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Autore: CatherineC94    06/04/2023    0 recensioni
«Vedere un Mondo in un granello di sabbia,
E un Cielo in un fiore selvatico,
Tenere l’Infinito nel cavo della mano
E l’Eternità in un’ora» W.B.
l John/Anne Bates
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Smith-Bates, John Bates
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I
Novembre 1916
 
 

 
«Che ne pensi?» le chiede John.
Anna sorride mesta e controlla che in giro nessuno li stia ascoltando.
«Sono già tre volte che mi fai la stessa domanda» prende tempo lei e John storce il muso divertito.
«Lo so bene, però da quando sono tornato non abbiamo mai molto tempo per noi» le fa notare pacato.
Anna sospira e si trascina veloce per la stanza; Lady Mary necessita di un cambio veloce e lei deve in qualche modo sbrigarsi.
John non prende bene quel silenzio e anche se non dice alcunché avverte una forte sensazione di vertigini.
«Alle otto, però non facciamo tardi» esclama Anna dopo un po' e John annuisce sorridente lasciando la stanza.
 
Anna ha la testa in aria da quel momento e anche se non vuole ammetterlo, quella proposta gli ha fatto battere il cuore forte.
«Anna?».
«Signora Hughes» dice lei.
La Signora Hughes si avvicina rapida, gli occhi incuriositi e un leggero sorriso che increspa il volto.
«Hai preparato il cambio per Lady Mary?» chiede interrogativa.
«Sì, fra poco l’aiuterò a sistemarsi» risponde Anna, in mente ben altri pensieri che turbinano.
«Ascolti, vorrei chiederle una cosa se non sono indiscreta» tenta Anna.
La Signora Hughes le rivolge uno sguardo insospettito.
«So bene che il tutto potrà sembrare inopportuno, però vorrei chiederle se questa sera potrò cenare fuori con il Signor Bates» le chiede incerta.
«Cenare fuori?» balbetta l’altra donna.
«Ascolti, so bene che non è corretto però stiamo solo aspettando che le pratiche del divorzio vadano a buon fine. Alle otto saremo di ritorno, lo prometto» tenta mesta.
Gli occhi della Signora Hughes si alzano, per poi fare un cenno d’assenso.
«Che non sia più tardi delle otto però e che il Signor Carson non scopra nulla» ripete Elsa Hughes dirigendosi di sotto.
E Anna potrebbe cantare di gioia.
 
 
Lady Mary capisce che qualcosa non torna.
Solitamente Anna è taciturna e si limita a fare il suo lavoro con solerzia ed attenzione.
Invece sta canticchiando felice, quasi come se il giorno dopo potesse essere Natale o Pasqua.
«Vuota il sacco» le dice diretta.
«Milady?» chiede.
«Vuota il sacco, cosa mi nascondi. Non mi dire nulla perché mi tratteresti da stupida e non lo sono di certo» sottolinea Lady Mary ammirandosi allo specchio.
«Non so cosa potreste pensare di me» mormora Anna imbarazzata.
«Cosa potrei pensare di te? Una cosa così grave?» ribatte Mary esterrefatta.
«Ecco, Milady…il Signor Bates…»inizia Anna.
«Bates?» fa eco Lady Mary.
«Mi ha invitata a cena, questa sera. Ho accettato, la Signora Hughes mi ha dato il permesso ma se pensa che sia inopportuno io posso dirgli che non ci andrò!» esclama ansiosa Anna.
«Aspetta. Non devi dirgli di no, ma da quando voi due, capisci? Non mi hai detto nulla!» le dice incuriosita.
«Da qualche tempo. John è un uomo molto gentile se si riesce a guardare al di là » afferma Anna rossa in viso.
Lady Mary ride radiosa.
«Ma sentitela! John, quindi le cose sono più serie di quanto pensassi! Allora, forza! Preparami e poi va da lui e mi raccomando» aggiunge complice Lady Mary.
 
 
John cammina avanti e indietro.
Anna dovrebbe già essere là, ma di lei nessuna traccia e dal profondo comincia ad insinuarsi il dubbio più losco.
Non sarebbe contrario.
Nel senso che lui è troppo vecchio, complicato e problematico. Anna potrebbe in qualche modo aver capito che la faccenda non calza le sue aspettative.
Per un istante si convince pure che sia giusto così, ma poi pensandoci con acume una fitta di fastidio lo coglie come quando Molosley ha detto quelle parole prima dello scoppio della guerra.
E se qualcuno le rubasse il cuore?
Certamente avrebbe sofferto, John è sicuro di questo.
«Signor Bates!».
John si volta scattante e sorride radioso quando scorge Anna correre a perdifiato verso di lui.
Anna è bellissima.
Forse è riduttivo, ma non ha mai incontrato una donna così radiosa, gentile, semplice come lei. Ogni cosa risplende al suo passaggio e tutto si tramuta in primavera, anche il più gelido degli inverni.
«John» dice lui.
«John, scusami. L’abitudine» ribatte sorridente.
«Questa sera sei davvero meravigliosa» le dice diretto.
John non ha fronzoli, non tende a complicare le cose; fin da bambino dice ciò che pensa senza filtri.
Anna arrossisce.
John l’osserva attento e ne ammira ogni piccolo particolare: il cappello azzurrino, la camicia in tinta che risaltano il suo volto che sembra di porcellana.
«Adesso però andiamo a cenare, sto morendo di fame!» esclama Anna genuina.
John ride gioioso e stringendole la mano pensa che potrebbe cantare a squarciagola per la felicità.
 
 
«Potevamo cenare altrove, lo sai» le dice John con un sorriso tenue.
Anna alza gli occhi al cielo.
«Non sono quel tipo di persona, lo sai. Qui va più che bene» risponde semplice e in fin dei conti John sa che lei è così.
Il piccolo Pub della città è colmo di gente, ma loro sembrano rinchiusi nella loro bolla personale.
Ogni cosa è immobile, imperitura.
«Sai cosa penso? Questo stufato è il migliore assaggiato in vita mia» dice Anna gustando la portata.
«Tu sai cucinare?» chiede John curioso.
«Certo, fin da bambina ho dovuto badare a casa da quando mia madre non si è aggravata…» sussurra piano.
I suoi occhi si velano di ricordi dolorosi e John si maledice di aver detto qualcosa e vorrebbe in qualche modo affievolire ciò che lei sta provando.
«Allora non morirò di fame da sposati» sdrammatizza.
Anna ride complice.
«Ancora non ci credo, sai?» rivela.
«Devi» risponde John stringendo la sua mano.
 
 
Uscire dal Pub sembra essere uno sforzo immane, ma mentre passeggiano a braccetto la brezza li coglie dolcemente.
John è in pace, da secoli non riesce a provare una tranquillità del genere. Anna sorride sempre, da quando l’ha incontrato la prima volta ed ha capito che ogni cosa avrebbe avuto un senso solo se insieme.
«Una serata splendida» le dice John.
«Esatto» replica lei assorta.
«Pensieri profondi?» chiede John curioso.
Anna sembra soppesare la risposta, afferra una ciocca ribelle fuoriuscita dal grazioso cappellino tentando di rimetterla a posto.
«Aspetta, faccio io» le dice John che fin da quando l’ha vista pomeriggio non fa che pensare a come sfiorare il suo viso.
La pelle di Anna sembra andare a fuoco; John sembra misurare ogni movimento con calma e nel fare ogni cosa i suoi occhi non abbandonano mai quelli di Anna.
John avvince le labbra alle sue e Anna risponde subito, felice.
Lo stringe  senza badare al momento e tutto sembra fermarsi, congelarsi in quel momento.
«Finalmente ho motivo per essere grato alla vita» le sussurra.
Anna si chiede cosa voglia dire.
«Ogni cosa che ho vissuto mi ha condotto a te» mormora John.
La strada sterrata sembra ad un tratto troppo breve; i due si incamminano stringendosi le mani.
Nella notte tenue c’è solo il rumore di una brezza gentile e dei loro cuori che battono, in sincrono.
 
 
 
 

Ciao a tutti! 
Nuovo progetto, spero che vi piaccia. Scriverò di tanto in tanto delle One durante le diverse stagioni di DA che trattano questa coppia. Odio le storie romantiche, ma loro sono i miei preferiti. Questo stralcio è inserito nell’arco narrativo che parte dalla prima puntata della seconda stagione; le One non seguiranno un ordine ben definito saranno inserite senza un filo cronologico.
Fatemi sapere, spero vi piaccia.
 
 
 
 
   
 
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