Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: _Lightning_    29/03/2023    1 recensioni
«Non è lontano» lo rassicura.
Din non risponde, osservando le ombre che si fanno più dense attorno a loro con ogni passo. Ruusaan ha il visore dell’elmo a renderle meno spaventose, mentre Din fa schizzare qua e là le pupille, con la mano vicina al fodero della vibrolama.
Normalmente, una madre prenderebbe un bambino di undici anni per mano e lo guiderebbe nell’oscurità. Ma lei non è più una vera madre e Din non è più un bambino: sono entrambi Mandaloriani ed entrambi guerrieri. Sa che Din non le perdonerebbe un gesto simile, non più.
Così continua a guidarlo verso la Forgia, dove lo aspetta, forse, la promessa di una nuova casa.

[pre-The Mandalorian // Kid!Din // Kid!Paz // spin-off di "Vode An" // Missing moments]
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Din Djarin, Nuovo personaggio
Note: Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo IV

“Kyr’Tsad”




 

«Azi è intrattabile come lo ricordo?»

La voce dell’Armaiola sovrasta di poco il tintinnio del martello contro l’incudine.

«Non so come lo ricordi tu, ma è peggiorato» risponde Ruusaan, poggiandosi contro un bancone da lavoro con le braccia incrociate.

Bes – si sta ancora abituando a identificarla con quel nuovo nome che si è scelta – spinge tra le fiamme della fornace altri pezzi di metallo. Se all’inizio Ruusaan ha mal sopportato l’obbligo di non togliersi l’elmo all’interno del Rifugio, adesso ringrazia lo schermo del beskar contro le feroci vampate di calore che arrivano fin lì.

«Non mi sorprende. La Ronda l’ha preso troppo presto... non si torna indietro, dopo essere stati cresciuti da loro.»

Ruusaan tace, a quell’affermazione. Si chiede se Din possa ancora tornare indietro, dopo che Azi ha tentato di plasmarlo per tutto quel tempo. Bes sembra leggerle nel pensiero:

«Da quanto il bambino è con voi?»

Ruusaan finge di pensarci, anche se sa la risposta col cuore, più che con i calcoli:

«Poco meno di tre anni standard.»

«E adesso quanti ne ha?»

«Undici. L’ho protetto finché ho potuto mentendo sulla sua età, ma Azi li considera pronti per l’addestramento già a otto anni. Speravo di riuscire a portarlo qui prima» conclude, a voce più bassa.

Bes non commenta per un po’, presa dal suo lavoro. Smuove i pezzi di metallo che si stanno già liquefacendo sulla griglia di fusione, mentre lo stampo posto sotto la bocchetta della forgia si riempie pian piano di un rivolo di metallo incandescente.

«L’hai portato qui in tempo, prima che venisse spedito nei Corpi di Combattimento» si pronuncia infine, voltando l’elmo verso di lei. «Non sembra un ragazzino facile. Paz e io avremo il nostro daffare con lui, ma tornerà sulla Via.»

«Paz?»

Ruusaan la incita con un cenno interrogativo dell’elmo e l’altra alza appena le spalle ricoperte dalla stola di pelliccia.

«Giurerà al Credo tra un paio di mesi. Gli sto affidando i nuovi Trovatelli per vedere se merita davvero il beskar del suo elmo.»

Ruusaan sorride appena, al pensiero che il ragazzo sia già cresciuto così tanto. Si era stupita, quando dieci anni fa Bes aveva deciso di adottare un orfano salvato da Azi stesso. Si era stupita ancor di più quando aveva saputo che quell’orfano era uno degli ultimi rampolli del clan Vizsla, scampato alle lotte fratricide del suo clan.

Azi voleva crescerlo come possibile pretendente al ruolo di Mand’alor, educandolo personalmente non appena fosse stato abbastanza grande da impugnare un’arma. Bes aveva mandato all’aria i suoi progetti abbandonando senza preavviso le forge di Concordia con l’intera Tribù appena qualche mese dopo.

Aveva privato Azi sia della sua carta vincente, sia della millenaria conoscenza dei fabbri Mandaloriani, lasciando le armature in beskar della Ronda a deteriorarsi.

Paz era cresciuto ignaro del suo lignaggio tra forge, incudini e martelli, diventando a sua volta custode di quel sapere, così come voleva la Via della Tribù. Se Ruusaan aveva temuto di scorgere prima o poi in lui la spietatezza di Pre o la brama di sangue di Tor Vizsla, suoi predecessori, era stata smentita dal bambino irruento, ma onesto e di buon cuore che la accoglieva entusiasta ogni volta che faceva tappa al Rifugio.

«Sono sicura che se lo meriti» dice, indicandola con un cenno dell’elmo.

«Staremo a vedere, come vedremo se Din lo meriterà» replica lei, inflessibile come il metallo che è abituata a temprare. «Tu cosa hai intenzione di fare?»

Ruusaan torna seria, riassestandosi contro il bancone. Quella è una domanda a cui lei stessa fatica a rispondere – forse perché è una risposta che non le piace affatto.

«Continuerò a seguire Azi... o almeno, a fingere di farlo.»

«L’erede dei 
Kryze non ti ha offerto di combattere al suo fianco?» ribatte Bes, le sembra con una traccia d’ironia che sceglie di ignorare.

«Sì, ma non tornerò su Mandalore. Posso essere più utile rimanendo nella Ronda, ma farò in modo che la nostra casa non vada perduta.»

Bes si china a raccogliere lo stampo ormai pieno di metallo rovente, rilasciando un respiro quasi seccato.

«Mandalore non ha più alcun valore» commenta poi, posando lo stampo nella vasca di raffreddamento e tornando a lavorare le altre parti dell’armatura che sta assemblando sull’incudine.

«Manda’yaim» pronuncia semplicemente, scandendo quella parola. «Casa dei Mandaloriani. Furono i nostri antenati a darle questo nome, decidendo che Mandalore sarebbe stata la nostra casa.»

Bes scuote la testa.

«La nostra casa è il nostro popolo» dichiara, per poi interrompere i colpi di martello. «A me non interessa del tuo futuro, ner vod, né tanto meno di quello di Mandalore. L’unico futuro che conta è quello del bambino.»

«È proprio per questo che l’ho portato qui.»

«Per educarlo alla Via?»

Ruusaan esita, colta in fallo. Rispetta la Via della Tribù, ma non è una vita resecata in quei cunicoli che vuole donare a Din dopo gli orrori della guerra. Se solo la Ronda cessasse di esistere... anche Bes, Paz e tutti gli altri Mandaloriani considerati traditori potrebbero tornare a mostrare il proprio elmo nella Galassia. Deve tenerlo a mente, quando arriverà il tempo delle decisioni difficili.

«Per... nasconderlo finché non potrò educarlo io.»

Bes continua a fissarla, statuaria. Il riverbero blu della forgia sembra rendere liquida la sua armatura dorata, animandola di fiammelle metalliche.

«Finché sarà qui verrà educato al Credo, come tutti gli altri Trovatelli. Imparerà a seguire la Via di Mandalore» dichiara infine, come fosse una sentenza.

Ruusaan si umetta le labbra, prima di rispondere:
«Non ho nulla in contrario.»

«Jate.»

Il martello torna a riempire il silenzio tra loro due, riecheggiando tra le pareti claustrofobiche della sala.

Ruusaan potrebbe andarsene, ma non lo fa. Bes sa essere dura e spesso indelicata, ma darebbe vita, elmo e armatura per proteggere i Trovatelli. Si fida, e sente che in quegli anni è stata per lei una guida più di quanto non lo sia stato Azi. Senza Bes, sarebbe probabilmente molto più simile a lui.

Spera che possa avere la stessa influenza benefica su Din, che con ogni giorno che passa diventa sempre più chiuso, sempre più aggressivo e incapace di comunicare persino con lei, come se entrare finalmente nei Corpi di Combattimento sia l’unico modo per dimostrare a tutti di valere qualcosa – per dimostrare ad Azi che un giorno dovrà avere paura di lui.

Sa che una parte di lui la odia per averlo portato lì, privandolo di quella possibilità, e sa che la odierà ancor di più quando, tra poco, scoprirà che dovrà rimanerci da solo. Però sa anche che, sebbene non sia ancora in grado di comprenderlo, è contento di essere finalmente lontano da Azi.

Non importa se Din non sentirà narrare di Mandalore il Grande o della Battaglia di Malachor; non importa se non imparerà a danzare il Dha Werda Verda o non saprà quanti fratelli ha sparsi nella Galassia; non importa se indosserà per sempre il beskar, celando il proprio volto all’universo intero.

Sarà al sicuro e potrà insegnargli tutto al suo ritorno – perché tornerà. Ruusaan lo spera, nello stesso modo infantile in cui ha sperato, troppi anni fa, che quelle navi da guerra su Eriadu fossero soltanto un miraggio. Ogni giorno, nella sua testa, accetta e rifiuta la mano che Azi le ha teso allora tra le macerie. Ogni giorno, mille scenari diversi si dipanano nella sua testa, attraversando la Galassia in modi impensabili, con o senza il beskar.

Se lei non avesse compiuto ogni singola scelta da quel momento fino a quella mattina caliginosa ad Aq Vetina, però, quel bambino col cappuccio rosso sarebbe morto in uno scantinato, dimenticato dal mondo. Ruusaan compirebbe di nuovo ogni singola scelta sbagliata, se significasse tendergli la mano e tirarlo fuori dal buio.

Ogni singola scelta. Anche la più terribile, che le cova nel cuore come una scheggia avvelenata. Senza quella, lei non sarebbe mai stata lì per salvarlo – forse non ce ne sarebbe nemmeno stato bisogno.

«Bes?» si trova a dire, in un richiamo sottile che non le appartiene. «Non raccontargli mai della Ronda.»

Lei la squadra per quella che sembra un’eternità, il martello sollevato, lasciandola altrettanto sospesa sul ciglio del baratro.

Non dirgli cosa faceva la Ronda. Non dirgli del sangue versato, dei "sacrifici necessari", di quanto sia sporco il blu che porto... del perché non l’ho adottato.

«Voglio essere io a dirglielo, quando sarà il momento» aggiunge, fissandola visore contro visore.

Bes annuisce, un cenno appena percettibile.

«Noi anziani non pronunciamo più il nome della Kyr’tsad da molti anni, ormai. Non siamo più Figli della Ronda. Abbiamo rinnegato loro e la scia di sangue tracciata da Mandalore. Qui stiamo crescendo dei nuovi Mandaloriani, una generazione che non avrà mai conosciuto lotte fratricide per il potere.»

Ruusaan dovrebbe accettare quelle parole in silenzio, grata del favore – dei molti favori – che le sta concedendo Bes, ma non le riesce di tenere a freno la lingua:

«Din verrà a sapere cosa ho fatto. Non ho intenzione di nasconderglielo per sempre. Ciò che vuoi fare tu, invece, è ingiusto.» Esita per un istante, sapendo di sferrare un colpo basso, poi continua lo stesso: «Pensa a Paz e al nome che si porta sulle spalle. Quando scoprirà la verità sul suo clan, su Mandalore, su tutto quello che non hai...»

«Allora, cosa?» la interrompe Bes, senza alzare di una tacca la voce e ottenendo comunque il silenzio. «Verrà a conoscenza di faide e conflitti tra persone morte da decenni di cui non conosce nemmeno il nome, che non ha mai avuto alcun ruolo nella sua vita. È un cin vhetin definitivo, ner vod. Per impedire che bambini come Paz e Din si ritrovino a uccidere altri bambini come Paz e Din.»

Ruusaan scuote la testa, ma non obietta ulteriormente. Non condivide questa linea d’azione: le sembra di nascondere gli errori del passato sotto un velo di neve pronta a sciogliersi. L’ha fatto anche lei e lo sta facendo tutt’ora... ma non sarà per sempre.

Prende un respiro profondo. Tornerà, perché deve a Din quelle verità. Deve mostrargli la vera Via, quella che le ha indicato Bo-Katan il giorno in cui Din è diventato un Mandaloriano e lei ha pensato che, forse, non voleva più esserlo.

«Vai a salutarlo ora. Poi vattene» dice all’improvviso Bes, senza interrompere i suoi traffici. «Ho esteso l’ospitalità fin troppo a lungo per qualcuno che non segue il Credo, che veste il blu e che sta per abbandonare un ad’ika

Ruusaan incassa il colpo e annuisce, anche se le volta le spalle. È un abbandono temporaneo, ma chiamarlo in quel modo non ne smorza il significato.

«Tornerò il prima possibile.»

«E tornerai per restare?»

Ruusaan alza il mento, sostenendo lo sguardo che adesso le rivolge Bes dietro il visore.

«Tornerò per far capire a Din che non l’ho abbandonato. Tornerò tutte le volte che potrò. E quando questa guerra sarà finita, lo porterò via con me. È una promessa.»

Bes smette di torcere il metallo con una pinza, creando una pausa di sibili e sfrigolii.

«Haat, ijaa, haa’it?»

Ruusaan risponde in un battito di cuore:

«Ori’haat.»

Bes annuisce, temprando quel giuramento come fosse il beskar rosseggiante che ha appena tuffato nell’acqua.

«Hai un’unica possibilità, Ruusaan. Se dopo la guerra varcherai di nuovo quella soglia per andartene senza Din, sarà per sempre.» 

Rivolge il visore verso di lei, con le spirali di vapore che le accarezzano l’elmo. 

«Questa è la Via.»

Ruusaan fa un unico, lento cenno del capo, suggellando la sua parola a tempo con l’ultimo colpo di martello sull’incudine.

«Questa è la Via.»


Note dell’Autrice:

Cari Lettori (se c’è ancora qualcuno di vivo in questo fandom),
c’è una regola non scritta per farmi tornare a scrivere, ovvero vedere qualcosa che mi piace da impazzire e aspettavo da tempo e scoprire che hanno rovinato tutto. Ogni riferimento alla terza stagione di The Mandalorian è puramente casuale.
Lasciando da parte questo dettagli, torno su questi schermi con una capitolo molto vecchio, scritto nel 2022 (o forse addirittura 2021), che ho giusto riletto e revisionato prima di pubblicare qui. Sto riprendendo a scrivere il secondo volume di Vode An, ma volevo riprendere un po' la mano con questa serie di racconti slegati.
Spero abbiate apprezzato la lettura, che voi siate vecchi o nuovi lettori e, in quest'ultimo caso, che vi sia venuta voglia di scoprire un po' di più su questa storia ♥

-Light-

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: _Lightning_