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Autore: Menade Danzante    30/03/2023    1 recensioni
[Fleabag]
[Double!Flash | Claire&Fleabag | Post stagione 2]
«Sei mia sorella. Te l'avevo detto: sei forse l'unica persona per cui farei una corsa in aeroporto.»
(«Me l'aveva detto.»)
[Questa storia partecipa alla ToBeWritingChallenge2023 indetta da BellaLuna sul Forum delle Penne.]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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sorelle

Sorelle




I.





Perché cazzo non hanno invitato anche tua sorella?

Ovviamente la domanda rimane ad affollare solo la tua testa. Non riempie la geografia del salotto, e nemmeno quella del tuo volto: ti fingi comoda sul divano, con il bicchiere stretto in mano come se ne dipendesse la tua stessa vita, mentre stiri le labbra in un sorriso che di gioioso non ha niente. Nemmeno di genuino, e lo sai benissimo. Hai smesso di chiederti come abbia fatto tuo padre, in tutti quegli anni di incontri sporadici e di pranzi per commemorare vostra madre, a non fartelo notare. Hai smesso perché ogni volta ti basta guardarlo che armeggia con il cibo per vederti riflessa in uno specchio. Vi conoscete – vi riconoscete, e va bene così.

È alla tua matrigna che probabilmente la tua espressione sembra il principio di un'ulcera. Anche lei, a modo suo, sa, ma con una piccola differenza: a lei non importa.

«Come va il divorzio, cara?»

Ti viene da ridere, e lo fai vibrando isteria e rancore in un belato scomposto che disturba persino le tue, di orecchie. In fondo, speri che le sue sanguinino dal dolore. Ma non lo faranno – non lo fanno mai.

«Alla grande! Benissimo... Tutto a meraviglia. Abbiamo... Stiamo per avviare le pratiche e... e adesso–»

«Oh, bene. Splendido!»

A questo punto il tuo sorriso deve sembrare sempre di più un valido motivo per portarti in ospedale, perché tuo padre ti lancia un'occhiata di muta preoccupazione e capisci in un attimo di dover cambiare argomento in fretta: non hai intenzione di parlare di Martin per tutto il pomeriggio – non te lo meriti – e se non agisci in fretta rimarrete bloccati lì a lungo.

È veramente un peccato, però, che tu non sappia improvvisare, Claire.

«Che fortuna che tu abbia avuto quell'aborto! Sai, i genitori separati possono creare problemi nei bambini.»

Oh.

Per quello, certo.

Non perché, se la tua gravidanza fosse andata in porto, avresti trovato molto più complicato cacciare di casa Martin e Jake per restituirti la tua vita.

«... Giusto.». Il rumorosissimo silenzio che segue ti fa mettere in dubbio tutte le scelte che ti hanno portata a questo momento nella vita. Devi aver sbagliato qualcosa da qualche parte nel tempo e nello spazio per esserti aggiudicata un posto in prima fila in questo salotto.

Qualcuno deve cambiare argomento. E devi essere tu a farlo: peggio di così non può andare.

Forse.

«E la gatta come sta?»

«Sai se il volo di tua sorella è già partito?»

Accusi una fitta al collo appena ti volti di scatto verso tuo padre, ma decidi momentaneamente di non badarci: hai capito male, sicuro, perché vi siete sovrapposti. Tuo padre non ha appena detto quello che credi di aver sentito. Quando chiedi conferma è solo per scrupolo.

«Il volo di mia sorella?»

Ti guarda negli occhi e tanto gli basta per capire.

Tanto basta a te per capire.

Maledetta stronza.

«Ehm... Uhm, pensavo... Credevo che–»

Papà, ti prego. Non adesso. Non–

«Per dove?»



II.




«Oh. Mio. Dio.»


(«Oh no.

Cazzo.»)


«Non ci posso credere. Stavi davvero andando via senza salutarmi? Sul serio?»


(«Sì.»)


«No, assolutamente no. Stavo per chiamarti.»

«Dall'aereo?!»

«Da qui. Vedi?». Mostri il telefono stretto in mano. «Ti avrei chiamata tra un minuto, ma adesso è inutile perché... uhm, sei qui.»


(«È qui.»)


Puoi quasi sentire i pensieri di Claire accartocciarsi intorno a una domanda che probabilmente non porrà, ma che la impegna troppo a lungo con gli occhi fissi su di te mentre decide se parlare o no. Tu hai un'idea migliore.

«Hai comprato un biglietto?»

Se Claire potesse ucciderti con uno sguardo, lo farebbe.

«E sei venuta fin qui solo per dirmi ciao?»

«Se mi avessi avvisata prima, non sarei venuta: te l'avrei detto al caffè.»


(«È sicura?»)


«Sei sicura?»

Claire mantiene la fronte corrucciata per qualche altro secondo prima di distenderla, concedendosi un sorriso malinconico, affettuoso – uno dei più caldi che tu le abbia mai visto.

«Sei mia sorella. Te l'avevo detto: sei forse l'unica persona per cui farei una corsa in aeroporto.»


(«Me l'aveva detto.»)


«Chi– ?»

«Papà. Pensava che lo sapessi, ma immagino che qualcuno si sia dimenticato di comunicarmelo.». Un secondo passa silenzioso. «Perché non mi hai avvertita?»


(«L'ha chiesto, alla fine.

Merda.»)


«... Be', è un periodo... intenso. Voglio solo... andare via per qualche giorno e... non volevo farti preoccupare, credo.»

Perché Claire questo avrebbe fatto. Se le avessi detto di volerti leccare le tue ferite sentimentali lontano dalla tua famiglia e dal tuo lavoro, tua sorella ti avrebbe dedicato tutta la sua attenzione nel modo più efficace che conosce per prendersi cura degli altri: preoccupandosi. Nonostante tutto, nonostante il divorzio – a scapito di sé stessa. E tu questo non l'ha mai voluto.


(«Fantastico.

Ora è preoccupata.»)


«Stai bene?»

«Certo! Ho solo bisogno di una pausa.»

Claire ti soppesa per un lungo momento in silenzio, concentrata e critica – tanto concentrata, tanto critica.

«... Okay.»


(«Okay?!»)


«Okay?»

«Sono contenta. Ti farà bene.». Indica il biglietto. «Quindi... Roma?»

«Già.»

«Ottimo. Bene. Bella città.»

«Piena di preti.»


Ops.»)


«... Cristo! Che cazzo! Come puoi ancora–»

«Sto scherzando! Era una battuta!»


(«Anche se... No, sto scherzando! L'ho superato.

L'ho superato.



Lo sto superando.»)


«Sei disgustosa. Davvero.»

È il modo in cui Claire si guarda intorno per verificare che nessuno abbia sentito che ti fa venire voglia di continuare all'infinito, ma l'annuncio del volo ti rovina il divertimento.

«Hai intenzione di sparire fino al rientro?»

«Mi faccio sentire.». Claire ti fissa come se ti stesse sfidando a mentirle spudoratamente in faccia per una seconda volta. «Giuro.»

«Meglio per te.». Passa un momento. «Dovremmo... Uhm...»


(«Ci siamo.»)


«... abbracciarci?»


(«È tutto sotto controllo, ci siamo allenate. In effetti, siamo diventate piuttosto brave.

Un giorno smetteremo anche di chiedercelo.»)


Ogni volta ti sorprende l'intensità dei vostri abbracci, così come il calore che ne trai. È sempre inaspettato – è rassicurante, e tu, di cose rassicuranti, ne conosci poche.

«Scusa.»

«'Fanculo.». Claire ti stringe più forte. «Divertiti, okay?»

«Promesso.»









Angolino di Menade Danzante:
Salve!
Allora... mi sono pentita di aver voluto scrivere su Fleabag? Sì. Secco e sincero. “Sisterhood”, il prompt che ho scelto per questo mese di ToBeWritingChallenge2023 di BellaLuna, mi ha fatto pensare solo a loro e non sono riuscita a scrivere di altro. Sono soddisfatta? No, però ho scelto comunque di valorizzare lo sforzo e di non “perdere” il turno. Spero di aver reso almeno un pochino l'idea del rapporto tra le due sorelle e soprattutto di essere riuscita a renderle riconoscibili, a farle parlare.
Vi ringrazio tantissimo per essere arrivat* fin qui e vi abbraccio fortissimo!
Alla prossima!

Menade Danzante

   
 
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