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Autore: Shichan    22/03/2023    0 recensioni
Ora sono l'uno di fianco all'altro, a piegare i boxer di Todoroki Shouto. Izuku non riesce a tenere per sé uno sbuffo divertito: avranno pure ventiquattro anni, ormai, eppure in piccoli e sciocchi aspetti della quotidianità come quelli si sente ancora un ragazzino con grandi sogni e una camera nei dormitori della U.A.
[qualche anno post diploma ; polyamory: bakudeku, tododeku, todoshinsou]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hitoshi Shinso, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N/A: dopo anni a rimandare lo scrivere bakudeku (perché bakugo è difficilissimo) ho ben deciso di fare una doppia terapia d'urto. Ossia scrivere bakudeku e polyamory, che è un'altra roba molto distante da me. La scusa ufficiale è che è tutta colpa del cowt <3


Nel rientrare in casa Midoriya non si aspetta di sentire la voce di Bakugo sbraitare. Non perché lui non lo faccia, e gli epiteti molto spesso irripetibili che gli escono di bocca sono suoi vecchi amici da ben più di metà della sua vita ormai; semplicemente, era certo di aver letto dalla lavagnetta magnetica in cucina chi fosse impegnato con cosa durante il giorno e che Katsuki fosse fuori per tutta la mattina e buona parte del pomeriggio. Ritrovarlo quindi ora, appena passata l'ora di pranzo, e non del migliore degli umori gli fa inarcare un sopracciglio perplesso proprio mentre la figura di Shinsou esce dalla cucina e si ferma a metà del corridoio d'ingresso, notandolo.

Si scambiano uno sguardo e, come se Izuku avesse posto una domanda ben precisa, Shinsou scuote la testa e sillaba: pulizie. Per quanto questo non spieghi al cento per cento di cosa si stia parlando, gli dà comunque un'idea piuttosto specifica, giusto mentre dalla direzione delle camere da letto la voce di Bakugo esplode con un: «Ti metto per cappello questo cazzo di cestino, faccia di merda!»

Izuku sospira, liberandosi delle scarpe da ginnastica e assicurandosi di metterle nell'apposita scarpiera - non serve davvero scatenare ulteriormente l'altro - prima di entrare a tutti gli effetti. Gli ci vogliono pochi passi per raggiungere Hitoshi, ancora fermo dove lo ha visto poco prima e con lo sguardo rivolto verso il lato del corridoio che porta al salotto, tramite il quale poi si può accedere alle altre stanze del loro appartamento condiviso. Una volta che sono vicini abbastanza, Izuku lancia uno sguardo generico in quella direzione prima di abbassare la voce nel pronunciare un «C'è anche Shouto?» abbastanza scontato, senza però ricevere risposta. Aspetta, osserva Hitoshi... e poi lo vede girarsi e fissarlo a sua volta, quasi fosse in attesa di qualcosa. E' solo in un secondo momento che lo vede avvicinare una mano all'orecchio e toglierne quello che è indiscutibilmente un tappo.

«Scusa, mi hai chiesto qualcosa?»

*

All'inizio è stato complicato da così tanti punti di vista che, se avesse dovuto scommettere, Izuku lo avrebbe fatto solo in favore della catastrofe. In genere si considera un ottimista, a modo suo - dopo molte analisi, molti appunti, molti ragionamenti -, ma le variabili erano davvero troppe. Ci sono voluti anni già solo perché lui e Katsuki riuscissero finalmente a parlarsi con chiarezza, ad avere un rapporto "pulito" e non fatto di sentimenti inespressi. Sebbene non abbiano mai davvero smesso di rispettarsi, è stato come dover imparare di nuovo e ci è voluto tempo, questo Izuku lo sa bene. Così come non è stato facile andare oltre senza temere di spezzare un delicato equilibrio che poteva finire in frantumi in un secondo. Figurarsi se, poi, i sentimenti per Katsuki erano esplosi mentre la sua relazione con Shouto andava com'è sempre andata: bene. Nessuna crisi a cui imputare un cambiamento del genere, nessun cambiamento, in effetti.

Riconoscere nei confronti di Bakugo sentimenti uguali a quelli provati per Shouto ha avuto un effetto devastante sui suoi nervi fino a che Shinsou non è arrivato in suo soccorso senza neanche saperlo.

Izuku si ricorda ancora il momento in cui Shouto gli ha detto, mentre erano di pattuglia per la città: «Mio padre e mia madre sono riusciti a stento ad amarsi tra di loro nella maniera giusta. Pensi che si possa riuscire con più di una persona nello stesso modo?» con quella sua capacità di restare in silenzio anche per ore e poi, all'improvviso, sganciare una bomba del genere con la naturalezza di chi aveva appena fatto un'osservazione su come la pioggia effettivamente bagni il terreno su cui cade.

Si ricorda bene di aver quasi mancato un appoggio su un palazzo, per dirne una.

«Per stesso modo... intendi come intensità?»
«Sì.» si è sentito rispondere in quell'occasione, ritrovandosi a guardare il profilo di Shouto una volta fermi in attesa di comunicazione dall'agenzia. Izuku si ricorda di aver visto la stessa serietà che chiunque vedeva nel viso di Todoroki eppure, per tutti gli anni passati a conoscersi prima, a essere amici poi e una coppia da dopo il diploma... Izuku non sarebbe riuscito a ignorare nemmeno volendo quella piccola sfumatura nello sguardo dell'altro. Una punta di incertezza, quasi di colpevolezza, ma anche la determinazione di chi di mentire non ne aveva mai voluto sentir parlare davvero.

Così, quella volta, Izuku non ha potuto fare altro che dirgli l'unica cosa possibile che fosse anche la verità: «Non lo so. Ma se ci rifletto, una risposta deve esserci per forza.» cercando di sorridergli perché almeno la colpevolezza, a qualunque cosa fosse dovuta, sparisse.

*

Izuku ci ha pensato così tanto che, alla fine, si ricorda di aver chiesto a Shouto di approfittare di una sera insieme senza essere di turno per parlarne. Se c'è una cosa di lui che Izuku non pensa dimenticherà mai, è la fragilità di quando Shouto gli ha detto: «Si tratta di Hitoshi. Non so perché.» perso come un bambino, incapace di sbrogliare una matassa di sentimenti troppo complessa per lui, riuscendo a tirarne fuori solo quelli che forse chiunque sentendolo si sarebbe aspettato di vedergli provare.

Eppure forse proprio la semplicità con cui Shouto ha approcciato quella questione ha reso più semplice anche per Izuku comprendere e aiutarlo a propria volta. A rifletterci oggi immagina sia anche e soprattutto merito di Shouto se ammettere a se stesso di poter amare due persone contemporaneamente gli è risultato più facile di quanto sarebbe mai potuto essere altrimenti. Ascoltarlo parlargli di Shinsou e di come lo faceva sentire ha permesso a Izuku di vedere il bello senza leggervi dietro un tradimento o la fine di qualcosa di guadagnato con fatica - non perché capire di amare Todoroki fosse mai stato difficile, ma perché Shouto e l'affetto per se stesso sono stati due concetti difficilissimi da affiancare, qualcosa su cui Izuku ha avuto un potere molto limitato e che per il resto è stato una questione a cui solo lo stesso Shouto ha potuto mettere mano.

Ogni tanto, riflettendoci, Izuku pensa di saper collocare abbastanza bene il momento in cui ha compreso che non avrebbe mai potuto privare Shouto di quel sentimento nei confronti di Hitoshi: non soltanto perché non crede avrebbe mai potuto avere un egoismo forte abbastanza da incatenare Shouto con il senso di colpa affinché rimanesse solo ed esclusivamente con lui, ma anche perché una frase di Todoroki lo aveva inchiodato lì sul divano. Non per pietà, né per senso del dovere; eppure sentirgli dire: «A volte è difficile credere di avere te. Quindi non so se è arrogante pensare di avere anche un'altra persona.» aveva fatto stringere il cuore di Izuku a tal punto che non sarebbe mai davvero riuscito a liquidare con leggerezza la questione.

Per questo li ha osservati a lungo. Shouto e Hitoshi durante gli anni della U.A. erano stati studenti distanti prima e buoni collaboratori poi, compagni capaci di godersi il silenzio l'uno dell'altro senza avere - in apparenza - bisogno di riempirlo. Izuku ricorda di averli notati insieme in più di un'occasione, di averli visti condividere momenti anche complici. Eppure nemmeno oggi saprebbe dire se ci sia mai stato un giorno in cui avrebbe dovuto notare qualcosa e pensare "Hitoshi lo guarda in un modo che non ha niente da spartire con l'amicizia o la complicità tra compagni di scuola". Forse sono stati tutti troppo impegnati a crescere a perseguire il sogno di essere Eroi, per avere abbastanza attenzione o interesse verso altri ambiti come le relazioni tra loro. C'è a chi sono venute molto naturali e chi, invece, ha dovuto aspettare di essere fuori dalle mura scolastiche per capirle appieno e notarle. Non solo romantiche, ma proprio tra esseri umani.

A volte Izuku si ricorda di una delle prime volte in cui ha parlato con Shinsou dopo che Shouto ha cominciato a frequentarlo. Seduti sulla panchina di un parco piuttosto lontano dal centro, così da offrire loro un po' di privacy senza essere per forza riconosciuti, Izuku si è chiesto cosa ne pensasse Hitoshi del loro essere lì non solo come amici, ma come entrambi parte di una relazione con la stessa persona senza essere attratti tra di loro.

Non pensa sarà mai in grado di dimenticare il tono placido di Hitoshi quando gli ha detto: «Durante la guerra e gli anni dopo, ho avuto la sensazione che fossimo diventati Eroi ma avessimo perso un po' di quello che ci rendeva umani. Todoroki mi ricorda che, invece, sono ancora una persona.»

E in quell'istante Izuku ha capito che non avrebbe mai potuto togliere questo a nessuno dei due.

*

La camera da letto - o meglio, la soglia che la divide dal breve corridoio che la collega al salotto - gli offre lo spettacolo di Bakugo con una pila di mutande in mano e Todoroki intento a raccogliere calzini da un lato del letto. La guest star è un paio di boxer che Bakugo gli ha appena lanciato in testa con l'intento di fargli più male possibile... non fosse che le mutande non sono esattamente un'arma impropria, ma Izuku decide saggiamente di tenerselo per sé.

Il tutto è accompagnato dal borbottio di Bakugo, un sottofondo che Izuku sente definire a Hitoshi con un ironico «Cosa abbiamo per cena? Brodo di pesce?»

Ci mette un po' a capire che si riferisce al bollire del brodo stesso, aiutato dallo sbuffo di una risata da parte di Shouto. Non può vederlo in viso ma stanno insieme da quasi sei anni e ormai per Izuku è difficile farsi sfuggire quel tipo di reazioni - così come ha avuto modo di notare un umorismo particolare in Shinsou, che crede sia stato fortemente influenzato da Monoma, capace non si sa bene come di far ridere l'altro.

Purtroppo la capisce anche Bakugo, il cui sguardo si posa repentino su Shinsou come se dovesse fargli esplodere la faccia: «Non cucino per chi non sa tenersi a posto la sua roba, te e quell'altro ve ne potete pure andare a fare in cu-»
«Kacchan!» richiama Izuku con un mezzo sorriso e una mano a posarsi sul braccio altrui, l'espressione di chi vorrebbe tacitamente chiedere una tregua. Katsuki lo guarda, aggrottando le sopracciglia così tanto che Izuku teme stia ponderando di far saltare in aria pure lui in onore dei cari, vecchi tempi. Alla fine però lo nota abbassare lo sguardo sulla mano di Izuku e poi borbottare di nuovo qualche maledizione piuttosto colorita, sfuggendo al suo tocco e piegandosi per raccogliere l'ultimo indumento superstite sul pavimento.

Izuku occhieggia invece Todoroki e Shinsou, cercando di non ridere mentre il secondo toglie le mutande dalla testa di Shouto, facendo cenno a entrambi verso il soggiorno; li osserva scivolare via in silenzio proprio mentre Katsuki poggia gli indumenti recuperati sul letto. Lo affianca, sottraendogli un paio di boxer per piegarli e sistemarli alla propria sinistra, decidendo arbitrariamente di impilarci gli altri man mano. Lavorano in silenzio per qualche momento, prima che Izuku riconosca il movimento delle spalle di Bakugo finalmente più rilassate, sapendo di potergli quindi parlare con calma.

Sono piccoli aspetti che solo la quotidianità gli ha offerto. Katsuki lo ha approcciato con il solito fare brusco quando la relazione con Shouto aveva ormai incluso Shinsou nell'equazione. Izuku ci ha messo un po' a capire perché la presenza di Hitoshi sembrasse disturbare così tanto Katsuki - al di là dei loro battibecchi dai tempi della scuola, troppo diversi per coesistere in modo pacifico ma entrambi troppo intelligenti per non rispettarsi a vicenda e riconoscere l'uno il valore dell'altro. Ci sono voluti mesi per tirare fuori di bocca a Bakugo tutto quello che la vista di Shouto e Hitoshi gli causava: rabbia perché sembrava sleale nei confronti di Izuku; invidia per non aver mai detto a Izuku di volerlo nello stesso modo in cui lui sembrava volere solo Todoroki; irritazione generale, senza che ci fosse un bersaglio preciso, la ricaduta di un veleno sempre avuto lì a strisciargli sotto la pelle in qualche modo.

Ora sono l'uno di fianco all'altro, a piegare i boxer di Todoroki Shouto. Izuku non riesce a tenere per sé uno sbuffo divertito: avranno pure ventiquattro anni, ormai, eppure in piccoli e sciocchi aspetti della quotidianità come quelli si sente ancora un ragazzino con grandi sogni e una camera nei dormitori della U.A.

«Che hai da ridere.» lo accusa Katsuki, senza nemmeno guardarlo. Izuku scuote appena la testa, ma fa anche un passo di lato per accostarsi a lui, stando ora quasi spalla contro spalla.
«Pensavo tornassi più tardi, oggi.» osserva lui con fare casuale, come se non avesse colto la sua frase. Sente Katsuki far schioccare la lingua contro il palato in un verso stizzito, prima che pronunci un: «Invece no. E meno male.» con un cenno piuttosto plateale a quello di cui si stanno occupando.

Izuku si lascia scappare tra le labbra un ridacchiare leggero, ma si muove anche per dargli un bacio sulla spalla, di quelli casuali e affettuosi di chi ha passato il periodo della passione ormonale senza freni e ha trovato la calma di una condivisione giornaliera, l'equilibrio di sentimenti rincorsi per troppo tempo prima di avere finalmente un momento di pace.

Katsuki lo fissa, si china in modo quasi impercettibile per sopperire a quei pochi centimetri di differenza tra loro e, senza tante cerimonie, gli dà un bacio sulle labbra; passa un braccio intorno ai suoi fianchi e se lo tira addosso, pretendendolo in quel modo che a occhi esterni sembra quasi fuori luogo a volte, ma in cui bisogna anche saper leggere.

Izuku, meglio di altri, vede il bello.

*

«A ogni modo» pronuncia Shinsou mentre sono al tavolo per mangiare «pare vi abbiano fotografato.» commenta con il tono di chi ha appena detto accidenti, mi hanno cambiato il turno di ronda di domani.

Il tavolo vede calare il silenzio e tre paia di occhi posarsi su di lui. Quando si accenna ai paparazzi è sempre un problema capire chi abbiano fotografato con chi. Izuku e Todoroki? Izuku e Bakugo? Todoroki e Shinsou?

«Tu» indica Katsuki «e tu.» aggiunge spostando il dito verso Shouto prima di portare con eleganza le bacchette alla bocca, insieme al suo boccone di karaage. Izuku lo vede masticare con tutta la calma del mondo, la stessa che manca a Bakugo, lì a vibrargli di fianco: «Mi hanno anche chiesto se pensavo ci fosse qualcosa di - come hanno detto? - esplosivo che volessi commentare su di voi.» conclude, rivolgendo un sorrisetto a Bakugo.

Katsuki apre bocca per dire qualcosa eppure, a sorpresa, è Shouto a parlare; o meglio, Izuku lo vede muovere il braccio sotto il tavolo con discrezione e indovina facilmente che stia prendendo la mano di Hitoshi a giudicare da come ricerca anche il suo sguardo prima di chiedergli: «Tutto ok?» come se temesse di vedere l'altro perdere la pazienza. Come se avesse già chiesto troppo quando gli ha detto di amare Izuku esattamente come ama lui, vedendolo accettare la situazione.

Hitoshi si scioglie in un sorriso più morbido, accostandosi quanto necessario a posargli un bacio sulla guancia. Izuku ha sempre trovato molto tenero il modo in cui Shinsou si rapporta a Todoroki. Non che non abbiano la loro intimità, esattamente come lui ce l'ha con Katsuki, eppure è una dolcezza diversa quella che nota nei suoi gesti. Anche se non si è mai soffermato a parlarne con i diretti interessati, tenendo semplicemente quella considerazione per sé.

«Tutto ok.» gli conferma Hitoshi «Sarebbe stato peggio se mi avessero chiesto da quanto dura la passionale relazione tra me e Dinamitardo-san.» commenta, in un'evidente presa in giro ai danni di Katsuki.

Bakugo si esprime in un'espressione di colorito disgusto, mentre una mano mima un dito in gola e un inequivocabile verso accompagna il tutto. Prima di poterselo impedire Izuku scoppia a ridere, mentre vede Hitoshi trattenere un sorrisetto sghembo prima di tornare al suo karaage e Shouto guardare proprio lui - Izuku - con la stessa adorazione di quando avevano quasi diciotto anni e Shouto gli ha detto mi piaci.
   
 
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