticinquemila dollari, non è una cifra altissima, secondo lui. I risparmi di Eddie, però, non vanno oltre i cinquemila. Li ha contati meticolosamente, senza avere idea di come fare per guadagnare i venti che gli mancano.
New York sembra più lontana ogni giorno che passa e il suo umore peggiora drasticamente, lasciandolo sconfortato. È sempre più cupo, nervoso, triste.
Darebbe oro per potersi trovare in mezzo al bosco con Chrissy, baciarla teneramente, affogare nel suo profumo. Invece è intrappolato in una situazione così penosa che, dentro di sé, comincia a dubitare che se ne andrà mai.
L’unica cosa buona è che il test è stato prolifico, lo ha superato senza problemi. Quindi, ormai, il diploma è una certezza.
Un pomeriggio, dopo l’ultima lezione di scienze della sua vita, Eddie si ritrova di fronte Jason Carver.
Non gli è diventato improvvisamente simpatico – anzi, fa per ignorarlo, cercando di passargli oltre con una spallata. Ma quello lo blocca appoggiandogli una mano sulla spalla.
- Ti devo parlare. – gli dice, indicandogli con la testa l’aula vuota.
Per un attimo, Eddie ha paura che Jason sappia del piano suo e di Chrissy, che sia l’ennesimo impedimento tra loro, che sia venuto a dirgli che sta sbagliando, che lei si merita qualcosa di meglio di un poveraccio cresciuto in un caravan con una madre tossicodipendente e uno zio in galera, per quanto innocente.
Perché dovrebbe esserci lui in carcere. E la cosa gli pesa come un macigno.
Invece, Jason si appoggia alla cattedra. Ha l’aria malinconica, ultimamente. Sembra più distante, più triste, più lontano da tutti. Anche il suo modo di allenarsi è cambiato: è pigro, svogliato, senza energie. Il Coach, in vista dell’ultima partita dell’anno, è disperato, ma Jason pare infischiarsene.
- Carver. – gli dice – Vuoi farmi diventare vecchio qui dentro, o hai intenzione di dire qualcosa?
- Sono qui per Chrissy.
Eddie chiude gli occhi. Si sente pronto alla propria inadeguatezza, quasi si aspetta che Jason gli ricordi il suo ruolo nel mondo.
- Lei… ti vuole davvero bene. Io non condivido, ovviamente, perché credo che potrebbe avere molto di più. Sia di me, che di te. E credo che un giorno se ne accorgerà e ci lascerà indietro. Ma tu le hai fatto una promessa, le hai detto che può avere di più dalla vita e ora, Eddie, devi rispettarla.
- Ti ha raccontato tutto?
- Aveva bisogno di me, coi suoi. Io ho ancora bisogno di lei coi miei.
Eddie non si è mai soffermato a chiedersi quanto sia difficile la vita quando devi rispondere alle aspettative che gli altri hanno su di te. Guarda Jason, i suoi capelli biondi, il bellissimo viso, le spalle curve e gli occhi tristi e per un attimo vede tutto quello che gli altri si dimenticano di vedere: dietro l’atleta di punta, dietro il ragazzo eccellente, dietro l’orgoglio della provincia c’è solo un ragazzo di diciotto anni. Spaventato come tutti, incerto come tutti, con un futuro segnato ma che forse non è neanche il suo, ma uno che gli è capitato, gli è stato cucito addosso alla perfezione.
Zio Wayne lo ha sempre lasciato libero di essere chi è, coi suoi pregi e coi suoi difetti. Per un attimo, a Eddie si scalda il cuore al pensiero e la voglia di liberarlo è ancora più forte.
- Io lo so, che Chrissy merita di più. Ma sono disposto a cercare di imparare ogni giorno come si fa a darglielo.
- Come sei organizzato, Munson? Dove andrete quando sarete via?
- Ho degli amici, a New York. Possono ospitarci loro, fino a che non troviamo una sistemazione per noi.
- è una situazione pericolosa? Una casa con duecento tossici?
- No, Cristo. È un appartamento condiviso da normalissimi studenti di musica. Li ho conosciuti suonando, loro credono in me. Possono ospitarmi fino a che non trovo un lavoro.
Mentre lo dice, Eddie si rende conto di quanto sia fragile il suo piano. Jason, dall’altra parte, scuote il capo.
- Ascolta. Se la ami davvero e so che è così, devi fare qualcosa per lei e io posso aiutarti. Ma devi promettermi che terrai il segreto, ok? Solo per questa volta.
 
*
 
La faccia di Max – i capelli rossi, l’aria un po’ corrucciata – cozza con quello che gli sta dicendo.
In piedi sulla porta del caravan, ha in mano uno scatolone marrone con la fessura di un salvadanaio sopra. In stampatello, a caratteri cubitali, c’è scritto solo: soldi per Wayne.
Hanno fatto una colletta, gli dice, in tutto il campus. Poi sono arrivati anche i colleghi della fabbrica e, in borghese, alcuni poliziotti. Alcuni negozianti di città, anche alcune famiglie per cui Wayne ha svolto qualche piccolo lavoretto edile in passato. Jim Hopper, che è quello che le ha dato l’idea, ha messo cento dollari e ora dentro ce ne sono quasi trentamila, hanno superato alla grande la cifra. Il necessario per tirare fuori Wayne e per farlo stare tranquillo per un po’.
Eddie è incredulo. La fissa a bocca aperta, senza essere sicuro di quello che ha sentito.
- Non possiamo accettare – dice poi, senza sapere come ci si comporta in questa situazione.
- Dovete! – replica Max – Dai, Eddie, non essere stupido. Sono per tuo zio.
Gli rifila lo scatolone con un gesto imbarazzato e, cinque secondi dodo, Eddie sta correndo verso la stazione di polizia. Appoggia lo scatolone sulla scrivania dello sceriffo con un entusiasmo quasi infantile e Hopper, di tutta risposta, ride.
- Ben fatto, ragazzo. Ottimo lavoro.
Non lo capirà mai. Se ne va, allegro, a fare la telefonata che scagionerà Wayne.
La sera, lo zio è a casa. Eddie può abbracciarlo a lungo, senza vergognarsi. Neanche del fatto che quello rimane un po’ rigido, all’inizio, forse disabituato all’affetto: ma poi respira e si lascia andare, accarezzandogli le spalle.
- Così adesso puoi venire alla mia cerimonia di diploma – gli dice Eddie, felice. Improvvisamente, l’idea della cerimonia comincia a piacergli.
- Sì. – risponde lui – Ma dobbiamo parlare, Eddie.
Per la seconda volta nell’arco di una giornata, Eddie si sente quasi mancare. Parlare con Jason lo ha sfinito. Condivide il suo piano e le sue idee, ma questo non vuol dire che non gli facciano male.
Sa che è la cosa giusta. Ma la cosa giusta, spesso, non coincide con la più semplice.
Lo zio si siede sulla poltrona, stappandosi una bottiglia di birra che sorseggia lentamente. Ha l’aria stanca, deve aver dormito poco negli ultimi giorni.
- Zio…
- Non voglio che spacci quella merda mai più. – taglia corto lui – Va bene? Non voglio che perdi la dignità, la morale o l’etica. Forse io non sono stato granché a insegnarteli, questi valori, ma ho già perso una sorella per la droga. Non posso perdere anche te. Sei l’unico nipote e l’unica famiglia che ho.
Probabilmente sono più parole di quante suo zio gli abbia mai detto. Lo vede bere un sorso di birra, ancora in difficoltà, visibilmente commosso e per la seconda volta in poco tempo, vorrebbe abbracciarlo.
- Te lo prometto, zio.
- Voglio una vita migliore per te. Che tu abbia un piano, delle scelte. So che vuoi andare in giro per il mondo a suonare e non te lo impedirò ma ti prego, resta pulito. Perché la prossima volta non ci sarò io a salvarti. Ormai sei adulto e io non so più come difenderti.
Eddie annuisce. Si apre una bottiglia di birra a sua volta, consapevole che tutti i punti si stanno delineando pian piano. Che la strada si sta definendo e il percorso è quasi alla fine. Sorride, pieno di una serenità che coincide con la tristezza.
- Hai uno smoking, per caso?
Zio Wayne lo guarda, alzando le sopracciglia.
- Mi sono perso qualcosa?
- Tuo nipote va al ballo, vecchio. È il mio ultimo momento di adolescenza.
Incredibilmente, Wayne sorride. Strano come in tutto un caos di carceri e fughe, pensa, si possa ancora ballare.
- Vediamo cosa possiamo fare – gli risponde lui.
Eddie, guardandolo negli occhi, capisce che sta pensando la stessa cosa.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Stranger Things / Vai alla pagina dell'autore: In_This_Shirt